20 Novembre 2012

Antonio Ballarin Legaz è il nuovo presidente nazionale del ANVGD

di Mariano L.Cherubini

Grande la soddisfazione rilevata ieri a Lussingrande ed a Lussinpiccolo per la notizia giunta da Gorizia, dove in occasione del XX Congresso Nazionale dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e’ stato eletto a presidente nazioneale il dott. Antonio Ballarin Legaz, figlio di esuli da Lussingrande. Lo ha eletto il Consiglio nazionale del’Associazione. Nato e cresciuto nel Quartiere Giuliano-Dalmata di Roma, laureato in astrofisica, ha lavorato presso la FAO (Fondo Mondiale per l’Alimentazione) e attualmente è in forza ad una società collegata al Ministero dell’Economia. Sposato con una figlia di esuli residenti negli Stati Uniti, ha tre figli. Negli ultimi anni è stato per l’ANVGD Consigliere nazionale e Delegato all’Amministrazione.
Un giovane eclettico che gia’ da consigliere nazionale si era sempre motivato per il bene dell’Associazione, aiutando, nel limite del possibile chiunque si rivolgesse a lui.
Forte la schiera di parenti ed amici che annovera nei Lussini. Quando piu’ volte all’anno si reca nell’isola di Lussino partecipa sempre alle varie attivita’ della locale Comunita’ degli Italiani. Rallegramenti vivissimi, con gli auguri piu’ sinceri per una fiorente attivita’ in seno all’ A.N.V.G.D.

57 commenti a Antonio Ballarin Legaz è il nuovo presidente nazionale del ANVGD

  1. dimaco il discolo ha detto:

    queste xe veramente notizie che te concilia el sono. deso che sti qua ga un presidente de lussin i miei problemi xe finidi e poso ocuparme de robe meno serie tipo salvar el mondo.

  2. Azaleo Vilacich ha detto:

    Dimaco, che bel commento pregnante!… segno di una grande capacità intellettiva. Se una comunità è contenta per un suo figlio e tu non ne fai parte, no per questo è trascurabile. Persone ciniche come te rovinano il mondo. Che ci stai a fare ancora in vita? Pensi di essere divertente e sei solo vecchio e triste. AUGURISSIMI, invece, al nuovo presidente, buon lavoro e prospera attività!

  3. Sara Benussi ha detto:

    Sono proprio felice per l’elezione di un Lussiniano alla guida dell’ANVGD!!!
    Auguri di buon lavoro Presidente !!! ha tante sfide per il futuro per mantenere viva l’associazion e ni altri ne gavemo bisogno, altro che quel che i dixi qualchedun…

  4. sfsn ha detto:

    Orpo, notiziona de attualità!
    xe come se nel 1985 i gavessi eletto in Germania el novo presidente dell’Associazione Alsazia e Lorena!

  5. dimaco il discolo ha detto:

    sig azaleo, piú che domandarme perché son in vita mi la se domandi perché esisti sta asociazion visto che voi sé cussi avanti. e poi no me sembra nianca una notizia degna de nota. ma a quanto par questo xe quel che a gorizia gavemo. esuli e militari che decidi per una citá che de talian noga niente. solo la propaganda.

  6. Sara Benigni ha detto:

    Sono contetissima dell’elezione di Ballarin a presidente dell’ANVGD. Una persona della nuova generazione che aiuterà al difesa dell’italianità dell’Istria e della Dalmazia.
    (Dimaco, ma perchè commenti notizie che non ti interessano? Sarai mica scemo? Ma se le commenti allora ti interessano… e sii un po’ meno acido che la vita è breve)

  7. Zeno Vettorel ha detto:

    Congratulazioni Presidente, per aspera ad astra!

  8. Giulio Szalay ha detto:

    Ottima notizia, chi credeva che saremo morti dopo la prima generazion adeso ga una bela risposta! La nostra storia non xe finida e con sto presidente, che i me ga contà de lui, riveremo a riportar a la verità la nostra cultura ne le nostre tere! AUGURI!

  9. Francesca Rodi ha detto:

    Congratulazioni Antonio e buon lavoro.
    Gavemo bisogno de persone così per far in modo che la nostra ingiustizia non muoia nell’oblio del passato…
    AUGURI!!!

  10. ufo ha detto:

    Ottima notizia sul serio. No el fato dela ‘bela risposta’, che visto che nissun de ani ghe chiedi niente se no de no romper no xe che proprio coreva risponder… La bela notizia xe che in tuta internet per lungo e per largo el fato che un asociazion de estremisti ga un novo maršal la xe stada riportada solo che dal sito apunto del asociazion estremista e da bora.la, più un per posti che rimanda a bora.la. Me par che un paso ala volta el mondo va vanti e i estremisti i va verso l’irilevanza. Grazie mondo. Bon viagio, quei altri.

  11. effebi ha detto:

    Alcune cose da sottolineare, per gli addetti ai lavori (non per dimaco che ga de salvar el mndo… povero mondo):

    -Alla guida dell’ANVGD c’è un NON-dalmato
    -L’ANVGD riconferma e rilancia la linea di apertura verso le Comuntià degli Italiani in Istria e Dalmazia
    -Il mondo dell’Esodo ha dei ricambi (anche di quelità) tra i discendenti

    Per chi aspetta che moriamo tutti… l’appuntamento è rimandato.

