30 Agosto 2013

Lettera aperta dei consiglieri regionali PDL: proposte per il CIE

In merito alla richiesta di chiusura del CIE di Gradisca d’Isonzo, i consiglieri del Gruppo Pdl in Consiglio regionale – Rodolfo Ziberna, Roberto Novelli, Alessandro Colautti, Paride Cargnelutti, Luca Ciriani, Riccardo Riccardi – hanno indirizzato alla presidente della Regione Debora Serracchiani una lettera aperta:  avendo appreso al termine dell’incontro svoltosi nel Municipio di Gradisca lo scorso 23 agosto, che la Giunta regionale, unitamente a quella del Comune di Gradisca d’Isonzo, ha indirizzato una lettera al Governo nazionale per richiedere la chiusura del CIE di Gradisca d’Isonzo, esprimono  molte  perplessità, alcune delle quali già manifestate proprio a Gradisca.
“Noi – scrivono i consiglieri Pdl – riteniamo che su problemi di questa portata, che si ripercuotono in diversi quanto delicati ambiti (dalla sicurezza degli ospiti a quella della popolazione, alle condizioni di vita all’interno delle strutture ed a quelle degli operatori di polizia, sino alle relazioni internazionali legate alla necessità di una comune disciplina europea ed alla suddivisione comunitaria degli oneri), si debba abbandonare quella demagogia con cui questa Giunta ha prevalentemente operato, puntando più sulla spettacolarizzazione che sulla sostanza.
Chi oggi chiede tout court la chiusura dei CIE in Italia è come se chiedesse la chiusura delle carceri e la conseguente messa in libertà dei detenuti. Perché chi fa questa proposta deve avere il coraggio di dire ai cittadini che, prendendo ad esempio il CIE di Gradisca d’Isonzo, la maggior parte dei clandestini, che non hanno nulla a che fare con quelli appena giunti a Lampedusa, stanno scontando pene detentive per stupro, rapina, spaccio di stupefacenti, violenza. Diversa, naturalmente, è la situazione presso il CARA ed il CPA.
E’ più spettacolare per un certo tipo di elettorato, però, chiederne la chiusura e scaricare le responsabilità al prefetto, al questore ed agli operatori di polizia, perché… hanno applicato le leggi!”
” Condanniamo fermamente  – si legge ancora – questo modo speculativo di agire in politica. Come ci siamo già espressi nel citato incontro, la legge Bossi-Fini può essere certamente migliorata, come anche la struttura gradiscana.
E’ necessario ottenere maggiore efficienza, chiedendo alle autorità consolari di recarsi presso il CIE e non viceversa, al fine di diminuire i tempi di custodia ed i costi di spostamento. E’ necessario accelerare le procedure di identificazione e di espulsione dei clandestini, salvo che qualcuno non ritenga che l’Italia sia oggi in grado di accogliere un flusso di decine o centinaia di migliaia di clandestini ai quali trovare alloggio e lavoro, assistenza sanitaria, servizi, ecc. Chi lo ritiene deve avere il coraggio di dirlo e deve indicare come trovare le risorse per trovare lavoro e casa per gli immigrati, ma anche per i cittadini italiani. Ed a questo proposito ci piace sottolineare la grande sensibilità e spirito di accoglienza e collaborazione della popolazione e delle istituzioni di Gradisca d’Isonzo, ove in tredici anni mai si sono registrati atti di intolleranza, nonostante la percezione di disagio e spesso di pericolo che si vive.
E’, altresì, necessario che il personale che si rapporta con gli ospiti delle diverse strutture sia formato per queste necessità.
Ci attendevamo che la Regione esprimesse formalmente un ringraziamento ed apprezzamento nei confronti del prefetto e del questore, ma anche delle forze di polizia che hanno svolto il loro dovere, senza cedere alle provocazioni, agli insulti ed agli atti cui essi sono stati sottoposti nella struttura del CIE.
Gli operatori di polizia presidiano quelle strutture per assicurare l’incolumità degli ospiti (che ricordiamo essere messa a repentaglio da antichi odi razziali e tribali) ed anche quella della popolazione residente, azione resa però vana a causa della necessità di destinare la maggior parte dell’organico per il CIE e non anche per il resto del territorio. Ecco perché si rende necessario rinforzare adeguatamente il numero di addetti.
Dobbiamo, inoltre, non semplicemente chiedere ma pretendere dall’Unione Europea che si faccia carico pro quota degli oneri derivanti dall’immigrazione clandestina. La stessa disciplina dei diversi stati membri non può prevedere respingimenti immediati o successivi verso l’Italia. L’Italia non può essere considerata lo zerbino d’Europa!”
Passare dalla protesta alla proposta: questo è l’invito conclusivo dei consiglieri, che assicurano in questa direzione leale collaborazione alla presidente Serracchiani.

2 commenti a Lettera aperta dei consiglieri regionali PDL: proposte per il CIE

  1. Giovanni Rotolanti ha detto:

    Visto che imperversa il dibattito sul TlT,una buona idea potrebbe essere di situare un cie o simile loco, in zona Lisert…se il TlT comincia all’altezza del vecchio confine,e l’Italia finisce sul Timavo,c’è una striscia di terreno neutro,lo smilitarizziamo e così chi è senza documenti trova una giusta collocazione,certo qualche zanzara potrà obiettare,ma non si può mica accontentare tutti!

  2. Fiora ha detto:

    @1
    l’idea caro mio è buona ,però proporrei che il sito individuato sia destinato a rifugio di quanti desiderosi di ordine e legge vogliano prendere le distanze da movimenti indipendentisti e da neo lanzichenecchi.
    Per le zanzare, ritenendolo dei tre il male minore, “ce ne faremo una ragione” (virgolettata perché mutuata da un noto innominato)

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