20 Dicembre 2012

Il Natale a Gorizia si accende con Dolci di Frontiera

Dalla Putizza goriziana alle Palacinke slovene, dal Kurtőskalács ungherese alle Crepes olandesi, passando per il Reindling e i capolavori di cioccolato carinziani. E ancora strudel, biscotti, frittelle e panettoni, senza dimenticare praline, confetture e marzapane. Piazza Vittoria si è trasformata in un vero e proprio paradiso per i più golosi, grazie a Dolci di Frontiera. La prima edizione della manifestazione voluta dal Comune come momento clou del Natale a Gorizia è stata inaugurata ieri, alla presenza del sindaco, Ettore Romoli, e delle altre autorità cittadine. 22 gli espositori partecipanti, che venderanno leccornie di Italia, Ungheria, Slovenia, Olanda e Austria da assaporare sul posto o da regalare in originali confezioni fino alla vigilia di Natale. Non mancheranno le specialità per gli amanti del salato: basterà spostarsi nella vicina via Rastello, dove sotto la regia dell’associazione Le nuove vie i negozi sfitti saranno trasformati per l’occasione in osterie e trattorie. La festa coinvolgerà anche le altre strade e piazze del centro pedonale, con un programma comprendente da oggi a Natale una novantina di eventi.

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10 commenti a Il Natale a Gorizia si accende con Dolci di Frontiera

  1. biancoalbanco ha detto:

    almeno c’è qualcosa in quella fredda, tristissima piazza!

  2. AnnA ha detto:

    Chiariamo che le Palatschinke(n) non sono slovene. E`un dolce tipico dell’intero ex Impero Asburgico (nato probabilmente in Ungheria) e la stessa parola (cosidetta Wanderwort,una parola che passa attraverso diverse lingue) lo dimostra: si sviluppa a partire da una parola latina (placenta) che in rumeno diventa placinta , passata poi all’ungherese (palacsinta), in seguito attraverso una lingua slava, forse il ceco, cambia la parte finale, per arrivare al tedesco (ops, austriaco) e poi finalmente qui 🙂

  3. edvard ha detto:

    si beh è ben slovena la putizza, altro che goriziana

  4. Pieri ha detto:

    Io conosco la gubana goriziana…la putizza è triestina

  5. Mauricets ha detto:

    3edvard
    la putizza slovena non mi piace.
    provate una delle rinomate pasticerie triestine.
    tempo sddietro feci assaggiare ad un parente slo una fetta prelibata.
    disse che era molto meglio.

  6. dimaco il discolo ha detto:

    in tedesco si chiamano eierkuchen. almeno in Niedersachsen.

  7. biancoalbanco ha detto:

    mah.. ieri ho fatto un giretto, ma non c’è tutto questo folklore/spettacolo che gli organizzatori han tanto decantato!

  8. biancoalbanco ha detto:

    ps.. la foto dell’articoletto rende in pieno l’idea! 🙂

  9. Golob ha detto:

    In effetti i Sloveni del Goriziano e nelle Valli Natisone chiamano nel dialetto locale la cosidetta “potica”/”putizza” o dolce simile col nome “gubanica”/”gubanizza”, “gubanca”/”gubanza”. Il nome “potica” e stato preso dalla lingua standard slovena basata maggiormente sulla lingua della Carniola. La magorianza dei Sloveni (Carniola, Stiria, Istria) usa nella parlata locale il nome “potica” o simile. Invece in estremo est Slovenia (Prekmurje) e estremo nordest Croazia a confine col l’Ungerhia (Međimurje) chiamano col nome “gübanica”/”gibanica” un altro dolce festivo.

  10. Paolo Nanut- Standrez ha detto:

    @9 concordo con quanto detto

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