2 Gennaio 2013

Inquinamento atmosferico: “Nel 2012 capoluoghi del Fvg fuorilegge per le polveri sottili”

Il 2012 ha registrato qualche giornata di sforamento in meno rispetto al 2011 ma le buone notizie finiscono qui: perché l’anno appena concluso è stato di nuovo un anno nero per le polveri sottili, quella nube invisibile ma dannosissima per la salute delle persone che avvolge le nostre città e che nei principali centri del Friuli Venezia Giulia ha ampiamente superato i limiti stabiliti dalla normativa in materia.
Le situazioni più drammatiche – come rivelano i dati riportati dalle centraline dell’Arpa – sono ancora una volta quelle di Trieste e Pordenone, dove gli sforamenti di Pm10 nel corso del 2012 hanno raggiunto rispettivamente quota 46 e 43, mentre Udine si ferma sull’orlo del precipizio, attestandosi su quei 35 episodi che rappresentano il tetto massimo di sforamenti annui al limite di 50 ug al metro cubo fissati dalle normative nazionali e comunitarie.

“Si tratta di numeri ancor più preoccupanti – fa notare il presidente del WWF Friuli Venezia Giulia Roberto Pizzutti – se si considera che, come evidenziano numerosi studi in materia, i danni alla salute iniziano molto prima dei 50 microgrammi, ossia già a 20 o 30 microgrammi, e aumentano gradualmente con l’aumento delle concentrazioni di inquinanti. La soglia legale è dunque solo una convenzione, un livello di allarme sopra il quale non si può proprio andare e che invece si supera allegramente”. Le ripetute concentrazioni elevate rilevate dalle centraline della regione, peraltro, sono doppiamente inaccettabili se si considera che i superamenti ammessi per le polveri sottili dovevano essere portati entro il 2010 da 35 a 7, ma la norma europea che prevede questa maggiore tutela per i cittadini è stata assurdamente prorogata. Assurdamente se si considera l’elevata mortalità delle Pm10: uno studio recente dell’Oms su 13 città italiane ha infatti attribuito agli effetti a lungo termine delle Pm10 la causa di oltre 8mila morti all’anno e le aziende sanitarie Medio Friuli e Triestina indicano una media di circa 50 morti all’anno nei soli capoluoghi a causa delle PM10.

“Di fronte a questo scenario – afferma l’associazione del Panda – il Piano d’azione regionale ha finalmente introdotto una strategia preventiva di contenimento degli episodi acuti di inquinamento basata su previsioni meteo e di accumulo degli inquinanti nell’atmosfera, come da sempre richiesto dalla nostra associazione, ma è insoddisfacente su altri fronti. La Regione, ad esempio, avrebbe dovuto imporre gli interventi di limitazione del traffico, previsti nei casi di previsione di episodi acuti di inquinamento, non solo ai Comuni capoluogo ma anche a quelli limitrofi, perché l’assenza di collaborazione compromette l’efficacia stessa dei provvedimenti. La Regione dovrebbe inoltre implementare il trasporto pubblico su gomma e su ferro, prevedendo lo storno di fondi da capitoli destinati a grandi opere inutili (come la Palmanova Manzano)”.

“Infine – conclude l’associazione – non ci stancheremo di ripetere che la difesa della qualità dell’aria non può che passare attraverso campagne di informazione e formazione dei cittadini, l’incentivazione dei trasporti alternativi all’auto e una decisa politica di limitazione del trasporto privato in auto, vedi car pooling (la condivisione delle auto private tra un gruppo di persone con orari e destinazioni regolari, come quelle di grosse strutture pubbliche) e car sharing (l’autonoleggio a ore di automobili parcheggiate in più punti della città), che soprattutto in tempi di recessione economica come quella che stiamo vivendo può rivelarsi una scelta di buon senso e di convenienza oltre che di tutela della salute e dell’ambiente”.

Superamenti (dati Arpa FVG)
dal 01/01/12 al 31/12/2012 (n.)
Trieste – v. Carpineton 46
Udine – p. Osoppo 35
Pordenone – v. Marconi43
Porcia 52

Tag: , .

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *