25 Dicembre 2012

Rigassificatori e legge Seveso: la parola al Parlamento Europeo

Il 22 gennaio 2013 a Bruxelles la Commissione Petizioni del Parlamento Europeo esaminerà le tre petizioni relative ai progetti dei terminali di rigassificazione nel Golfo di Trieste. Le petizioni 1147/2008 (Greenaction Transnational) e 1472/2009 (Alpe Adria Green) riguardano il progetto del terminale di rigassificazione della spagnola Gas Natural nel porto di Trieste di cui viene contestato l’elevato impatto ambientale sull’intero Golfo di Trieste e la violazione della procedura di V.I.A. (valutazione impatto ambientale) comunitaria. Lo annuncia Alpe Adria Green in un nota stampa.

La terza petizione, la 483/2007 (Greenaction Transnational), affronta le carenze della procedura di V.I.A. per entrambi i progetti di terminali di rigassificazione nel Golfo di Trieste (on shore della Gas Natural, off shore della E.ON), la mancanza della valutazione strategica transfontaliera sui gasdotti, la violazione delle norme di sicurezza degli impianti industriali e a rischio d’incidente rilevante (Seveso), l’inquinamento marino anche transfrontaliero, la sottovalutazione del rischio geologico, nonché di attentati e le perturbazioni del traffico marittimo internazionale.

La petizione 483/2007 ha già portato una prima messa in mora dell’Italia per la violazione della Direttiva Seveso, relativamente alla mancata informazione della popolazione sui rischi degli stabilimenti industriali esistenti nella provincia di Trieste. La petizione è stata poi integrata con la denuncia della mancanza del piano di emergenza esterno per l’effetto domino, ovvero dell’evento catastrofico che coinvolgendo tutti gli impianti industriali a rischio di incidente rilevante ne amplificherebbe le conseguenze.

Il piano obbligatorio in base alle norme comunitarie (Decreto Legislativo 238/2005 art. 6 bis, in attuazione della Direttiva 2003/105/CE) è stato completamente omesso nella valutazione di impatto ambientale del progetto del terminale di rigassificazione della Gas Natural nel porto di Trieste. Impianto che verrebbe costruito in prossimità del terminal petroli della SIOT (il più grande del Mediterraneo), e di altri sette stabilimenti industriali ad elevato rischio.

Greenaction ha denunciato alle istituzioni comunitarie che la mancanza del piano integrato per l’effetto domino non è casuale ma bensì parte di una accurata pianificazione da parte delle autorità italiane che ha portato alla modifica dei piani di sicurezza delle industrie ubicate in prossimità al previsto rigassificatore della Gas Natural. Una reale mistificazione che ha portato ad escludere il rischio incendi per i numerosi depositi di combustibili costieri del porto industriale permettendo di dare il via libera al pericoloso terminal gas.

Greenaction Transnational e Alpe Adria Green presenteranno nuove integrazioni in vista dell’esame delle petizioni.

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2 commenti a Rigassificatori e legge Seveso: la parola al Parlamento Europeo

  1. sergio zerial ha detto:

    queste petizioni le dovevano fare i nostri politici locali, che da parecchio tempo non vogliono avere contatti e dialogo con i cittadini di Trieste, lo dico sempre e lo ripeto non votateli la prossima volta un Buon Natale a tutti

  2. E invece queste battaglie le porta avanti chi a questa città e Territorio tiene veramente, senza tornaconti personali: altro che gli amministratori scadentissimi che, a rotazione, cambiano per far sì che nulla cambi, qui nelle colonie…

    I diritti dei cittadini non possono essere violati in eterno dai soliti criminali — più o meno istituzionali.
    L’anno nuovo porta con sé ottime premesse di cambiamento; starà ai triestini rizzare le orecchie, ignorare i media pilotati e non lasciarsele scappare.

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