5 Giugno 2013

“Noi studenti della II B Scienze umane: perché abbiamo rifiutato le prove Invalsi”

In tutta Italia, le scuole stanno concludendo la tornata delle prove Invalsi: ma un’onda di piena si abbatte incessante sul famigerato sistema di valutazione nazionale. Protestano gli insegnanti e protestano anche gli studenti, che di questo test enigmistico ed enigmatico personalmente non sanno che farsene. E si protesta anche a Gorizia.

Prove Invalsi del 2011

Dopo che nell’ambito del convegno organizzato dal Forum cultura “Scuola bene comune” si era diffusamente parlato di quanto poco senso abbiano, per gli stessi insegnanti, le prove Invalsi e di come celino, nemmeno poi tanto in verità, un progetto formativo di tipo “aziendalistico”, un gruppo di studenti – quelli della II B del liceo delle Scienze umane – ha consegnato in bianco i fascicoli delle prove.
Hanno allegato al formulario intonso un testo concordato fra loro in cui spiegano le ragioni del loro gesto: descrivono il fastidio ad essere valutati in base a crocette e quiz, la mancanza di spiegazioni sul meccanismo e sul senso dell’Invalsi, la curiosità che trapela dalle troppe informazioni personali richieste. Hanno rischiato consapevolmente le ire del sistema cui si sono opposti: e ora, subite le ovvie e conseguenti reprimende che hanno affrontato da adolescenti preoccupati ma sempre a ranghi serrati, si prospettano sanzioni per l’intera classe.
Di seguito la lettera integrale:

Lettera aperta dal Liceo Slataper di Gorizia.
Noi studenti della II B Scienze umane: perché abbiamo rifiutato le prove Invalsi

La prova Invalsi è un test nazionale sulle conoscenze di italiano e matematica degli studenti. Dopo aver svolto, il 16 maggio, l’ Invalsi destinata alle seconde classi delle scuole superiori, il 3 giugno avremmo dovuto affrontare quello che chiamano “ancoraggio”, cioè una ripetizione della prova.
Abbiamo cercato di svolgere al meglio il primo test, anche se nessuno di noi ha capito quale personale utilità esso potesse avere e l’abbiamo giudicato tutti indistintamente al limite dell’assurdo rispetto i contenuti; soprattutto non ci è piaciuta la serie di informazioni personali richieste da un’apposita sezione, e nessuno ci aveva spiegato la ragione di tanta curiosità sulla nostra situazione familiare.
Quindi, il giorno dell’ancoraggio , e dopo lunghe discussioni tra di noi, abbiamo deciso di consegnare in bianco. Abbiamo allegato un testo per spiegare le nostre ragioni: Contestiamo l’utilità delle prove Invalsi, la loro impostazione a cui vogliamo ribellarci, così come vogliamo ribellarci alla schematizzazione del sapere. Contestiamo l’impossibilità di scegliere se accettarne o meno lo svolgimento, contestiamo la mancanza di motivazioni con cui questo obbligo ci viene imposto. Contestiamo la ripetizione della prova, l’”ancoraggio cui veniamo sottoposti, sempre obbligatoriamente e sempre senza capire a cosa serva. Contestiamo l’effettività dell’anonimato della prova, tanto decantato, ma che anonimato non è. Contestiamo il fascicolo riguardante la nostra vita privata e quella dei nostri familiari. Non contestiamo i professori, ma contestiamo e temiamo il progetto che chiude noi e loro in un sistema dove la cultura è soppiantata dalle competenze.”
Riteniamo che la nostra sia stata una iniziativa tra le più educate e civili e che, fra le possibili proteste , questa dimostri il nostro senso di responsabilità, come singoli studenti e come classe. Certo, non siamo degli eroi: abbiamo previsto e temiamo conseguenze alla nostra iniziativa, ci sono già state preannunciate, siamo degli insubordinati e a causa dei nostri test in bianco abbassano la media dei risultati dell’intero polo liceale di Gorizia ( arriveranno minacciosi gli ispettori Invalsi a riportare ordine e disciplina?) .
Ma era l’unico modo per farci veramente ascoltare, per far capire che a noi questa cosa non va bene. Speriamo che sulle prove Invalsi continui la discussione, che del resto coinvolge le scuole, gli insegnanti e gli studenti di tutta Italia nel boicottaggio dei test: ovunque si sono svolti scioperi bianchi, presidi, flash mob e assemblee per contestare questi test, quiz che ci mortificano,ci fanno sentire solo dei numeri e che altri Paesi limitano o eliminano del tutto.
I rappresentanti di classe della II B Liceo delle Scienze umane Scipio Slataper di Gorizia.

