11 Febbraio 2013

“Magazzino 18”, le foibe e l’esodo viste da Cristicchi

“Quella delle foibe e dell’esodo dall’Istria e dalla Dalmazia è una ferita ancora aperta nella storia del nostro Paese, non capisco la strumentalizzazione che ne fanno alcuni esponenti della sinistra”. Così Simone Cristicchi in un’intervista per l’Huffington Post. Il cantautore romano porterà al Festival di Sanremo una canzone che affronta di petto il tema della diaspora giuliana: Magazzino 18. Lo stesso titolo del primo spettacolo teatrale sul tema, che debutterà il 22 ottobre al teatro Stabile di Trieste, scritto a quattro mani con Jan Bernas, autore del libro “Ci chiamavano fascisti, eravamo italiani”.

Cristicchi si è avvicinato ad un controverso capitolo della storia italiana “guardando un video su Youtube e leggendo il volume di Bernas”, arrivando a scoprire il silos che, alle porte di Trieste, raccoglie le masserizie depositate frettolosamente e mai recuperate dagli esuli istriano-dalmati nel secondo dopoguerra.

Una canzone che farà discutere molto, a partire dal testo che parla esplicitamente di una vicenda colpevolmente dimenticata dalla narrazione pubblica: “Ci chiamavano fascisti, eravamo solo italiani, italiani dimenticati in qualche angolo della memoria, come una pagina strappata dal grande libro della storia”.

Leggi l’intervista sul Huffington post.

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1 commenti a “Magazzino 18”, le foibe e l’esodo viste da Cristicchi

  1. vasco vascon ha detto:

    E’ uno dei coraggiosi, e forse saranno pochi, a scrivere e ricordare la tragedia istriana e lo sradicamento di un popolo; tragedia dimenticata dallo stato italiano, patria matrigna, e da tutti i politici da settant’anni; al magazzino 18 c’è anche un armadio di mia nonna che ora non c’è più ma mi ricorda che la nostra casa a Capodistria, non confiscata perchè mia nonna è rimasta fino al 1954, da settant’anni abitata da slavi che non conosco e che non si sono mai chiesti se quella casa aveva dei padroni. Infanzia bellissima e poi fuga da Tito, collezionando due certificati di profugo. La Slovenia è entrata in Europa ma nessuno ha chiesto se le leggo di Tito sono stare ereditate dalla Slovenia di adesso; qualcuno prima o poi lo farà, perchè tanti vogliono sapere se possono riavere la propria casa. un saluti a Enrico Milic. Vasco Vascon

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