7 Gennaio 2013

Rinarrate 5: Il padre ideale dei miei figli

La Protagonista di questa vicenda non riceve mai un singolo schiaffo o un calcio, non viene mai sfiorata dal proprio compagno. Eppure, questa è indubbiamente una storia di violenza. Purtroppo.

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Io e lui.

Lui me lo presenta un mio ex. Alto, carino, educato, intelligente, di buona famiglia: una bella persona… e dopo un po’ che stiamo assieme, lui mi chiede di sposarlo. Io penso: “Questo è il padre ideale dei miei figli”. Quella è stata la mia prima impressione…

“Uniamo le nostre forze e sposiamoci”, dice lui. Entrambi desiderosi di costruire una famiglia e di avere due bambini. “Finalmente!!!” penso io, che ho sempre amato i bambini. Avevo fatto le magistrali e lavorato per anni come baby-sitter, amata da questi e stimata dai genitori. “Ma ora ne avrò di miei, il mio sogno si realizza”.

Cerchiamo casa, un po’ di risparmi miei e un’aiuto economico dei suoi, il suo lavoro agli inizi e il mio in prova… troviamo un appartamento alla nostra portata, iniziamo i lavori; facciamo molto da soli, ci aiuta un operaio solo per poche cose. Pian piano, quando più avanti nel tempo la nostra casetta è quasi finita e noi siamo prossimi alle nozze, alcuni malintesi e litigi fanno crescere in me la voglia di dire no.

SE SOLO AVESSI ASCOLTATO DI PIÙ ME STESSA! Se solo non avessi voluto scappare da una realtà che mi stava scomoda da tempo… ora non sarei qui tra le macerie del disastro che lui ha fatto.

Ci sposiamo. È una splendida giornata di sole e vento: amici, parenti e noi, giovani e belli come il sole. C’è anche tensione nell’aria però, e all’improvviso lui esplode, mi urla di tutto, sbraita in macchina per una sciocchezza. E il tutto in presenza di un un amico, il suo testimone.

Con difficoltà e pressioni della sua famiglia arriva il primo figlio, e con lui nuovi segni di violenza psicologica su di me. Quella di cui avevo avuto un assaggio il giorno del matrimonio. Il giorno che esco dall’ospedale dopo il parto ancora provata, lui mi urla nel corridoio: “Ma come cammini? Ti rendi conto? Muoviti dai…”

Pochi giorni dopo, mentre allatto esausta il piccolo, una sera lui esplode: “Che minestra di m…. che hai fatto!” È il periodo più felice della mia vita, ma proprio ora mi sento anche molto vulnerabile: stanca, fragile e con una creatura piccola da difendere: queste sue esplosioni di ira mi fanno paura.

Il bambino è sempre bravo, non piange quasi mai. A otto mesi però ha una crisi di pianto e non smette più, lui gli toglie il pannolino e lo sculaccia ripetutamente. Quanto sono stata male IO e quanto mi fa male ricordare quell’episodio… che è stato solo il primo di una serie di atti violenti.

Inizia a darmi fastidio anche il solo stare vicino a mio marito e mi capita di pensare sempre più spesso: “questo è un pazzo squilibrato, i suoi lo sapevano e non mi hanno detto niente… per toglierselo di torno”.

Dopo poco scopro di essere nuovamente incinta: mi sento impaurita, il piccolo ha iniziato a dormire da poco tutta la notte. Penso che non ce la farò! Ma lui insiste, “Ti aiuterò io!” e aggiunge: “Ti immagini? Se fosse una femmina… lui è così bello, lei lo sarebbe ancora di più…” Sculacciava il neonato, però sognava la famiglia del Mulino Bianco!
“Mah,” ho pensato “se quando è nato il primo mi aveva promesso di stare a a casa dal lavoro qualche giorno per aiutarmi, anche se poi non l’ha fatto, lo farà di sicuro questa volta…”

La piccola nasce e presenta subito dei problemi: rimaniamo ricoverate una decina di giorni. Le preoccupazioni ci attanagliano, il futuro non sarà semplice. Al mio ritorno a casa mi ritrovo sola con la piccola attaccata al seno e l’altro bimbo appiccicato al mio fianco: lui torna subito al lavoro. In breve tempo resto isolata dalla sua famiglia, che non accetta la bambina e prospetta di allontanarla.

Lui in macchina mi urla in presenza dei figli: “Facciamo gli esami! Vediamo di chi è la colpa, e si tiene la bambina!” Iniziano una serie di aggressioni verbali a tutti e tre, e in particolare alla piccola di pochi mesi che non vuole ovviamente stare mai con il papà; pure il maschio più avanti mi accompagnerà fino al portone per rientrare in casa con la baby-sitter pur di non restare solo con il padre. “Mamma,” mi dice il bambino (tre anni) “voglio un papà vero”!

Altro episodio: la piccola (due anni e mezzo) piange tutte le volte che mi allontano e una mattina esco per recarmi al lavoro, lui resta coi bambini, dopo poco sarebbe arrivata la nonna (mia mamma) per stare con i bambini. La nonna trova pipì e popò sul tappetino del bagno… quando torno, il bambino più grande (tre anni e mezzo) mi racconta che appena sono andata via il papà ha picchiato Grazia e l’ha lanciata sul divano. Io sono furiosa! Ma lui mi promette in lacrime: “Non succederà più, mai più… è solo che non sopporto i pianti!”

Spero, spero e continuo a sperare che lui non rifaccia queste orribili cose, e mi ripeto come per convincermi che sarà così perché non può che essere un periodo, di poca pazienza, forse di stress…  Lui in fondo so che vuole bene ad entrambi i bambini, magari a modo suo. E infatti, lui alterna momenti di comprensione e di aiuto in cui si dimostra partecipe e complice ad altri di scatti di nervosismo.

Poi poco dopo mi capita di ritrovare il sedere della piccola segnato: “Cosa è stato?” chiedo al ‘papà modello’ che mi ritrovo davanti: lui di sangue nobile, figlio di una famiglia molto in vista della sua città! “Sono stato io!” dice lui senza guardarmi negli occhi. “Bene,” penso io, “anzi male”. Il grande dorme già, prendo la piccola così come sta con il pigiamino, vado all’ospedale, lui tenta di fermarmi con delle telefonate, io spengo il cellulare e questa volta non mi ferma più nessuno: parte la prima denuncia!

La seconda arriva qualche anno dopo (perché nel frattempo ho continuato a sperare di tenere assieme la famiglia, quella che io non avevo avuto, e ho voluto credere a lui alle sue stupide promesse). Avviene dopo un’episodio di ceffoni: loro urlano, giocano, insomma fanno i bambini… e caspita, lui i bambini proprio non li sopporta eh!!! Succede però che la bambina, fragile di corporatura, cada dopo il ceffone e sbatta la fronte sul calorifero riportando un grossa botta sulla fronte: denuncio.

Dopo la denuncia chiedo aiuto al GOAP, perché tutte le volte che accennavo a lui di volermi separare succedeva il finimondo in casa ed ero terrorizzata per i bambini e per me. Piglio due stracci miei e dei bambini. Vado a prenderli dai nonni paterni con la scusa del dentista, la nostra meta è la casa protetta. Né loro né io immaginiamo che ci saremmo rimasti per quarantacinque giorni, nel timore di essere scoperti da lui, ma costantemente sostenuti dai nostri angeli, le signore del GOAP.

Il tutto per liberarmi dal padre ideale dei miei figli, che per me era diventato un mostro.
Che abbaglio mi ero presa…

Sto ancora combattendo. Quando ero nella casa protetta con i miei due figli ho passato un momento difficile di dolore, ma al tempo stesso mi sentivo fiera della mia decisione. Ho riacquistato la cosa più importante: la libertà.

In tutti questi anni lui ha continuato con la sua violenza psicologica nei nostri confronti.
I ragazzi mostrano segni di disagio. Speravo di esserne uscita in tempo. Ma i primi input che riceve un bambino sono quelli che lasciano i segni.

Io sono libera. Ma ancora oggi lui non ha pace.

* * *

NOTA: nel progetto Rinarrate verranno accettati solo commenti firmati con il vostro nome e cognome, indipendentemente dal contenuto.

A questo link trovate l’indice di tutti i testi del progetto Rinarrate

Per contattare il centro antiviolenza GOAP: 040-3478827
http://www.goap.it/

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105 commenti a Rinarrate 5: Il padre ideale dei miei figli

  1. Denis Furlan ha detto:

    Non sono riuscito ad arrivare alla fine.
    Dio mio.

  2. morena ha detto:

    Questo padre padrone dopo due denuncie per maltrattamento ai propri figli ,e‘ ancora libero di vedere queste povere creature.Ma io mi chiedo i giudici per i minori non fanno nulla? aspettano di vedere altro sangue prima di portargli via la podesta genitariale a questo uomo di m….. non ho parole.
    la sereenita‘ tua. e dei tuoi angioletti e‘ la cosa piu‘ importante.
    Sei una mamma coraggio ti ammiro e continua cosi‘.
    Morena

  3. la protagonista ha detto:

    Purtroppo siamo tutto meno che sereni grazie a lui ancora oggi.
    Appunto cosa aspettano i giudici?

  4. Sara Matijacic ha detto:

    Posso solo immaginare, la sofferenza dei bambini e la sofferenza della madre nel vedere i figli soffrire. Spero soltanto che leggendo questo articolo, altre mamme che si trovano a vivere una simile situazione, si sentano meno sole e abbiano il coraggio di chiedere aiuto.

  5. michele crassani ha detto:

    come mai ha chiesto gli esami per accertare la paternità della bambina? vi eraqualche precedente cheportava a pensare che la bimba non fosse del padre supposto?

  6. Fiorenza G.Degrassi ha detto:

    “oggi io sono libera ma ancora oggi lui non ha pace…” scusa, sarà per motivi “stilistici” questa chiusa,ma la trovo totalmente stonata rispetto all’enormità di quanto hai riferito sul trattamento inflitto ai bambini.
    la famosa “violenza psicologica” fatta di male parole cui quasi tutte noi abbiamo sufficiente energia per replicare con uguale moneta, E’ ROBETTA a fronte di maltrattamenti e di quella portata! a minori di quell’età.
    Mai giudicare, per carità… con uno così,io magari ci duravo anche di più, a tirarci dietro insulti spacciati per “questa specie d’amore”ma consentimi, un secondo figlio non ce lo facevo.
    Oggi un solo imperativo : anteporre LORO ai tuoi e soprattutto ai “suoi” stati d’animo sui quali ti soffermi nella tua chiusa. …chissenefrega se “non ha trovato la pace”!

  7. michele crassani ha detto:

    da quello che leggo mi par di capire che su di leinon alxava le mani.

  8. la protagonista ha detto:

    appunto come dici tu…mai giudicare specie se le cose sono peggiorate al secondo figlio…(poi sai l’aborto non non è uno scherzo un figlio è una vita)forse non hai capito o io non mi sono spiegata,la frase: -“lui non ha pace” è perchè ci tormenta ancora. Se fosse solo per lui chiaro che me ne fregherei anzi.

  9. Fiora ha detto:

    ..non vorrei dare adito ad equivoci “un secondo figlio non ce l’avrei fatto” sta per “non ce l’avrei concepito”.

  10. Benedetta Gargiulo ha detto:

    @Michele Crassani, no, infatti. Era solo un po’ brusco nei modi, a volte un po’ nervoso. Ma chi non lo è, soprattutto oggi, con tutto lo stress, il lavoro, la crisi? Le donne a volte esagerano con eccessive richieste e paranoie. Sicuramente la protagonista sarà stata una vera lagna al rientro dal parto, mentre lui si faceva il mazzo a lavorare e a casa non aveva nemmeno un piatto decente da mangiare.
    Ecco, per esempio, anche io adesso sono un po’ nervosa. E’ lunedì 7 gennaio, sono tornata al lavoro dopo le ferie, ho un sacco di email da smistare. Credo che andrò a picchiare i miei due figli e insulterò il mio compagno. Dopotutto è normale così, no?

  11. michele crassani ha detto:

    mica ho detto che é normalem volevo dire che a differenza ddelle esperienze lette neglu altri racconti a questa gli é andata di lusso. ovviamente non é tollerabile il comportamento con i figli.

  12. la protagonista ha detto:

    e si davvero di lusso peccato che a una madre quando toccano i figli è peggio che ti facciano qualcosa direttamente

  13. la protagonista ha detto:

    a Fiora invece: rileggi la mia storia fose ti sarà più chiaro tutto “ho cerato di tenere assieme la famiglia perchè speravo” implica tutto capisci?

  14. Paolo Geri ha detto:

    #8. michele crassani

    A volte la violenza psicologica ferisce più a fondo di quella fisica.

  15. Benedetta Gargiulo ha detto:

    Di lusso dal punto di vista fisico, ma da quello psicologico è uguale. Si legge il terrore a ogni riga. Il clima che quest’uomo ha instaurato in casa era di paura e insicurezza. Oltretutto anche in un momento così delicato come quello post partum, in cui una donna ha bisogno del massimo del supporto. Purtroppo la violenza psicologica non è sanzionabile penalmente, né è semplice produrne le prove. Il danno però è lo stesso.

  16. morena ha detto:

    Voglio controbattere Fiona, non si puo‘ giudicare una mamma innamorata del marito ,e con la speranza nel cuore che il prorio compagno e cambi attegiamento nei riguardi dei figli. Non si puo‘ additare la protagonista che ha sempre denunciato il marito,ma il padre e i giudici che non hanno fatto nulla x questi angioletti

  17. Fiorenza Degrassi ha detto:

    @Paolo Geri: a mio avviso, mai!
    @ Morena cara “non si può…non si può…” potrei dirti non si può servire sempre il solito sciroppo “brava,ti ammiro, avanti così…” a commento di qualsiasi esperienza pubblicata, come leggo da te.
    Cara Morena, con rispetto delle frustrazioni, con empatia delle situazioni e senza condanna alcuna con onestà mi sono sentita di scrivere quel che ho scritto.
    La storia l’ho letta e riletta e sebbene a tutti piaccia il favore di pubblico e di critica…non cambierei un rigo di quello che con tutto l’ affetto e l’empatia di cui sopra mi sono comunque sentita di scrivere.

  18. michele crassani ha detto:

    benedetta, in parte l’ha scampata. in cinfronto alle altre gki éandata bene. tutto qui. e poi smettiamola con l’ipocrisia che mi da un fastidio inimmaginabile. le donne fanno tutto per amore mentre gli uomini sono delle bestie feroci. se l’é sposatoanche se ha visto che non andava bene.

  19. Fiora ha detto:

    e ormai sentendomi fuori di pignatta rispetto al pensare comune vorrei spendere due parole sulla violenza psicologica vs. fisica.
    la vicenda in esame è fuori discussione…altro che di parole e parolacce si è reso reo questo “paparino” !
    Io penso che una spolverata alla facciata sia infinitamente più lesiva di un insulto e ben più rischiosa di conseguenze permanenti,nonché il “via” a violenze sempre crescenti che possono culminare,come accade, con la morte!
    Di ” putt,tr.tu tu e madre” e quant’altro non si muore.e si riesce a ribattere …se si ha la certezza che sberle non ne voleranno.
    Di botte ci si accascia fisicamente e psicologicamente..Annientano proprio. muore la stima e il sentimento come per le parolacce,ma di botte si può crepare davvero e senza recupero.
    Non vorrei si equivocasse pensando che io assolva i parolai purché con le mani in tasca,eh?!
    Mi limito a pensare Violenza psicologica,tutta da quantificare a seconda anche della tostaggine di ciascuna.
    Violenza fisica? Oggettivamente gravissima e pericolosa. Per tutte nella stessa misura

  20. claudia58 ha detto:

    Allucinante lettura che mi ha provocato molta rabbia…e molta compassione verso i piccoli. Per rispondere alla giusta osservazione di Morena #2 (prima parte) ti dirò che deve essere la madre a chiederlo e pretenderlo un allontanamento dal padre,deve darsi da fare in prima persona assieme al suo avvocato, piuttosto non concordo molto con il “madre coraggio” …. la signora ha giustificato atti violenti verso minori (verso dei neonati!!) con la motivazione dello stress del marito,”vuole bene a modo suo” “spero che lui non rifaccia…”;qui non c’era da sperare, c’era da correre via, da salvare i figli. I ragazzi di ora hanno bisogno di vivere sereni, senza che venga loro imposta questa frequentazione che li ha segnati a vita. I figli andavano protetti,in questi casi non si annuncia a il”lui” di turno di volersi separare, prima si portano via i figli, si chiede un allontanamento dal padre al giudice e poi ci si separa legalmente ed andava fatto al primo episodio di violenza di “quello che non ha pace”… Ora continua la violenza psicologica, grave quanto la fisica, ma perchè non rifiutarsi di far vedere questo padre ai figli?

  21. Benedetta Gargiulo ha detto:

    Non so, non vedo l’utilità di un confronto con gli altri casi. Quante botte ha ricevuto? Solo pugni? Solo calci? Nessuna violenza ma solo una pistola puntata? Solo una minaccia di morte? Questa donna ha subito violenza psicologica da un uomo violento e per questa ragione ha trovato assistenza al GOAP, dove credo abbiano di meglio da fare che accogliere donne che in realtà se la passano bene. In più, oltre a questo, c’è la violenza sui figli, che, se proprio vogliamo insistere con i confronti, negli altri casi non emergeva.
    Detto questo, qua nessuno generalizza. Se ti rincuora, sono d’accordo con te nel dire che esistono donne cattivissime e senza un cuore, così come esistono uomini buonissimi e pieni di amore verso le donne. In questa rubrica si parla però dei casi contrari e quindi difficilmente troveremo un racconto che ci parla di un marito caritatevole nei confronti di una moglie arpia. L’argomento è questo e grazie a dio troviamo un canale che ci permette di parlarne.

  22. Benedetta Gargiulo ha detto:

    Ovviamente rispondevo a Michele 🙂

  23. Fiora ha detto:

    tra l’altro qui è descritto un vile ripetersi di violenze su bambini…roba da telefono azzurro.
    Talmente odioso che a mio parere travalica i confini e la finalità di questo percorso.
    davanti alla sofferenza FISICA di bambini ad opera di un genitore, più che commuoversi è lecito indignarsi con l’altro genitore che per debolezza l’ha consentita.

  24. michele crassani ha detto:

    su parla troppo di una e troppo poco dell’altra

  25. Sara Matijacic ha detto:

    Scusatemi, intervengo per ricordarvi che gli interventi devono essere firmati con nome e cognome. 🙂

  26. Fiora ha detto:

    @25 ogni intervento,cara Sara? correttamente ho firmato il post 6 ( quale primo di questa pubblicazione) preferendo per familiarità e comodità,visto che intervengo “altrove”, continuare col nick una volta fatto …coming out
    🙂

  27. Benedetta Gargiulo ha detto:

    Michele, non ho la percezione che si parli “troppo” degli uomini violenti. Soprattutto considerando che molti casi vengono taciuti proprio per ragioni culturali o per paura. Poi, se secondo te si parla troppo poco di uomini che subiscono violenza da parte delle donne, beh, non hai che da sollevare il caso. Ma non a discapito del primo. Non è una guerra tra generi questa, ma tra persone violente e le loro vittime.

    Cerco di rispondere anche a Fiorenza e in generale a tutti quelli che legittimamente esprimono un’opinione indignata nei confronti di questa situazione e tendono a suggerire soluzioni drastiche. E’ chiaro che se un’amica venisse da me raccontandomi che il marito la insulta e picchia i figli, la prima cosa che le direi è di scappare a gambe levate e impedirgli di vedere i figli. Anzi, le chiederei perché sia venuta a raccontarlo a me perdendo tempo, invece di correre subito alla polizia. Purtroppo però la realtà delle persone maltrattate non è mai così semplice, altrimenti non esisterebbero maltrattamenti, né situazioni di violenza come quelle che stiamo leggendo ogni lunedì. Semplicemente ogni donna, al primo ceffone o alla prima minaccia se ne andrebbe e festa finita. Ma questo non succede. E non è stupidità o imprudenza o spavalderia. E’ un insieme di tante cose, di legami, di vissuti personali, di sostegno della famiglia d’origine, di solitudine, di insicurezze, di una società che premia il più forte e sanziona il più debole. E le minacce e la violenza psicologica minano giorno dopo giorno la fiducia che hai in te stessa, nella tua capacità di capire cosa è tollerabile e cosa no, e qual è il limite. E’ come la rana che viene lessata lentamente in pentola. Se la butti nell’acqua bollente, quella salterà fuori, ma se alzi gradualmente la temperatura, la rana si lascia lessare. Il paragone non è lusinghiero, ma è per rendere l’idea.
    Io credo che chi sta fuori dall’acqua bollente debba imparare ad ascoltare chi ci è stato, ad avere la giusta comprensione e accettare il fatto che ci sono donne che non riescono a riconoscere subito il pericolo. Se vogliamo veramente aiutare queste donne (o gli uomini di cui parla Michele) dobbiamo rinunciare a fornire ricette facili di come avremmo risolto noi il problema e invece cercare di capire il motivo per cui queste donne hanno continuato a stare ammollo. Credo possa giovare a tutti quanti.

  28. michele crassani ha detto:

    io vorrei solo che gliargomenti vengano trattati in maniera paritaria. forse sarebbe il caso che si istituisse un “rinarrati”.il mio é solo uno spunto visto chenon essendo del mestiere, per la redazione. la parità dei diritti passa anche attraverso la condivisione e l’accettamento che in entrambi i sessi ci sono elementi che prevaricano, usano violenza, ricatto, pressioni psicologiche equantaltro per far valere ilpredominio. ma se si usano due pesi e due misure non si avrà mai un punto di incontro. due persone che.hanno subito violenza sono sulla syessa lunghezza d’onda ,senza necessariamente essere dello stesso sesso, da parlarne e capirsi.

  29. Benedetta Gargiulo ha detto:

    Michele, il tuo spunto è interessante, ma non credo ci possa essere un legame tra i due argomenti. Cioè: perché dobbiamo paragonare gli spazi dedicati alla violenza sulle donne a quelli dedicati alla violenza sugli uomini? Perché devono essere paritari? Ogni spazio deve avere il tempo e il luogo giusto, né meno, né più di quello di cui ha bisogno. Esistono anche figli che maltrattano, seviziano e uccidono i genitori, non per questo ci mettiamo a misurare quanto si parla di maltrattamenti da parte di genitori nei confronti dei figli, dicendo che IN CONFRONTO è troppo.

  30. tania grimaldi ha detto:

    Caro Michele,
    non si usano due pesi e due misuri, bensì un unico parametro:la condanna della violenza fisica, psicologica, sessuale e economica. Si condanna chi agisce violenza nella propria relazione di coppia utilizzando la coercizione come strumento per dominare la propria compagna.
    Si parla di donne che subiscono violenza perchè l’incidenza di questo fenomeno è prevalentemente di questo tipo.
    ogni 2 giorni viene uccisa una donna in Italia da parte del partner o ex. ogni anno arrivano al centro antiviolenza di Trieste oltre 200 donne; ogni anno arrivano ai centri antiviolenza italiani (circa 60) oltre 16000 donne.
    l’Istat stima che solo il 3% delle donne che hanno subito violenza si rivolgono ad un centro antiviolenza. e questo ti fa capire come i numeri sopracitati siano solo la punta dell’iceberg e il fenomeno resti ancora troppo sommerso.
    E continuerà a restare sommerso finche le persone continueranno a dire “si è vero, ma…”:
    ma anche le donne sono violente
    ma non è stata pichhiata
    ma poteva andarsene
    ma chissà se è vero quello che racconta
    ma nessuno racconta le storie degli uomini.
    Tutti questi MA rendono questo problema socialmente accettabile, di fatto.
    Noi non ci stiamo.

  31. michele crassani ha detto:

    prlarne é paitario percgé altrimenti si nega l’esistenza di un fenomeno che esiste, é sommerso e del quale si cerca di evitare di parlarne.come scrutto la mia era un idea che si può sviluppare dandogli un apposito spazio al pari delle tragedie che colpiscono le donne.tutto qui. mi sembra ipocrita sbandietare la carta dei diritti e delke parità solo nel caso in cui fa comodo. e negare quelli stessi diritti ad altri che subiscino le stesse cose, ma da parte di una donna.

  32. tania grimaldi ha detto:

    Non si nega l’esistenza di nulla, nè tantomeno i diritti. semplicemente, un gruppo di donne che ha subito violenza ha deciso di creare questo spazio per parlarne (grazie a Bora.la); altrettanto possono fare gli uomini. Ma lo spazio deve essere un altro

  33. Benedetta Gargiulo ha detto:

    Michele, siete liberi: se volete aprire dei centri antiviolenza per uomini, potete farlo. Anzi, visto che mi dici che è un problema UGUALMENTE serio e diffuso, mi domando come mai nessuno ci abbia mai ancora pensato. Mi chiedo come mai al GOAP non bussino anche gli uomini. Come mai l’ISTAT non parli dei numeri degli uomini che denunciano le violenze. O di quelli che non le denunciano. Non ne parla la letteratura, non ne parla la cinematografia, non ne parla veramente nessuno. Eppure gli uomini ricoprono posizioni tali che potrebbero. Si parla persino di impotenza. Ma di violenza subita no. Mah. Ripeto: non è colpa delle donne o della disparità se non si parla degli uomini violentati. Se ne sentite tutta questa necessità, perché non lo fate?
    Intanto, giustamente, come dice Tania, sarebbe il caso di continuare a discutere in questa sede di un problema già ben che codificato e cercare di comprenderne le ragioni e soprattutto le soluzioni. Qualche suggerimento che non sia: “Parliamo anche degli uomini?”

  34. Fiora ha detto:

    @ Benedetta, forse per motivi anche autobiografici non sarebbe da me, credimi, indignarmi al racconto di una storia di violenza subita per anni…ma sulla propria pelle personale.
    M’indignainvece che la violenza sia stata consentita sui propri figli, bambini piccoli. per me d prima ancora della denuncia sarebbe scattato l'”occhio per occhio” 😉
    E onestamente oggi che si strombazza da ogni parte che non è con i figli che si salvano i matrimoni ,leggere che si è deciso per una seconda maternità ( con un padre già testato sul campo e auto dichiaratosi “inadatto” ) “pur di salvare la famiglia” questo mi indigna.

  35. Fiora ha detto:

    e ho l’onestà di esprimerla questa mia “indignazione” perchè se perdurassimo ad autoassolverciin tutto tra di noi ,non ci faremmo un buon servizio l’un l’altra e neppure ci aiuterebbe nella considerazione maschile

  36. michele crassani ha detto:

    e coosa ho detto io? creare uno spazio apposito.riguardo l fatto di creare centriviolenza per gli uomini credo vi sia un ostacolo culturale e mentale. l’uomo viene visto coe la parte forte e credo subentri anche un senso di vergogna a esternare certe esperienze.

  37. Benedetta Gargiulo ha detto:

    Fiora, non c’è da autoassolversi perché non c’è un processo. Hai tutta la libertà d’espressione del mondo per manifestare la tua indignazione, per carità. Ma quello che voglio suggerire è che forse con l’indignazione non si aiuta quella donna, né quelle che sono in una situazione simile e che leggono Rinarrate. Certo, nemmeno con la commiserazione e con tutti i “va tutto bene, non è successo niente”. Credo che sia invece fondamentale l’ascolto e cercare di capire delle dinamiche che non conosciamo.

  38. Roberta Magro ha detto:

    @Michele: sappiamo bene che non tutti gli uomini picchiano, violentano e ammazzano. Sarebbe bello che gli uomini sani in circolazione facessero sentire la loro voce e si dissociassero con forza dai loro simili violenti, magari organizzandosi per dar loro una mano. Altri già l’hanno fatto, vedi ad esempio http://www.noino.org.

  39. Fiorenza G.Degrassi ha detto:

    “autoassolversi” è figurato ,Benedetta ci mancherebbe!sta per darci ragione ad oltranza senza la mercé di un distinguo. Tra violenza subita in prima persona e violenza permessa su creature tra l’altro che abbiamo messo al mondo noi…
    Comunque il vostro lavoro è importantissimo ed il vostro ruolo che avete scelto liberamente è
    encomiabile.
    Consentimi che quello di chi legge ed eventualmente (senza animosità) in qualcosa dissente,si limita ad esercitare il proprio.

  40. Fiorenza G.Degrassi ha detto:

    ..anche perché “dare ascolto”su un blog fatto d’interventi scritti mi riuscirebbe difficile 😉
    Rinnovo comunque l’apprezzamento più sentito e sincero per tutto quanto fate e del quale ,credimi, ho contezza.

  41. la protagonista ha detto:

    Cara Fiora, indignati per il padre e non per me che sono uscita da questa situazione.Guarda che molta violenza è arrivata dopo la seconda gravidanza inaspettata, prima era difficile capire…. essere in mezzo e vivere sulla propria pelle la cosa ti assicuro cambia rispetto a essere un semplice lettore.

  42. Benedetta Gargiulo ha detto:

    Anche “ascolto” è figurato 🙂 Confermo l’encomio per Rinarrate, ma non posso includermi tra gli organizzatori: le protagoniste, il Goap, Bora.la. Io sono solo una supporter, e come tale mi comporto, con tutti i fanatismi del caso.

  43. isabella blasini ha detto:

    A me fanno venire i brividi le frasi di Michele come:
    “da quello che leggo mi par di capire che su di lei non alzava le mani”
    “a differenza ddelle esperienze lette negli altri racconti a questa gli é andata di lusso”
    “le donne fanno tutto per amore mentre gli uomini sono delle bestie feroci. se l’é sposato anche se ha visto che non andava bene”.

    Sono tutte scusanti, attenuanti, giustificazioni che non dovrebbero nemmeno passare per la testa.
    Un forte abbraccio alla protagonista.

