La campagna di adozioni di Čibo.sì di vini autoctoni e naturali del nostro territorio volge al termine.
Le persone che si sono aggiudicate il vino del “futuro” avranno ribolla gialla, malvasia, terrano e infine vitovska.
Abbiamo visitato la cantina da cui uscirà la vitovska dell’adozione.
La cantina Čotar di Gorjansko chiude il nostro giro fra i protagonisti dell’iniziativa e approfondisce la conoscenza con una famiglia di vignaioli, importante per il nostro territorio.
Gorjansko si trova a due passi dal confine con l’Italia, immersa nel Carso alle spalle di Prepotto (…).
In una fredda giornata di inizio febbraio, facciamo due chiacchiere con Branko Čotar, e parliamo di vino e dell’idea di vino, sempre in movimento, come un’entità viva.
Ci muoviamo nella cantina interrata, iniziata circa 35 anni fa con soli materiali di recupero di altre case abbandonate del paese. La parte più recente risale a circa 10 anni fa.
La cantina è bella ed ordinata, i suoi colori, fra pietra, mattoni e legno virano fra marrone, rosso e grigio e nonostante la giornata freddissima regalano delle calde sensazioni.
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Bravo Čotar, ho assaggiato cose buonissime!
I vignaioli, alcuni altrettanto bravi, della parte italiana, secondo me dovrebbero capire che in Carso non si fa solo “produzione”, ma chi viene a bere ed acquistare il vino vuole anche altri prodotti tipici, paesaggio, passeggiate, ospitalità. Per cui la proposta (del tutto irrealizzabile) di ridurre i siti protetti dell’Unione Europea, subito appoggiata da politici miopi di tutti gli schieramenti, per conto mio è totalmente sbagliata e controproducente. Vino sì, ma solo a precise condizioni, altrimenti ci ridurremo a fare prosecco da supermercato a 1,99 al litro.
bravo Giacomo… un altro bell’articolo!!!