2 Novembre 2012

Quale futuro per il Primorski dnevnik e le gli enti sloveni in Italia?

Anche a causa dei pensanti tagli ai contributi per la minoranza slovena, oggi Primorski dnevnik, il quotidiano della minoranza slovena in Italia, che esce a Trieste, Gorizia e Udine da oltre 63 anni, non è in edicola. Una decisione sofferta, ma necessaria per il contenimento de costi, forse il “preambolo” di tutta una serie di provvedimenti che le organizzazioni e le associazioni slovene dovranno prendere nei prossimi anni per poter fare fronte al taglio dei contributi.
L’Associazione economica e culturale slovena (Skgz), che assieme alla SSO, rappresenta la comunità slovena in Italia, ha espresso nei giorni scorsi “profonda preoccupazione”, in un comunicato stampa, per “i tagli previsti dal governo italiano” alle istituzioni e le organizzazioni della minoranza nei prossimi tre anni. Secondo l’Associazione, infatti, l’esecutivo italiano avrebbe programmato, nella legge di stabilità per il 2013, una riduzione dei fondi destinati alla minoranza slovena da 2,8 milioni di euro a 2,396 milioni; per il 2014 uno stanziamento di 2,639 milioni e per il 2015 di 2,344 milioni. “E’ inaccettabile e oltraggioso stabilire una cifra di 2,8 milioni di euro come base per il finanziamento della comunità slovena e tagliarla ulteriormente”,  scrive l’Skgz.
Le curatrici di Š.U.M., il nuovo inserto giovanile del Primorski dnevnik (che sarebbe dovuto uscire oggi), hanno pubblicato un’interessante e divertente editoriale sulla pagina web del quotidiano sul tema.

39 commenti a Quale futuro per il Primorski dnevnik e le gli enti sloveni in Italia?

  1. Turan1964 ha detto:

    Chiedete finanziamenti alla Repubblica di Slovenia e il problema è risolto.

  2. maja ha detto:

    tagli peNsanti 🙂

  3. Paolo Nanut ha detto:

    @1 risposta davvero intelligente, complimenti! La verità che si rischia di veder scomparire una voce autorevole e un giornale che per me e per tutti gli sloveni d’Italia è punto di riferimento. Ma a scanso di equivoci, quando un giornale deve chiudere, qualsiasi esso sia, è sicuramente una brutta cosa, sia per i posti di lavoro e sia per un pezzo di pluralità di informazione che viene a mancare. Lo dico da giornalista-pubblcista e da lettore di carta stampata

  4. Sandi Stark ha detto:

    No xe un mal senza un ben: se i ghe taja i fondi no i ga più l’obbligo de scriver robe accomodanti per el quieto vivere.

  5. Paolo Nanut ha detto:

    @4 il problema è che non avranno i soldi per far uscire le proprie idee sul giornale

  6. Martina Luciani ha detto:

    Tagliano i fondi per il sociale, l’assistenza e la ricerca all’intero paese, maggioranze e minoranze( incluse problematiche come la SLA): la tutela della pluralità delle idee direi che ormai è un optional.

  7. JACOPO ha detto:

    prima cosa, concordo col commento n.1..seconda, hanno chiuso pochi mesi fa la redazione di Gorizia del Messaggero Veneto…che credo vendesse più copie del Primorski.
    Di conseguenza una cosa che mi sarei aspettato…e mi dispiace non tanto se il giornale dovesse chiudere in se, visto che non lo leggo, ma per quelle persone che rischiano il posto di lavoro in questo periodo..

  8. Radimiro ha detto:

    @ Sandi e forse gli Sloveni inveze de sostignir la sinistra e l’union de sto paese, saria el caso che lori cominzi a diventar indipendentisti Tergestini !

  9. Radimiro ha detto:

    Forsi inveze de forse !

  10. dimaco il discolo ha detto:

    ga ragion quel al comento 1. basta cavarghe i soldi ai taliani(visto che la slovenia no ga taiá ifondi ala presuposta comunitá italiana) e girarli al primorski dnevnik. no xe dificile.

  11. Mauricets ha detto:

    spero arrivino i fondi.
    ma è da ripensare il modo di fare informazione.
    i costi così come è impostata la testata è insostenibile.
    se negli USa grandi realta vanno sulla rete è ormai tempo di rivedere il sistema.

    questo vale anche, ovviamente, per le testate italiane.

    in questo modo non è piu possibile andare avanti.

  12. Sandi Stark ha detto:

    @ 5 Certo Paolo, ma almeno i ultimi mesi de vita, el giornàl podessi scriver alla grande tuto quel che no el ga scrito nei ultimi decenni, giusto per seràr in bellezza. Dopo se passerà alle copie ciclostilade, a la vecia maniera.

  13. Mauricets ha detto:

    ma da qualche parte poi dovranno pur andare a lavorare.

    se scrivono là verità possono emigrare.
    in africa.

  14. Antonio ha detto:

    Vi atteggiate tanto a mitteleuropei e poi gongolate quando le istituzioni della comunità slovena in Italia sono in difficoltà finanziarie…

  15. Holsen ha detto:

    Povera Trieste ! Era al massimo del suo sviluppo grazie alla multiculturalità, era un misto di razze e tutto ciò era motivo di ricchezza culturale e monetaria. Ora invece si leggono commenti ottusi contro tutti quelli che sono “stranieri”, italiani compresi (avete mai letto il piccolo in internet e i commenti alle varie notizie? Da spaventarsi per la pochezza e la cattiveria!)
    Forse non abbiamo capito che Trieste muore perchè ci siamo chiusi ( i politici per primi) e vediamo tutti come nemici, i “sciavi” (chiedo scusa per il vocabolo ma è in uso purtroppo), i furlani, i “taliani” !
    Siamo finiti se continuiamo a ragionare così.

  16. edvard ha detto:

    Che se svegli i sloveni e cominci a tagliar anche lori alla minoranza taliana, mi piacerebbe molto veder le reazioni

  17. Paolo Nanut ha detto:

    @16 Mi smo slovenci…ma mi pare che i fondi a Tv Koper Capodistria per le trasmissioni in lingua italiana siano già stati tagliati.

  18. dimaco il discolo ha detto:

    no sono stati confermati, era scritto sul piccolo.

  19. Mauricets ha detto:

    i fondi devono essere dati.
    puntuali.

    poi vi deve essere una trattativa per una riduzione, vista la crisi.
    una rimodulazione della spesa è necessaria.
    l’editoria poi è in evoluzione, la carta stampata di grandi dimensioni annaspa. figurarsi la piccola.

    se il vero scopo è culturale deve ripensare a come pubblicare.
    o passare a settimanale, e magari quotidiano sul web. potrebbe anche associarsi a un altro gruppo editoriale.

    ma mantenere una struttura così è anacronistico.

  20. Mauricets ha detto:

    si taglia anche alla scuola http://ilpiccolo.gelocal.it/cronaca/2012/11/04/news/tagli-in-fvg-del-40-alle-scuole-e-alla-ricerca-1.5967786
    si tagliano le pensioni, il comparto industriale è alla canna del gas.

    la minoranza ha i suoi diritti, ma deve ripensare e ricalibrare le spese.non necessariamente chiudere le attività, ma ripensarle. non sono piu sostenibili strutture pensate per altri momenti stoici, dove non vi erano gli attuali strumenti di comunicazione.
    non ci sono soldi.

  21. Io vorrei... ha detto:

    I fondi alla Comunità Nazionale Italiana in Slo/Cro sono stati già ampiamente tagliati l’anno scorso, e pure quest’anno.

    Faccio notare che la Repubblica Italiana e gli altri enti pubblici italiani (enti locali, regioni, Università Popolare di Trieste ecc.) versano circa l’80% dei fondi per la CNI in Slo/Cro, così come oltre l’80% dei fondi per la comunità nazionale slovena in Italia.

    Quindi alla fine della fiera a pagare finora è sempre stata l’Italia.

  22. Turan1964 ha detto:

    La comunità Slovena ha il diritto di difendere e sviluppare le propie idee. Come sappiamo le associazioni SSO e SKGZ sono,di diritto, quelle che gestiscono le risorse finanziarie. Ma purtroppo, la comunità Slovena,deve sapere che moltissimi contributi vengono elargiti ad associazioni e privati in Provincia di Udine, che di Sloveno hanno ben poco.

  23. Turan1964 ha detto:

    I Comuni della Provincia di Udine, che fanno parte dei Comuni dove dovrebbero abitare i presunti Sloveni, hanno fatto richiesta a codesta Legge (15%del Consiglio), con una sola motivazione, ovvero:sviluppo grazie alla possibilità di ricevere contributi.
    Ora domando agli Amici Sloveni, vi sembra giusto?
    I contributi non dovrebbero andare esclusivamente a chi è Sloveno veramente?

  24. Mauricets ha detto:

    I contributi sono per gli sloveni, in tempo si vacche magre piu di tanto non si puo avere.

    devono essere gestiti con oculatezza.
    sarebbe bene rendere pubblici dove i fondi vanno a finire.

    ma delle scelte devono essere fatte, non si puo pensare di spendere come solo pochi anni fa.
    razionalizare e ammodernare le strutture culturali.
    questo non significa ridure il personale, ma gestire i denari in modo diverso.

