31 Ottobre 2012

Veit Heinichen tra i finalisti del Premio Europeo di Letteratura Gialla

Tra gli scrittori finalisti del “Ripper Award 2012”,il Premio Europeo di Letteratura Gialla c’è anche Veit Heinichen, scrittore tedesco che dal 1997 risiede a Trieste (qui potete leggere l’intervista a cura di Al Custerlina), dove ha voluto ambientare i suoi romanzi, che sono dei bestseller in Germania e Austria.
Al Premio concorrono, oltre a Heinichen, gli scrittori Petros Markaris e Fred Vargas. I tre finalisti sono sono stati scelti da una giuria di sette scrittori europei. Il voto finale per lo scrittore favorito spetta al pubblico qui.  Si può votare fino al 8 novembre 2012.
La premiazione si svolgerà il 10 novembre e darà un riconoscimento all’autore la cui opera dimostra una particolare responsabilità, che abbia contribuito allo sviluppo di questo genere letterario e che abbia raggiunto una particolare accoglienza a livello europeo.
Il Premio è promosso dal Festival Internazionale della Letteratura gialla che si sta svolgendo proprio in questi giorni in varie località della Germania e che conta sulla presenza di autori “top”, sia nazionali che internazionali. Qui per maggiori informazioni sul Premio e sul Festival

Sito ufficiale di Veit Heinichen

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23 commenti a Veit Heinichen tra i finalisti del Premio Europeo di Letteratura Gialla

  1. Sandi Stark ha detto:

    Se el fussi sta a Trieste nei anni ’20 adesso el se ciamava Vito Peroni

  2. Io vorrei... ha detto:

    Il protagonista dei romanzi di Heinichen (ambientati a Trieste) è un poliziotto meridionale di nome Proteo Laurenti.

    Per certuni qui dentro da espellere come regnicolo, coll’aggravante dell’essere un cabibbo.

  3. Io vorrei... ha detto:

    Ecco qui alcune immagini del telefilm “Commissario Laurenti” (testuale), trasmesso dal canale televisivo tedesco ARD e ovviamente ambientato a Trieste:

    http://www.youtube.com/watch?v=tOUgorlUrOc

    Ci sono anche morti ammazzati sul tram per Opicina.

  4. Io vorrei... ha detto:

    Mi permetto di segnalarvi in quel filmato al minuto 3:07 “CSI Trieste”. Medico triestino che fa autopsie con barbone da santone indiano e cappellaccio di feltro grigio a larghe tese in testa.

  5. capitano ha detto:

    Io mi permetto di segnalare che la tv pubblica italiana si è ben guardata dall’acquistare e trasmettere i telefilm summenzionati.

  6. Io vorrei... ha detto:

    Anche quella privata, peraltro…

  7. Io vorrei... ha detto:

    A proposito: lo sapevi che i film sul commissario Laurenti hanno invece ricevuto la sovvenzione del fondo regionale del FVG?

  8. effebi ha detto:

    LAURENTI LAURENTI !?
    mmmm…
    mah, mi copio e incollo, no centra niente ma so che prima o dopo su sto post se finirà per parlar de titini… almeno son el primo:
    mariuccia lurenti

    “È in questo clima che maturò il tradimento di Mariuccia Laurenti che avrebbe portato al più grave colpo inferto alle organizzazioni clandestine italiana e slovena. Mariuccia era una ragazza bellissima, libera come lo erano le ragazze del Litorale rispetto ai costumi severi del tempo; era sveglia, civettuola, intelligente. Per queste caratteristiche il suo lavoro di «corriere» veniva molto apprezzato e, in più, si innamorò di lei Vincenzo Bianco, inviato a Trieste dal Pci. In poco tempo Mariuccia, dunque, riuscì a conoscere molto delle organizzazioni clandestine, ma non aveva alle spalle la formazione politica e umana che consentiva ad altri di valutare i rischi e controllare la paura. Fu arrestata dalla polizia italiana e affidata alla Gestapo. Crollò di fronte all’alternativa «collaborazione o morte».

    A rievocare quella vicenda lontana è Rodolfo (Rudi) Ursic, triestino sloveno che vive oggi a Lubiana ed è appena entrato nel suo ottantesimo anno di età. Rudi, che ha da poco pubblicato un grosso volume di memorie sulla Trieste di quegli anni (Attraverso Trieste «Un rivoluzionario pacifista in una città di frontiera», pp.560, Studio i) e appena ultimato delle bellissime pagine autobiografiche ancora in dattiloscritto, si commuove nel ricordare quella ragazza, un po’ per la sua bellezza, un po’ perché, in fondo, era una ragazza ingenua, stritolata da un gioco molto più grande di lei, un po’ perché passando, seguita dagli agenti, di fronte a quello che era stato il «moroso» di una notte, evitò di segnalarlo e lo risparmiò. «Vuol dire che la paura non le aveva tolto del tutto l’umanità».