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44 commenti a “Noi studenti della II B Scienze umane: perché abbiamo rifiutato le prove Invalsi”

  1. V.P. ha detto:

    lettera pubblicata su retescuole.net e diffusa su facebook.

  2. nick ha detto:

    No, tranquilli ragazzi, non siete degli insubordinati rivoluzionari, come – immagino vorreste – tanto essere. Quanto alle preoccupazioni per la privacy, bè mi sembrano un po’ stucchevoli, visto che molti di voi – immagino – su facebook e, più in generale sul web, pubblicano tanti di quei dati personali che non hanno nemmeno idea (tra l’altro la gestione dei dati personali di quei test è molto più regolamentata dei contenuti messi in rete). Penso che se danno da fare un test di quel tipo, il test vada fatto. Penso che alla vostra età non possiate avere maturità, competenze, capacità per fare delle valutazioni sui modelli educativi. Penso che la vostra sia sostanzialmente una buffonata, o giù di lì. Dettata per lo più da una sostanziale indisciplina di fondo. Però mi rendo conto che l’andazzo della scuola ormai è questo (mi viene in mente la pagliacciata dei gavettoni dei maturandi, ad esempio) e penso che tutto ciò sia ormai irrimediabile. Sul concetto di cultura vi inviterei davvero a soprassedere. Così come sul concetto di “schematizzazione” del sapere. Mi scuso in anticipo se tanti non condivideranno questo genere di considerazioni. Purtroppo ho avuto la fortuna di frequentare il liceo in un collegio gestito dalla Marina militare, a Venezia. Un modello di educazione veramente ottocentesco, nel senso più bello del termine. Nei confronti degli insegnanti dovevamo osservare un rispetto di natura para-religiosa (quando ci veniva rivolta la parola in classe bisognava alzarsi in piedi e terminare ogni frase con “..signor professore” o “….signora professoressa”) e le insufficienze venivano punite con i giorni di consegna (ovvero, non si usciva il sabato e la domenica). E’ stata durissima, specie al primo anno. Ora però, più passa il tempo più apprezzo una serie di valori e una serie di sacrifici fatti. Una lettera come la vostra non posso proprio comprenderla. Sono molto dispiaciuto per voi perchè sono convinto che una certa disciplina di fondo e una certa rigidità del modello educativo abbiano un loro valore formativo.

  3. sfsn ha detto:

    muli, tutta la mia solidarietà per el rifiuto de omologarse, de farse giudicar con crosette e de sottostar a dei criteri de valutazion scopiazzadi da quei che i zerca sempre de più de utilizzar nel mondo del lavor. Peraltro questi sistemi de valutazion xe liberamente tratti da questionari americani, nei quali no xe nissun spazio per la soggettività, ma el model xe el cittadino-pecora che devi esser in tutoo e per tutto risondente al stereotipo su cui xe tarà el test.

    A Nick: no gavevo dubi che te ga avù una “formazion” militare. Questo spiega la tua incapacità de andar oltre alle vedute che te vien “suggeride” dall’alto (vedi media, dator de lavor, governo). Spiega, fondamentalmente, perchè te pensi cussì mal.

  4. Victor Bergman ha detto:

    Mah, se uno non vuole “omologarsi”, che ci va a fare in una scuola?

  5. capitano ha detto:

    Begone J. Evans Pritchard Phd.!!!

    http://youtu.be/tmayC2AdkNw

  6. sfsn ha detto:

    a Victor:
    beh, uno in una scola dovessi andar per imparar.
    Per omologarse esisti la caserma.

    Se in sti ultimi anni le scole xe diventade caserme xe un altro per de manighe

  7. marco barone ha detto:

    No all’invalsione della scuola pubblica italiana per la libertà di essere consapevoli, per una scuola dell’integrazione, contro la competizione, contro le discriminazioni dei disabili, contro i quiz, per uno studio con lentezza.No all’Invalsi ed a qualsiasi tipo di invalsi.
    M.b

  8. Fiora ha detto:

    Invalsi…mmmh, ma xè più de Carneade?
    Ben fatta a rifiutarvi di sottostare all’ennesima schedatura, all’ appiattimento che non lascia spazio alle sfumature, che salvaguardano l’individualità, l’unicità di ognuno nella diversità.
    Troppa fatica a valutare uno per uno per quel che ha da dire, piuttosto che per quante crocette ha messo al posto giusto?

