Quale sviluppo eco-compatibile per Trieste e per la sua attività portuale? L’ultimo rapporto dell’Agenzia Ue dell’ambiente (Aea) afferma in sostanza che la crescita delle emissioni di gas serra e inquinanti provenienti dal settore dei trasporti marittimi in Europa generata dalle navi in partenza dai porti Ue e’ aumentata del 35% e altri inquinanti fra il 35% e il 55%. Buona parte di questo inquinamento è dovuto alle navi ormeggiate o ferme in rada, e l’ARPA di Trieste ricordava, sul punto, che proprio le navi ormeggiate o ferme in rada, che devono tenere motori accesi, procurano alla città di Trieste il 20% del totale di polveri sottili, e il 30% di biossido di azoto, frutto della combustione . A pochissime miglia dall’area portuale di Trieste, vecchia e nuova, esiste la splendida Riserva Marina di Miramare istituita nel 1986 con decreto del Ministero dell’Ambiente, il quale affidava la gestione all’Associazione Italiana per il WWF (D.M. 12 novembre 1986). La Riserva dello Stato copre una superficie di 30 ettari ed è circondata da un tratto di mare di 90 ettari regolamentato dall’Ordinanza della Capitaneria di Porto (n. 28/98). L’area protetta è situata ai piedi del promontorio di Miramare, tra il porticciolo turistico di Grignano e la riviera di Barcola. Quanto può essere compatibile, a livello ambientale, ed anche in termini di rischi, pensiamo agli incidenti possibili, un rafforzamento del traffico portuale di Trieste con l’area marina protetta di Miramare?
I miei amici veneziani, quando mi capita di trascorrere qualche ora nella splendida Venezia, mi ricordano sempre che loro le navi non le vogliono più, tanto, mi ripetono, le volete voi a Trieste no? A Venezia che il giorno 7, 8 e 9 giugno vivrà importanti momenti di lotta, ci saranno le giornate internazionali contro le grandi navi, identificate come l’ultima versione veneziana delle grandi opere, una versione elefantiaca, un mastodontico insulto alla città, una seria minaccia alla salute dei cittadini, alla sicurezza del patrimonio storico monumentale di Venezia e alla sopravvivenza dell’ecosistema lagunare. Questo sfregio è sotto gli occhi del mondo intero. Ed i veneziani dicono basta, e per questo motivo il Comitato No Grandi Navi – Laguna Bene Comune ha deciso di lanciare una grande mobilitazione, nazionale ed internazionale, per le giornate dell’otto e nove giugno. Due giorni di lotta e di incontri contro le grandi navi, contro l’inquinamento.
E perché dobbiamo prendercelo noi a Trieste l’inquinamento che non vogliono, giustamente, a Venezia?
E’ fatto notorio che per esempio la maggior parte delle navi da crociera usa un combustibile che contiene fino a mille volte lo zolfo di quello usato per i trasporti via terra. A Vancouver uno studio ha mostrato che le emissioni da navi passeggeri costituiscono il 58 % dei gas serra nell’aria e il 95 % delle emissioni di zolfo. A Santa Barbara le navi emettono il tra il 37 e il 61 % del totale di ossido d’idrogeno. Due ONG, Seas At Risk e Transport & Environment , insieme a Air Clim, North Sea Foundation, European Environmental Bureau e Bellona Foundation, hanno pubblicato in un documento comune, “ Air pollution from ships”, un’analisi sui danni connessi allo sviluppo dei trasporti marittimi nell’area di competenza europea: Mar Baltico, Mare del Nord,area nord est dell’Atlantico, Mediterraneo e Mar Nero. In sintesi si può rilevare che i danni per la salute umana a carico dell’apparato respiratorio e cardiocircolatorio sono provocati, con circa 50.000 morti l’anno in Europa, dai fumi emessi dal traffico internazionale di navi, contenenti anidride solforosa (SO2) e ossidi di azoto (NOx).