    ——————-
    Non ha attinenza con questa notizia (o forse si…) ma segnalo che “LA VOCE del popolo” -organo di stampa della comunità nazionale italiana in Istria e Dalmazia- esce ora con una veste rinnovata.

    Viva l’Italia 🙂

    (come che me diverto….)

  12. effebi ha detto:

    qualche sprovveduto… ha qui definito l’ANVGD un “asocizion de estremisti”
    allo sprovveduto segnalo il dialogo che da tempo l’ANVGD intrattiene (p.es.) con le relatà della minoranza slovena….

  13. Tergestin ha detto:

    Dela serie: se xe esuli fin l’ ottava generazion. E sopratuto rancor sempre, fin all’ ultimo respiro. Bel dei.

  14. dimaco il discolo ha detto:

    @6
    italianità dell’Istria e DAlmzia? andé a dirghelo ai croati. che bei tempi co iera ancora el nostro Josip.

  15. effebi ha detto:

    (sempre su Lussino)

    CULTURA:

    http://www.retecivica.trieste.it/triestecultura/new/news_libero.asp?pagina=vis_articolo.asp&link=992&tipo=articoli_eventi&ids=13

    “È nel nome di Giuseppe Kaschmann, grande baritono nato a Lussinpiccolo (1850) e scomparso a Roma nel 1925, il secondo appuntamento, lunedì 19 novembre, con l’edizione 2012-2013 dei “Lunedì dello Schmidl”.
    «Giuseppe Kaschmann. Signore delle scene» è il titolo della biografia fresca di stampa, scritta da Giusy Criscione ed edita dalla Comunità di Lussinpiccolo e dall’Associazione delle Comunità Istriane, che sarà presentata dal Conservatore dello “Schmidl” Stefano Bianchi, lunedì 19 novembre con inizio alle 17.30 presso la Sala “Bobi Bazlen” al piano terra di Palazzo Gopcevich (Via Rossini 4).
    La presentazione del volume – alla quale intervengono la Direttrice dei Civici Musei Maria Masau Dan, il Segretario Generale della Comunità di Lussinpiccolo Licia Giadrossi-Gloria e il presidente dell’Associazione delle Comunità Istriane Lorenzo Rovis – sarà l’occasione per inaugurare una mostra dedicata a Kaschmann, realizzata a quattro mani dal Museo Teatrale (con i documenti ed i preziosi cimeli donati dalla famiglia in diverse occasioni), la Comunità di Lussinpiccolo e l’Associazione delle Comunità Istriane. La mostra si articola in due sezioni…”

  16. effebi ha detto:

    Josip non c’è più… e i suoi “bei tempi” son passati…
    peccato Dimaco… me spiasi per ti 🙂

  17. effebi ha detto:

    invece xe ANCORA queste “associazioni de estremisti”

    che proponi ANCORA robe come queste, a Muja, …teatro pien:

    http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2012/11/18/NZ_63_04.html?ref=search

    Me spiasi per ti …Dimaco 🙂

  18. dimaco il discolo ha detto:

    barda che covo deestremisti lo ga dito ufo e no mi. no me piasi ciaparme I meriti de altri. no son talian mi.

  19. dimaco il discolo ha detto:

    effebi, se no comentavo mi per primo, nissun gaveva pel cul l’articolo.dime almeno grazie per averve da un minimo de visibilità.

  20. Sandi Stark ha detto:

    Statuto dell’ANVGD:

    In particolare si propone di:

    a) compiere ogni legittima azione che possa agevolare il ritorno delle Terre Italiane della Venezia Giulia, del Carnaro e della Dalmazia in seno alla Madrepatria, concorrendo sul piano nazionale al
    processo di revisione del Trattato di Pace per quanto riguarda l’assetto politico di tali terre anche nel quadro del processo di unità europea”.

    L’ANVGD ga prodotto gran parte del material per la “giornata del ricordo” nelle scole, dove se ghe insegna ai fiòi che iera “stragi etniche” e no “omicidi politici” come disi uno storico istrian come Pupo.

    L’ANVGD ga anche l’esclusiva per decider quai storici pol andar nelle scole a parlar de “giornata del ricordo e de foibe”, e i insegnanti che no ottempera alle disposizioni della “giornata del ricordo” i devi esser segnaladi al ministero dell’istruzion; istruzioni impartide con apposita circolare mai sostituida o cancellada da altre disposizioni.

    Mai vista una roba compagna, nianche col Minculpop e nianche in URSS.

    Prima o dopo, el Parlamento Europeo doverà occparse della faccenda, e decider se una organizzazion revanscista e imperialista pol insegnarghe le sue “versioni” storiche a milioni de fiòi de un Paese nominalmente europeo.

  21. dimaco il discolo ha detto:

    europeo solo sula carta, nei fati ghe fa monumenti a gente nota come”macelaio dei balcani”. e inquietante xe la frase “con ogni mezzo”. sicome no xe specificado “legale” se pol definir l’andvg una asociazion eversiva.

  22. Sandi Stark ha detto:

    No no, i ga zontà dopo qualcossa come “con metodi pacifici” per no poder esser giudicài eversivi. Miga mone, i ga fior de avvocati.