  9. bonalama ha detto:

    bravi e coraggiosi, molto più coraggiosi di troppi adulti!!!! la test (di c..z) mania, devasta l’opera di apprendimento finalizzandolo alla quizzeria, ma E’ QUELLO CHE TROPPI VOGLIONO cioè burattini e marionette!

  10. Fiora ha detto:

    @nick
    Penso che disciplina e rigore non escludano un civile e motivato rifiuto. Il “collettivamente” come in questo caso è il valore aggiunto che fa la differenza.
    Se da questo primo “no” ad un criterio di valutazione robotizzante prendesse l’avvio una retromarcia che ci restituisse il sacrosanto diritto di essere unici,non ti farebbe piacere? a me sì!

  11. nick ha detto:

    @10 il punto, secondo me, è che rifiutarsi di fare qualcosa accampando di fatto un diritto a scegliere in autonomia cosa fare può rappresentare un precedente in forza al quale è possibile mettere in discussione tutto. A cominciare dalla scuola stessa. In linea torica questo sarebbe anche un bene. In pratica, siccome la scuola è un’organizzazione che deve fornire un servizio a milioni di persone, non penso sia ipotizzabile lasciare scegliere alle singole classi, ai singoli alunni cosa fare e cosa non fare. Per di più, personalmente, non credo che a 16, 17, 18 anni si abbia una corretta visione d’insieme per esprimere giudizi su attività curriculari, modalità d’insegnamento e \ o esame, etc. Ciò non toglie che ci possano essere casi nei quali gli studenti siano più svegli dei loro insegnanti. O che non si debba tenere in considerazione il punto di vista degli studenti. Sarebbe stata molta più intelligente, a mio avviso, come protesta lo svolgimento del test e successivamente l’invio di una lettera con la quale si chiedeva un confronto su quel determinato tema. La scuola intesa come “sistema” (dal preside agli insegnanti) sarebbe stata messa molto più in difficoltà dalla richiesta di un confronto aperto con i ragazzi.

    @sfsn: pensare che una certa disciplina e una certa rigidità possano contrastare con una ristrettezza di pensiero è abbastanza inconsistente come posizione.

  12. sfsn ha detto:

    el tuo conservatorismo xe la dimostrazion che tanto lontan del pero dei militari no te son cascà: tuto quel che contrasta con l’autorità costituita per ti xe o buffonate o pericolosi sovversivismi. Questo modo de pensar xe tipico dela gente venuda su a patria e caserma.

  13. sfsn ha detto:

    … e comunque te son sai poco informà, perchè la luminosa strategia da ti proposta (“lo svolgimento del test e successivamente l’invio di una lettera con la quale si chiedeva un confronto su quel determinato tema”) xe sta za messa in pratica in diverse scole. Risposta del preside: “Il test invalsi si deve fare perchè previsto dalla legge vigente.”

  14. nick ha detto:

    @12 e 13: posso sapere in quali istituti?
    non considero affatto quello che contrasta con “l’autorità costituita” una buffonata e\o un pericoloso sovversivismo. Semplicemente penso che le cose si cambiano per le vie previste. Non è questione di essere venuti su a patria e caserma (cosa peraltro non esatta, anche se non sarebbe stato tra l’altro una cosa negativa). Ripeto, buttarlo giù in modo così semplicistico non è intelligente. Ma se ti aggrada….fai pure!

