Il presidente Tondo ha finalmente dichiarato: «Sul rigassificatore di Zaule ci mettiamo una pietra sopra!». Ma… sarà veramente così?
A chiederselo è il consigliere regionale del PD Giorgio Brandolin che aggiunge: Non si può, infatti, non pensare alle tante dichiarazioni e prese di posizione susseguitesi in quest’ultimo anno, che vanno dal piglio deciso del “si deve fare” al pilatesco “è una decisione presa dalla giunta Illy” al bonario “bisogna ascoltare gli enti locali” al sibillino “bisogna prendere atto del parere contrario dell’Autorità portuale di Trieste”, senza dimenticare anche che il partito di Tondo, il Pdl, a Trieste è spaccato tra favorevoli e contrari.
Già a febbraio 2012, infatti, il Pdl in consiglio comunale a Trieste aveva votato insieme alla maggioranza di centrosinistra il no al rigassificatore, irritando la giunta regionale a partire dal Vicepresidente Ciriani, che aveva parlato di scelta irresponsabile.
Nel marzo successivo, Tondo giudica “pregiudiziale” il parere contrario del comune di Trieste, annunciando un parere definitivo entro qualche settimana (vedi sopra come è andata a finire…), e comunque nega al Comune di Muggia la possibilità di far parte della Conferenza dei Servizi, ricorrendo al Tar, sapendo bene la contrarietà di quel Comune al progetto.
A maggio nuovo dietro front, con Tondo che conferma al ministro Passera la volontà di realizzare il rigassificatore: «siamo pronti ad assumerci le nostre responsabilità». Risultato: il consiglio comunale di Trieste a larghissima maggioranza riafferma il no al rigassificatore…
Poi, in barba ai propositi di arrivare ad una decisione in tempi stretti, si arriva ad agosto, quando in una bella intervista vacanziera Tondo dichiara sicuro che vanno realizzati elettrodotto, rigassificatore e Tav, salvo contraddirsi il giorno dopo affermando che la condivisione con gli enti locali è una priorità!
Alla fine, tra novembre e dicembre, tra ministri che la pensano diversamente sul tema (Passera e Clini), autorizzazioni che ballano tra competenza regionale e nazionale (con Tondo che alla fine sceglie di passare la palla al Ministero, anche se ci vorrà il parere della Regione) e pasticci sul parere stesso, basta il no dell’Autorità Portuale di Trieste, retta da persona della corrente vicina a quel senatore Camber da sempre ascoltato attore in merito al futuro di Trieste, a far finalmente (?) decidere Tondo: il rigassificatore non s’ha da fare.
O no? I cittadini di Trieste meritano innanzitutto di sapere con certezza quali rischi corrono con la presenza di un simile impianto, vista la incompletezza rilevata da più parti della documentazione progettuale, e di non veder giocare sulla propria testa una partita che sembra avere un sapore di gioco economico/politico più che di occasione di sviluppo per Trieste e il Friuli Venezia Giulia.
Tondo non sa neanche di che parla. Altrimenti non proporrebbe un rigassificatore a Trieste. E comunque, diffidate del PD: ci sono dentro fino al collo e non certo perche’ contrari….
Ma sicuro! A Monfalcone erano loro i favorevoli,ed erano sicuri di vincere il referendum,poi perso….