Trieste può essere un luogo centrale per l’Europa nel campo della cultura della ricerca, università e turismo. Ma, turismo, cultura, ricerca, sono l’unico sviluppo possibile e razionale contro ogni speculazione, che io vedo in questa città?
No, in via condizionata e realistica il lavoro portuale, che ha segnato la storia di Trieste lungo quelle rive nel gesto dolce e funesto dell’amo gettato a mare, nel canto acuto e stridente della sirena dell’ancorata nave, nel volo del gabbiano mai stanco di osservare e nella fatica del lavoro portuale, può trovare ancora affermazione ad una sola condizione, l’applicazione rigorosa e rigida di tutte le norme comunitarie che salvaguardano l’ambiente imponendo l’applicazione di protocolli e regole specifiche. E poi non dimentichiamoci della questione punto franco, mentre a Trieste di discute sul punto franco che già esiste, Livorno ed Ancona, per esempio, hanno avviato l’iter per ottenerlo, visto che il Partito Democratico, ha depositato la Proposta di Legge A.C. 706, che ha come scopo l’istituzione di punti franchi nelle seguenti aree:
a) nel porto di Ancona, nel suo retro-porto, nell’interporto di Jesi e nell’area artigianale di Senigallia;
b) nel porto di Livorno, nel suo retro-porto e nell’interporto A. Vespucci in località Guasticce.
Paragonare le problematiche di Venezia a quelle di Trieste mi pare azzardato (laguna chiusa, rilevanza architettonica ecc.ecc).
Così come per le automobili, le navi saranno sempre meno inquinanti (le percentuali di zolfo diminuiscono e si stanno costruendo le prime navi a GPL da utilizzare nei porti).
Togliere anchhe questo lavoro alla nostra città mi pare folle.
Ho visto poi gente stracciarsi le vesti per la chiusura della Stock quando è (evidentemente poco) noto che le distillerie sono fra le fabbriche più inquinanti.
L’inquinamento è inquinamento. A Venezia hanno preso consapevolezza, nessuno vuole togliere lavoro a Trieste, mi pare che il mio intervento sia chiaro, ma ovviamente non ci dobbiamo trovare innanzi ad una nuova Ferriera o Ilva, salute e lavoro e ambiente devono poter convivere insieme, tutto qui.
solo navi a vela o remi
Ok ma si può almeno evitare di scrivere ‘ossido di idrogeno’ per favore? 😀
Ma dai, stiamo scherzando?!?!
Cioè, praticamente, Barone vorrebbe la chiusura del porto perchè inquina. Allora chiudiamo tutto: autostrade, aziende, etc. Anche gli allevamenti, che producono un sacco di Co2. Che delirio sto articolo. Magari invece si potessero moltiplicare per dieci le navi che arrivano in porto a Trieste, specie quelle da crociera.
A Venezia il punto non è tanto l’inquinamento. Sono le vibrazioni generate dal passaggio delle navi alle fondamenta della città. Problema peraltro legato anche al passaggio dei vaporetti, dei burchi e dei mototopi in Canal Grande, ad esempio. Ma naturalmente ingigantito dalla mole delle navi.
La formula dell’ossido (monossido) di idrogeno: H2O 🙂
Diciamo allegramente di NO a tutto perchè in nome della concezione della vita “verde” siamo pronti a respingere qualsiasi proposta che crei lavoro. Rendiamoci conto che anche il semplice fatto di fare “clik” con l’interruttore di casa e ottenendo in cambio l’illuminazione, da qualche parte una centrale elettrica brucia combustibile di vario genere per fornirci quella energia, per cui nulla si ottiene a inquinamento zero ! Anche respirando immetiiamo gas presenti nell’atmosfera, e emettiamo altri gas, quindi anche solo respirare modifica l’ambiente. I verdi hanno ragione in generale ma purtroppo se vogliamo avere un lavoro (specie ora che è “merce rara”) dobbiamo essere pronti a pagare un biglietto in termini di ecologia.
