30 Novembre 2012

Rigassificatore: contraria anche l’Unione culturale slovena

L’Unione Culturale Economica Slovena (Skgz) di Trieste e’ contraria alla costruzione del rigassificatore di Zaule ed esprime ”sostegno alle amministrazioni locali che sulla base di approfondite analisi tecniche hanno gia’ espresso il loro parere negativo all’opera”. L’associazione della minoranza slovena sottolinea che gli avvisi di pre-esproprio per la realizzazione dell’elettrodotto dell’impianto, pubblicati nei giorni scorsi ”appartengono in maggioranza alla comunita’ slovena”, per cui ”va presa in considerazione anche la Legge di tutela che all’articolo 21 prevede che l’assetto amministrativo, l’uso del territorio, i piani di programmazione economica, sociale e urbanistica e la loro attuazione anche in caso di espropri devono tendere alla salvaguardia delle caratteristiche storico-culturali”. Secondo la Skgz ”i progetti devono essere coerenti con la salvaguardia della natura, del territorio e della popolazione, soprattutto se gli interventi possono pregiudicare una successiva pianificazione dello sviluppo del territorio”.

Anche la senatrice del Pd Tamara Blazina è intervenuta sulla questione.”Sul progetto di rigassificatore di Gas Natural persiste una forte contrarieta’ da parte degli enti locali e della popolazione: il Governo valuti se disporre l’immediata sospensione delle procedure adottate fino ad oggi, per consentire un maggior coinvolgimento dei territori”. Lo chiede in un’interrogazione ai ministri dell’Ambiente Corrado Clini e dello Sviluppo economico Corrado Passera. ”L’avvio della procedura di esproprio – spiega Blazina – segue di pochi giorni la contestata concessione dell’Autorizzazione integrata ambientale, passata alla Conferenza dei servizi ‘all’unanimita” nonostante la chiara opposizione del Comune e della Provincia di Trieste, giudicata irrilevante dai funzionari regionali presenti. E’ fondamentale che i ministri competenti siano a conoscenza delle controversie scaturite in seguito a tale riunione e che, alla luce delle perplessita’ che permangono sulla realizzazione dell’opera e del forte impatto che essa avrebbe sul territorio, valutino la possibilita’ di disporre la sospensione delle decisioni e delle procedure ad oggi adottate. Credo che un maggior coinvolgimento delle autorita’ locali e dei territori – conclude – sia imprescindibile al fine di raggiungere in tempi rapidi una soluzione condivisa”

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1 commenti a Rigassificatore: contraria anche l’Unione culturale slovena

  1. Riflessioni sul tema
    “Riportiamo l’economia del mare al centro dell’attenzione Nazionale”.

    Questa mi sembra un’esigenza alquanto condivisibile ma di non facile soluzione,
    poiché ormai “il mare con le sue variegate sfaccettature” è stato da troppo tempo dimenticato dai nostri Governanti ed Amministratori.

    Non facili soluzioni poiché il Legislatore negl’ultimi decenni sembra abbia perseguito delle logiche “che poco o nulla” avevano a che fare con le esigenze di crescita di un Paese che avrebbe voluto e dovuto ammodernare le proprie infrastrutture, per consentire alla nostra portualità di essere in grado di mantenere il passo con i suoi più diretti competitori e cercare nel contempo di spostare un po’ più a sud verso il Tirreno e l’Adriatico il baricentro del Sistema Trasportistico Comunitario.

    Purtroppo ora noi paghiamo le conseguenze per le gravi non scelte del passato, non scelte che di fatto hanno reso problematico sia l’ingresso dei capitali privati che l’individuazione di alcuni siti ideali sui quali poter concentrare e convogliare gl’indispensabili massicci investimenti per creare almeno due nuovi Hub Portuali, per poter gestire alcune tipologie di traffici che ormai non potevano più essere adeguatamente trattate nei porti storici propriamente detti.

