5 Aprile 2013

Ieri sera sala Tergeste affollata per il confronto fra i quattro candidati alla presidenza del Fvg

La sanità, le politiche per contrastare la crisi economica e l’analisi entrate-uscite del bilancio regionale in difficoltà sono state al centro di un confronto tra i quattro candidati alla presidenza del Friuli Venezia Giulia, a diciotto giorni dal voto regionale del 21 e 22 aprile. Il presidente uscente Renzo Tondo (centrodestra), l’europarlamentare Debora Serracchiani (centrosinistra), Franco Bandelli (Un’Altra Regione) e Saverio Galluccio (M5S) si sono confrontati a Trieste, convocati dall’Associazione Nazionale Donne Elettrici (Ande), dall’Associazione Imprenditrici e Donne dirigenti d’azienda (Aidda) e dal quotidiano Il Piccolo, in un incontro moderato dal direttore del giornale, Paolo Possamai. Interrogati sulle politiche economiche, Tondo ha ribadito la volontà di tagliare l’Irap, Serracchiani ha annunciato un mix di interventi, in particolare per accompagnare l’internazionalizzazione delle imprese. Bandelli ha posto l’accento sul problema del credito, mentre Galluccio ha promesso interventi per promuovere imprese eco-sostenibili e vicinanza alle medie e piccole imprese. Presi in considerazione dai candidati anche i temi della sanità che grava sul bilancio regionale per il 60%, della terza corsia (”farla – ha detto Serracchiani – ma con finanziamenti che non vadano a gravare sui cittadini”) e dei costi della politica (Galluccio: tagli per sostenere piccole e medioe imprese), mentre Tondo ha precisato di ”voler proseguire quello che ha iniziato e reindirizzando le risorse con incentivi non frammentati ma definiti in un programma”

2 commenti a Ieri sera sala Tergeste affollata per il confronto fra i quattro candidati alla presidenza del Fvg

  1. QUADRATO ha detto:

    M5S, Casaleggio esclude iscritto alla massoneria
    Venerdì, 5 aprile 2013 – 12:22:00
    Il candidato al Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia nelle liste del Movimento 5 Stelle Fulvio Di Cosmo sara’ di fatto escluso dal Movimento in quanto iscritto alla Massoneria. Lo hanno comunicato stamane i consiglieri comunali triestini del M5S in una conferenza stampa. La decisione – hanno detto – e’ stata presa da Gianroberto Caseleggio. Fulvio Di Cosmo ha ammesso l’iscrizione alla Massoneria. Rimane candidato e, in caso di elezione, siedera’ nel gruppo misto.

  2. Trieste 10 -04 – 2013

    Penso che per affrontare concretamente il tema di un possibile rilancio della Portualità e delle Economie del nostro territorio, i Parlamentari Triestini recentemente eletti e gli aspiranti al ruolo di futuro Presidente della Regione F.V.G. ed i nostri Amministratori, dovrebbero porsi alcune ineludibili domande ???

    1) Crediamo ancora che il mare possa realmente ritornare ad essere per noi come lo è stato in passato l’attività fondante delle nostre economie e che l’Alto Adriatico abbia le caratteristiche ideali per assumere un ruolo determinante quale fulcro dell’interscambio commerciale tra l’Europa e l’Asia.
    2) Siamo veramente coscienti del notevole gap infrastrutturale dei nostri sbocchi al mare nei confronti dei Porti del Nord Europa, gap da imputare soprattutto alla miopia dei nostri Politici ed Amministratori che ha di fatto generato l’immobilismo infrastrutturale che ha purtroppo caratterizzato il nostro passato trentennio.
    Gap facilmente misurabile dall’amara constatazione che i flussi merceologici in transito tra l’oltre Suez ed i mercati Comunitari anziché sfruttare la vicinanza dei nostri sbocci al mare “Alto Adriatico ed Alto Tirreno” siano invece costretti date le nostre inadeguatezze infrastrutturali ad allungare di quasi 4.000 miglia e quindi appesantire notevolmente in termini di tempi e costi il loro già lungo percorso, ed oltrepassino Gibilterra per poi raggiungere i super attrezzati Scali del Nord Europa.

