Si è svolta ieri pomeriggio a Brusselles la cerimonia di consegna della petizione sottoscritta da diecimila cittadini per chiedere al Parlamento Europeo di aprire una procedura di infrazione in merito a quanto avvenuto nella Val Rosandra nel corso dell’operazione “alvei puliti” del marzo 2012.
I delegati del Comitato, Alessandro Severi e Massimiliano Morelli accompagnati dall’Europarlamentare Andrea Zanoni, hanno recapitato il plico nelle mani della Presidente della Commissione UE per le Petizioni Erminia Mazzoni illustrandole i fatti. Il Comitato auspica ora che la Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia avvii un’indagine – affiancando il processo penale che inizierà il 10 giugno prossimo – affinchè l’eventuale salatissima sanzione che potrebbe irrogare la Corte di Giustizia delle Comunità Europee non ricada sulla generalità dei cittadini. A pagare dovranno essere i responsabili di quanto avvenuto.
Il Comitato chiede inoltre alla Regione Friuli Venezia Giulia di rivedere urgentemente la legge regionale sulle aree protette nella parte in cui affida ai comuni la gestione delle riserve naturali. Al di la delle eventuali responsabilità che gli organi della giustizia europea e nazionale configureranno, appare del tutto evidente come i comuni non abbiano al loro interno le risorse tecniche e culturali per gestire una materia così complessa quale la tutela della biodiversità. Molti altri errori , oltre alla vicenda della Val Rosandra, dimostrano l’urgenza di intervenire sulla materia. Da ultimo quanto avvenuto pochi giorni fa nella Riserva Naturale delle Foci dell’Isonzo (Isola della Cona), dove è stato effettuato un intervento di pulizia rasando a zero canneti e cespugli in pieno periodo di nidificazione, danneggiando la riproduzione di specie quali l’usignolo di fiume e la cannaiola.
Se è assolutamente doveroso che le comunità locali ed i comuni siano attori principali nella gestione delle aree protette, è altrettanto fondamentale che la Regione garantisca una regia tecnico-scientifica in tutta la materia della tutela della biodiversità. Solo in questo modo si potrà garantire che scempi come quello della Val Rosandra non si ripetano più.
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4 commenti a Lo scempio della Val Rosandra a Bruxelles