14 Giugno 2013

Bloomsday 2013: Trieste festeggia Joyce e il suo Ulisse

Un ricco e articolato programma caratterizzerà sabato 15 e domenica 16 giugno a Trieste il “Bloomsday 2013 – Una festa per Joyce”, appuntamento giunto alla sua quinta edizione, che celebrerà lo scrittore irlandese James Joyce, a lungo ospite in città fra il 1904 e il 1920. 

Il giorno dedicato a (Bloom – Bloomsday, appunto) è il 16 giugno, data in cui si svolge tutta l’(anti)epopea del capolavoro joyciano Ulisse di cui Leopold Bloom è appunto il protagonista. Ed è in questa data che, prima nella sola Dublino e poi via via in un numero sempre crescente di centri piccoli e grandi del mondo, gli appassionati lettori dell’Ulisse hanno preso a celebrare l’appuntamento con letture, musica, spettacoli teatrali, mostre, conferenze, presentazioni, passeggiate culturali ecc. A Trieste la manifestazione – che quest’anno, stante la concomitanza con il giorno festivo e la crescita del numero degli appuntamenti, copre come l’intero fine settimana del 15 e 16 giugno – organizzata dal Servizio Biblioteche del Comune di Trieste, unitamente al Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università di Trieste, partner nella gestione del Museo Joyce Museum, ha trovato da tempo una fortunata formula di base che prevede un ampio cerchio di appuntamenti attorno all’inaugurazione di una mostra di opere grafiche e pittoriche ispirate allo scrittore irlandese e alla sua opera. Dopo le apprezzate prove delle edizioni precedenti affidate a Guglielmo Manenti, Aka B, Ugo Pierri, Luigi Tolotti, Paolo Colombo e Andrea Guerzoni, quest’anno la sala comunale d’arte di Piazza Unità 4 ospita una parte della mostra di Robert Berry 4 Chapters in 4 Cities, i cui altri tre “capitoli” saranno allestiti in contemporanea a Dublino, New York e Pola. Il progetto prevede l’esposizione al pubblico di alcune tavole dell’ambiziosa opera che Berry sta portando avanti da qualche tempo in collaborazione con il James Joyce Center di Dublino (www.jamesjoyce.ie) tesa ad illustrare tutto il capolavoro di Joyce come una complessa Graphic Novel. Le tavole che potremo ammirare a Trieste fino al 7 luglio (ogni giorno dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20), in particolare, sono ispirate al IV capitolo del romanzo,  intitolato Calipso, attorno al quale è stata progettata buona parte del programma del Bloomsday triestino.

Sabato 15 giugno, alle ore 10.00, in prossimità del nuovo ponte pedonale, ci sarà l’intItolazione del passaggio allo scrittore irlandese James Joyce, alla presenza del sindaco di Roberto Cosolini; a seguire Calipso. Lettura-spettacolo del IV capitolo di Ulisse di James Joyce a cura di ART & ZAN, presentata da L’armonia-Associazione tra le compagnie del Teatro in Dialetto triestino, con Giuliana Artico, Sabrina Gregori, Paolo Massaria, Roberta Ripa, Giuliano Zannier, Leonardo Zannier; musiche irlandesi dell’ ensemble di musica celtica Arnwil. Lo spettacolo sarà introdotto da una breve prolusione di Renzo S. Crivelli. Alle ore 12.00 al museo Sartorio, Largo Papa Giovanni XXIII, 1: Calipso in mezz’ora, conferenza di John McCourt; a seguire, È tornato Joyce, ancora, commemorazione di Bruno Chersicla alla presenza di Andrea Chersicla; interventi di Renzo S. Crivelli e John McCourt; a seguire, proiezione del video Bloomsday 2012 (sceneggiatura Riccardo Cepach; riprese Nanni Spano; montaggio e regia Fausto Vilevich, musiche dei Bachibaflax. Una produzione Museo Joyce Trieste – Trieste Joyce School). Alle ore 17.30 nella sala comunale d’arte, piazza Unità d’Italia, 4: Calipso. Lettura-spettacolo del IV capitolo di Ulisse di J. Joyce a cura di ART & ZAN (replica); a seguire, inaugurazione della mostra 4 Chapters in 4 Cities di Robert Berry che rimarrà aperta ogni giorno dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20 fino al 7 luglio. Al termine Bloomsday dinner, menù irlandese a 16,00 euro (pinta di birra irlandese inclusa) presso “Pub Mastro Birraio”, via F. Venezian, 24/b (per prenotazioni tel. 3498356201). Alle ore 21.00 – al museo Sartorio, Largo Papa Giovanni XXIII, 1: BodyunTitled performance di danza Concetto Coreografia e Danza di e con Daša Grgič; a seguito Rhapsody in Joyce, spettacolo di teatro e danza, regia di Valentina Magnani, con Maurizio Zacchigna, Valentino Pagliei, Daša Grgič; testi di James Joyce scelti da Erik Schneider; una produzione ACTIS, Associazione Culturale Teatro Immagine Suono. A seguire  alla  stazione Rogers, Riva Grumula, 14, Bloomsday party – Outdoor.

