21 Febbraio 2013

Gary Beck e l’evoluzione della techno

C’è sempre una bella differenza tra l’ascoltare la techno attraverso le casse del winamp ed andarla a sentire nel suo contesto più naturale. Nel primo caso ci si perde gran parte di ciò che possa offrire a livello sonoro e sensoriale, a guardarla dal di fuori, è sempre sembrata una cosa da e per ragazzini, senza mai capirne la portata in profondità. Si dà il caso che Sabato scorso, al Marco Polo di Nova Gorica approdi colui che è stato tra i principali innovatori della techno degli ultimi due anni, lo scozzese Gary Beck: la sua traccia “Before the Crash” è stato uno degli anthem dell’anno passato, ed è stato il pezzo che ha definitivamente riempito la pista dell’ultimo Electroblog, suonato da Kevin Saunderson. L’occasione è quindi propizia per fare il punto della situazione e valutare l’attuale stato dell’arte. Come già detto in passato, le sonorità, e di conseguenza il modo di fruirle, stanno tornando alle origini: andando a sentire un dj set non ci si limita più a battere il piede discutendo di cortometraggi scandinavi, volumi e potenza delle battute non lo permetterebbero. Il set di Beck è infatti senza compromessi e suona nuovo come pochi altri, è un’artista che ha saputo prendere il meglio della scuola beyeriana ed adattarla ai tempi odierni. E’ proprio l’intero asse sonoro che si sta spostando, abbandonate le ricerche di clicks ultraminimali, ora si studia il riverbero più efficace da applicare alla battuta, gambe e stomaco vengono sconvolti da frequenze subsoniche che fino a poco fa erano impossibili da ottenere, se non nello studio di Dr.Dre. E’ proprio nella maniacale ricerca dell’onda quadra perfetta che Gary Beck mette la sua firma, il suo set prosegue senza pause né “tracce cuscinetto”, un treno lanciato al massimo. In una serata già di per sé positiva, sono rimasto ancor più sorpreso dal set successivo, ad opera dello sloveno Urban Jeram. Talento e passione gli hanno fatto vincere il concorso Burn Residency, il cui premio gli ha valso una stagione da dj ad Ibiza. Nulla da obiettare nelle sue due ore alla consolle: cambi di dinamica incastrati alla perfezione, qualche breakbeat inserito a sorpresa e mai la sensazione di noia o stanchezza, bravo davvero. Tutto ciò è la conferma di come gli eventi Reload al Marco Polo continuino a portare qualità e cultura elettronica di alto livello nella zona di Gorizia, attirando in egual misura appassionati sloveni ed italiani.

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1 commenti a Gary Beck e l’evoluzione della techno

  1. valentina ha detto:

    a mi la tekno no me dispiasi..ma andar fora città xe un problema se non te trovi l’astemia che guida..e poi qua a trieste riva un dj bravo molto de raro..e quele volte che go provado andar a eventi tekno al’etnoblog o a l’ausonia iera sempre predominanti i muleti..mi fazo l’università..ma là la magioranza iera proprio muleti muleti..dele superiori

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