Se andiamo avanti di questo passo torneremo alle caverne e a quel punto saremo contenti di aver detto di no a tutto.
” gesto dolce e funereo dell’amo gettato a mare,il canto acuto e stridente dell’ancorata nave, il volo del gabbiano mai stanco d’osservare..” ahi che dolor! bell’immagine, tua Marco Barone? “fatica del lavoro portuale” Sì? ‘ndove? no so gnente, mi!
E se Ve. se fazessi i cà. su. ah?!
#7 ma prenditela con Barone, non con i soliti Verdi, colpevoli di tutto… I Problemi si possono anche affrontare e risolvere, come sta tentando di fare il “Comitato Grandi Navi” di Venezia, che anzi chiede a chi ha problemi simili (es.Trieste) di fare rete e mettere in comune le esperienze.
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Le mobilitazioni del Comitato NOGrandiNavi – Laguna Bene Comune hanno ottenuto un primo importante risultato:
Le Navi da Crociera che entrano nella Laguna di Venezia useranno da subito carburante con tenore di Zolfo non superiore allo 0,1%.
Il 22 marzo 2013 un Comunicato del Comune di Venezia annunciava che era stato raggiunto un accordo volontario tra istituzioni locali e le compagnie delle navi da crociera rappresentate dall’ l’Associazione internazionale CLIA Europe sull’uso di carburante meno inquinante sin dall’entrata alle bocche di porto della Laguna di Venezia.
L’accordo, denominato Venice Blue Flag II, impegna le compagnie di navigazione a far funzionare i motori principali ed ausiliari delle navi con combustibile per uso marittimo con tenore di zolfo non superiore allo 0,1% (inferiore alle indicazioni UE che recentemente hanno fissato il divieto a 0,5%) sin dall’ingresso dalla bocca di porto di Lido e lungo i canali lagunari marittimi ; la Capitaneria di Porto dovrà svolgere attività di vigilanza al fine di verificare il rispetto dell’accordo. Analisi sul combustibile saranno garantite grazie ad uno specifico protocollo stipulato tra Capitaneria di Porto, Autorità Portuale e Agenzia delle Dogane.
Noi del Comitato NoGrandiNavi – Laguna Bene Comune abbiamo polemizzato sulla forma e su alcuni contenuti del Comunicato del Comune di Venezia precisando che non si può chiamarli carburanti a “impatto zero”, e/o “carburanti verdi”.
Ribadiamo che la notizia è indubbiamente positiva, ed è il frutto di un anno di battaglie e di mobilitazioni del nostro Comitato che fin dalle sue prime richieste ha posto proprio questa questione come punto irrinunciabile, sottoscritto da oltre 12 mila cittadini. Ma il carburante con tenore di zolfo allo 0,1 per cento, è un carburante comunque sporco se paragonato a quello del diesel delle automobili, che è allo 0,001 per cento di zolfo, cioè cento volte migliore.
E’ comunque un primo passo!
Servono comunque filtri per le emissioni (scrubber);
Servono controlli reali e severi da parte della Capitaneria di Porto, certamente ben diversi rispetto a quelli fatti finora.
Servono controlli sulla qualità dell’aria; prelievi ed analisi delle emissioni ai fumaioli in associazione con modelli matematici sulle ricadute in relazione ai venti principali.
In questi giorni abbiamo presentato una serie di documenti, proposte ed emendamenti al Piano Regionale di Tutela e Risanamento Atmosferico per quanto riguarda l’inquinamento prodotto dal Traffico Portuale (che potete trovare in allegato)
Riteniamo che l’uso di carburante con contenuti di zolfo al di sotto dello 0,1% debba essere esteso su tutte le acque territoriali italiane, riteniamo che debbano essere imposte, attraverso leggi e accordi, l’applicazione delle migliori tecnologie per ridurre al massimo l’impatto ambientale e gli impatti sanitari prodotti dal traffico marittimo!
