Dodicimila caschetti da lavoro gialli e rossi hanno “occupato’ ire mattina piazza dell’Unita’ d’Italia a Trieste, in segno di protesta per i posti di lavoro persi nel settore dell’edilizia in meno di cinque anni. I caschetti occupano la gran parte della grande piazza. La protesta e’ organizzata dall’Ance del Fvg; ire c’era un incontro con i candidati alle regionali del 21 e 22 aprile, e ricorda la manifestazione dell’Ance inscenata a piazza Affari.
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Tergeste: dove regna la Bora
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Le mudande de San Nicolò
Le mudande de San Nicolò
Capisco il dramma della perdita del lavoro ma non possiamo permetterci altre lottizzazioni per tenere vivo un settore in crisi. Quanto ci costa tenere in vita aziende morte piuttosto che darli direttamente ai lavoratori e alle famiglie?
1
capitano
costa molti di più.
I caschetti per terra mi ricordano più i morti sul lavoro.
Io li facevo raccogliere ai sindacalisti o ai politici, almeno piegavano la schiena qualche volta
facile teorizzarci sù…bisogna trovarcisi nei titolari di quei caschetti rossi e pure di quelli gialli.
3
Jasna
perdere il lavoro è un po’ come morire.
#6 nel tuo amato belpaese si. In quelli più civili ed avanzati, dove non rimani colle terga per terra è un discorso molto diverso.
7
capitano
ma dare alle vittime le colpe dei carnefici è essere complice dei tiranni.
@Capitano
Ma l’edilizia non e’solo lottizzazioni. Edilizia e’..: scuole, ospedali, strade, ponti, asili, palestre, ferrovie biblioteche, cimiteri, chiese, industria, artigianato negozi, case popolari ecc.
#8 infatti non gliene ho date di colpe. Le colpe ricadono in gran parte tutte sui politici (proprio quelli che ora mendicano un voto per le regionali) che hanno governato in questi ultimi anni. In combutta con le banche e gli immobiliaristi hanno drogato il mercato di offerte a costi improponibili. Quando le banche hanno cominciato a chiedere indietro i soldi ai costruttori questi hanno ribaltato il problema mandando a casa gli operai.
Quando leggo che Tondo se la prende con la soprintendente dei beni culturali perchè non lascia cementificare ancora un po’ è come sentire un medico che vuole curare la malaria col botox.
Vabbè che il prossimo fine settimana si vota per le regionali e quindi meriti e demeriti della banda bassotti attualmente al timone della regione Friuli sono argomento di moda, ma mi pare che qui per l’ennesima volta prevalga la tendenza a farla “fora del bocal”.
Detto da uno che notoriamente e palesemente NON è sostenitore del ristoratore di Tolmezzo: se dal 2009 al 2012 a livello nazionale il settore edilizio è crollato del 32,4% mi pare quantomeno improbabile che la colpa possa essere di Tondo & compagni… sarà un’impressione mia, ma quando su bora.la si parla di temi economici mi par di notare una certa tendenza a spegnere l’interruttore del ragionamento?
#9 …. ma anche speculazioni degli (im)prenditori come, per fare un esempio a caso, i Cervesi, piazza Goldoni con il porta CD, le strade rifatte coprendo gli scarichi per l’acqua, piazza Perugino fatta e rifatta e sempre nello stesso schifoso stato (dal amchietto bandelli) ……. Far e disfare se tutto un lavorar, podessi metterlo come slogan de Un’ALtra Trieste
#11 Infatti Tondo è solo un campione della classe politica che ha generato il problema. Dove abito io l’ex sindaco di una lista di sinistra faceva anche il geometra che si autorilasciava le concessioni edilizie. Mica addosso tutte le colpe a Tondo, solo qualcuna, in adeguata proporzione e considerando che la sua ricetta per uscire dalla crisi sono metri cubi di cemento.
E’ farla fuori dal boccale?
Io indirettamente lavoro nel settore, vendo serramenti, ed è veramente dura. Media di una-due concessioni edilizia private alla settimana in provincia d Gorizia rilasciate dai comuni ne è la riprova che tutto il settore è a terra.
E poi sarà che un po’ conosco il pensiero unico friulano, quando sento un politico friulano parlare di rimedi alla crisi del modon…
http://aldorossi.altervista.org/friuli-deregulation-edilizia-e-mal-dal-modon/
Diciamo che l’edilizia è un’attività economica. Diciamo che la crisi dell’edilizia non è una bella cosa.
Diciamo anche che provincia e comune di TS non sono riusciti a presentare in tempo nel 2012 la documentazione per il riparto del fondo per l’edilizia pubblica (non erano gli unici, anche GO e UD non ce l’hanno fatta, poverini!!!), e quindi hanno perso 10 milioni di euro, che saranno una goccia nel mare, ma male non facevano.
Domanda: se devo ristrutturare casa a TS, in quanto tempo mi viene dato il permesso dagli uffici competenti?
Diciamo quindi che parte di quei caschetti deriva da incapacità, quando non da vera e propria cialtroneria.