    3) Siamo consapevoli che purtroppo le soluzioni alle problematiche relative ad un possibile sostanzioso potenziamento dei nostri sbocchi al mare saranno sempre più difficili da concretizzare, poiché i finanziamenti pubblici sono ormai ridotti al lumicino e gli errori del passato pesano inevitabilmente come macigni sul futuro della nostra Portualità, e che per il domani l’unica via percorribile sia quella di dare una consistente parte del nostro frontemare in concessione pluri decennale (almeno una superficie di un milione di m2) a degli imprenditori privati anche stranieri. http://triestesuperporto.jimdo.com
    Concessione per far si che possano realizzare un modero Terminal Contenitori che sfruttando le notevoli ma tuttora inespresse potenzialità “del Corridoio Baltico Adriatico – dell’Interscalo Ferroviario di Cervignano – dell’Aeroporto Regionale di Ronchi” possa fare da base logistico/operativa per una consistente quota dell’interscambio Euro/Asiatico, traffici che attualmente transitano nel Mediterraneo ma che per le notevoli carenze infrastrutturali dei nostri sbocchi al mare sono purtroppo costretti a far rotta verso gli Scali del Nord Europa, andando ulteriormente ad appesantire in termini di tempi e costi il loro già lungo percorso.
    La concessione chiaramente potrebbe approssimativamente fluttuare tra i 35/70 anni in base alla consistenza dell’impegno finanziario del terminalista, mentre il canone annuale non penso sia un problema rilevante da prendere in considerazione, poiché importante sarà soprattutto valutare la consistenza del volano economico occupazionale che quest’iniziativa sarebbe in grado di materializzare.

    4) Crediamo realmente che con l’attuale finanziamento ottenuto per la tanto osannata Piattaforma Logistica si siano finalmente risolti i problemi della Portualità Triestina, non illudiamoci poiché questo intervento contempla soltanto la realizzazione di un banchinamento ed un interramento del degradato e frastagliato frontemare presente tra lo Scalo Legnami e l’Impianto Siderurgico, per creare una nuova area recuperata al mare da porre al servizio dei traffici delle merci convenzionali e porre nel contempo le basi per quella che dovrebbe essere la radice del futuro Molo VIII, infrastruttura quest’ultima che potrebbe sorgere al posto della Ferriera e che per dimensioni e potenzialmente dovrebbe diventare la vera Piattaforma Logistica dell’Alto Adriatico di valenza Comunitaria, ma che però potrà vedere chiaramente la luce soltanto quando si saranno finalmente decise le dibattute ed incerte sorti sia dei nostri SIN che della Ferriera di Servola.
    Purtroppo in merito alle bonifiche ed all’auspicabile futuro sia dei nostri siti inquinati che al possibile recupero degli impianti industriali dismessi od in via di dismissione, siamo purtroppo ancora fortemente condizionati da alcune delle assurdità contemplate nell’attuale normativa, assurdità in quanto non si fa alcuna distinzione in merito ai parametri d’inquinamento da ottemperare nelle varie e particolarmente differenti destinazioni d’uso dei territori, parametri che dovrebbero essere obbiettivamente ben diversi nel caso che si tratti di “urbanizzazioni civili – agricole – portuali o industriali”.
    Parametri ben diversi in quanto le urbanizzazioni di carattere portuale od industriale solitamente contemplano una totale siglatura/impermeabilizzazione delle superfici e nel caso della portualità anche del frontemare che normalmente viene banchinato sia per supportare i mezzi da sbarco/imbarco che per contenere e sigillare l’interramento, rendendo quindi scongiurato il pericolo che i materiali inerti sottostanti (tombati) anche se moderatamente inquinati possano venire a contatto ne con i lavoratori ne con il mare o le falde acquifere.

