Stando alla proposta di legge avanzata lo scorso settembre dalla consigliera regionale Annamaria Menosso, il Friuli Venezia Giulia potrebbe diventare la quarta regione d’Italia (dopo Toscana, Puglia e Veneto) ad autorizzare l’utilizzo della cannabis in virtù delle sue caratteristiche terapeutiche e la vendita presso una farmacia autorizzata dalla Regione.
A rafforzare quest’orientamento arriva uno studio della UK Drug Policy Commission, la cui sintesi è recentemente apparsa sul Daily Mail (leggi articolo qui) e su altri organi di stampa del Regno Unito, secondo il quale l’utilizzo di cannabis non ha nulla di anomalo o di più sconvolgente rispetto ad altri comportamenti (che invece vengono ritenuti nella norma e dei quali certo non si interessa la legge) quali il mangiare junk food (ovvero cibo spazzatura) e giocare d’azzardo.
Lo studio inglese prosegue evidenziando come anche il conseguente approccio legislativo alla cannabis dovrebbe riorientatarsi verso un’ottica positiva e propositiva, che concentri gli sforzi non sul proibizionismo ma piuttosto sul favorire l’uso responsabile e consapevole. E’ sostanzialmente l’approccio che ispira il disegno di legge della Menosso, secondo il quale l’uso farmaceutico e terapeutico della cannabis deve essere supportato da iter più agevoli per l’acquisto e per la coltivazione di semi di canapa.
Secondo la Commissione britannica il cambiamento legislativo ci potrà essere solo se si inizierà a lavorare sulla conoscenza. Se infatti da un lato la società accetta e, in alcuni casi, difende il gioco d’azzardo e il mangiare junk food, dall’altro deplora il consumo di droghe leggere, senza però informarsi sui danni o sui vantaggi che queste pratiche possono portare.
I sequestri di piantine di marijuana e le varie scoperte di coltivazioni sono oggi ancora considerati casi di cronaca importanti e destinati quindi a riempire le pagine dei giornali e a suscitare l’interesse dei media in genere. Recenti sono i casi, ad esempio, del ventisettenne tarcentino arrestato ad Osoppo (leggi articolo) per il rinvenimento di otto piante di marijuana e di strumentazione necessaria per confezionare dosi, e dei due studenti di Duino-Aurisina che sono stati arrestati e messi ai domiciliari perchè curavano una coltivazione di marijuana nella zona boschiva di Malchina.
Ma in molti sperano che ben presto ci sia una convergenza tra studi scientifici e provvedimenti legislativi, grazie alla quale l’utilizzo di semi femminizzati per la coltivazione di marijuana rappresenti il viatico per una nuova stagione della cannabis legalizzata per finalità terapeutiche ovvero riguardante farmaci e terapia del dolore.
Grazie per l’articolo, molto interessante !