A proposito: nutro più di qualche dubbio sulla storiella raccontataci da Capitano: la legge attuale (art. 78, comma 3 del D.Lgs. n. 267/2000) prevede incompatibilità fra i ruoli di sindaco o assessore all’edilizia e geometra, nell’ambito dello stesso territorio amministrato. Basterebbe una minimissima segnalazione – anche anonima – da parte di un geometra concorrente per mettere in grossi guai il personaggio di cui sopra (parliamo di penale), e tutte le delibere approvate sono annullabili. Di conseguenza, credo si tratti di leggenda metropolitana, tipica dei paesucoli dove si ritiene di sapere tutto di tutti e la ciacola galoppa.
No ti sbagli, il suddetto ha avuto ed ha tutt’ora uno studio di geometra intitolato a sè medesimo. Posso confermare che vi sono state lottizzazioni gestite dallo stesso studio durante la sua permanenza in carica. Le ha concesse lui a sè medesimo? Non lo so, forse le tempistiche riguardano il suo predecessore (stesso partito).
Caso strano nei 10 anni di governo ‘dei geometri’ nello stesso paesucolo c’è stato una lottizzazione selvaggia con abuso di varianti al piano regolatore che hanno favorito chiaramente qualche lobby.
Immagino anche quali possano essere le argomentazioni per smontare queste presunte ciacole.
Ammetto l’ignoranza in materia di piani regolatori, concessioni edilizie e quant’altro ma i risultati sono evidenti e gli ettari mangiati ai campi in questi anni sono sotto gli occhi di tutti. Quelli non li recuperi più, li pagheremo noi e i nostri figli in qualche modo.
@capitano
questa e’ anche una conseguenza dell’abolizione dell’ ici. i comuni, per continuare a fornire i servizi, permettono e anzi incoraggiano le lottizzazioni selvagge, per incassare gli oneri di urbanizzazione.
in italia in generale c’e’ una gestione del territorio demenziale. se non ci si da’ una regolata, intu u culu al “belpaese” (o a quel che ne resta). se si vuole incentivare l’edilizia, che si punti sulle ristrutturazioni, che’ gia’ solo a trieste ci sarebbe da lavorare per anni.
@hobo anche mettendo da parte il discorso sul consumo del territorio quando si parla di settore immobiliare mi ritorna in mente sempre la stessa domanda: quante case sfitte ci sono?
E questo è un altro aspetto del problema che viene denunciato da decenni con risposte anche a suon di manganellate.
@capitano
ah beh, ovvio. quel che volevo dire e’ che qua a trieste ci sono palazzi interi, in pieno centro, anche belli, che sono in condizioni penose, sia all’interno che all’esterno. ci sono persone, parlo di singoli e non di aziende, che possiedono decine di appartamenti in condizioni penose e li tengono sfitti, o li affittano a studenti e immigrati, e non spendono un euro per ristrutturare. non so cosa possa fare la politica per modificare questa situazione, ma cosi’ non va bene.
Il mercato della casa, il mercato del lavoro, quanto ci metteremo per arrivare al mercato del vivere?
http://www.youtube.com/watch?v=9ngZFRisurU
35 anni fa.
http://youtu.be/MDRsW_bL7bo
Piano Regolatore Generale (PRG) e varianti di ogni PRG vanno adottati dal consiglio comunale, in accordo con provincia e regione. Di diritto ci sarebbero tutti gli strumenti per bloccare le porcate. Di fatto ciò cui assistiamo è un continuo scambio di favori fra privati, imprenditori, società, categorie economiche, politici locali e financo nazionali.
Io non credo proprio che i costruttori abbiano problemi a lavorare con le ristrutturazioni invece che con le nuove lottizzazioni. E non vedo nemmeno questa gran febbre edificatoria negli ultimi quattro/cinque anni. Chi è che va a investire sull’edilizia con centinaia di cantieri fermi e letteralmente decine di migliaia di immobili vuoti? In realtà, qui in Italia per una singolarissima situazione del mercato immobiliare non abbiamo ancora assistito alla riduzione del costo degli immobili: si blocca il mercato molto di più di quanto si lavora sulla curva del prezzo. Ciò perché – a differenza di quanto generalmente si pensa – le tensioni sul settore “casa” sono (salvo eccezioni) MINORI in Italia rispetto agli altri paesi europei. In Italia c’è la maggior percentuale di proprietari di prima casa d’Europa, e questo è uno dei fattori che generano il fenomeno di cui sopra.
Se ci fosse flessibilità sul fronte dei prezzi, oggi le case costerebbero almeno un terzo in meno (salvo eccezioni) rispetto al 2005. La cosa è evidente quando si analizzano i pignoramenti e i prezzi delle vendite forzose all’asta, laddove oramai la prima asta va deserta sempre. Oramai si trovano acquirenti nemmeno più alla seconda, bensì alla TERZA asta. Col prezzo ribassato di circa il 40%.
#24. el baziloto
“Io non credo proprio che i costruttori abbiano problemi a lavorare con le ristrutturazioni invece che con le nuove lottizzazioni”.
Due miei amici triestini titolari di ditte edili di medie dimensioni (12-15 dipendenti) mi hanno di recente detto che con le ristrutturazioni guadagnerebbero la metà.
E’ del tutto evidente che spetterebbe ai Comuni attraverso i PRG dosare intelligentemente agevolazioni al recupero scoraggiando invece le nuove costruzioni, ma spesso la forza del ricatto dei costruttori (“lasciateci costruire o si perdono posti di lavoro”) è vincente.