Tra gli appuntamenti in programma domenica 16 giugno, si segnalano invece, alle ore 9.30 su Radio Fragola (FM 104.500 / 104.800 e in streaming su http://www.radiofragola.com): Global Bloomsday Gathering (www.globalbloomsday.com), lettura integrale dell’Ulisse in diretta streaming organizzata dal James Joyce Center di Dublino, che attraversa 25 città in 4 continenti passando per Trieste.  Alle ore 19.00  presso il “Passaggio  Joyce”: Irish party, concerto di musica irlandese con i Wooden Legs. L’antico Panada di via Rossini 8/d offrirà un rinfresco. Alle ore 20.00 – Chiesa di San Nicolò e Santissima Trinità, Riva III Novembre, 7: Introibo ad altare Dei. Itinerario a piedi attraverso i principali luoghi di culto di Trieste (Chiesa Greco-Ortodossa di S. Nicolò, Serbo-Ortodossa di S. Spiridione, Cattolica di S. Antonio Nuovo e Sinagoga) sulle tracce di James Joyce, guidato da Erik Schneider e John McCourt.

Per informazioni : Museo Joyce Museum tel. 040 6758170 – 8182; fax 040 6758199; museojoyce@comune.trieste.it; www.museojoycetrieste.it; www.facebook.com.

Tag: .

15 commenti a Bloomsday 2013: Trieste festeggia Joyce e il suo Ulisse

  1. Fiora ha detto:

    caspita,ciò! Pupoli come s’El fussi propiamente patòco! esterofili noialtri nè più né meno del resto dei taliani,con tuto che tanti de noi no se riconossi…e pel genetliaco del povero nostro Franz toca ‘ndar fin Giassico.

  2. michela ha detto:

    posso fare la voce fuori dal coro? io ho letto GENTE DI DUBLINO e non mi è piaciuto affatto. come libro introduttivo all’opera di Joyce, mi sembrava abbastanza adatto essendo solo una raccolta di racconti: ma li ho trovati talmente scipiti da essere incredula del loro successo (addirittura un film di Houston) e non mi hanno invogliato a leggere altro. conosco invece una studiosa di Joyce che ci si dedica da tutta la vita! a voi, piace????

  3. Guido Ruzzier ha detto:

    Dagli atri antri e da altri anfratti del mio ombroso passato, ecco che il medesimo ritorna.
    E se andate nell’archivio de la Repubblica, ci trovate l’antefatto.
    Guido Ruzzier

    15 giugno 2000
    Alcune poesie di Eco e di Bartezzaghi (l’occasione ne era stata un Bloomsday come tanti) avendo risvegliato la mia latente triestinità e i miei (indiretti ma vividi) ricordi joyciani e sveviani, mi dettero lo spunto per questa mia risposta (mai pubblicata), in forma di acrotelestico diretto e inverso (*) basato sul nome di Umberto Eco:

    “SATOR, AREPO, TENET…”:
    !ETREBMUH ,SITAS COH ED
    (Acrotelestico diretto e inverso) *

    Umberto, Umberto, si sforzi di più!
    Mica basta, nel giorno di Bloom,
    Biascicare d’arepo e d’arab
    E sperar di passare per vate.
    Ruzzier sì, la potrìa raccontar,
    Testimon dell’antica Triest:
    Ogni giorno, con Jimmy e con Svevo,
    Era bello vagar come Ulisse,
    Canticchiando, attendendone l’ec,
    Ogni tanto canzon portmantò.
    Oh, ricordo il nìttalopo Giacomo
    Che vagava vedendoci poc,
    E cercava sperdute osterie,
    Ogni notte, ubriaco oppur no.
    Ti diceva: “Lo mando al “Die Tat”,
    Redattori conosco, al “Kurier””,
    Ed un giorno, che è che non è,
    Bloom (girato, si può leggere moolB),
    Mi successe di leggerlo in tram.
    Un tram che, nel voltare, faceva un giro a U.

    (*) Devo la definizione a Stefano Bartezzaghi: “Acrotelestico diretto e inverso, direi: ma ovviamente è una denominazione semplicemente descrittiva. Quando le cose si complicano non ci si possono aspettare denominazioni che facciano capire a qualcuno che non conosca l’esempio di cosa realmente si tratti; un bel tour de force, comunque” (e-mail).

  4. Fiora ha detto:

    @3
    “Acrotelestico diretto e inverso” xè de più dela supercazzora brematurata con scappellamento a destra?

