9 Maggio 2013

In Parlamento la polemica goriziana sui contributi scolastici volontari

A Gorizia, un paio di mesi fa, l’Associazione Essere Cittadini aveva sollevato nei confronti dell’opinione pubblica e della dirigenza scolastica locale la questione dei contributi scolastici volontari: quelli richiesti all’atto dell’iscrizione, dai consigli di istituti, che sono privi di potestà impositiva, fatti passare più o meno velatamente come obbligatori, in realtà non dovuti per la frequenza della scuola pubblica e in assenza di una disposizione di legge che stabilisca questo tipo di pagamento.

Alle scuole, che legittimamente chiedano aiuto alle famiglie, si versano, se qualcosa è rimasto nelle casse familiari, solo erogazioni liberali finalizzate all’ampliamento dell’offerta formativa, al miglioramento dell’edilizia scolastica e all’innovazione tecnologica: erogazioni detraibili per il 19 per cento dalle tasse.  Silenzio tombale su questo aspetto, e rarissime le rendicontazioni effettivamente accessibili sull’utilizzo delle somme incassate. Succede a Gorizia e ovunque in Italia. Con una impudicizia ben documentata da una trasmissione televisiva popolarissima.  E poi, nell’ambito del polo liceale goriziano, il professor Giuseppe Cingolani, ha chiesto ragione di questa faccenda ed ha scatenato una polemica mica da poco, finendo in un ginepraio che lo coinvolge sul piano personale e professionale.

Ora la faccenda è diventata oggetto di una  interrogazione parlamentare del pordenonese Giorgio Zanin (PD) al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Zanin richiama alcuni passaggi apparsi sulla stampa degli interventi di Giuseppe Cingolani : come ad esempio “anche a Gorizia spesso viene ignorato il dovere, ribadito più volte dal Ministero dell’Istruzione, di comunicare chiaramente alle famiglie l’assoluta volontarietà del contributo in questione, e capita addirittura che le scuole non accettino di ritirare il modulo compilato per l’iscrizione e il bollettino delle tasse pagate se non contemporaneamente al bollettino che dimostri il versamento del contributo volontario. Ad alcuni genitori che non volevano versare il contributo è stato perfino chiesto di presentare la dichiarazione dei redditi per giustificarsi”.

Zanin ricorda anche le indicazioni ministeriali contenute nelle note 312 e 593 del marzo 2012 e 2013 ( ma dimentica che già il ministro Gelmini era intervenuta chiaramente sulla questione, e che illuminati uffici scolastici regionali avevano condannato il fenomeno) relative al dovere di informare le famiglie sull’assoluta volontarietà del contributo scolastico, al fatto che i contributi volontari richiesti vanno tenuti ben distinti dalle tasse scolastiche ( quelle per capirci, dovute allo Stato solo per gli ultimi due anni delle superiori) informando preventivamente le famiglie sulla destinazione dei contributi scolastici che devono riguardare non attività curricolari ma solo ampliamenti dell’offerta formativa, e dando  a fine anno alle famiglie una rendicontazione sul loro utilizzo.

Zanin interroga quindi se non si ritenga in primo luogo che il perdurare di questi episodi segnali con sempre maggior forza la necessità di intervenire urgentemente a monte del problema posto da queste richieste di finanziamento, “ambigue, poco trasparenti o palesemente illecite”.  A monte cosa significa? Semplicemente disporre un adeguato sostegno economico alle scuole, con riferimento particolare a finanziamenti mirati all’indispensabile potenziamento dell’offerta formativa; e finirla con i tagli a quella che, tra le istituzioni fondamentali di un paese che vuole avere un futuro, è probabilmente quella messa peggio.

Zanin chiede inoltre che il Ministero si pronunci su una serie di prassi che determinano di fatto l’obbligatorietà dei contributi richiesti, o inducono a ritenerli tali, e che impediscono alle famiglie una visione trasparente sull’utilizzo dei soldi che abbiano versato. Un fiume di denaro, aggiungiamo noi, che scorre nelle vene del sistema scolastico italiano, sconosciuto ai bilanci ufficiali dell’istruzione e delle famiglie, che offende senza ritegno il principio del diritto allo studio e della gratuità della scuola pubblica, che è sporcato dalla violazione di quantità di norme e principi costituzionali, che consente al sistema di non collassare definitivamente e che quindi autorizza il palazzo ( certamente consapevole dei vantaggi di questa malagestione) ad immaginare possibili ulteriori riduzioni di finanziamento. Scuola pubblica fiore all’occhiello di una nazione civile….

 

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2 commenti a In Parlamento la polemica goriziana sui contributi scolastici volontari

  1. sfsn ha detto:

    sarìa semplicissimo trovar i soldi per finanziar le scole pubbliche e renderle gratuite per i studenti: bastassi cavargheli alle scole private (sarìa anche in linea con l’art. 33 della Costituzion: “Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato”) e smetter de pagar i stipendi ai insegnanti dell’ora de religion, che peraltro xe nominai dal vescovo , ma pagai dallo Stato.

  2. stefanocosolo ha detto:

    Concordo con l’intervento e mi fa piacere che qualcuno si ricordi ancora della Costituzione. Essa ha previsto uno Stato laico ma nessuna forza politica in Italia è mai stata capace di portare avanti i valori in essa sanciti (appunto laici) così non riuscendo mai a staccarsi dalla Chiesa cattolica. E allora per es. cosa propone lo Stato, gli enti locali per i giovani? per la loro formazione come cittadini, lavoratori, ecc.? e i punti di aggregazione? Quali sono gli equivalenti laici delle parrocchie? E di oggi la notizia di un sgombero della polizia di una biblioteca universitaria dove gli studenti si trovavano, scambiavano i libri, insomma socializzavano!Le forze di sinistra in Italia hanno saputo solamente chiudersi in astratte ideologie…altro che Stato laico. E la scuola è la prima istituzione che ha pagato questa situazione. Dove sono i partiti, le famiglie, i dirigenti scolastici, gli insegnanti ….in questi anni in piazza per il diritto allo studio ci sono andati solo i ragazzi! (onore a loro). Vi ricordate l’ultimo sciopero contro il ddl “Arpea”? Se non sbaglio gli insegnanti che dovevano partecipare all’ultimo momento si sono “ritirati” perchè il Governo era intervenuto sul contratto! La realtà è che evidentemente non meritiamo i diritti che la Nostra Costituzione ci riconosce….troppo sacrificio per battersi per loro e poi ad ogni diritto corrisponde un dovere! no..meglio lasciare che li calpestino e continuare, almeno fin che si può, coltivare il proprio orticello. Buona domenica a tutti.

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