  15. sfsn ha detto:

    tipico dei militari e dei loro fiozzi: decider cossa xe intelligente e cossa no.
    Le scole xe Petrarca e Nautico

  16. sfsn ha detto:

    Petrarca e Nautico solo per quanto riguarda Trieste. La contestazion o el boicottaggio dele prove Invalsi però esisti in tutta italia. Solo che no ghe vien dado spazio sui media

  17. sfsn ha detto:

    inoltre se te speti che i te dia l’autorizzazion a cambiar, perchè le “cose si cambiano per le vie previste”, campa cavallo, fussimo ancora schiavi che costruissi piramidi pel faraon. (Cosa che peraltro, no xe molto lontan de quel che se sta tornando a verificar nel mondo del lavor grazie ai tui amici liberisti)

  18. Luca I ha detto:

    so poco dell’invalsi ma so qualcosa di psicometria, quindi capisco molti atteggiamenti di sospetto, cerco di riassumere

    problema 1) chi fa i questionari non è chi li somministra, chi li somministra non sa a cosa servono né come funzionano
    2) anche io mi infastidirei se uno mi facesse compilare pagine di test e dati sensibili dandomi come spiegazione: si deve

    detto questo:
    1) NON dubito che il questionario sia anonimo, i dati che richiede servono a far correlare variabili ritenute importanti per l’apprendimento (status socioeconomico, livello di iastruzione dei genitori, ecc) con le competenze, se vi si richiede una sigla identificativa (prima lettera del nome, numero del giorno in cui si è nati, ecc.) è per legare in maniera univoca il primo test all’ancoraggio
    2)l’ancoraggio (tecnicamente “retest”) serve ad aumentare l’affidabilità della misura stabilizzandola, grandi differenze tra primo e secondo test possono significare che non è affidabile o che chi lo compila fosse in due coondizioni diverse per qualcosa nei due momenti (ad esempio stava male)
    in questo caso nessuno ha “abbassato una media”, piuttosto avete “diminuito una campione” o “aumentato l’errore della misura”
    3) penso che nessuno sia così idiota da credere che questo test possa sostituire una valutazione, tantopiù che a me puzza un po’ di asservimento a direttive europee.
    Guardando ai lati positivi dell’invalsi però bisogna riconoscere è che:
    1)è un test oggettivo (dà un punteggio), non completo, ma gli insegnanti (e gli altri esseri umani in generale) ci sono apposta per valutare in maniera più olistica le persone, un ministero non può ricevere milioni di lettere con scritto “Gigetto non va molto bene in matematica, però è perché alle medie ha avuto un professore alquanto scorbutico e lui è molto sensibile, adora gli animali e cucina molto bene…” e simili.
    Tra l’altro non credo che un test a crocette sia tanto più biasimevole di tanti giudizi che danno molti professori (quelli che non sanno giustificare le basi del loro giudizio, che danno quindi un giudizio puramente soggettivo, quindi anche imprevedibile per lo studente che rischia di faticare più per soddisfare una persona che per imparare qualcosa, non credo che questa sia fantaistruzione ma che succeda molto più spesso di quanto crediamo)
    2) Ha un campione vastissimo (idealmente tutti gli studenti). Informazioni prima limitate ai campioni di partecipanti a singole ricerche ora sono potenzialmente molto più corrispondenti alla realtà della popolazione. Questo al prezzo (forse molto alto) di un minore controllo in fase di compilazione.
    Purtroppo (o per fortuna) l’unico modo di avere delle informazioni è chiederle, ma questo non è necessariamente un male. A nessuno importa se i TUOI genitori sono laureati o meno, o se fanno un lavoro specializzato o no, può essere interessante invece sapere che i figli di lavoratori professionisti danno risultati significativamente (da un punto di vista statistico) migliori (che non vuol dire “sono migliori”) ad alcuni test di competenza (un esempio che non c’entra con l’invalsi è che imparano a leggere prima).
    Da qui ognuno ne trae le conseguenze che vuole (l’incapacità di un sistema scolastico che stiamo difendendo, l’insostituibilità della famiglia nella formazione)
    Io personalmente non mi priverei della possibilità di far emergere una stuazione di disparità o di ingiustizia, non rinuncerei a priori all’opportunità, magari remota, di cambiare le cose.

    Scusate la lunghezza e le molte parentesi. Ho cercato, per quanto possibile, di essere il più tecnico e il meno ideologico (o politico) possibile

  19. Luca I ha detto:

    sento di dover aggiungere che comunque questo INVALSI (cui non partecipo con il quale non ho niente a che fare) che pare una ricerca di tipo psicologico-pedagogico NON RISPETTA IL CODICE ETICO, che prevede, tra le altre cose, il dovere di informare i partecipanti sulle finalità della ricerca (solitamente oralmente o sulla prima pagina del questionario), sui suoi risultati (questi probabilmente sono o saranno disponibili) e il diritto dei partecipanti di sospendere la prova in qualsiasi momento senza l’obbligo di forinire spiegazioni.
    Altro appunto sulla vastità del campione è che l’INVALSI dfotografa le differenze geografiche (nord/sud, città/realtà rurali) meglio della variabile “risultati al test di maturità”
    Luca

  20. Ermete ha detto:

    Ragazzi strumentalizzati dai loro professori, che non vogliono essere giudicati, probabilmente perché incompetenti. Le persone che fanno il loro lavoro seriamente non hanno paura dei test: nelle scuole dei miei figli a Gorizia non ci sono state contestazioni e le prove si sono svolte regolarmente.

  21. nick ha detto:

    Grazie Luca per le precisazioni davvero interessanti!

  22. Studentessa della II B ha detto:

    A sedici, diciassette anni ci riteniamo perfettamente in grado di pensare e agire in modo autonomo, senza essere strumentalizzati dai professori o, più in generale, da alcuni di voi adulti.
    Dallo stesso momento in cui la nostra protesta è stata scoperta molti “grandi” hanno cominciato a fare insinuazioni simili alla sua, Ermete. Mi pare ovvio, scontato che il nostro pensiero debba ancora formarsi, che le nostre conoscenze sono nulla in confronto alle vostre, che, comunque sia, gli errori sono parte integrante della nostra adolescenza.
    Non abbiamo la presunzione di negare tutto ciò ma, orgogliosamente, neghiamo le affermazioni che ci descrivono come una massa di automi senza ideali propri.
    La contestazione non implica affatto la paura, anzi prevede una gran dose di coraggio. E se questa contestazione, educata e pacifica, è mirata alla difesa del nostro futuro… ben venga!
    Vorrei anche ricordale che siamo a Gorizia, una città dove l’ubriacone che fa a gara di sputi è già uno scoop sensazionale. Quindi non dovrebbe meravigliarsi che di proteste simili ne siano avvenute poche. Se lei guardasse appena fuori dalla nostra provincia scoprirebbe subito che in tutta la penisola sia studenti sia professori si sono ribellati a questi test.

  23. dimaco il discolo ha detto:

    me ricorda il mnnesota test che i te fazeva far co te ieri in visita de leva.

  24. Fiora ha detto:

    @18/19
    grazie mille, Luca.
    Almeno così l’Invalsi non è più un “carneade” per me!

  25. Fiora ha detto:

    @22
    “co iero in visita de leva”
    e come xè ‘ndada la visita , discolo? gavè sbarufà?
    O te ga tocà servir in armi l’odiato invasor? 😀 😀 😀

  26. dimaco il discolo ha detto:

    me ga tocà servir tai alpini fiora. me ga proprio tocà.

  27. sfsn ha detto:

    dimaco, coi alcolisti de stato te son capità!

  28. Fiora ha detto:

    @25
    “tai alpini ” te ga “tocà”, Dimaco? sibèn che invasori, no te podeva tocar de meio, dei!

  29. cita demone ha detto:

    Dove.

    che vedo mule e muli che ghe tien

    ga già ragion per definizion!

    a prescinder dal torto o dala ragion.

    suco e savor del futuro

    no xe mai mona chi tien duro!

    deghe dentro ragazi

    chel domani sarà bel

    proprio perchè sarà ca…i!

    anca (dei!)

    se xe vero chei ‘tagliani

    ,casinisti e brontoloni,

    sempre frigna e se lamenta

    ma ala fine xe quei

    che sempre ghe la spunta.

    ovio,

    se dixe,

    che capita solo ai vivi(ahimè)

    se te fa la filosofia,

    maaa….

    che’l mori pur de invidia

    presunta ignorante

    chi(?)

    iluso studiado inteligente

    tien un timon claudicante

    de una carreta affondante.

    fogo sacro nela gocia del mar,

    fiamma de speranza

    mai se spegnerà:

    per farne sognar.

    Ragazzi se il Sal dela vita!
    Aprofitè de questa condizion “estrema”.
    Per omologarVe gavè tuta…
    ..tempo.

    hhhiicc.

    p.s. sul pianeta dele simie madure xe diverso,perchè qua gavemo distrazioni..cin!
    hic.

  30. Fiora ha detto:

    la disobbedienza? E’ rischioso, ma è più rischioso non disobbedire mai.

  31. Fiora ha detto:

    …I primi a disobbedire furono Adamo&Eva, no?!
    non che gli sia andata di lusso,ma a mettere le crocette invece di magnarsi la mela non avrebbero “conosciuto” e tutto sarebbe rimasto tale e quale!

  32. capitano ha detto:

    A me sfugge perchè lo stato valuta gli studenti per capire le sue mancanze.
    Saranno gli insegnati quelli da sottoporre a valutazione.
    Con questo principio valuterà gli automobilisti per farsi un’idea di come lavorano i poliziotti? I pazienti per sapere se ha assunto medici capaci. Sarà ma me par una stupidaggine.

  33. Luca I ha detto:

    @capitano
    non lo reputo così assurdo, da che mondo è mondo la bontà di un intervento, impresa ecc. la si valuta sui risultati.
    Un venditore è valutato in base a quanti clienti o quanto fatturato crea, un chirurgo (per riprendere il suo esempio) in base alla percentuale di operazioni con buon esito (quindi sulla base esattamente dei suoi pazienti), il rapporto tra la bravura degli automobilisti e l’operato della polizia non lo capisco (mica gli hanno insegnato loro a guidare).
    L’invalsi valuta non gli insegnanti ma il sistema educativo.
    Così su due piedi non mi viene neanche in mente una maniera economica e rapida di valutare gli insegnanti che non sia tremendamente soggettiva e di fatto poco informativa (quasi inutile, direi, perché facilmente fraintendibile)

  34. capitano ha detto:

    A parte che se uno dovesse fare delle valutazioni oggettive le farebbe in forma pressochè anonima e non mi pare il caso denunciato dalla lettera.
    E in secondo luogo vorrei capire se i test invalsi sono delle valutazioni del sistema scolatisco o tempi dei cottimi?

    http://youtu.be/YsZ8Qzk5qyg

  35. dimaco il discolo ha detto:

    sfsn go visto tanta de quela merda che no te pol nianca imaginar altro che alcolisti. te digo solo de sergenti e maresciai che fazeva la “spesa” ogni setimana in magazin e che iera pronti però a denuncuiar se un se beveva un bicer in più de bibita. i fazeva el pien ale machine personali e se portava via taniche de benzina de 20 litri. e senza pagar niente. a casa mia se ciama rubar.

  36. Luca I ha detto:

    sull’anonimato mi sono già espresso (#18 righe 8-13)
    Il non anonimato non compromette per forza l’oggettività
    è piuttosto la percezione di un’invasione nella sfera privata che può portare a reazioni difensive (come il rifiutarsi di compilare)
    Se è questo che intendeva mi trova perfettamente d’accordo, è , più che una mancanza di oggettività, una mancato controllo in fase di somministrazione che porta ad un aumento dell’errore nella misura
    Credo che come tutte le cose (soprattutto queste che sono delicate), il non comunicare (soprattutto motivando) porti solo fraintendimenti

  37. maja ha detto:

    “fermo restando che falsificare i risultati di una prova INVALSI non è poi così difficile, se nessuno controlla. E nessuno controlla, perché sono sempre somministrate e corrette dagli stessi professori che poi valutano gli alunni. Il che vuol dire, in pratica, che se voglio che i miei alunni vadano bene non è poi così impossibile per me, più o meno in combutta con i miei colleghi e con il Preside, far in modo che i test risultino ottimi: basta che suggerisca agli alunni le risposte corrette mentre li svolgono (sì, lo so, i somministratori non sono insegnanti della materia: ma davvero per suggerire ad un alunno cosa vuol dire una frase in Italiano è necessario che ci sia lì un insegnante di Italiano? Eh, via!), oppure che corregga direttamente le risposte sbagliate sul fascicolo – le risposte sono segnate con una penna nera e per annullare una risposta sbagliata si deve mettere accanto un “no” a stampatello: per contraffare una cosa del genere ci vuole un genio della truffa! – prima di riportarle sul foglietto. Tanto chi le riporta sono io, da solo: al Ministero tabulano un foglietto compilato da me. Con i tagli di budget, è raro che si riesca ad avere un altro che ti aiuta, e in ogni caso sarebbe il collega di matematica o un altro docente della scuola, anche lui interessatissimo che l’esito delle prove sia favorevole: dunque, se voglio essere scorretto, chi me lo impedisce? Per cui, in istituti in cui si sospetta che ci siano delle irregolarità, le prove INVALSI sono una panacea del caspita: se vogliono imbrogliare, imbrogliano senza problemi.”