  44. tania grimaldi ha detto:

    Ci sarebbero tante cose da rispondere a questi interventi ma la prima di tutte è che sono contenta che questi racconti delle Protagoniste di RInarrate stimolino riflessioni e pensieri su una questione della quale, troppo spesso, parlano “gli altri” e non chi vi è direttamente coinvolto.
    Credo che chiederò lo spazio a Bora. la per scrivere una riflessione sul complicato e delicatissimo meccanismo nel quale si trova (suo malgrado) coinvolta una donna vittima di violenza. E sarà il caso di scrivere anche qualcosa proprio sulla questione spinosa che la nostra Protagonista di oggi ha affrontato, cioè la violenza sui propri figli.
    Ah dimenticavo di presentarmi: sono un’operatrice del Centro antiviolenza Goap.

  45. michele crassani ha detto:

    non sono attenuanti isabella solo constatazioni.
    tanua a questa i figli andrebbero tolti visto che é stata incapace di difenderli anteponendoalla loro salute sia psicologica che fisica a un suo personalissimo ed egoistico desiderio. e ciò é durato anni

  46. isabella blasini ha detto:

    Michele secondo me non hai capito di cosa si stia parlando qui.
    Consiglio un buon corso di psicologia umana.

  47. michele crassani ha detto:

    so bene di cosa si parla. il fatto che non mi stracci le vrsti e strapparmi i capelli per il disappuntonon é nel mio caraytere. sono opinioni isabella. io esprimo la mia voi le vostr. altrmenti scrivete che mon si accettano commenti che non sono di vostro gradimento.

  48. Fiora ha detto:

    non condivido quasi nulla di quello che ha scritto il nostro Michele, ma sull’ultima affermazione ” allora scrivete non si accettano commenti che non sono di vostro gradimento…” sono perfettamente d’accordo.
    A Benedetta che mi suggerisce un ascolto “figurato” chiedo le modalità di un siffatto ascolto. Es “brava, avanti così, ti ammiro”? sarebbe ipocrita e in definitiva poco utile.
    Alla Protagonista che ha accettato di esporsi,spero con l’umiltà che include anche l’ accettazione di qualche appunto, oltre a rinnovare la mia solidarietà CONSAPEVOLE (??!!) dico soltanto, che poco o molto “per scherzi di parole e scherzi di mano” ci siamo passate in tante,ma che almeno per la sottoscritta la linea rossa invalicabile è il coinvolgimento in questi “scherzi” di un bambino e che affermare a tutt’oggi “ho voluto un altro figlio per salvare la famiglia..” mi appare sintomatico della scarsa considerazione per una Persona per le quale dovremmo essere ” l’arco” (K. Gibran) e non i proprietari.
    queste letture non sono romanzi. Un contraddittorio educato, (purché in tema,eh, Michele?!) unito al plauso ci starebbe,ma se appare sgradito …evviva amiche come prima e ciao!

  49. Fiora ha detto:

    Nel dirottarmi verso altri lidi virtuali vorrei sia chiaro che da parte mia il “chi è senza peccato…(leggasi “debolezze ,contraddizioni, mollo&torno-perché ci-spero-ancora)” é ben radicato.
    In realtà così mi specchio, quindi forse divergo ma …PIETRE? IO,MAI!

  50. Fiora ha detto:

    @le Signore del Goap
    detto e ridetto,ma davvero un GRAZIE,anche da concittadina.
    Voi raccogliete anime e corpi feriti e riuscite spesso a sanare entrambi e far recuperare dignità e sicurezze.
    i risultati sono nelle CONCLUSIONI della storie che presentate, ma la TRAMA pregressa è quello che noi leggiamo. Limitatamente a quella in termini generali e soprattutto antecedenti alla conclusione m’era parso ammissibile e forse doveroso (come prevenzione) muovere qualche appunto.

  51. Benedetta Gargiulo ha detto:

    Nessuno qui credo voglia ridurre al silenzio le opinioni discordanti. Ma chiedo semplicemente, prima di arrivare a un GIUDIZIO (questa donna non ha tutelato i suoi figli e quindi non merita la nostra solidarietà), se vi siete prima chiesti PERCHÉ. Questo credo sia anche l’obiettivo del progetto: non fermarsi a una discussione da bar fatta di considerazioni sommarie, ma cercare di capire e di informarsi. Io personalmente sarei curiosa di conoscere i ragionamenti di questa donna, perché è arrivata fino al punto in cui è arrivata, come ha gestito la situazione con i figli, che cosa ha pensato, ecc. Anzi, pregherei la protagonista di raccontarcelo, di spiegarci come non sia tutto così semplice in un asse temporale così lungo e con dei legami e dei sentimenti così complessi. Insomma, uno poi scrive i commenti che gli pare eh, ma non mi sembra che si vada molto a fondo.

  52. michele crassani ha detto:

    ecco ci spieghi perché il marito ha chiesto l’esame di paternità, visto che alla domanda non ha ancora risposto

  53. Margherita ha detto:

    Devo chiedere scusa alla protagonista se non sono riuscita a scriverle prima perchè avevo bisogno di assimilare questa storia “dovevo in qualche modo sentirla”. Non si può comunque criticare questa mamma e questa moglie per aver cercato in tutti i modi di salvare la sua famiglia. Il padre in questo caso si è compartato peggio di un animale, si è accanito contro i suoi figli, degli esserini indifesi,che dipendono completamente dai genitori. Voleva punirli? Voleva punire la madre “indegna” o voleva punire se stesso incapace fi fare il padre? E che dire delle istituzioni? Non mi sembra che il tribunale dei minori sia intervenuto. E la famiglia di origine? Buona famiglia ottime persone che comunque non sono intervenute.Questa mamma si è sentita sola. Anch’io mi sono rivolta al goap l’ho fatto quando era arrivato il momento di farlo ho deciso di separarmi da mio marito non appena mio figlio è diventato maggiorenne perchè credevo FOSSE GIUSTO COSI’ e non avete idea di quello che ho dovuto sopportare prima, era dal 2000 che avevo fatto segnalazioni in polizia ma nessuno si è mosso, però per quanto crudele fosse ha sempre difeso il figlio mettendolo contro di me anche questa è una strategia.Prima di rivolgerci al goap non avete la minima idea del percorso che dobbiamo intraprendere, lasciare tutto alle spalle e scappare più in fretta possibile.Abbiamo paura di camminare per strada per paura che l’ex ci veda e ci faccia del male o scopra dove abitiamo. E’ una decisione difficile da prendere vuol dire ricominciare in tutti i sensi e il più delle volte non abbiamo un reddito. Ma vi sembra facile portare via i nostri figli dalla loro casa, dai loro amichetti,l’asilo, i nonni anche dal loro papà che il più delle volte picchia la moglie e non i figli.Questa è la lettera che mi ha colpita di più! Possiamo venire massacrate di botte, ma noi siamo adulte, ma guai a toccare i nostri figli specialmente quando non si possono difendere.E’ da vigliacchi come sono vigliacchi chi sà e fa finta di non vedere.