  5. Guido Ruzzier ha detto:

    @4
    No, no, me spiego subito: sarìa più una roba del tipo… no so, no savarìa come dir per farme capir meio de l’inclita e del volgo, ah, eco che gò trovà: qualcossa come MARGARITAS AD PORCOS, insoma!

  6. Fiora ha detto:

    @5
    no iera “perlas”?!
    ‘dogni modo, loquimur ut edimus 😉

  7. Guido Ruzzier ha detto:

    Io però ci metto il nome e il cognome. Et de hoc satis, tanto per stare in tono.

  8. Julius Franzot ha detto:

    A Trieste le sovvenzioni pubbliche vanno quasi sempre alle commemorazioni dei defunti perché gli autori vivi non hanno (in genere) nessun amico alla Provincia che faccia dare loro soldi.

  9. Fiora ha detto:

    @8 tibi satis!
    cum obsevantia ac sine ullo timore,
    Fiorenza Degrassi
    (pei muli Fiora …!)

  10. Fiora ha detto:

    lasciando perdere bagatelle personalistiche (post-monade personali) insisterei invece nell’esternare il mio stupore di tanto onorifico reiterare per Joyce,illustre ospite,a fronte del sovrano menefreghismo per le glorie locali.

  11. hobo ha detto:

    nell’articolo c’e’ scritto:

    “Il giorno dedicato a (Bloom – Bloomsday, appunto) è il 16 giugno, data in cui si svolge tutta l’(anti)epopea del capolavoro joyciano Ulisse di cui Leopold Bloom è appunto il protagonista. Ed è in questa data che, *prima nella sola Dublino e poi via via in un numero sempre crescente di centri piccoli e grandi del mondo*, gli appassionati lettori dell’Ulisse hanno preso a celebrare l’appuntamento con letture, musica, spettacoli teatrali, mostre, conferenze, presentazioni, passeggiate culturali ecc.”

    da wikipedia:

    “Bloomsday is a commemoration and celebration of the life of Irish writer James Joyce during which the events of his novel Ulysses (which is set on 16 June 1904) are relived. It is observed annually on 16 June in Dublin and elsewhere. Joyce chose the date as it was the date of his first outing with his wife-to-be, Nora Barnacle; they walked to the Dublin suburb of Ringsend. The name is derived from Leopold Bloom, the Ulyssean protagonist.”

    dalla quarta di copertina di “The Years of Bloom – James Joyce in Trieste, 1904–1920 di
    John McCourt, Winsconsin University Press:

    “While living in Trieste, Joyce wrote most of the stories in Dubliners, turned Stephen Hero into A Portrait of the Artist as a Young Man, and began Ulysses. Echoes and influences of Trieste are rife throughout Ulysses and Finnegans Wake. Though Trieste had become a sleepy backwater by the time Ellmann visited there in the 1950s, McCourt shows that the city was a teeming imperial port, intensely cosmopolitan and polyglot, during the approximately twelve years Joyce lived there in the waning years of the Habsburg Empire. It was there that Joyce experienced the various cultures of central Europe and the eastern Mediterranean. He met many Jews, who collectively provided much of the material for the character of Leopold Bloom. He encountered continental socialism, Italian Irredentism, Futurism, and various other political and artistic forces whose subtle influences McCourt traces with literary grace and scholarly rigour. The Years of Bloom, a rare landmark in the crowded terrain of Joyce studies, will instantly take its place as a standard work.”

    ok ok, joyce era solo un immigrato che rubava il lavoro agli scrittori autoctoni.

  12. Fiora ha detto:

    @11
    la conclusione è tassativamente “autoctona Hobo”. Estremizzante, as usual!

    (tra i segretucci che ti ho già confidato di me, vorrei aggiungere che ho la sazia proprio familiare di prevaricazioni anglofone. come un’ustionata 🙁
    comprendimi…per una volta, dai! )

  13. Fiora ha detto:

    @12
    “anglofone” è improprio nel mio specifico caso.
    “Albioniche” è il termine esatto onnicomprensivo, a rischio di farti scaturire in qualche filippica delle tue vs paccottiglia autarchic-nazionalitic-fascio-razzista, ma non mi… sovvenne altro.

  14. ho letto di gusto la “querelle” Fiora-Ruzzier.
    era dal tempo del primo Monon Behavior che non ridevo tanto..

  15. Guido Ruzzier ha detto:

    @14
    Grazie per la mia metà del complimento! Mi ci sono divertito anch’io (diciamola tutta: quasi mi arrabbiavo…). Mi permetta di sdebitarmi con questa modestissima anacreontica ingarrichiana maltusiana:

    Botteghelli è quella cosa
    che ghe piasi le cherèl:
    che pecà che sul più bel
    sia finida la diatrib.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *