16 Giugno 2013

E il Bloomsday 2013 diventa Night of The Dead

zombiejoyce2012A quanto ne sappiamo, non è stato nemmeno creato un “evento” su Facebook per lanciare l’iniziativa. Pochi volantini fotocopiati in bianco e nero, affissi all’università e in qualche altro punto strategico, e un passaparola segreto, carbonaro. Night of The Dead=The dark side of BloomsDAY deve essere nato così, ed è interessante vedere come un manipolo di giovani animati da spirito goliardico abbia scelto di celebrare la giornata internazionale dedicata a James Joyce: truccati da zombie in costumi di inizio XX secolo. Perché?

«Joyce era un anticonformista, oltre che un forte bevitore», ci ragguaglia in piazza Unità un giovanotto all’incirca ventenne, volto cadaverico e brandelli di pelle  che cadono sotto il mento, nonché una bottiglia verde di birra in mano. «Io sono sicuro che avrebbe apprezzato una zombie parade a suo nome. Anche se in realtà ci sono altri scrittori molto più morti viventi di lui». La sua parlantina ci convince che non si tratta di un zombie vero – e inoltre, nessuno studio serio sull’argomento afferma che gli zombie apprezzino la birra. Le sue scarpe da ginnastica non sembrano frutto del lavoro di un calzolaio di Dublino, ma qualche sforzo per vestirsi “in costume” lo ha fatto.

Una romantica, o meglio decadente, coppia di fidanzati in decomposizione si sta teneramente baciando sotto la fontana dei quattro continenti, mentre un fotografo dall’aspetto vintage, con baffi, panciotto e fotocamera montata su un treppiede di ottone e nascosta sotto un telo nero, immortala la scena. Altri morti viventi stanno aspettando il loro turno per essere fotografati: approfittiamo per chiedere loro chi li ha ridotti così.  Oltre a varie risposte spiritose («la sessione di esami!» è l’unica che ci sentiamo di riportare qui), veniamo a sapere che in Piazza della Libertà ci sono dei gruppi di volontari truccatori che stanno trasformando in zombie chi lo desidera.

Ancora ci sfugge quale sia il legame tra Joyce e gli zombie, ma notiamo invece che vari morti-viventi portano con sé una copia dell’Ulisse. «È per il pub. Chi ha con é una copia del romanzo ha diritto a una porzione di patatine gratis – no, io non l’ho ancora letto», dice uno zombie con gli occhiali. Si fa avanti una ragazza tutta lentiggini con una t-shirt del Trinity College di Dublino: non è truccata da cadavere ambulante, ma sembra piuttosto informata sull’evento. «Sì, gli zombie sono una forzatura… non ce ne sono nell’opera di Joyce, lo sappiamo tutti. Ma i personaggi della novella The dead non sono forse dei… “morti viventi”?»

Però. Questo è un triplo salto mortale concettuale, e ben pochi filologi sarebbero pronti ad eseguirlo con tanta disinvoltura. Lo facciamo notare alla ragazza, che ci guarda con la sufficienza gagliarda che i primi mammiferi avranno elargito ai dinosauri moribondi: «Benvenuti nell’età del POP! Io ho cominciato a leggere Shakespeare dopo aver visto Romeo+Juliet, e senza quel film forse non avrei mai scoperto il Bardo e la letteratura in lingua inglese… problemi?» Sfila dalla borsetta una doppietta a canne segate (finta), sorride e corre a posare per delle foto tra gli amici non-morti.

Inforchiamo la bici e ci dirigiamo in piazza della Libertà, dove ci sono tre coppie di truccatori all’opera, e una dozzina tra ragazze e ragazzi che attendono di farsi abbruttire con classe. Quanti aspiranti zombie sono passati di qua? chiediamo. «Tanti. Troppi! Un’invasione, AIUTOOOO!» urla una truccatrice, scoppiando poi a ridere con i suoi colleghi. Ci dicono che più di metà delle persone truccate oggi non risiede a Trieste: c’è chi è venuto per la proiezione del film di John Houston The Dead alla Casa del Cinema, chi per il DJ set a tema alla Stazione Rogers, chi parla di Happy Hour in un pub irlandese (ah… ci sono degli Irish Pub a Trieste?), chi vuole seguire la performance di danza al museo Sartorio. Chi l’avrebbe detto che gli zombie hanno interessi così variegati?

Di nuovo in sella, passiamo per Ponterosso: altri cadaveri ambulanti, foto con Joyce e sulla passerella a lui appena dedicata. Che buffo. Comunque, dopo lo shock iniziale, l’idea di vedere zombie irlandesi girovagare per la città comincia a sembrare interessante, oltre che divertente. Qualche anziano scuote la testa e le mamme con la carrozzina preferiscono girare al largo dai morti viventi, ma nel complesso nessuno ci fa troppo caso.  Anche se possiamo già immaginare le reazioni veementi delle Franca C. Porfirio di turno, pronte a tuonare sulle Segnalazioni che “Una roba cussì, a Trieste, no se ga mai visto, e no se ga de far”. Purtroppo, aggiungeremo noi.

 

***
Avete delle foto dell’evento? Se vi va di condividerle, Bora.la sarà felice di pubblicarle.

Tag: , , , .

3 commenti a E il Bloomsday 2013 diventa Night of The Dead

  1. Tatiana Ciuk ha detto:

    C’è l’evento sulla pagina Museo Svevo e Museo Joyce

  2. katja ha detto:

    tutto cio’ accompagnato dalla musica dei Dead can dance

  3. Paolo Stanese ha detto:

    Bon che el zombie con la bottiglia in man stava bevendo prima delle 23… se no sa che pupoli!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *