3 Luglio 2013

Croazia in Europa, ecco le prime limitazioni adottate dall’Italia

Come avevo già avuto modo di anticipare in questo intervento “ Il 1 luglio la Croazia entra in Europa, ma sarà per tre anni sotto osservazione” l’Italia non ha perso tempo ad applicare quella moratoria che vedrà i lavoratori croati, anche se ora cittadini europei, essere “trattati” come cittadini non europei, salvo le dovute eccezioni.
Il Ministero del Lavoro ed il Ministero dell’Interno con la circolare congiunta prot. n. 4175 del 2 luglio 2013 informano che l’Italia si è avvalsa del regime transitorio di 2 anni prima di liberalizzare completamente l’accesso al lavoro subordinato per i cittadini della Croazia. Rimarrà privo di ogni limitazione il lavoro autonomo e le seguenti categorie previste nel Testo Unico dell’Immigrazione (decreto legislativo n. 286/1998):
art. 27, comma 1 (ad eccezione delle lettere g) e i)ovvero:
a) dirigenti o personale altamente specializzato di società aventi sede o filiali in Italia ovvero di uffici di rappresentanza di società estere che abbi ano la sede principale di attività nel territorio di uno Stato membro dell’Organizzazione mondiale del commercio, ovvero dirigenti di sedi principali in Italia di società italiane o di società di altro Stato membro dell’Unione europea;
b) lettori universitari di scambio o di madre lingua;
c) i professori universitari destinati a svolgere in Italia un incarico accademico;
d) traduttori e interpreti;
e) collaboratori familiari aventi regolarmente in corso all’estero da almeno un anno, rapporti di lavoro domestico a tempo pieno con cittadini italiani o di uno degli Stati membri dell’Unione europea residenti all’estero che si trasferiscono in Italia, per la prosecuzione del rapporto di lavoro domestico;
f) persone che, autorizzate a soggiornare per motivi di formazione professionale, svolgano periodi temporanei di addestramento presso datori di lavoro italiani effettuando anche prestazioni che rientrano nell’ambito del lavoro subordinato;
h) lavoratori marittimi occupati nella misura e con le modalità stabilite nel regolamento di attuazione;
l) lavoratori occupati presso circhi o spettacoli viaggianti all’estero;
m) personale artistico e tecnico per spettacoli lirici, teatrali, concertistici o di balletto;
n) ballerini, artisti e musicisti da impiegare presso locali di intrattenimento;
o) artisti da impiegare da enti musicali teatrali o cinematografici o da imprese radiofoniche o televisive, pubbliche o private, o da enti pubblici , nell’ambito di manifestazioni culturali o folcloristiche;
p) stranieri che siano destinati a svolgere qualsiasi tipo di attività sportiva professionistica presso società sportive italiane ai sensi della legge 23 marzo 1981, n. 91;
q) giornalisti corrispondenti ufficialmente accreditati in Italia e dipendenti regolarmente retribuiti da organi di stampa quotidiani o periodici, ovvero da emittenti radiofoniche o televisive straniere;
r) persone che, secondo le norme di accordi internazionali in vigore per l’Italia, svolgono in Italia attività di ricerca o un lavoro occasionale nell’ambito di programmi di scambi di giovani o di mobilità di giovani o sono persone collocate «alla pari»;
r-bis) infermieri professionali assunti presso strutture sanitarie pubbliche e private.
Saranno privi di limitazioni anche i ricercatori, come previsto ai sensi dell’articolo 27 ter del Testo unico citato ed i lavoratori altamente qualificati come previsto dall’articolo 27 quater sempre del detto T.U, ma anche i lavoratori stagionali, ivi compresi coloro che dimostrino di essere venuti in Italia almeno 2 anni di seguito per prestare lavoro stagionale ed i lavoratori domestici.
La circolare rileva altresì che le restrizioni non saranno applicabili qualora i cittadini croati risultino occupati, alla data del 1° luglio 2013, per un periodo non inferiore a 12 mesi nel territorio italiano.
MarcoBarone

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1 commenti a Croazia in Europa, ecco le prime limitazioni adottate dall’Italia

  1. michela ha detto:

    mi pare che quattro anni fa o quel che era, l’Italia non si avvalse di queste limitazioni nei confronti dei romeni mentre Francia e Germania sì. ora, a quanto sembra, ha imparato la lezione.

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