    E però varda, mi go conossù personaggi carismatici dei istriani. Dispiasudi per aver dovù lasar le loro case, evidente e comprensibile. El comunismo no ghe stava ben, comprensibile anche quel.

    Ma no go mai sentì dalle loro bocche, una sola parola antislava. E i conosseva tutti el croato, e anche assai ben.

    In un modo o nell’altro, comunque i veci gaveva convissù con sloveni e croati. I fioi e i nipoti inveze no.

    Alcuni de lori se rifiuta ancora ogi, de meter pie in Slovenia o in Croazia, nianche per far el bagno o far benzina.

  23. dimaco il discolo ha detto:

    ma legendo el tratat del 47 ghe ga da una scelta. o citadini italiani o yugoslavi. chi sceglieva la prima gaveva de andar via. no che li ga scazai. tito ghe ga da una scelta almeno. una scelta che i taliani no ga dado ne a trieste(TLT) ne a gorizia. i xe rivai coi canoni e qua xe restai.

  24. Sandi Stark ha detto:

    La storia saria assai longa, e anche l’Esodo Istrian andassi analizzà anno per anno, per capir quai iera i eventi che provocava l’emigrazion. Xe tutte le statistiche che se vol, chi ghe interessa pol documentarse.

    Una roba che no conta sti mati ad esempio, xe che iera anche i esuli istriani de lingua madre slovena e croata.

    E che una circolare del Gullotta, Ministro dell’Istruzion, ghe impediva de iscriver i fioi alle scole slovene pena la perdita della cittadinanza italiana, cioè tornar de Tito.

    Questo l’ANVGD no conta, come no i conta tante altre robe. Però i veci saveva, come te go dito pià sòra. Difatti i iera tranquilli, e quei più onesti, quasi se vergognava de aver ciapà el posto de 20-30 mila triestini scazài da casa loro per farghe posto a lori.

    Credime che i più onesti se vergognava veramente.

  25. dimaco il discolo ha detto:

    i contava quel che ghe fazeva comodo. dopo i andava a barter casa a roma con le lagrime.

  26. Tergestin ha detto:

    Vero, anca mi go conossudo veci esuli che tra de lori parlava in croato per dir una.

    Una che no se sa xe che con la spartizion del TLT nel cinquantaquattro, un’area irrisoria (alcune frazioni dei monti de Muggia) xe andada soto la zona B per motivi strategici (la cosiddetta “Operazione giardinaggio”).

    Bona parte de quei esuli iera comunisti pro- Cominform (cioe’ contro Tito e per Stalin) e i diffidava dele organizazioni de esuli perche’ le riteneva covi de democristiani se non adiritura fassisti. I se ga quasi tuti rangiado per i fati sui e a bona parte de lori le organizazioni de esuli e chi teniva in man el buisness dell’esodo, no ghe ga concesso el status de profugo, ne le altre prebende che pitosto ghe andava ad altri ben piu’ fedeli a Dio, patria e asociazion.

  27. ufo ha detto:

    Oh oh, uno sprovveduto che ghe spiega all’altro cos’che fa le “realtà dela minoranza”. Forsi xe el caso che te spiego una roba: far una tavola rotonda con un per de politici de madrelingua slovena no xe un dialogo, xe un contentin al PD. Dialogo xe quel che xe sta costruido tra la minoranza slovena de qua e quela taliana oltreconfin: no solo darse una man l’un l’altro co servi, ma anca atività insieme come la bela serie de progeti europei in comune del 2005 in qua.

    Comunque auguri. Visto l’esito che el “ringiovinimento” ga portado al asociazion concorente, più i ringiovinissi e prima gaveremo pase.

    NB: @13 Tergestin, se xe esuli finché xe finanziamenti…

  28. Tergestin ha detto:

    @ Ufo

    Me sa de si’. No te ga idea de quante volte go visto in tv o leto sui giornai le dichiarazioni de “giovinoti” de quaranta/zinquanta anni dir con enfasi melodrammatica “il dramma di noi esuli….” e robe simili. E nissun che alibissi.

    Dubito che bona parte de questi, dati i motivi anagrafici sia nata e vissuda nele terre perdute sottratte dai mangiabambini.

  29. Sandi Stark ha detto:

    Come disevo la storia xe longa e complicata. Semo stài tutti trituradi dai nazionalismi, tuti gavemo subì e tuti stavimo mejo prima dei nazionalismi.

    Ma se una persona bevi latte e propaganda col biberòn, se i ghe mostra fin de picio solo le foto dei cadaveri putrefatti delle foibe e no quele dei fioi che moriva de fame e malatia nei campi de concentramento taliani, no se pol pretender.

    Savè che fadiga spender soldi e tempo per comprarse libri e interessarse. Se ga un’associazion che te disi cossa te devi pensar, senza sforzi nè complicazioni.

    E po’ i istriani xe bona gente, quel che ghe interessa veramente xe solo i “beni abbandonati”.

    I pensa de riaver qualcossa tramite el nazionalismo che ghe ga fato perder capra e cavoli. In realtà quei che ghe ga fato perder tuto no xe i “slavi”, ma i altri, ma ammetter no ghe porta nissun vantaggio evidente.

    Inconsciamente tuti se rendi conto che qualcossa no bàti, però tazàr no costa niente.

    Me sembra el vecio boteghèr che meti el dedo su la balanza del persuto, senza acorzerse che in supermercato la vascheta ga el suo prezzo fato in partenza.

  30. dimaco il discolo ha detto:

    xe circa 80 milioni de dolar depostadi in una banca in lussemburgo dai sloveni circa 15 ani fa per la question deibeni abandonadi. ma lo stato talian ga di che vol de piú. da un pochi de ani no se parla piú de sti soldi. forsi alo stato no ghe bastava ma magari al politico de turno cola delega magari si. son proprio curioso se quei soldi xe ancora li.

  31. Sandi Stark ha detto:

    For redazion: UFO disi che mi e Tergestin semo due sprovveduti.

    No xe dubbi, parlavimo solo noi due.

    Redazion te propongo due scelte:

    1) te banni el commento de UFO

    2) te accetti el mio “UFO: va in monazza de tu mare”.

    Se ma cazè fora me fè un favòr, cussì podarè tignirve UFO, el Venezian sotto mentite spoglie e tuta l’altra bela gente che frequenta ‘sto forum per romperghe la bale al prossimo.

  32. dimaco il discolo ha detto:

    sandi ufo ghe rispondeva a effebi che lo ga definí sprovveduto. 🙂

  33. ufo ha detto:

    Veramente mi no credo che ghe interessi proprio tanto dei “beni abandonai”, alle confraternite. Forsi a qualchidun dei soci, che dopo mezo secolo no ga cora capido de eser stado ciolto per c*l, e continua cascarghe nel teatrin dele delegazije de quela volta le va a Roma, le parla cola casta e vien indrio disendo ‘grande novità’, ma mi no so quante volte se pol ripeter sta scenteta senza che anca el più baul cominzi sospetar. Sembra de veder Menia e la storia dei soldi dela piataforma logistica: “vederè che entro fine mese se riunisci el comitato”.

    Però me vien de ricordar che l’altra ano, prima dele elezioni del župan de mesto Trst, i candidati sindaci i xe andai de lori a presentarse e scoltar cos’che i vol. Come ga una volta tanto unanimamente riportà la stampa local, no ghe fregava niente de beni, de posti de lavor, de case o de pensioni. Unica roba che i voleva parlar iera el grande pericolo dei cartei stradai bilingui in Carso. Chi che no credi, vadi rilezerse el giornal (l’un o l’altro, no cambia). Chi che vol capir, capissi, i altri che i se meti in fila per comprar el Coloseo.

    Zerto che xe un mucio de zente che ga scoperto un modo de far schei senza sudar, e me par de capir che i schei i vien de tasca nostra, e guai chiederghe conto de come li spendi. Ma podessi eser vero che farse eleger a buana de una se queste asociacije (perché pensé che ghe ne ga tante) xe meno costo e meno fadiga che farse eleger in parlamento. E una volta in scagno, te son bon fin la pension. Prosimo giro me candido.

  34. dimaco il discolo ha detto:

    comento 12 de effebi, sandi.

  35. ufo ha detto:

    Oi, sandi, no panic: ga razon dimaco. El bon effebi me ga ciama sprovveduto (su al #12), mi go soriso e ghe go fato notar che ierimo in due (ma no proprio pari). Ciapa fia e rilassite, che no te me diventi come un Lojze – saria pecà, sto sito saria banale senze i tui comenti.

  36. effebi ha detto:

    ciacole… ciacole… ve le disè e ve le contè….
    tanto ciapadi dale ciacole che ve rabiè a vanvera tra de voi…

    buffi

  37. effebi ha detto:

    Quindi, altri consigli culturali in Istria
    questa volta proposto dai “irredentisti estremisti” della socetà de studi storici scientifici de piran 🙂

    “Nel bicentario della morte di Girolamo,
    un convegno a Capodistria farà luce sul ruolo del casato
    I Gravisi, secoli di impegno e cultura
    nella penisola e nell’«Atene» dell’Istria

    CAPODISTRIA – Un personaggio assai interessante, dotto e istruito, di ampie vedute e interessi, un umanista vero, che metteva le sue vaste cognizioni a disposizione degli altri. Ricorre quest’anno il bicentenario della morte del marchese Girolamo Gravisi (Capodistria, 15 giugno 1720 – 31 marzo 1812), figura centrale nella storia capodistriana del XVIII secolo, una delle maggiori personalità dell’età dei Lumi e della stagione delle accademie nella nostra regione, oltre che stretto collaboratore del cugino Gian Rinaldo Carli. La ricorrenza offre lo spunto per una riflessione storica sulla famiglia Gravisi, gli impegni da essa svolti sia in città sia nel resto della penisola istriana, nonché sui ruoli esercitati per conto della Repubblica di Venezia.
    È partendo da questi presupposti che la Società di Studi storici e geografici di Pirano ha pensato di promuovere una due giorni di studio, di carattere interdisciplinare, dedicata all’argomento, con approfondimenti concernenti il casato e i singoli personaggi che si sono distinti nei campi più diversi, dai tempi antichi sino alla contemporaneità, senza trascurare il panorama storico dell’epoca, andando ad analizzare e presentare i momenti e i fenomeni più significativi. Il convegno scientifico internazionale “I Gravisi. Ruolo, impegno e cultura di un casato capodistriano attraverso i secoli”, si terrà nella sede della Comunità degli Italiani “Santorio Santorio” di Capodistria, appunto a Palazzo Gravisi, il 30 novembre – 1.mo dicembre. Significativi i patrocini scientifici, le collaborazioni e i sostegni a quest’inziativa dell’associazione diretta dall’instancabile e validissimo Kristjan Knez: c’è il coinvolgimento dell’Istituto Regionale per la Cultura Istriano-fumano-dalmata di Trieste (IRCI), c’è il patrocinio scientifico dell’Università del Litorale – Facoltà di Studi Umanistici, Dipartimento di Italianistica di Capodistria, del Centro di Ricerche storiche di Rovigno…

    Un ritratto a tutto tondo

    Nel corso dell’incontro gli organizzatori si sono prefissi di affrontare i seguenti argomenti: l’origine della famiglia; il casato capodistriano; i rapporti di parentado; il feudo del Marchesato di Pietrapelosa; le proprietà nel contado di Capodistria; i beni immobili in città e nel circondario; uomini d’arme, funzionari e uomini di cultura durante il dominio della Repubblica di Venezia; il ruolo svolto nell’ambito delle accademie; il contributo dato allo sviluppo civile e culturale di Capodistria. Un capitolo sarà incentrato sul Girolamo Gravisi, erudito e illuminato, in cui verrà fatta luce sullo studioso, il promotore di iniziative culturali, il suo ruolo nell’Accademia dei Risorti, il rapporto e la collaborazione con Gian Rinaldo Carli, i contatti con gli uomini di cultura del suo tempo. Non mancheranno accenni sugli studiosi di storia patria tra Otto e Novecento, nonché sulle vicende novecentesche e l’esilio della famiglia..
    Nel corso del convegno prenderanno la parola relatori provenienti dalla Slovenia, dalla Croazia e dall’Italia, in rappresentanza di università (Capodistria, Trieste, Venezia), biblioteche, istituti e società di ricerca nonché di altre istituzioni, che proporranno innumerevoli contributi relativi alla famiglia in questione e al contesto storico, evidenziando gli intensi scambi di varia natura tra l’Istria, Venezia e l’area veneta nonché le altre regioni italiane. Ad oggi si annoverano diciotto adesioni di studiosi, tra questi diversi giovani connazionali.

    Tanti studiosi, diversi connazionali

    L’incontro si aprirà venerdì 30 novembre alle ore 9.15, con gli indirizzi di saluto, cui seguirà la prima parte, dal titolo “Il casato” (presiede Veronica Toso, Università Ca’ Foscari, Venezia), e gli interventi di: Fulvio Salimbeni (Università di Udine), Da Gian Rinaldo Carli a Bernardo Benussi: erudizione e storia patria in Istria tra illuminismo e irredentismo; Marino Bonifacio (Società di Studi storici e geografici, Pirano), Origini storiche dei nobili Gravìsi di Pirano e Capodistria; Gaetano Benčić (Società di Studi storici e geografici, Pirano), Pietrapelosa: da castello patriarchino a feudo dei Gravisi.
    I lavori riprenderanno dopo una pausa caffè, con tema Girolamo Gravisi, le accademie e la cultura del suo tempo (presiede Salvator Žitko, Società storica del Litorale, Capodistria), e le relazioni di Isabella Flego (Comunità degli Italiani “Santorio Santorio”, Capodistria/Accademia dei Risorti, Capodistria), Girolamo Gravisi: tesori di un precursore silenzioso; Veronica Toso (Università Ca’ Foscari, Venezia), Cultura ed erudizione a Venezia e in Istria nella Repubblica delle lettere; Antonio Trampus (Università Ca’ Foscari, Venezia), Accademie, istituzioni e virtù civica. Girolamo Gravisi, Gianrinaldo Carli e l’Accademia dei Risorti.

    Una figura poliedrica

    Seguirà nel pomeriggio-serata, la parte incentrata su Girolamo Gravisi: figura poliedrica del Settecento istriano (presiede Antonio Trampus, Università Ca’ Foscari, Venezia), e i contributi di: Gino Bandelli (Università di Trieste), Girolamo Gravisi e l’antiquaria istriana nel secolo XVIII; Luana Giurgevich (Centro Interuniversitário de História das Ciências e da Tecnologia (CIUHCT) – Faculdade de Ciências – Universidade de Lisboa/Società di studi storici e geografici, Pirano), Londra-Padova-Capodistria: Alberto Fortis e il ritrovamento dell’iscrizione di Cissa; Ivan Marković (Biblioteca centrale “Srečko Vilhar”, Capodistria), Girolamo Gravisi “bibliotecario”: la Libreria Pubblica di Capodistria 1760-1806; Giorgio Federico Siboni (Società Storica Lombarda, Milano), “Alla Magnifica Città di Capodistria”. Scambi culturali fra Luigi Bossi, Gian Rinaldo Carli e Girolamo Gravisi; Nives Zudič Antonič (Università del Litorale, Capodistria), Girolamo Gravisi e la questione della lingua.
    La mattinata di sabato 1.mo dicembre sarà imperniata sul retaggio di una famiglia (presiede Isabella Flego, Comunità degli Italiani “Santorio Santorio”, Capodistria/Accademia dei Risorti, Capodistria), con i saggi di: Zdenka Bonin-Deborah Rogoznica (Archivio regionale di Capodistria), Il fondo della casata Gravisi custodito nell’Archivio regionale di Capodistria; Salvator Žitko (Società storica del Litorale, Capodistria), L’antica decorazione pittorica dello scalone del palazzo dei marchesi Gravisi-Barbabianca e il contesto storico; Marina Paoletić (Società di Studi storici e geografici, Pirano), La perduta villa Gravisi-Barbabianca a San Tomà e l’architetto Gabriel Le Terrier de Manetot; Denis Visintin (Museo civico, Pisino), Le ultime vicende feudali del Feudo di Pietrapelosa.

    Approccio interdisciplinare

    Un altro segmento di cui si discuterà al convegno capodistriano è L’Ottocento e il Novecento: figure e vicende storiche (presiede Fulvio Salimbeni, Università di Udine). Ne parleranno: Kristjan Knez (Società di Studi storici e geografici, Pirano), con Anteo Gravisi: erudito, studioso di storia patria e redattore de “La Provincia dell’Istria”; Rino Cigui (Centro di Ricerche storiche, Rovigno/Società di studi storici e geografici, Pirano), con Pio Gravisi e le misure profilattiche contro il colera a Capodistria negli anni 1883-84; Michele Grison (Società di Studi storici e geografici, Pirano), con Il professor dottor Giannandrea de Gravisi Barbabianca (Capodistria 1880-Trieste 1960). Chiuderà, in modo più che appropriato, Alessandra Argenti Tremul (Centro di Ricerche storiche, Rovigno), con Gli ultimi giorni della famiglia Gravisi a Capodistria.”

    buone ciacole !

  38. dimaco il discolo ha detto:

    ciò effebi no te vol miga diventar come el venzia maestro de copia incolla. comunque effebi no xe che le associazioni dei esuli xe intocabili e no se pol criticarle altrimenti xe reato de lesa maestà. e visto che le xe finanziade con soldi anca miei go el dirito de esprimer la mia opinion. e go el dirito de farghe le pulci ai conti se voio.

  39. ufo ha detto:

    Orpo, me par che la situazija la richiedi un poco de (psic)analisi. Sarà miga che ciamandoli ‘estremisti’ podessi gaver intivado el punto che ghe diol?

    Bom, tachemo dal inizio: ghe iera una volta i uni e i altri, perché meterse dacordo probabilmente voleva dir meno poltrone. I uni i iera i duri e, de un punto de vista razzial, anca puri – che zigava e se agitava credendoghe: no ghe stava per niente ben che sloveni e croati i se montassi la testa e volessi dir la lori su chi che devi tocarghe Istra e Dalmacija. No ga importanza che in tuti e do i casi i fussi magioranza – razze inferiori ga solo che de star zite, subir e ala fine sparir asorbide dala superiore civiltà latina, cossa i pretendi de gaver dirito de parola e magari anca in quela lingua che nissun de lori capissi. Le tesi che i portava vanti le xe ben che documentade nele publikacije de lori stesi. basta andar in biblioteca. Per eser onesti va dito che un poco i iera anca anticomunisti, che in quei ani rendeva ssai e quindi lo zigava forte.

    Poi ghe iera i altri, che iera un poco meno propensi a meter zerte monade nero su bianco e navigava un poco come che ghe diseva chi teniva el portafolio in man, scatenai in periodo de elezioni (come dir quasi sempre) e cuci cuci nel intervalo. Però anticomunisti anca lori, sempre perché rendeva. Per chi che se ga perso, i uni i stava tacai ale cotole dei missini, i altri ciuciava al petto dela Balena bianca (i democristiani, per i più zovini). E i litigava fra de lori, cussì per tenirse in alenamento.

    Poi xe vegnui i patatrac del 1989 e del 1991, e vara tì xe suceso che ciamarse anticomunisti no bastava più a impinir le casse, anca per una zerta scarsità generale de comunismo in giro. Disemo che la reazion al esaurimento dela cucania la spiega molto dela storia antecedente: i uni se ga messo de colpo a crecar una qualsiasi presentabilità, fazendo finta de no saver niente de quel che i diseva e i stampava prima; i altri i ga inveze molado i ormeggi dala realtà svolando via verso un universo alternativo dove che le loro fissazioni le sembrava reali, e cora ogi i continua a darse razon fra de lori. Come dir, i se ga scambià le parti.

    Desso xe che i iero soto l’impresion che el nostro bon effebi el ghe fussi vizin ai extraterestri del Unione dei Lacotiani, me me corzo che nol’rispondi ale punzechiature in quela direkcija, ma salta su inveze co un parla mal de quei che desso volessi farse veder come rispetabili. E per farlo ne cita: a) @15 la presentacija de un volume e de una mostra a cura del Asociazion dele comunità istriane, che no xe l’ANVGD per quanto rivo capir (se no no i fussi separatamente soci de Federesuli); b) @17 una rasegna corale con sempre in mezo l’ Asociazion dele comunità istriane, che continua no eser l’ANVGD; c) @37 un convegno promoso dala Società de Studi Storici de Piran, dove che vien citadi studiosi e istituti de ogni dove, ma ala fine del popeton un se corzi che l’ANVGD no xe proprio citada.

    Caro efferbi, se te volevi dimostrar che sti mati fa anca robe rispetabili, no te podevi disemo citar qualcossa de presentabile fato de lori, inveze che rubarghe ai cugini?