    5) Siamo realmente sicuri che per un moderno Scalo siano essenziali soltanto – fondali – banchine – piazzali – oppure pensiamo che siano sempre più determinanti le potenzialità dei suoi collegamenti su gomma e soprattutto quelli su rotaia, che chiaramente dovrebbero essere in grado di supportare e smaltire giornalmente e senza affanni i notevoli quantitativi di merci movimentate da un moderno Terminal Contenitori, soprattutto alla luce della notevole evoluzione tecnologica che ha interessato i sistemi di movimentazione stoccaggio delle merci e le dimensioni sempre più crescenti dei vettori che l’Armamento utilizza sulle rotte internazionali, vettori che ormai hanno già raggiunto capacità dell’ordine dei 18.000 teu. e sembra che siano già in avanzata fase di progettazione motonavi da 23.000 teu.
    Se consideriamo essenziali anche le potenzialità dei collegamenti gomma/rotaia, allora penso che dobbiamo darsi da fare “ed in fretta” poiché sono molte e particolarmente impegnative e molto onerose le cose da fare, per far si che le potenzialità dei collegamenti dello Scalo Triestino siano realmente in grado di supportare le notevoli esigenze di un moderno Terminal Contenitori come il Molo VIII, infrastruttura che dovrebbe a regime poter movimentare annualmente non qualche centinaia di migliaia di teu. ma diversi milioni. http://portualita-del-terzo-millennio.jimdo.com

    6) Cosa pensiamo se in tema di collegamenti ferroviari per sopperire alle attuali nostre stringenti esigenze fosse opportuno che almeno per il momento in attesa della realizzazione del Corridoio N° 5, si cercasse di pianificare e realizzare alcuni significativi interventi sia per migliorare la potenzialità della linea Trieste Centrale Aurisina Monfalcone che per adeguare galleria e tracciati della vecchia ferrovia di Cattinara a quelli che sono gli attuali standard del trasporto su rotaia, ed ottimizzare quindi la funzionalità/sfruttamento dell’attuale vetusto e sottoutilizzato collegamento esistente tra il Porto Nuovo e la Stazione di Opicina via Cattinara. Adeguamento della vecchia ferrovia, che considerata la sua sensibile pendenza sarebbe comunque certamente sfruttabile in discesa per le merci in entrata Scalo e forse con l’aggiunta di un locomotore anche in salita per i convogli in uscita, non va nemmeno sottovalutato il fatto che nella malaugurata evenienza che la via bassa “Stazione Centrale – Aurisina risulti parzialmente inagibile” per danni alla linea per frane gravi incidenti oppure per più o meno lunghi lavori d’ammodernamento o potenziamento dello stessa, questo tracciato potrebbe rappresentare un’utile alternativa per far si che lo Scalo non resti isolato ma possa comunque disporre di un valido collegamento ferroviario alternativo.
    Nb. In merito al trasporto su rotaia non facciamoci comunque molte illusioni, poiché se in Italia vogliamo realmente razionalizzare il trasporto delle merci sulla lunga distanza (superiori a 300 km) e far si che le nostra ferrovie possano recuperare la perduta competitività nei confronti del trasporto su gomma e ritornare finalmente a correre, bisogna attuare una significativa inversione di tendenza per far si che i futuri finanziamenti/investimenti per le grandi opere siano in buona parte focalizzati sull’ammodernamento del materiale rotabile e sul potenziamento della rete ferroviaria.

