20 Dicembre 2012

Consiglio regionale, ritornano “i privilegi della casta” con 47 favorevoli, 2 contrari e 1 astenuto

“Italia dei valori è rimasta ancora una volta da sola a battersi contro i privilegi della casta”. Lo scrive il presidente del gruppo in Consiglio regionale, Alessandro Corazza.

Nel cuore della notte, lo stesso Corazza e il collega Enio Agnola sono stati infatti gli unici di tutta l’Assemblea legislativa regionale (47 sì, 2 no, nessun astenuto – fa sapere Corazza) a votare contro l’emendamento all’articolo 11 della Finanziaria 2013 che disciplina il nuovo sistema contributivo per la pensione dei consiglieri regionali a partire dalla prossima legislatura.

È l’ultimo capitolo di una battaglia iniziata molti anni fa e sfociata nell’agosto 2010, in tempi non sospetti, nella proposta di legge di Idv che chiedeva l’abolizione totale dei vitalizi – prosegue Corazza. Dopo tanto insistere, grazie anche alle pressioni della società civile, nella Finanziaria del 2011 il Consiglio regionale aveva finalmente deciso di abrogare l’ingiusto sistema retributivo, impegnandosi a trasformarlo in contributivo in un secondo momento.

Purtroppo – attacca Corazza – ieri tutte le forze politiche hanno approfittato della tarda ora per infilare in Finanziaria, all’ultimo momento, la riforma dei vitalizi che in un anno di tempo non si è trovato un solo giorno per discutere questo argomento, così sentito dai cittadini.

Si tratta, però, di un finto sistema contributivo – spiega il portavoce di opposizione -. L’Aula ha pensato bene di architettare un emendamento che, tecnicamente, prevede una trattenuta su base mensile ai singoli consiglieri regionali, ma in realtà, come definito all’interno dello stesso emendamento, questi consiglieri quando andranno in pensione avranno un vitalizio di gran lunga superiore a quello che può ottenere un cittadino con un fondo pensione di tipo privato.

Ecco come si ingannano i cittadini – conclude Corazza -. Anche nel “virtuoso” Friuli Venezia Giulia si finge di ascoltare le richieste che salgono dalla società civile per mantenere, invece,
i privilegi della casta.

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