    Bom dei, deso la smeto, che go robe meio de far. Auguri al neo-capataz, che me par gaverà sai cossa sudar visto la compania in cui se trova. Me son trova lezer, per sbaio, un polpeton su un dei siti dei optanti – me par che se ciamava “dove che la va una dele asociazioni” – e go leto sai comenti su persone che me par le xe cora nel consilio nazional de sti mati (sai bei anca i comenti de qualchedun che me par de conosser), e se la metà de quel che scrivi xe circa vero, povero Antonio.

    Finisso disendo una roba bela: xe vero quel che scrivi effebi al @11: sto omo novo nol’xe un dalmata. Confermo: go visto le foto (anca se te ga cossa zercar in internet per trovar un segno de vita de lui – lo gavè teniu nascosto fin desso?). Poi me son vardà in specio: nianca mi no son dalmata. No son bianco a macie nere e no scodinzolo. Ma spero de eser aprezado per qualcossa de più…

  40. effebi ha detto:

    “….I triestini non esistono. O se esistono sono una minoranza trascurabile. A Trieste ci sono due tipi di abitanti. Quelli che qualche anno fa, per un motivo qualunque, sono passati di qui per caso (capiamoci, non sono tutti kossovari poco versati in geografia. Semplicemente ogni regola ha le sue eccezioni) e per qualche motivo hanno pensato di fermarsi. E i figli di qualcuno che passava di qui per caso e ha pensato di fermarsi. Sui motivi per fermarsi si potrebbe scrivere un libro, ma diciamo che nell’ordine si possono riassumere in: cè il mare, c’era la donna della mia vita, c’era un’aria strana e mi è piaciuta, è un posto dove nessuno fa troppe domande. Quelli che passano di qui per caso e si fermano dopo due anni imparano la lingua, e dopo quattro cominciano a lamentarsi di tutto, e allora sono diventati dei veri triestini….”

    …chi ga scrito ?

  41. Io vorrei... ha detto:

    Vedo che nell’amena città di Trieste, internazionale e aperta agli altri, finalmente si discute in pace del passato.

    Tutto il resto d’Italia è lì col fiato sospeso: “Che si dirà oltre l’Isonzo?”.

    PS Per dimaco: anche l’Italia è stata democratica con gli jugoslavi: pure loro potevano andarsene via a seguito del trattato di pace, del memorandum di Londra e perfino dopo il trattato di Osimo. Ben pochi però se ne sono andati. Hanno preferito rimanere sotto i porchi italiani piuttosto che con i fratelli jugoslavi. Sbaglio se dico che anche i tuoi se ne sono scappati dal Paradiso Terrestre di Tito?

  42. dimaco il discolo ha detto:

    no i miei no xe scapadi da nissuna parte,una parte de familia iera sloveni de dolegna altra parte de un paeseto a 10 km da gorca. no i xe scampadi visto che iera casa loro. a diferenza de altri viniudi dopo el 18 e che ancora ziga che li ga mandai via dale loro tere. ma fame el piazer.

  43. Azaleo Vilanich ha detto:

    I comunisti, dopo stupri, assassini ma, soprattutto catastrofi e Paesi ridotti alla fame, proprio non si danno per vinti di essere stati sconfitti dalla Storia. Una storia che, guarda un po’, per mille anni ha vissuto sulla costa Orientale dell’Adriatico e che, accidenti, proprio no i ga rivà a sepelir… gnanca prima con Broz e gnanca desso!

    No semo morti vegnindo de qua e no semo morti tornando de la!

    Dovete farvene una ragione, noi e voi moriremo tutti, la Storia di Venezia in Istria Quarnero e Dalmazia non ancora.

  44. Sara Benussi ha detto:

    …..fioi gavé scrito massa robe!

    mi me spiasi per quei che i parla mal senza cognosser, e me pianzi el cor sentir zente che ancora oggi inneggia josip broz.. evidentemente no savé che semo nel 2012..

  45. El Mithrandir ha detto:

    Auguri al nuovo Presidente dell’ANVGD. La battaglia per la Verità sulla storia continua. Ci sono molte persone la cui intelligenza è evinta dai commenti qui sopra. Ad altri come discolo ufo eccetera dite alle mamme di dar loro il ciuccio e metterli a nanna.

  46. dimaco il discolo ha detto:

    appunto Sara feve una ragion. le terre che voi falsamente ciamé taliane xe andade. poi mi veramente me domando per quante generazioni se pol eser esuli. un che xe nato tal 95, per esempio, come pol definirse esule. go capi che fa comodo ma no pol andar in eterno. dove se ga inegiá a tito scusime?

  47. ufo ha detto:

    2012. 2012??? Vole dir che xe pasai 102 ani dal censimenti del 1910 – e che ancora no ve se fati una ragion che sia in Istria che in Dalmazia i dichiaratisi italofoni i iera in minoranza?

  48. Pieri ha detto:

    Che tristezza questo revisionismo storico volto a negare l’italianità secolare dell’Istria. Ora di italiano hanno lasciato ben poco, se non i centri storici dei paesi costieri (belli proprio perchè veneziani), acconetntati di questo dimaco.
    Tu sei di quelli che italiani in Istria non devono esistere, ma per cui tutto quel che c’è a gorizia e trieste è sloveno.