    Per poter guardare serenamente al futuro e materializzare quelle che penso siano le nostre giustificate e comprensibili ambizioni e recuperare un significativo ruolo sulle scene internazionali, bisogna metter mano ad alcune farraginose normative che attualmente regolano – le bonifiche – il recupero di ampi spazi al mare – ed i dragaggi – per poter pianificare e realizzare le grandi opere, “sburocratizzando e velocizzando” l’iter che intercorre tra la progettazione e la loro realizzazione.

    Norme che di fatto stanno impedendo oppure penalizzando in termini di costi e tempi di cantierizzazione la concreta possibilità che anche a casa nostra come peraltro succede in Europa ed in giro per il Mondo si possano realizzare nuove e moderne Infrastrutture sia Viarie gomma/rotaia che Portuali, Norme che se in tempi ragionevolmente contenuti non saremo in grado di modificare la nostra competitività sui mercati sarà purtroppo perennemente compromessa “in quanto le nostre infrastrutture saranno molto più costose e nasceranno purtroppo tendenzialmente sempre già obsolete” e quindi non saremo mai in grado di consentire un adeguato interfacciamento tra i nostri Scali e quelle che sono le mutevoli e crescenti esigenze operative dei flussi merceologici e dei vettori che l’Armamento sta mettendo in linea sulle Rotte Intercontinentali.

    Sarebbe auspicabile che si possa concretizzare l’operazione relativa alla realizzazione di un moderno Superporto nell’Alto Adriatico che sia in grado di supportare i probabili e notevoli flussi merceologici generati dal Corridoio N° 5 Barcellona/Kiev e dal corridoi Baltico/Adriatico, l’infrastrutture che dovrebbero essere in grado di creare le condizioni ideali per far si che questo nostro mare possa diventare uno dei fulcri di riferimento della Portualità Comunitaria.

    http://superporto-regione-f-v-g.jimdo.com

    http://portualita-del-terzo-millennio.jimdo.com

    Se non si potenzieranno i nostri sbocchi al mare realizzando almeno un’infrastruttura che per dimensioni e potenzialità passa essere considerata un moderno Superporto anche le Reti T.E.N. ed il Corridoio Baltico saranno opere destinate a rimanere purtroppo per noi una scatola semivuota, in quanto da sole non potrà certamente mai fare miracoli poiché soltanto se saranno adeguatamente supportate da moderne infrastrutture Portuali potrebbe in futuro veicolare notevoli volumi merceologici in transito nel Mediterraneo relativi a quei flussi che per loro natura e destinazione dovrebbero rientrare nei nostri naturali mercati di riferimento e ribadisco per poter soddisfare quella che è sempre stata una nostra giustificata e comprensibile ambizione “riuscire finalmente un bel giorno a spostare un po’ più a sud verso L’Alto Adriatico il baricentro del Sistema Trasportistico Comunitario” per poter beneficiare dei rilevanti e variegati ritorni economici ed occupazionali generati dalla logistica di porto e retroporto.

    Dobbiamo essere ben coscienti che il futuro dei nostri Scali e dei citati Corridoi ferroviari dipenderà molto da quanto saremo in grado di fare per attrarre e coinvolgere nell’operazione Armatori e Finanziatori privati, due soggetti chiaramente indispensabili ma che però per partecipare all’impresa esigono essenzialmente certezze attuali e future su accordi e normative e massima chiarezza sui possibili sviluppi di nuove attività industriali sul nostro frontemare.
    Purtroppo non mi sembra che le recenti vicende relative alla possibile realizzazione nel nostro Golfo di un impianto di Rigassificazione e del relativo indispensabile gasdotto sottomarino Trieste Grado, siano operazioni in grado di creare significativi stimoli nei confronti di quelli che potrebbero essere i potenziali investitori in grado di rilanciare realmente la nostra Portualità.

    http://trieste-rigassificatore.jimdo.com,

    Brunello Zanitti Giuliano

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