  54. Margherita ha detto:

    Mi ripeto è da vigliacchi anche questo. Per esperienza personale si cerca di scoprire se si è veramente il padre dei bimbi è più facile così si cercano delle scusanti al comportamento non sono il padre=non sono responsabile=non è un mio problema. Anzi tu donna putt. mi hai tradito questa me la paghi. E’ un umiliazione continua e il più delle volte non si pagano gli alimenti per i figli così si vuole punire la donna- mamma togliendo il mantenimento per i figli la cui unica colpa è quella di essere venuti al mondo

  55. Fiorenza G.Degrassi ha detto:

    @46, come sono incoerente con questi congedi a segmenti…ma tant’è se chiudo una porta non la sbatto,per cui non mi smentisco se la tengo ancora socchiusa tanto per dire a Isabella Blasini .
    Da più di due anni sono utente …più che soddisfatta di bora.là.
    Con Michele come con tanti altri abbiamo accesi scontri quotidiani ..nick to nick,connotati sempre dal reciproco rispetto con una punta da parte sua di tollerante cavalleria che gli riconosco e della quale lo ringrazio e da parte mia da bonarie gags di rimando, col risultato di ritrovarsi virtualmente amiconi e desiderosi di proseguire…
    Se buona educazione e buon gusto non assistono nel calibrare le sortite francamente offensive come la tua, suggerirei di astenersene.

  56. michele crassani ha detto:

    tutti anelano a mantenere il figlio concepito dalla moglie con l’amante (fisso o occasionale)mentre ti spacchi la schiena al lavoro per pagare mutui, rate ecc. e alla fine pure il mantenimento per un figlio non proprio. un mantenimento preteso pure. e si lamentano pure ae il marito non capisce.

  57. Margherita ha detto:

    domanda perchè partiamo dal presupposto che i figli della nostra protagonista sono il risultato di una relazione extra e non il frutto d’amore fra due persone che decidono di sposarsi e di mettere su famiglia? Perchè si continua a pensare che una donna non abbia di meglio da fare che pensare di fregare il suo compagno attribuendone paternità non sue? Ritorniamo a quella vecchia canzone popolare che recita che ” l’uomo se sempre un angelo e la donna se come el diavolo?”

  58. michele crassani ha detto:

    nessuno parte dal resupposto. la domanda era: pper quale motivo hachiesto gli esami.
    la risposta non é pervenuta.bisogna anche tenere conto che la maggior parte della violenza si é scatenata dopo il secondoinaspettato(sopratutto per il padre) bambino

  59. Margherita ha detto:

    Vorrei rispondere a Michele che nel mio caso il mutuo lo pagavo io e il tribunale ha assegnato casa mia al mio ex e che sono io che pago il mantenimento di mio figlio con uno stipendio da 1200 euro mentre il mio ex guadagna 1800-1900 come vedi capita anche il contrario ed anche il mio ex diceva di volere la prova che il figlio fosse suo. Permettimi di farti una domanda e se venissi a scoprire che il figlio che credevi fosse tuo in realtà non lo è come ti comporteresti? (ovviamente non posso sapere se sei padre o meno)Dopo 10 15 20 anni di colpo smetteresti di volergli bene? Non andresti più alle partite di calcio ecc? Invece se nel caso l’esame di paternità ti attribuerebbe la partenità acceresti l’idea di essere stato un perfetto idiota comportandoti in questo modo? (sia chiaro non ti sto dando dell’idiota)Visto che tra l’altro mi pare costi un sacco di soldi.

  60. michele crassani ha detto:

    cosa farei? faccio causa a mia moglie e chiedo un risarcimento per tutti gli anni incui mi ha truffato.

  61. Benedetta Gargiulo ha detto:

    Michele, a me pare abbastanza chiara la ragione per cui lui ha chiesto il test di paternità. La bambina è nata con dei seri problemi fisici e lui, supportato dalla sua famiglia d’origine, non l’ha accettata, come succede in India e in gran parte del terzo e quarto mondo. In linea con il suo profilo di uomo della società-bene, è inconcepibile che tocchi proprio a lui la macchia di una figlia imperfetta. Quest’uomo non riesce ad accettare l’imperfezione e dove la trova reagisce con violenza. Sarebbe bello per lui che la bambina non fosse sua: questo è stato il pensiero. Credo. Ma lascio ovviamente alla madre il diritto di replica alla tua domanda. Io l’ho interpretata così.

  62. michele crassani ha detto:

    allora lo specifichi, perche da come lo ha descritto nel racconto si può fraintendere come ho fatto io. in questo caso mi sento im obbligo di fate le mie scuse.

  63. Margherita ha detto:

    in questo modo faresti del male solamente alla creatura che non ha chiesto lui o lei di essere messa al mondo. Vedi la questione non è semplice ci vanno di mezzo sempre persone innocenti. Comunque al di la di chi sia la colpa è evidente che c’è qualcosa che non va nel rapporto tra la coppia. Credimi molto spesso si vuole instillare il dubbio per ferire il compagno. Allora credo che sia meglio la separazione piuttosto di vivere in questo modo. Meglio due bravi genitori separati che due cattivi genitori insieme

  64. michele crassani ha detto:

    margherita , non sono tollerante in certe situazioni. non é mio? prenda i suoi stracci e fuori da cada. che torni dai suoi o sotto un ponte. non mi frega nulla.

  65. Margherita ha detto:

    mio fratello è nato con una malformazione intestinale anale ed ha rischiato di morire pochi giorni dopo la nascita e mio padre ha sempre accusato mia madre di questo. Secondo lui se mio fratello è nato così è perche mia mamma non è stata capace di costruirlo bene nella pancia (parole sue) MA MAI DICO MAI ha pensato che quel bimbo sfortunato non fosse suo (d’accordo all’epoca non c’era la prova di paternità)perchè l’ha fatto? Non ne ho idea ignoranza? Forse è più facile incolpare l’altro piuttosto che assumersi le proprie responsabilità.

  66. michele crassani ha detto:

    scusa, ma credo che il caso di tuo fratello fosse in un tempo in cuivi era parecchia ignoranza sulla genetica. oggi non lo direbbe.

  67. Kaiokasin ha detto:

    Claudio Siniscalchi
    Da totale profano della materia e dopo aver espresso tutta la solidarietà e vicinanza possibile alla signora e ai due bambini, vorrei chiedere a chi magari è più esperto se nel comportamento di quest’uomo non si configuri qualche patologia che dovrebbe essere affrontata da psicologi (o psichiatri): perchè la violenza fisica solo sui bambini, perchè non sopporta il loro pianto (peraltro normalissimo in bambini piccoli)? Magari ha avuto qualche trauma infantile non superato? Mi par di capire che lui stesso si vergognasse di quello che faceva, quindi era consapevole di sbagliare. Con questo non voglio minimamente/assolutamente giustificarlo, ma solo pensare se in altri casi simili non si possa intervenire (soprattutto dopo la prima denuncia, quindi con la situazione nota alle istituzioni) non solo mettendo in sicurezza le vittime della violenza, che dev’essere la priorità assoluta, ma anche “curando” l’uomo violento e magari recuperando l’equilibrio familiare. E’ solo una mia illusione o sarebbe possibile?

