16 Febbraio 2013

La vicenda di Kanish Mvudisa: dopo la sua morte, viene cancellato dalle liste dell’anagrafe di Pordenone

Muore il 16 gennaio 2011 e ogni traccia della sua persona scompare dagli archivi comunali: è accaduto a Pordenone. Il defunto è stato cancellato dalle liste dell’anagrafe, etichettato irreperibile, non è possibile nemmeno ottenere un certificato di morte. Questioni burocratiche. Ma molti sospettano di più: perchè la persona in questione si chiamava Kanish Mvudisa, emigrato in Italia nel 1980 dall’allora Zaire, con una laurea in economia e commercio che non gli risparmiò la solita trafila da clandestino a regolare. Stabilitosi nel 1992 a Pordenone, con moglie e figli e un lavoro, fu attivamente impegnato nel sindacato e in politica, diventando leader dell’Associazione immigrati extracomunitari e poi anche segretario cittadino di Rifondazione Comunista. Insomma, un personaggio decisamente partecipe della vita pubblica e ben visibile, alle cui esequie il Comune partecipò anche economicamente, occupandosi anche, a quanto pare, del trasporto della salma dal Belgio, dove Mvudisa era morto, a Pordenone. Ora accuse e giustificazioni rimbalzano, accendendo una polemica che va molto al di là della questione dell’inefficienza amministrativa. Gianluigi Bettoli su “La storia le storie” focalizza la questione così: tutto ciò accade nella Pordenone “laica, progressista ed operaia” perchè era “africano nero.”
http://www.storiastoriepn.it/blog/revisionismo-storico-a-bassa-intensita-a-pordenone-il-caso-kanish-mvudisa/

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14 commenti a La vicenda di Kanish Mvudisa: dopo la sua morte, viene cancellato dalle liste dell’anagrafe di Pordenone

  1. Paolo Geri ha detto:

    La vicenda ha in effetti dell’ incredibile e viene da sperare si tratti solo della solita burocrazia.
    Che però Pordenone sia “laica, progressista ed operaia” è un’opinione di Bettoli che non condivido per niente. Forse – e assai parzialamente – il capoluogo, ma la provincia è un avamposto leghista in Friuli di quel Veneto profondo beceramente cattolico-reazionario e razzista.

  2. Alberto Chicayban ha detto:

    Sono d’accordo con Paolo Geri, Pordenone è una città con una scomoda tradizione razzista, forse l’unica in Italia ad avere due gruppi naziskin. Poi ha la “garanzia” di un telegiornale assolutamente aperto al fascismo e a tutte le iniziative reazionarie! Gigi Bettoli lo sa!

  3. michela ha detto:

    ma scusate, io ci andrei piano prima di scagliarsi contro la Pordenone razzista e nazista. quante volte è successo che qualche persona bianca e italianissima ha scoperto di non esistere per l’anagrafe o di risultare già morta o cose del genere? in vita mia ne ho sentite parecchie di situazioni così! mi dà fastidio che quando qualche inconveniente càpita ad uno di colore, subito si grida al razzismo mentre se càpita a noi sono caxxi nostri a sanare l’irregolarità burocratica.

  4. michela ha detto:

    pensandoci, mi viene in mente che quando mia madre volle farsi i documenti per sposare mio padre, scoprì di essere apolide…. e faticò parecchio a mettersi in regola. A mia volta, anni fa scoprii che all’ INPS di Trieste esistevano quattro posizioni a mio nome, di cui una sola era giusta….per azzerare le tre sbagliate e far confluire i dati presso l’unica posizione correttamente intestata, dovetti andare numerose volte in via s. anastasio per ben sei mesi….fossi stata un’africana, apriti cielo!!!!!!!

  5. Fiora ha detto:

    @4 nooo! E’ toccato anche a me, Michela.
    Di ritrovarmi apolide? no, ma per l’Azienda Sanitaria di avere due grafie del cognome e abitare in tre posti diversi.
    un bel pasticcio per far correggere i dati e da trina, ridiventare una 😉

  6. michela ha detto:

    ahahaha Fiora…… lupus in fabula, non più tardi di questa mattina sono andata in un ufficio pubblico a farmi delle carte ed è risultato che per loro io sono una “inoccupata” mentre lavoro da decenni… fossi stata una negra, dovevo mettermi a urlare contro il razzismo dei burocrati???

  7. dimaco ha detto:

    ugual mi. un casin per meter tuto a posto. il problema iera alla agenzia dele entrate dove che un tropo zelante burocrate ga sbaia de inserir i dati. Il problema stava tal fato che co son nato mi Sempeter iera yugoslavia. E isnserendo i dati doveva dar la denominazione Yugoslavia invece ga semplicemente meso slovenia a tuti quei che iera nati nella ex YU , oviamente sbaiando. supongo per pigrizia.

  8. John Remada ha detto:

    Colpa del nazifascismo!Del resto ai tempi del Punk italiano,Pordenone era all’avanguardia…cavallo di battaglia dei mitici HitlerSS,se non sbaglio era “I try….Banzai!A parte le solite responsabilità nazifasciste,mai dei rossi,se questo arrivava dallo Zaire,via Belgio,cambiando nome il paese,saranno andate perse le carte….qual sciagura ci colpisce…che sia un complotto anticomunista?Del resto il movimento punk,sopra citato,si chiamava”Il grande complotto….”

  9. hobo ha detto:

    @6

    se tu fossi stata una negra, risultando disoccupata, avresti perso il permesso di soggiorno, saresti diventata clandestina, e se fossi caduta in una retata, saresti finita in cie.

  10. John Remada ha detto:

    Ma andiamo hobo,con sti negri….giochiamo alla pari con tutti,loro finiscono al cie,noi possiamo finire in canon….mai stato incassettato hobo? Mai stato torturato,hobo?Ti fai delle domande,e poi arrivano le risposte,se le interpreti giuste,ti trovi l’animo sereno!

  11. hobo ha detto:

    non sapevo che per intervenire in questo thread fosse necessario essere stati in canon. chiedo conferma alla redazione.

  12. John Remada ha detto:

    Era una domanda….non un obbligo…

  13. michela ha detto:

    quoto John Remada, tanto i neri quanto noi possiamo essere vittime della burocrazia. e allora basta strillare al razzismo per ogni cag.@ta! questo tipo sarà stato cancellato dall’anagrafe per un disguido, punto e basta. nessuno dovrebbe farne un caso.

  14. Gian Luigi Bettoli ha detto:

    Leggo ora fuori tempo, e mi confermo che i blog sono troppo spesso luogo di onanistiche perdite di tempo. Quanto ai giudizi su un luogo, essi sono rivolti più alla superficie, che alla storia di lungo periodo: sempre della serie “parlare senza sapere”. D’altronde non tutti debbono necessariamente avere interesse per la storia, ma allora perché non concentrarsi sull’ippica?
    Quanto all’ultimo intervento, lo trovo volgare: quanto al “nessuno dovrebbe farne un caso”, auguro a chi ha espresso questa opinione di non ritrovarsi prima o poi vittima di uno stesso indelicato burocratico destino. Mi fanno arrabbiare più questi giudizi gratuiti che il fatto stesso da me denunciato.

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