7 Febbraio 2013

Giorno del ricordo 2013: le celebrazioni a Gorizia

Il 10 febbraio anche a Gorizia verrà celebrata la solennità nazionale del Giorno del Ricordo in memoria del dramma dell’Esodo dei 350 mila istriani, fiumani e dalmati, delle Foibe e dell’iniquo Trattato di Pace firmato a Parigi il 10 febbraio 1947.
Per ricordare questa giornata, il Comitato provinciale di Gorizia dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, in collaborazione con la Prefettura, il Comune di Gorizia e la Lega Nazionale di Gorizia, organizza una manifestazione che avrà luogo Domenica 10 febbraio 2013 con inizio alle ore 17.00, alla Sala Della Torre della Fondazione Cassa di Risparmio di Gorizia in via Carducci 2.

Alle 16.30 verrà deposto un omaggio floreale ai Martiri delle Foibe ai piedi della statua bronzea di Cesare Ottaviano Augusto, in Largo Martiri delle Foibe, davanti l’Auditorium di Via Roma a Gorizia.
Dopo il saluto del Sindaco Ettore Romoli e l’intervento del Presidente dei due sodalizi Rodolfo Ziberna, il Prefetto Maria Augusta Marrosu conferirà i riconoscimenti ai discendenti delle Vittime delle Foibe ai sensi dell’art. 3 della legge 92/04.
Seguirà la proiezione del film “Magna Istria”, in cui la nipote di un esule ripercorre a ritroso la strada dell’esodo.

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Un commento a Giorno del ricordo 2013: le celebrazioni a Gorizia

  1. Laura Brussi ha detto:

    RICORDO AUTENTICO

    Il Giorno del Ricordo di Esodo e Foibe, istituito con legge 30 marzo 2004 n. 92, e fissato nel 10 febbraio in concomitanza con l’anniversario del trattato di pace (1947), ha compiuto nove anni. E’ certamente atipico che sia stato necessario ricorrere allo strumento normativo per rimuovere un colpevole silenzio di oltre mezzo secolo steso volutamente sulla grande tragedia giuliana, istriana e dalmata, ma non è inutile ricordare che il legislatore italiano, consapevole di tale necessità etica ancor prima che politica, si espresse in maniera univoca, con una maggioranza assolutamente plebiscitaria, pari al 98 per cento dei voti parlamentari.

    Qualcuno ha ravvisato nel carattere ormai consuetudinario delle celebrazioni il rischio che il Ricordo finisca per affievolirsi e per porre una “pietra tombale” (secondo l’immaginifica espressione di in insigne patriota come Italo Gabrielli) sulle attese degli Esuli e dei loro discendenti. In effetti, occorre un salto di qualità anche nelle manifestazioni ufficiali.

    Ebbene, quella a carattere solenne tenutasi a Gorizia il 10 febbraio ha corrisposto egregiamente a tale esigenza: fra i riconoscimenti consegnati con viva commozione dal Prefetto della città isontina, Maria Augusta Marrosu, ai congiunti delle Vittime, quale adempimento prioritario ai sensi della legge 2004/92, c’è stato quello conferito ad Elio Dinelli, unico superstite di un’intera famiglia istriana sterminata nella strage di Vergarolla (Pola) del 18 agosto 1946, perpetrata dall’Ozna (la polizia politica del regime comunista jugoslavo) a sedici mesi dalla fine della guerra, con il chiaro intento di spingere all’Esodo tramite il terrore, e di perseguire un disegno di pulizia etnica. All’epoca, Elio aveva soltanto 11 anni e rimase solo al mondo, con quali conseguenze di vita è facile immaginare.

    E’ importante che, seppure tardivamente, il sacrificio contestuale di tre generazioni della sua famiglia sia stato riconosciuto dalla Repubblica con cinque Medaglie “ad memoriam” dedicate a ciascuno dei suoi Caduti. E non è meno importante che quel terribile eccidio in cui scomparvero oltre cento cittadini di Pola tra cui una ventina di minori (come da puntuale ricostruzione di Padre Flaminio Rocchi), andando a costituire una strage per cause non naturali senza pari nella storia d’Italia, sia entrata nella memoria collettiva con tutto il valore morale di un solenne attestato a firma del Presidente della Repubblica.

    Il tutto ha trovato conferma in altri otto riconoscimenti, conferiti direttamente al Quirinale nelle mani di altrettanti congiunti – Renata Succi Martin (tre Medaglie), Giuliano Maresi (quattro Medaglie), Lino Vivoda (una Medaglia) – delle Vittime di quella strage. Lo stesso dicasi per un ulteriore attestato consegnato a Trieste a Claudio Marini (una Medaglia), che porta a 14 il totale di quelli relativi alla tragedia di Vergarolla.
    L’occasione è congrua per esprimere a tutti gli insigniti la solidale partecipazione degli italiani di buona volontà, unitamente al perenne suffragio per tutte le Vittime di quell’eccidio e per tutti gli Infoibati: indicazione di sintesi in cui la legge comprende per estensione, naturalmente, i fucilati, gli impiccati, i lapidati, gli annegati, spesso dopo inenarrabili sevizie. Un suffragio tanto più commosso perché non può prescindere dall’omaggio alle profonde radici cristiane del popolo giuliano, istriano e dalmata, lontano da ogni violenza anche nei momenti più drammatici di quella stagione plumbea; e quindi, a più forte ragione, arra di civili speranze e di sano patriottismo.

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