  25. maja ha detto:

    nella provincia di udine anche all’interno di gruppi parlanti lo stesso idioma c’è chi si sente “veramente sloveno” e chi no.
    il problema è che “chi no” spesso vorrebbe prevaricare su “chi invece sì”.

    http://messaggeroveneto.gelocal.it/cronaca/2012/09/25/news/lite-per-la-carta-d-identita-in-sloveno-tre-condanne-1.5753513

  26. Mauricets ha detto:

    Non esiste.
    bene ha fatto il giudice.

    ho i dubbi sl “verqamente”.
    uno puo sentirsi “anche”.

    generalmente che si sente “anche” accetta di buon grado quanto prescrive la legge.

    sempre che non venga emarginato perchè non “puro”.
    è puo essere discriminato da entrambi le parti.
    dagli italiani perchè non puro, edagli sloveni per lo stesso motivo.

    i misti sono quelli che possono essere discriminati due volte. il doppio.

  27. pipo aldo ha detto:

    i ga mania za prima!!!! magna magna…ai tempi dela banka tkb……….adeso i pianzi

  28. Antonio ha detto:

    @ 15
    Condivido pienamente.

  29. Paolo Nanut ha detto:

    @18 la notizia mi era sfuggita

  30. Maximilian ha detto:

    Avendo vissuto dal di dentro la comunità slovena pur non essendolo devo dire che mai ho avuto l’impressione che mancassero soldi..anzi. Da una situazione chiaramente privilegiata (basti pensare alle classi con 5 alunni ma corpo docente strutturato per la piena affluenza scolastica) si dovrà fare un bagno di realtà e adeguarsi ai tempi. Il quotidiano che probabilmente viene letto poco anche dagli stessi sloveni potrà uscire online riducendo notevolmente i costi . I contributi devono garantire la pluralità d’informazione non posti di lavoro inutili.

  31. Sara Matijacic ha detto:

    Certo, uscire solo online sarebbe un’ottima soluzione, ma si esclude così tutta una fascia che non sa neanche cosa sia internet.

  32. Cinghialone ha detto:

    Uno a turno stamperà una copia dal pc e andrà nella piazza principale del paese o città e leggerà le notizie ad alta voce, non dimenticando il contributo di un addetto al linguaggio dei segni per i sordomuti.

  33. nick ha detto:

    se un giornale non ha una gestione economica sostenibile, come tutte le imprese, deve ripensarsi.
    Sicuramente un modo per fare informazione in maniera autonoma c’è.
    Potrebbero realizzare un’edizione triestino goriziana del Delo, o di qualche altro quotidiano sloveno, che così potrebbe iniziare ad essere diffuso dalle nostre parti. Sono convinto che in molti sarebbero interessati a sapere cosa succede a Lubiana e dintorni….

  34. Sandi Stark ha detto:

    @ 32 per stampar a casa un quotidiano bisogna ciorse come minimo un plotter, con copie che costa più de 1 € l’una.

    L’unica xe el ciclostile ad alcol, xe sempre la soluzion più economica.

    De far in sofita o in cantina, intanto che le vedette fa i pali, metti caso che rivi i camion Fiat co’ le persone che volerà perseguir le tipografie clandestine per evasione fiscale o per trasgredir le leggi sull’editoria e sul lavoro.

    Cussì i podessi esser anche più efficaci dei loro avi che andava in giro a caccia de tipografie sempre col camion Fiat, ma con altri metodi dispendiosi e che oggi no servi più.

  35. Cinghialone ha detto:

    @ 34 alora niente fotocopia, el strilon de turno se comprerà un giornal vero e proprio. El zigherà a più non posso le notizie ma con atenzion che no rivi il camion che te disi ti.

  36. Mauricets ha detto:

    31Sara Matijacic
    non necessariamente, puo divenire un settimanale. magari polposo, con approfondimenti. e sarebbe piu facile proporre abbonamenti. la redazione non subirebbe tagli.

  37. Sandi Stark ha detto:

    @ 35 Per semplificar se podessi mandar in giro quei che zigava “Sono le otto e tutto va bene!” se bisogna tornar ai tempi bui bisogna far le robe per bèn.

    E mandar in giro i banditori una volta al mese, cussì se fa contenti quei che volessi trasformar el Primorski in settimanale.

    Ma per sparagnar ghe dovessi andar ben anche una copia quinquennale; se intendi che tuti i dipendenti va licenziài e tra 5 anni i ghe farà un cococò o i lavorerà a cottimo tramite le agenzie internali, che mi confondo sempre interinale con perianale.

  38. dimaco il discolo ha detto:

    vale anche per testate come libero, il foglio, la padania ecc. tafliare il finanziamento pubblico a tutti allora.

  39. Maximilian ha detto:

    A quelle testate che hai nominato toglierei tutti i fondi

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