    http://ilnuovomondodigalatea.wordpress.com/2011/08/03/la-strana-meritocrazia-degli-invalsi/

  38. Martina Luciani ha detto:

    Se volete divertirvi pazzamente, e insieme valutare compiutamente le possibili risultanze dei test, andate ad esempio sulla pagina FB di INVALSI 2013,sottotitolo Keep calm and do the Invalsi, e sfogliate la raccolta di foto scattate dai ragazzi sulle pagine della propria prova. Una per tutti, alla domanda dove siete nati tu e i tuoi genitori, risposta “Narnia”, o alla domanda, riferita al testo italiano, sul perché in una partita a scacchi avessero cominciato prima le pedine bianche, risposta ” perchè i bianchi sono razzisti e quindi hanno due mosse di vantaggio per divorare i negri”. Bisognerebbe scrivere un libro sull’ironia, il buonumore e l’abilità a trasformare in disegni i grafici e le tabelle da parte dell’irridente popolo degli studenti. Fatto sta, fra proteste, prove consegnate in bianco, risposte provocatorie, witz di ogni genere, assenze strategiche, quiz aggiustati dagli insegnanti, quanto valgono le prove Invalsi?

  39. Jasna ha detto:

    @33 Un mio professore all’università era canadese. Quando è stato chiamato da un’università americana per insegnare, prima di essere assunto (oltre a far valutare pubblicazioni ecc ecc) ha dovuto svolgere una lezione di prova davanti a una classe in cui c’erano degli osservatori dell’università che lo valutavano. Per insegnare in Italia non ha dovuto farlo.
    Ecco come poteva succedere che un professore italiano che doveva fare lezione in inglese non capiva le domande di una madrelingua, o ecco come una docente che doveva fare un programma afferente a scienze politiche si permettesse invece di parlare di letteratura americana. O ancora, in una scuola elementare della provincia di Gorizia c’è un* docente che fa cose come insegnare regole sbagliate a geometria o sbagliare gli accenti su parole comuni.

    Perché non mandano in giro per le classi dei valutatori ad ascoltare quello che dicono e fanno i docenti? E a verificare l’avanzamento del programma? O sono sempre gli studenti caproni? Mi sembra una soluzione percorribile… magari valutati a crocette 😉

  40. sfsn ha detto:

    oila dimaco,
    no gavevo dubi dele magnadore che xe nel ambito del esercito. D’altra parte, visto che el tempo de resistenza del esercito italian in caso de ataco russo iera 8 minuti e un’ora in caso de ataco jugo, se capissi che i uficiai zercava de acapararse quel che i rivava per afrontar la teribile ocupazion slavocomunista…

  41. dimaco il discolo ha detto:

    sotouficai sfsn. no rivo capir però come mai i iera tuti cabibi. e tai alpini. mah misteri dele racomandazioni

  42. Michela ha detto:

    Buongiorno a tutti! Sono la mamma di una ragazza di 15 anni che frequenta a Roma il II anno di un Liceo psico-pedagogico. Mia figlia è in classe con altri 30 compagni di cui 8 dislessici conclamati, 2 Bes e un iper attivo. Secondo voi, quale preparazione possono raggiungere complessivamete i ragazzi di questa classe con questa “varietà” di elementi? E quindi, perché avrei dovuto a limite, obbligare mia figlia, ad uno stress maggiore in vista delle prove Invalsi, qusndo si creano già ansie e problemi per il normale svolgimento delle lezioni? Ed inoltre vi chiedo: come mai la scuola di mia figlia non ha debitamente formato ed informato i ragazzi sullo svolgimento delle suddette prove ma si è semplicemente limitata ad informare noi genitori: 3/4 volte? A chi giova sapere l’andamento generale dell’Istituto quando poi nello specifico non si prende in considerazione l’andamento e il benessere della classe in questione?
    Grazie e scusate la lungaggine

  43. Michela ha detto:

    discussione sull’argomento INVALSI

  44. michela ha detto:

    non sono affatto d’accordo con lo svolgimento delle prove Invalsi in realta’ scolastiche dove già si sottovalutano parecchie esigenze personali e didattiche degli alunni e la dove non c’è una giusta e preventiva informazione sullo svolgimento dei tests.

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