19 Giugno 2013

Cresce l’ecomafia in regione

Legambiente ha presentato il rapporto Ecomafia 2013, ove emergono dati, numeri, cifre, a dir poco impressionanti. Ben 16,7 miliardi di euro di fatturato, 34.120 reati accertati, 28.132 persone denunciate, 8.286 sequestri effettuati. Aumentano i clan coinvolti (da 296 a 302), quadruplicano i comuni sciolti per infiltrazioni mafiose (da 6 a 25), salgono gli incendi boschivi, cresce l’incidenza dell’abusivismo edilizio e soprattutto la piaga della corruzione con il raddoppio delle denunce e degli arresti. Il Friuli Venezia Giulia è al 16° posto nella classifica nazionale, ma in crescita rispetto al passato, risultano 769 infrazioni accertate, con una percentuale sul totale nazionale del 2,3%, si segnalano 628 persone denunciate e 282 sequestri effettuati ma nessun arresto effettuato.
Che l’ambiente sia un business per le organizzazioni criminali è un fatto notorio, così come è notorio che senza il braccio determinante della pessima politica, che favorisce abusivismi, speculazioni, inquinamento, grandi opere utili solo al capitalismo ma non alla collettività e non certamente all’ambiente, un progresso industriale che continua a non essere compatibile con la tutela sia del paesaggio che della natura, difficilmente l’ecomafia potrebbe incrementare il proprio profitto così come oggi accade.
Il Friuli Venezia Giulia non è immune da questi fenomeni, i numeri di Legambiente sono significativi ma non devono cadere nel dimenticatoio, come spesso accade, sovrapponendo emergenze su emergenze e relegando il rispetto dell’ambiente e della natura all’ultimo posto delle priorità.
Se l’ambiente è bene comune per la collettività, che lo sia anche nei fatti con le dovute tutele e non solo a parole , oggi è certamente un bene comune per l’ecomafia, per le sue speculazioni e devastazioni.

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