25 Giugno 2013

Il caso Cospalat. E le aflatossine arrivano nel latte della mucca Carolina

Il caso Cospalat è per noi consumatori una delle notizie peggiori degli ultimi tempi: un’azienda locale che non solo viola la legge e le prescrizioni a tutela della salute, ma anche tradisce la fiducia del consumatore (spinto da motivazioni che vanno dalla valutazione della qualità del prodotto alla prossimità dei luoghi di produzione e alla salubrità che riteniamo le nostre terre abbiano conservato) e violenta l’idea culturale che il latte ( e per estensione, i suoi derivati) sia un alimento di semplice ma assoluta genuinità ( subliminale prosecuzione del latte materno).
La notizia, con i poco edificanti sviluppi che seguiranno, produrrà tutta l’immaginabile ostilità nei confronti di un marchio molto noto: addio latte e latticini Cospalat! I negozietti e gli spacci sempre affollati hanno da ripensare il proprio futuro, e così gli innumerevoli produttori associati al consorzio.
Ma vediamo come le aflatossine arrivano nel latte. La scorsa annata agraria, per l’anomalo andamento climatico, ha fatto registrare imponenti attacchi di funghi sulle pannocchie del mais. E’ un problema serissimo che riguarda le derrate alimentari di tutto il mondo, e che i cambiamenti climatici in atto sicuramente aggravano.
Quel che si vede, sulle pannocchie, sono le muffe, cioè le colonie fungine; quel che non si vede, sono le tossine che esse producono , alcune delle quali cancerogene e mutagene. Il conferimento del mais ai siti di lavorazione presuppone, tra l’altro, il controllo dei livelli delle aflatossine : e quando si superano i limiti di legge ( altro delicatissimo discorso, tra classi di prodotti, categorie di consumatori – come i bambini, tipologia dei luoghi di provenienza – ad esempio i Paesi economicamente svantaggiati) la granella non può essere impiegata ad usi alimentari, nè animali nè umani. Finirà negli impianti per la produzione di energia da biomassa. C’è quindi da capire come sia stato utilizzato mais contaminato per la preparazione delle farine con le quali vengono alimentate le vacche in lattazione: infatti si discute persino sull’efficacia dei controlli a campionatura e delle modalità con cui questi vengono effettuati, influenzando i risultati delle analisi successive! E poi c’è da capire tutto il resto di questa vicenda: l’adulterazione del latte, le analisi non veritiere, le responsabilità, l’assenza di scrupoli e di etica.
Fatto sta che l’aflatossina supera la barriera dello stomaco della vacca, viene assorbita, trasformata in un altro tipo di aflatossina e passa nel latte fresco e in chi se lo beve. O se lo mangia, trasformato in formaggio, visto che le aflatossine resistono al calore delle lavorazioni alimentari.
Da qualche tempo ci si sta preoccupando anche per le aflatossine del vino ma le potremmo rinvenire, nelle loro molteplici identità, anche nei pomodori, nella frutta succosa, sul pane: le aflatossine, infatti si sviluppano sui prodotti agricoli in campo, ma anche nelle fasi della raccolta e della conservazione, coinvolgendo quindi tutta la filiera produttiva

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7 commenti a Il caso Cospalat. E le aflatossine arrivano nel latte della mucca Carolina

  1. fabry ha detto:

    Che sia una strategia elaborata da Madre Natura per liberarsi dal cancro dell’homo (poco) sapiens?

  2. gigi ha detto:

    Che vergogna, proprio il latte che si da ai bambini……spero che i responsabili siano alimentati solo con dosi massicce di questo prodotto per sempre

  3. Fiora ha detto:

    troppo brutta sta storia! davvero indigeribile come un latte adulterato…m’illudo ancora che possa essere una montatura, ma temo che sia un’altra storiaccia di un cinico attentato alla salute dei più indifesi per fare soldi.

  4. capitano ha detto:

    “Questa organizzazione [Cospalat Fvg] sta quindi traghettando il settore del latte verso lo sviluppo e la ripresa dalla crisi che, ha ricordato l´assessore, secondo alcuni indicatori economici è forse più vicina per il settore primario rispetto ad altri, e si sta muovendo in linea con le strategie dell´Amministrazione. La Regione infatti, come ha aggiunto Violino, avendo assegnato priorità nell´emergenza della crisi economica alla zootecnia perché la ritiene un comparto strutturale non soltanto dell´agricoltura, bensì dell´intero tessuto economico, sociale e territoriale del Friuli Venezia Giulia, è intervenuta attraverso il Fondo di rotazione per il consolidamento aziendale.”

    http://www.marketpress.info/notiziario_det.php?art=160447

  5. Martina Luciani ha detto:

    E’ nato il “COMITATO NAZIONALE AEC PER LA CLASS ACTION CONTRO LA COSPALAT E I VENDITORI DI PRODOTTI DERIVATI DAL LATTE TOSSICO”
    https://www.facebook.com/groups/346604985443041/?fref=ts

  6. Ilaria ha detto:

    Auguro di cuore, a queste brave persone, tutto quello che può accadere ingerendo queste sostanze tossiche.

  7. sfsn ha detto:

    agghiacciante… ma cossa centra la bici dela foto?

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