  68. Margherita ha detto:

    non lo so però pensa a come si è sentita la mia mamma e come ha potuto sentirsi la nostra protagonista. Primo la sua bimba ha avuto dei problemi alla nascita e poi il marito ha chiesto la prova di paternità perchè la bimba “è nata male” e pertanto forse non sua? Qua la genetica non c’entra

  69. cimabue ha detto:

    Io mi. chiedo ma tutti accusano la protagonista , ma avete letto attentamente l‘ articolo? primo passo da specificare: 1 quando la protgonista ha portato il bambino all‘ ospedale e ha. denunciato il marito x maltrattamenti su. minori ,Perche‘i giudici non lo hanno immediatamente allontanato dalla casail padre , perche‘‘ viene da. una famigia x. bene??? 2 quando non si ha nessun aiuto dalle famiglie. e dalle. istituzioni che dovrebbero aiitarci . cosa poteva fare oltre a denunciare invano questo. maiale. Nulla!!! ! !!!! perche‘ i. giudici non hanno fatto. il. loro. lavoro. chee noi paghiamo con le. nostre tasse

  70. Margherita ha detto:

    sai cosa che ogni mamma di ogni colore e nazione si pone una domanda:Sarò una buona madre? Sono riuscita a trasmettere tutto quello che sò? crediamo sempre di essere inadeguate al ruolo di madre e quando c’è qualcosa che non va ce ne assumiamo le colpe pur non avendone. Credimi fa malissimo

  71. isabella blasini ha detto:

    Michele se avessi cresciuto un figlio pensando fosse tuo e dopo 15/20 anni scoprissi per caso che non è tuo tu butteresti via tutti quegli anni d’amore? Tutte le esperienze, i bei momenti, il primo passo, la prima volta che ti ha chiamato papà non conterebbero più nulla?
    Un genitore non è chi procrea, un genitore è chi cresce, educa, ama e trasmette i valori ad un bimbo.

  72. Benedetta Gargiulo ha detto:

    @Claudio Siniscalchi, confesso che anch’io, leggendo questa storia, per prima cosa ho pensato al problema che doveva avere quel padre. Un qualcosa di non risolto e probabilmente di molto sofferto. D’accordo con te, non lo si può giustificare, ma sicuramente ci si dovrebbe riflettere e lavorare sopra. Esistono dei programmi di assistenza anche per gli uomini maltrattaNti, che insegnano loro a capire da dove nasce il loro comportamento e che soprattutto li educano a non ripeterlo più. Questa è una cosa molto utile, credo, perché concede a questi uomini una seconda possibilità, quella di avere una vita serena ed equilibrata e, soprattutto, lo concede anche a quelle donne che avranno in futuro a che fare con loro.
    Penso che in genere tutti i violenti non si vivano per niente bene la loro condizione. Credo che molti di loro si sentano veramente lacerati quando commettono quei crimini. Purtroppo quello che ha patito la protagonista assieme ai suoi figli non è finito. Cioè, forse potrà un giorno dirsi “finito” per lei, ma la causa del problema rimane sempre, finché quest’uomo non si farà aiutare.

  73. isabella blasini ha detto:

    E soprattutto una donna potrà superare, dimenticare, perdonare (se lo vuole), riacquistare fiducia e rifarsi la vita, ma un bambino ha un’infanzia sola e durante quel periodo vengono gettate le basi per il suo futuro, la sua serenità, la sua maturità.
    Una volta che l’infanzia è stata rovinata i danni difficilmente saranno rimediabili.

  74. michele crassani ha detto:

    ho detto che in questo frangente non avrei tolleranza nei confronti di ci mi ha mentito

  75. Kaiokasin ha detto:

    Certo che prima di scegliere di farsi aiutare c’è bisogno di capire il proprio problema e quindi mettersi in discussione, non è un passo da poco (in questa come in mille altre situazioni magari meno gravi). Però, appunto, oltre a far male agli altri ne fa molto anche a sé stesso, direi che le vittime sono 4 (anche se solo 3 innocenti). Grazie per la risposta.
    Claudio Siniscalchi

  76. isabella blasini ha detto:

    Michele pensi che se decidessi di fare la guerra a chi ti ha mentito tuo figlio non ne risentirebbe?

  77. michele crassani ha detto:

    quiidi dovrei tacere e accettare? non credo proprio. é questo che fa arrabbiare. secondo voi si dovrebbe accettare iun errore un tradimento solo per non turbare qualcuno

  78. isabella blasini ha detto:

    Non dico che si deve accettare una cosa del genere senza batter ciglio: si discute, ci si arrabbia, se si vuole si perdona, sennò si va via, ma fare la guerra per principio non ha senso e quel turbare “qualcuno” si riferirebbe a tuo figlio, non a una persona qualsiasi.

  79. michele crassani ha detto:

    non c’é nulla da discutere o perdonare. mi pare che la metti giú troppo facile

  80. isabella blasini ha detto:

    Non ho mai detto che sia facile, ma ci sono persone che, di fronte all’amore per la persona che hanno accanto e soprattutto per i figli, sanno perdonare.
    Sono da invidiare.

  81. Paolo Stanese ha detto:

    @ 75 Claudio, centri un grosso problema: le vittime sono quattro. Lo dice anche la nostra protagonista nell’ultima frase “Ma ancora oggi lui non ha pace”.
    Il punto è che ha certo vissuto e forse ancora vive un disagio, eppure continua a esercitare violenza psicologica su ex-moglie e figli.
    Probabilmente ha molta, molta strada da fare per ammettere di avere un problema da affrontare – e più strada ancora da fare per affronarlo e risolverlo!

  82. Paolo Stanese ha detto:

    @ 80 Isabella ma non solo: perdonare è un atto nobile e molto difficile. Saper voltare pagina e ricominciare da zero accettando i reciproci errori mi sembrerebbe invece una saggia (o vogliamo dire “pratica“? ma anche “economica” o “sana” va bene) maniera di ri-costruire la propria vita.
    Quando leggo o mi raccontano della caparbia volontà degli ex-mariti di rovinare la vita all’ex-amata (e attivamente, cioè investendo tempo ed energie) io giuro, non capisco che meccanismi entrino in gioco.
    Se o quando qualcuno creerà uno spazio di Rinarrati, probabilmente cominceremo ad avere delle risposte.

  83. michele crassani ha detto:

    paolo, si tratta di umiliazione, tradimento.una ferita talmente profonda da essere quasi insanabile. viene colpita la fiducia, si vedono anni di sacrifici, anni di vita polverizzarsi un un’attim, di speranze. manca l’appoggio, viene a mancare lo scopo di una vita. é un tunnel molto difficile da superae. se poi ci si mettono in mezzo pure i giudici che tolgono praticamente tutto ai mairti la frittata é nella che fatta.

  84. michele crassani ha detto:

    isabella io non sono san giuseppe.

  85. isabella ha detto:

    Non serve essere san giuseppe, è una cosa alla portata di tutti.

  86. michele crassani ha detto:

    quanta ipocrisia

  87. la protagonista ha detto:

    Mamma mia quanti commenti BENE!!! Ma non sono riuscita a leggerli tutti tra lavoro e altri impegni con i figli.
    Intanto rispondo alla domanda dell’esame di paternità:
    Non si metteva in discussione la paternità, ma lui pensava di risalire con l’esame se la piccola che era nata con problemi, questi ultimi li aveva trasmessi lui o io (da cui si risale alla particolare idiozia cattivveria sua)”vediamo di chi è la colpa e se la tiene”.

    Poi io non ho detto che volevo un figlio per salvare la famiglia forse è meglio rileggere la storia…

    E appunto non è semplice uscire da queste storie dove ci sono minacce di suicidi e altro, perchè entra in gioco la solitudine e tanta paura per te e per i piccoli.
    Se avete altre domande quando posso rispondo.

  88. la protagonista ha detto:

    A Kaiokasin, il problema è che si è tentata anche la strada delle cure, da lui rifutate perchè secondo lui sono gli altri che sbagliano e lui è perfetto (anche se a volte si pentiva di quello che faceva).
    Certo è probabile che risalga al passato il suo problema.

  89. michele crassani ha detto:

    purtoppo la storia della bimba mon era completa e ha dato lupgo a in mio fraintendento per il quale mi sono scusato piú su.

  90. isabella ha detto:

    @86 michele non si tratta di ipocrisia, si tratta di crescita morale e spirituale.
    Io non so se ci riuscirei, ma invidio chi lo sa fare.

