13 Agosto 2013

Rivolta al CIE di Gradisca. Una guerra senza vincitori

La situazione al CIE di Gradisca d’Isonzo da sabato notte era estremamente tesa. Pareva essere culminata – dopo richieste, dinieghi, proteste, gas lacrimogeni, colluttazioni, danneggiamenti alle strutture, forze dell’ordine giunte da ogni arma possibile – con un gruppo di detenuti sul tetto del Centro.
E pareva poi essersi risolta, grazie ad una paziente opera di mediazione, cui ha partecipato con un ruolo fondamentale Serena Pellegrino, deputata di Sel alla Camera: riuscita infatti ad ottenere un incontro con Prefetto e Questore di Gorizia, i detenuti erano scesi. Una serie di richieste degli immigrati , di cui la Pellegrino si era fatta portavoce, sono state accolte: ad esempio l’uso dei cellulari e il ripristino del servizio mensa.
Ma la tensione è risalita nuovamente alle stelle la notte scorsa, quando due persone, in un tentativo di fuga, sono rimaste ferite, una molto gravemente, e sono ricoverate all’ospedale di Cattinara di Trieste e all’ospedale civile di Gorizia.
“Il ministero dell’interno intervenga immediatamente prima che succeda una nuova tragedia ha affermato la deputata di Sel che, oltre a informare costantemente il Viminale, è stata chiamata in mattinata dal sen.Luigi Mancone, presidente della Commissione straordinaria per la tutela e la promozione dei diritti umani, per un aggiornamento sulla situazione. Ne è seguito l’intervento ripreso poco fa dalle news di Repubblica : “La Commissione diritti umani del Senato – conclude Manconi – aveva già programmato una visita al centro per il 10 settembre. Di fronte a quanto è accaduto nelle ultime ore, chiedo al Ministro dell’interno Angelino Alfano di affrontare con urgenza e alla radice la questione dei Centri di identificazione ed espulsione e di riconsiderare, alla luce dei risultati critici di questi anni, l’intero sistema di gestione dell’immigrazione nel nostro Paese”.

” È ora – afferma dal canto suo Pellegrino – che il governo, e la strana maggioranza che lo sostiene, si occupino di rivedere le politiche di immigrazione cancellando la Bossi-Fini e il reato di clandestinità.
Un paese civile non può più accettare questi centri di detenzione, vere e proprie galere senza le minime condizioni umane, che chiamiamo Cie. La regione Friuli Venezia Giulia , oltre a dichiararsi contro il permanere del Centro, assuma iniziative più specifiche in ambito politico e si affianchi più concretamente a coloro che si stanno battendo per la revisione normativa”

Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale, capogruppo di SEL in regione, Giulio Lauri, il quale dopo si è recato questo pomeriggio  a Gradisca per provare ad accertare direttamente la situazione al CIE. “Dopo avere parlato con l’on. Pellegrino che mi ha informato di seguire direttamente la situazione all’interno del CIE, assieme a Padre Paolo Zuttion della Caritas mi sono recato all’ospedale di Gorizia per incontrare il ferito più lieve e avere una conferma della dinamica dei fatti di questa notte,  ma ci è stato comunicato che era stato prelevato dal Pronto Soccorso intorno alle 14 per essere riportato al CIE di Gradisca.”

“Nel corso della giornata ho chiesto all’Assessore Torrenti un intervento deciso della Regione sul Governo, fin da queste ore, per una chiusura immediata del CIE di Gradisca, dove l’emergenza è continua ed è necessario intervenire immediatamente.

Così  Andrea Bellavite, presidente del Forum Gorizia, in una nota stampa: “I Cie e i Cara non risolvono di fatto che in minima parte i problemi che ne hanno – secondo molti iniquamente – giustificato l’istituzione; aggravano semmai la situazione, esasperando i ristretti e creando immensi problemi sociali, spesso azzerando significativi tentativi di autentica integrazione nella reciprocità. Quando l’asfittica politica italiana riuscirà a trovare una risposta diversa da quella che ha portato a costruire delle vere e proprie gabbie di ferro intorno a esseri umani colpevoli soltanto di aver creduto ne mito della libera circolazione delle persone?”