Abbiamo intenzione di organizzare una serie di iniziative che possano essere utili a tutte le popolazioni portuali e costiere che lottano in difesa dell’ambiente e della salute.
Vogliamo organizzare a Venezia
a Settembre/Ottobre 2013 un convegno internazionale sui problemi legati al Crocierismo e al Traffico Marittimo
e prima l’8 e 9 giugno 2013 incontri pubblici e seminari seguiti da una giornata nazionale contro le grandi opere.
Sarebbe quindi utile ed importante costruire una rete di collegamento e di scambio di notizie ed informazioni tra le diverse realtà (Comitati, associazioni, movimenti) che si interessano di queste problematiche a livello nazionale e internazionale .
Installare gli scrubbers su navi esistenti come retrofitting è impossibile tecnicamente (è già difficile progettare una nave nuova con questi dispositivi). Non uccidiamo il lavoro e quel poco di traffico marittimo che abbiamo, le leggi le stanno facendo, le navi con motori a gas sono in piena progettazione e saranno lo standard per le nuove costruzioni. Tutto inquina e tutto dovrà inquinare in meno in futuro, su questo siamo d’accordo. Ma basta non scivolare nel fanatismo. Il buon senso prima di tutto.
In tutto il mondo l’impatto ambientale del trasporto marittimo è oggetto di discussioni e di proposte. E noi dovremmo dire “venite, venite, qui siete liberi di inquinare?” Più o meno come le fabbriche del Bangladesh. Non mi pare un grande esempio,
Infatti, è soggetto a discusioni e proposte, non a divieti assoluti.
@ VARI : Mi sembra che paragonare il problema che ha il porto di Venezia con Trieste
sia esagerato ed anche poco vero :
Le condizioni climatiche di Trieste sono diverse da Venezia , d’inverno a Venezia ed aree circostanti l’aria e’ stagnante a Trieste bene o male c’e’ una ventilazione
sia per diff. di pressione con la Bora che di dislivello con il l’altipiano carsico retrostante.
Le navi all’ancora ed in porto non tutte hanno il motore principale sempre acceso ma
hanno motori ausiliari ed elettrogeni.
I motori anche per le concezioni
di costruzione moderna sono alimentati con
il cosidetto marne Gasoil che è simile al gasolio di trazione usato da automobili e camion ed è un “must” perche se adoperassero
combustibili con alta percentuale di zolfo
ridurebbe di molto la vita del motore stesso.
Ormai navi che abbiano alimentazione a “Bunker C”, nafte pesanti che avevano bisogno di essere riscaldati per renderli fluidi credo che non esistono neanche più e tanto meno ad ” intermediate” per manovre portuali.
Navi che hanno motori Diesel veloci usano un gasolio meno solforoso e più raffinato di quello dell’autotrazione.
Il problema di Venezia e’ anche quello dell’erosione delle banchine che il moto ondoso crea anche se a velocità ridotta.
Inoltre gli spazi di manovra sono angusti
basta pensare a quello che e’ successo a Genova.
A Trieste a parte il canale dragato per le petroliere che vanno al terminal dell’oleodotto e’ un porto ampio , di facile manovra ed evoluzione.
Le navi a mio avviso non possono danneggiare
la riserva marina sia per la distanza a cui sono tenute ad ancorarsi sia a il transito per quelle che procedono per Monfalcone, basta prendere una carta nautica del golfo per vedere come sono indicate le vie di accesso per i porti di Capodistria,Trieste e Monfalcone e le posizioni dove la navi devono ancorarsi con le priorità per petroliere e navi da carico.
In ogni caso ci sono già navi che montano gli “scrubbers” ed una società armatrice italiana che non ricordo quale ne ha già montato qualcuno sulle sue navi.
Questo mi sembra un terrorismo inutile !!!
Anzi quello che Venezia butta via , ben venga a Trieste.