  49. dimaco il discolo ha detto:

    il censimento parla chiaro, nella contea di gorizia la maggioranza erano sloveni.il 58% . lcose sono cambiate dopo il 19 e sopratutto dopo il 45 quando hanno permesso ai fascisti di insediarsi a gorizia. gli hanno pure fatto un quartiere intero in maniera che potessero sballare gli equilibrii in città.

  50. Tergestin ha detto:

    No xe che Trieste e Gorizia sia -ovviamente- “slovene” al 100%….. xe posti che ga una sua cultura tipica dela mitteleuropa e zone miste.

    I guai inizia quando inveze de cooperar, un grupo zerca de prevaler sull’altro.

  51. dimaco il discolo ha detto:

    no me da fastidio i taliani in istria ,pieri, me da fastidio asociazioni che vol che quele ter torni soto l’iitalia. no esisti una sola asociazion ne slovena ne austriaca finanziada con soldi publici o privadi che gabi nel suo statuto lo scopo de ocupar tochi de altre nazioni sovrane. questo pol suceder solo in italia.

  52. ORAZIO ha detto:

    Il mio più caro augurio al Presidente Antonio Ballarin,l’Associazione ANVGD ha un grande Uomo che con la sua cultura,il suo garbo,la sua capacità di quella grande virtù che si chiama Dialogo,sarà per tutto e tutti il catalizzatore formante il futuro europeo.Leggere le vicende della storia come messaggio di auspicio alla pace e al rispetto dei fatti accaduti nelle terre Italiane oltre Adriatico.Un mare che deve unire e mai dividere,dove vittime e carnefici debbono necessariamente stare ad un tavolo a ricordare con sdegno,rammarico,senso di colpa che strazia il proprio cuore e Pietà.Quella Pietà che ricompone le carni e deposita l’Amore in Cristo.
    Il messaggio al dialogo dell’ANVGD è nei sentimenti del nuovo presidente Ballarin,persona di grandi radici e cultura di grande spessore,credo che queste parole vadano a cucire quel tessuto arido e pieno di odio,non serve usare trite parole,caput imperare non pedes.Valuto le cose dall’alto e noto che le parole utilizzate contro la civiltà del dialogo,contro l’Uomo,la sua terra
    le sue origini,i propri morti,gli affetti lacerati…queste sterili e fredde parole siano solo la certezza che l’uomo è miserabile,povero nell’etica e arido nell’anima,ma la cosa più grave è la cecità nella luce del futuro amando solo le tenebre.Questo è l’orizzonte di pochi e la condanna di uno solo,fatalmente il nulla.Forza Presidente e buon lavoro,grazie di essere al timone..e avanti tutta.
    e buon lavoro

  53. El Mithrandir ha detto:

    Mi rivolgo soprattutto a dimaco. La storia ci insegna che non è tanto importante la staticità di una civiltà, con i suoi modelli socioculturali, quanto il dinamismo che sprona i singoli ad abbracciare modelli e costumi stabilizzatisi altrove, in altre realtà, anche strettamente connesse a quella del gruppo etnico di partenza, vedi l’esempio eloquente dell’Istria. I nazionalismi esasperati, come diceva giustamente qualcuno sopra, hanno sempre deteriorato gli equilibri sociali in zone ad etnia mista. E’ innegabile, nello specifico, che una fetta importante delle motivazioni della pulizia etnica commessa dai partigiani titini risieda nella presa di coscienza dell’italianità di base di quelle terre, e nel senso di inferiorità per una moltitudine di popoli, quelli slavi, che proprio per una determinata origine geopolitica si è sempre configurata come più chiusa e legata a pastorizia ed agricoltura di sussistenza rispetto allo splendore delle città costiere, in cui l’apporto veneziano è talmente evidente che solamente una persona che rinvanga i fausti titini può, dato l’humus di chiusura mentale incorreggibile, ignorare. Soprattutto negli ultimi anni, è cresciuto esponenzialmente il numero di cittadini croati e sloveni che si dichiara di nazionalità italiana, prende documenti italiani, coltiva la lingua italiana. Ma perchè è evidente, il progetto di unificazione jugoslava ha fallito, quelle terre non saranno mai unite con volontà dei singoli popoli sotto un’egida centrale, perchè il fenomeno etnico slavo è frammentato in una miriade di realtà particolari. Il fenomeno italiano, e in particolare nell’accezione veneziana e postveneziana, è il modello culturale a cui aspirano sempre più individui residenti in ex Jugoslavia, anche con realtà famigliari quasi del tutto distanti da un’eredità italiana. Quindi è la Storia a determinare, lentamente, una RIitalianizzazione di quelle terre, che gli idealisti filoslavi come te, dimaco, lo vogliano o meno.

  54. dimaco il discolo ha detto:

    riitalianizzazione? tu sei ubriaco. altrochè.non esisterà mai uno straccio tricolore in quelle terre.mai piú. la gente forse potrà anche parlare italiano, ma italia non tornerà mai piú.

  55. ufo ha detto:

    Quale sarebbe l’accezione postveneziana, di grazia?

  56. ufo ha detto:

    Senso d’inferiorità”? Fra un paio di giorni in viale c’è la fiera di S. Nicolò. Vendono anche specchi, e scontati. Prendine uno, in casa serve sempre.

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