  91. michele crassani ha detto:

    certo che é ipocrita. se sbaglia lei io devo sforzarmi di capire perdonare, mentre se sbaglio io lei ha il diritto a buttarmi sotto in ponte, toglermi i figli e farmi passare per una merda.

  92. Margherita ha detto:

    scusate ma qua si parla di mariti e padri violenti non credo che una donna butti nessuno sotto i ponti. Qui stiamo parlando di anni di violenze stiamo parlando di donne che hanno fatto di tutto, che hanno dovuto sopportare angherie insulti botte. Stiamo parlando di un problema e stiamo cercando una soluzione, ma quando come nel caso della nostra protagonista il marito-padre è convinto di essere perfetto e di non avere bisogno di aiuto per cercare di capire che si fa? Bisogna stare zitte e subire? Bisogna ancora continuare a prendere botte per salvare l’apparenza di una famiglia felice stampo mulino bianco? Che armi abbiamo per difendere noi e i nostri figli? Vi dico la verità alle volte mi sento impotente. Quando le istituzioni non fanno il loro dovere, quando i giudici non leggono gli atti, bè allora ti chiedi in che modo posso uscire da questa situazione? Il mio ex mi sta facendo la guerra per il solo gusto di farmi del male. E’ questo che stiamo cercando di capire perchè farsi la guerra perchè continuare ancora a fare del male per il gusto di farlo. Non era più facile unire le forze della coppia per aiutare questa bimba piuttosto di dire è colpa tua. No invece è colpa tua.Il primo passo è dire ok ho un problema aiutatemi, ma per fare questo bisogna fare un esame di coscienza e siamo davvero pronti a metterci in discussione? o forse è più facile spendere un sacco di soldi in avvocati e farla pagare per tutto?

  93. michele crassani ha detto:

    margherita ti fa la guerra? la casa é andata a lui,i figli anche,devi pagare t il mutuo. se cosi é stato deciso da un giudice devi averla combinata grossa.

  94. Benedetta Gargiulo ha detto:

    Non conosco il caso, Michele (come te, del resto), ma così su due piedi mi viene da dire che non sarebbe la prima volta che un furbo la passa liscia in un tribunale e continua a fare la bella vita. Ovviamente il mio è un giudizio parziale e di simpatia. Se devo attenermi alla fiducia nella giustizia, non posso che chinare il capo. Ma allora stabiliamo una regola per questa discussione: quando un giudice emette una sentenza, dobbiamo accettarla come vera. Questo vale quindi anche per tutti gli uomini che vengono condannati a pagare gli alimenti alle ex mogli e a cui vengono sottratti i figli.

  95. michele crassani ha detto:

    il punto é benedetta che é gastidioso sentir dire che se un giudice da ragione al marito,cosa molto rara, questulimo é il classico furbo. neanche vi sfiora il pensiero che possa aver sentenziato in quella maniera permotivi validi. normalmente sentenze simili vengono emmesse quando vi é un addebito nella separazione. e questo non succede perché la ex hs bruciato l’arrosto

  96. Margherita ha detto:

    no perchè per anni mi ha massacrato di botte perchè la legge tutela i figli maggiorenni che non lavorano e che decidono di vivere col padre e perchè il giudice non ha tenuto conto di una sentenza analoga della corte di cassazione e perchè mi sono permessa di andare contro l’arma dei carabinieri

  97. Benedetta Gargiulo ha detto:

    Ti ripeto che il mio è un giudizio tutt’altro che imparziale, che nasce dalla naturale solidarietà nei confronti di queste donne, compresa Margherita, che è stata ospite del GOAP, da cui ha avuto assistenza, che ha denunciato più volte, che ha sofferto e che continua a soffrire. In questo quadro mi viene da dire che magari, con un avvocato migliore (costoso come quello dell’ex marito), le cose sarebbero potute andare diversamente.
    Ma ancora una volta dico: è una mia opinione parziale totalmente slegata dalle questioni di diritto. Immagino tu la trovi fastidiosa come io trovo fastidiosi i commenti che, in un contesti in cui si parla di violenza contro le donne, vogliono a tutti i costi sviare l’attenzione su fantomatici (e per nulla documentati) casi di violenza contro gli uomini.

  98. michele crassani ha detto:

    il sito si chiama violenza-donne. non mi permette di postare l’url. dacci un occhiata lo trovi su google

  99. Benedetta Gargiulo ha detto:

    Conosco bene quel sito e c’è un errore di fondo nel paragone che fai: lì si fa l’elenco di tutte le criminali donne che fanno le cose più disparate. Rubano, uccidono pensionati, investono con la macchina, maltrattano anziani o bambini, ecc. Ma questa non è “violenza contro gli uomini in quanto tali”, mentre esiste in massiccia percentuale il corrispettivo di genere: la violenza contro le donne in quanto tali. La violenza contro le donne compiute da uomini che esercitano una posizione di potere psicologico o fisico e in virtù di questo potere commettono dei crimini fino all’omicidio. Il contrario fa fatica ad esistere, per ragioni di limiti fisici e anche sociali e culturali.
    Se dovessimo creare un sito parallelo a quello che mi segnali tu, un sito violenza-uomini, includendo tutti gli altri crimini generici che commettono gli uomini, non finiremmo proprio più.

  100. Andrej Drosghig ha detto:

    Ogni giudizio sulla vicenda è superfluo, mi limito ad augurare a questa mamma di riuscire a passare moltissimo tempo coi suoi bambini, leggere tante fiabe, vivere molte esperienze insieme,di modo che tutti e tre recuperiate un po’ della vostra serenità.

  101. Paolo Stanese ha detto:

    Michele, ti ringrazio per continuare a dialogare con noi. Ne approfitto per chiedere: ma quanto costa andare in tribunale? Ma tu faresti affidamento a giudici e avvocati per stabilire torto e ragione e chi deve pagare quanto, soprattutto su delle questioni così personali?
    Le poche vicende giudiziarie di cui sono a conoscenza diretta hanno poco a che vedere con la giustizia, hanno molto a che fare con la giurisprudenza. Il numero di persone (uomini e donne) che mi raccontano di non aver ottenuto giustizia nei tribunali è ben più alto di quello dei soddisfatti.
    Credo che sia un impulso molto umano, quello di voler “ottenere ragione”, ma che come strategia per vivere bene sia raramente vincente.
    Perdonare può essere difficile. Riconoscere che quello che si ha provato a costruire con un’altra persona è andato male, malissimo e decidere di comune accordo di ripartire da zero nell’interesse di entrambi (più i figli, quando ci sono) mi sembra più costruttivo.
    Potrai anche continuare a odiarmi e spregiarmi parlando al bar o sul posto di lavoro, ma vivi e lasciami vivere… mi pare più semplice, no?

  102. isabella blasini ha detto:

    @101 Ottime parole Paolo.

  103. michele crassani ha detto:

    paolo ho già risposto, io non sono s giuseppe e quindi non perdono e non sono malatodi alzaimer per cui non dimentico. sono una persona che tende a portare rancore sopratutto se la fiducia viene tradita.nnon importa quanto costa. come ho già scritto é lo stesso trattamento che subirei io se la colpa fosse mia

  104. isabella blasini ha detto:

    Ma portando rancore Michele fai, prima di tutto, male a te stesso.

  105. la protagonista ha detto:

    Sono daccordo con Paolo ma anche con Michele, nel senso che certo non dimentico ma vado avanti e spero di avere una vita migliore avendo ben presente però che non si può tornare indietro e perdonare, non sempre si può perchè ci si può rimettere in pericolo. tenere alta la guardia e voltare pagina, perchè la vita è una sola.

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