Seguiremo con attenzione gli sviluppi della vicenda e vi terreno aggiornati.

 

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11 commenti a Rivolta al CIE di Gradisca. Una guerra senza vincitori

  1. Giovanni G. ha detto:

    …e quale sarebbe l’alternativa in mente a lorsignori? Giusto per capire cosa ci aspetta…

  2. John Remada ha detto:

    Il sel…..perchè non se li portano a casa loro,questi figuri?Abbiamo l’Asinara per queste ciurme,poi se anche il sel vuole trasferirsi là,nessuno glielo impedisce.

  3. furlan inside ha detto:

    ma dico io… se questi sono tutti pregiudicati, sono capaci di distruggere un centro di accoglienza e chissà quale altra pazzìa, possibile che il sel li voglia avere liberi per le strade italiane? perchè non se li portano a casa loro?

  4. ilaria ha detto:

    Tutti quanti su un bel aereo e a casaaaaaa!!!!!

  5. Paolo Nanut Standrez-Gorica-Gorizia ha detto:

    Il CIE non risolve il problema, ne amplifica invece. Una soluzione bisogna comunque trovarla.Chiudere il CIE e le basi NATO sarebbero un primo passo verso la libertà di tutti. Ilparagone non regge, ma con l’occasione ho voluto dire quello che penso dell’occupazione del territorio da parte delle truppe americane. Purtroppo è anche vero che finchè vivremo pagheremo l’aver perso la guerra graize al regime fascista

  6. John Remada ha detto:

    Anche la Germania ha perso la guerra,ma è ritornata forte.Se vuoi discutere degli Usa,pur essendo l’opposto delle tue idee,sono anchio anticapitalista;quà però la situazione sta degenerando,e ancora l’estrema sinistra ci mette il becco con teorie impossibili,quindi non so cosa bevono la mattina…una volta,non quà da noi,ma in Francia gente simile veniva arruolata nella Legione straniera,cambiavano nome e era fatta,ma alle regole della Legione;questi vorrebbero la stessa cosa,ma dettando loro le regole in casa nostra…vedi un po’tu se il sel ne ospita qualcuno a queste regole?

  7. Kaiokasin ha detto:

    Quali alternative ai CIE? Prospettive e proposte (Bologna 2012)
    http://www.euroalter.com/ppp/events/528/
    (Scarica le conclusioni del forum qui)

    Intanto
    1. eliminare la Boss-Fini (abbiamo “eliminato” politicamente loro, non si vede perchè le loro malefatte debbano sopravvivere);
    2. gestire l’immigrazione a livello europeo, favorendo la distribuzione dei migranti in tutti paesi UE e non lasciando la patata bollente a quelli mediterranei (magari favorendo i ricongiungimenti, nel caso abbiano già parenti in altri paesi europei).
    Poi dal convegno dello scorso anno sono emerse tante altre proposte, l’importante è superare la situazione attuale che è intollerabile. La peggiore possibile.

  8. Sara Matijacic ha detto:

    Interessante KaioKasin. Quando ci arriveremo, non si sa…

  9. John Remada ha detto:

    La patata bollente è solo nostra,gli altri hanno sistemato le cose.Questi governi di ciarlatani non risolveranno mai nulla;se poi via bossi e fini,ci metti boldrini e kienge…il poker è completo.

  10. Mark Lenders ha detto:

    7 kaiokasin – si sono eliminati da soli, se era per il centro sinistra sterebbero ancora lì….
    propongo che ogni genio di Sel o pseudo comunista benpensante se ne porti a casa uno, così il problema è gia risolto
    5 Nanut la libertà l’avremo quando il regime comunista comincerà a fare i propri mea culpa di tutti gli orrori provocati alla ricerca di un’utopia carissima

  11. dimaco ha detto:

    magari si potrebbe mandarli a lavorare invece di tenerli chiusi. ripulire fossi sparlare neve e ghiaccio in cambio di vitto e alloggio che ricevono nei centri. sai quana neve c’è sullo Stelvio. o ripulire le spiagge dopo le mareggiate.

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