    7) In merito “alla discutibile esigenza” più volte ribadita da parte dei nostri Politici ed Amministratori” relativa alla presunta doverosa realizzazione di una bretella ferroviaria interportuale della lunghezza di 6 km per collegare il Porto di Trieste con quello di Capodistria, siamo realmente convinti che questa infrastruttura possa sopperire almeno temporaneamente alla mancata realizzazione della tratta Ronchi Divaccia del Corridoio N°5. Penso che su questo tema forse sarebbe il caso di fare un doveroso pacato approfondimento poiché credo che i presunti vantaggi per lo Scalo Triestino che sarebbero alla base della spesso citata ribadita esigenza di dover realizzare una bretella ferroviaria Interportuale tra Trieste / Capodistria, in attesa che sia disponibile la Ronchi Divaccia del Corridoio N°5 siano purtroppo soltanto una nostra pia illusione poiché anche il già pianificato raddoppio della tratta Slovena Capodistria Divaccia sembra sia dimensionato per sanare essenzialmente le loro attuali carenze e le loro presumibili future esigenze, e quindi saranno difficilmente disponibili giornalmente per noi “quelle diverse decine di Tratte Ferroviarie sulla linea – Trieste – Capodistria – Divaccia -” che eventualmente dovrebbero sopperire a quelle che potrebbero essere le future notevoli esigenze dello Scalo Triestino.
    Non dobbiamo sottovalutare il fatto che i Porti normalmente per loro natura non sentano assolutamente la necessità di poter disporre di un Collegamento Commerciale diretto tra le loro banchine, ” in quanto la priorità delle loro esigenze ” rimane essenzialmente quella di poter contare su delle reti e collegamenti gomma/rotaia che siano realmente in grado di favorire e velocizzare la penetrazione sul territorio dei flussi merceologici verso quelli che sono i loro rispettivi mercati di riferimento “e non certamente l’oneroso palleggiamento delle merci tra gli Scali” mentre l’iniziativa sarebbe invece particolarmente apprezzabile e giustificata se la bretella ferroviaria Trieste Capodistria fosse finalizzata prioritariamente alla necessità di creare una sorta “di Metropolitana Leggera” per facilitare la mobilità delle persone tra la Costa Istriana e quella Triestina, poi eventualmente per accrescerne maggiormente il grado di fruibilità/redditività dell’infrastruttura il collegamento potrebbe arrivare magari anche fino all’Aeroporto di Ronchi.

    8) Siamo tutti realmente consapevoli che per risolvere i problemi del Porto Vecchio ed il suo possibile riuso in chiave Cittadina, sia indispensabile che nel rispetto e la tutela dell’aspetto esteriore degli immobili presenti nel variegato Complesso Emporiale quest’area debba essere liberata da vincoli sia di Punto Franco che Demaniali. Punto Franco che potrebbe essere opportunamente trasferito in altri siti posti a Est del nostro frontemare e magari all’occorrenza anche ampliato andando, sia a recuperare ampi spazi al mare che modificando la destinazione d’uso a fini portali di alcuni siti industriali dismessi o in via di dismissione, le aree che si andrebbero a recuperate a Est sarebbero certamente molto più adeguate per dimensioni e caratteristiche/potenzialità attuali/future dei collegamenti gomma/rotaia, per consentire al nostro Scalo d’incrementare le sue potenzialità e metterlo realmente nella condizione di poter assecondare le notevoli crescenti esigenze dei flussi merceologici e dei vettori che l’Armamento sta mettendo in linea sulle rotte internazionali. Soltanto se liberato da lacci e laccioli l’area del Porto Vecchio potrebbe essere realmente fruibile e quindi poter diventare a tutti gli effetti una parte integrale della Città in cui sia consentito l’insediamento di tutte le attività normalmente previste nel resto dell’area urbana Triestina, siano esse – museali – congressuali – artigianali – manifatturiere – alberghiere – abitative – Istituzionali – commerciali – ricreative – parchi tematici – aree espositive – e variegate attività marinare. http://trieste-terminal-passeggeri.jimdo.com
    Soltanto agendo in questo modo saremo in grado di creare nuovi stimoli ed interessi tra i potenziali investitori/imprenditori, il tutto per far si che questo nostro gioiello immobiliare ereditato dal passato, possa finalmente un bel giorno lasciate alle spalle le deleterie e spesso strumentali contrapposizioni del passato ritornare a pulsare giorno e notte, per generare nuove economie e lavoro per il nostro territorio.

    9) Pensiamo realmente che nel ristretto specchio di mare della Baia di Muggia ci sia anche lo spazio per insediare un Rigassificatore, senza andare a compromettere seriamente – la sicurezza – l’eco sistema – l’operatività e lo sviluppo della Portualità Triestina, oppure sarebbe più opportuno ripensare ad altre soluzioni o ad un altri siti.
    http://trieste-rigassificatore.jimdo.com

    Se a queste domande non fossero in grado di dare risposte chiare razionali e soprattutto credibili molto difficilmente questa nuova classe Politica sarà in grado di rilanciare le nostre economie ed assicurare lavoro ed un fruttuoso avvenire alle future generazioni.

    BRUNELLO ZANITTI Giuliano

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