11 Giugno 2013

Tribunale di Gorizia: l’associazione Essere Cittadini scrive al senatore Maran e all’onorevole Brandolin

Comprendere quale sia, allo stato, l’impegno della parte politica in Parlamento sulla questione del Tribunale di Gorizia, ritenendo che il cittadino/elettore non possa rimanere inerte su questioni che lo interessano direttamente. Questo l’intento della lettera che aperta che L’Associazione Essere Cittadini ha scritto al Sen. Alessandro Maran e all’on. Giorgio Brandolin”, lettera inviata oltre agli interessati anche agli organi di informazione.

Di seguito la lettera integrale:

Sulla questione del Tribunale di Gorizia, in evidente stato di inesorabile abbandono non solo dal punto di vista delle condizioni strutturali dell’edificio che lo ospita ma anche, e soprattutto, per la grave carenza di organico (magistrati, cancellieri, personale amministrativo) che si trascina ormai da troppi anni, l’Associazione Essere Cittadini, comprendendo l’importanza della presenza di un presidio di giustizia funzionante ed efficiente sul territorio isontino, desidera rivolgere una riflessione ai rappresentanti politici eletti nella circoscrizione di Gorizia, chiamati ad attivarsi sul punto.

E’ innegabile che tale questione riveste carattere d’urgenza e priorità sempre che ci sia una condivisione, tra la società civile e le diverse parti politiche, almeno sul fatto che la chiusura del Tribunale di Gorizia costituirebbe un grave vulnus della tutela dei diritti dei cittadini goriziani, ridurrebbe ulteriormente i presidi amministrativi della città e produrrebbe una generale ricaduta negativa in termini occupazionali ed economici di tutta la città.
Prendendo spunto dai principi e criteri direttivi indicati nella legge delega Legge 14 settembre 2011 n. 148, con la quale il Parlamento ha incaricato il Governo di riscrivere la geografia giudiziaria del Paese, indicando la necessità di “riorganizzare la distribuzione sul territorio degli uffici giudiziari, al fine di realizzare risparmi di spesa e incremento di efficienza” ci sembra che proprio la situazione della Regione Friuli Venezia Giulia e, conseguentemente, il circondario di Gorizia rappresentino un esempio lampante della evidente irrazionale distribuzione degli uffici giudiziari rispetto al territorio ed alla popolazione. Distribuzione che, anche ad analizzare in modo superficiale, fa emergere un’evidente contraddizione al principio della giustizia di prossimità, intesa come apparato vicino al cittadino. E’ facilmente dimostrabile soprattutto da chi lavora nel settore, della necessità di un razionale equilibrio degli uffici giudiziari sul territorio al fine di una giustizia più efficiente non solo in termini di rapidità ma anche di accessibilità da parte dell’utente e di, come si è già detto, prossimità rispetto ai fenomeni sociali di cui essa è chiamata ad occuparsi. A questo proposito occorre avere l’onestà intellettuale, al di là di specifici interessi campanilistici che tanta influenza hanno sulla politica, di analizzare concretamente la situazione della nostra Regione, dove a fronte di circondari molto allargati – si pensi a quello di Udine che va dalle Alpi al mare – vi sono circondari altrettanto esigui, in termini di territorio e popolazione, come quello di Gorizia, esempio di quel disequilibrio, potenziale fonte di disservizi in termini di efficienza e di disarmonia economica, di cui il Parlamento, con la legge delega citata, ha voluto, giustamente, occuparsi.
Ed allora, la soluzione che appare più logica non è certo quella di far morire la realtà troppo piccola e implementare quella già troppo grande, bensì quella diretta ad equilibrare la presenza sul territorio dei presidi di giustizia con un riordino dei territori di competenza dei rispettivi tribunali. Non a caso nella citata legge delega si indica, quale scopo dell’intervento del Governo, “ridefinire, anche mediante attribuzione di porzioni di territori a circondari limitrofi, l’assetto territoriale degli uffici giudiziari secondo criteri oggettivi e omogenei che tengano conto dell’ estensione del territorio, del numero degli abitanti , dei carichi di lavoro e dell’indice delle sopravvenienze , della specificità territoriale del bacino di utenza, anche con riguardo alla situazione infrastrutturale…” .

Pertanto vi rivolgiamo le seguenti domande:

Che fine hanno fatto tutte le buone intenzioni della legge delega ed il progetto originario del decreto che prevedeva un’estensione della competenza di Gorizia fino a Palmanova portando il bacino d’utenza a 255 mila persone (dalle attuali 140.000) e da 466 a 1242 chilometri quadrati di territorio?

C’è la volontà politica del vostro gruppo parlamentare di appartenenza, ad attivarsi per una revisione e modifica del decreto emanato dal Governo, che di fatto condanna il Tribunale di Gorizia alla sua annunciata fine non avendo provveduto ad ampliare il suo mandamento?

Segnatamente c’è la volontà di pensare e realizzare un riordino degli uffici giudiziari della Regione Friuli Venezia Giulia, così come previsto nell’originario progetto del Ministero, che non sia solo strumento di spartizione del bacino di utenza fondato sulle solite e note logiche politiche che nulla hanno a che fare con la giustizia e, in definitiva, con gli interessi dei cittadini?

Quali sono le eventuali iniziative che intraprenderete o avete già intrapreso su tale questione?

Vi ringraziamo anticipatamente per una cortese e sollecita risposta. Cordiali saluti.

Gorizia, 10 giugno 2013

Per l’Associazione Essere Cittadini Gorizia
il pres. Stefano Cosolo

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