    Nella storia di Rudi, che fu incarcerato come «politico» a Castelfranco Emilia per cinque anni e poi, di nuovo, arrestato a Trieste, quell’episodio ha un’importanza anche personale. Scoppiò, infatti, dopo la rottura fra Tito e Stalin, una lotta senza risparmio di colpi fra i «cominformisti» guidati da Vidali e quelli che venivano definiti i«titini» con Branko Babic. Lotta senza esclusione di colpi che avrebbe portato, fra l’altro, alla sua espulsione dal Pc di Trieste. E fra le armi usate allora vi fu anche quella della calunnia verso gli sloveni, accusati di aver dato in mano alla Gestapo i dirigenti locali del Pci. Le due organizzazioni, invece, – racconta Ursic – furono entrambe falcidiate dalle denunce di Mariuccia, sebbene nel 1949 sia stato pubblicato un documento dal quale erano stati cassati i nomi degli sloveni.”

  9. Tergestin ha detto:

    Veit Heinichen ga fato conosser Trieste a livel europeo coi sui libri e no xe un mistero che ghe sia turisti che vien qua dopo gaver leto i sui libri.
    Una mia parente pol confermar de gaver becado due tedeschi sul tram che i seguiva le rotte descritte dall’autor.

    El ga scrito opere de qualita’ su carta (che el Venezian senza dubbio no ga letto) e dado un quadro de Trieste molto positivo in quanto a cultura, cibo, arte e storia.

    Tuttavia el ga zercado de scoprir alcuni altarini nei sui racconti, fato inchieste dove i poteri forti cittadini ne usciva dipinti in modo non proprio pulito e xe sta piu’ volte critico sula casta politica locale e le lobby in genere.

    Per cui vien naturale che in certi ambienti el sia criticado, anzi, el ga adiritura subido dei attacchi molto pesanti (ricorde’ el “corvo”?) che senza dubbio partiva da alte sfere.

    Come tuti quei che ga fato del ben a ‘sta cita’, el devi purgar o ris’ciar l’oblio. Ordinaria aministrazion.

  10. aldo ha detto:

    @1

    “…Vito Peroni”

    ah ah! bela!

    @altri

    no xe vero che Veit-Vito Peroni no xe mai andà in video in italian…ecolo qua:

    Prima parte:
    http://www.youtube.com/watch?v=Zdt-cluZTpM

    Seconda Parte:
    http://www.youtube.com/watch?v=svSbIlXL2lw

  11. viceversa ha detto:

    mi go leto tuti i libri de “vito Peroni” e devo dir che, lasando star una certa pignoleria e dovizia de particolari che ralenta un poco il ritmo narrativo, xè piacevoli e veritieri.
    El dimostra, ancora na volta, che per far conosser la nostra tera, i suoi pregi come i suoi difeti, ga de eser un de fora…
    ‘sai rari xè quei nostrani che i xè rivai a scriver neal sua maniera

  12. Io vorrei... ha detto:

    Io ho letto solo l’ultimo. Prima di pagina quindici ha già citato il museo Revoltella, Italo Svevo, Umberto Saba, Arturo Nathan e Bobi Bazlen, il tutto senza una nota di spiegazione! Immagino il lettore tedesco (come quello italiano, del resto) come si districherà.

    Per chi lo ha letto, ricordo il noto quadro “La mare del mona…”.

  13. Sandi Stark ha detto:

    El commissario Laurenti iera Lavrencich, naturalmente. El nome Proteo significa che la famiglia iera del Carso, anche se per certi ‘taliani patrioti el “Proteo” xe solo el nome de una nave della marina ‘taliana che porta sfiga.

  14. aldo ha detto:

    El commissario Laurenti iera Laurenti, biologo vienese de origine italiana, e el nome Proteo deriva dal fatto che Laurenti ga scoperto el Proteo nel 1768 nele acque de caverna slovene o, forse, croate:
    “Il Proteo (Proteus anguinus, Laurenti, 1768) è un anfibio uredolo appartenente alla famiglia dei Proteidi. E’ l’unico vertebrato troglobio (ossia che ha il suo habitat unicamente nelle grotte) esistente in territorio europeo.” (wikipedia)

  15. aldo ha detto:

    El commissario Proteo Laurenti xe ‘talian de Salerno e se ga trasferì a Trieste per lavor.

    Scandalo!!!
    El famoso commissario creà dal scritor austriaco e protagonista de sui 7 libri xe un ‘talian cabibo ocupator de la fedelissima.

  16. ufo ha detto:

    El tovariš komisar Protej Lavrenčič el xe de Buzet e su nona parlava, ma disi de gaver i noni de Salerno perché i ghe ga dito che sona più figo proclamarse italianissimo. Se parlava per zakaj col fiscio che i lo fazeva komisar, restava guardia del radicio.

  17. Sandi Stark ha detto:

    La pezo roba che i ga fato, xe sta de trasferir el commissario Rex a Roma. Nol capiva el suo addestrator quando el diseva “mannaggia” e “fai la cuccia” piutosto che “sitz”.

    http://www.youtube.com/watch?v=n7ZDhyVnS6Q

    Su la strada del ritorno el gaveva fato el demonio al bivio de Palmanova, fin che i lo gaveva portà de Pepi a farse una de Vienna co’ senape e hren.

  18. Io vorrei... ha detto:

    Qui hai ragione: ai cani si deve parlare in tedesco, rispettando l’antico detto dell’imperatore Carlo V:

    “Uso lo spagnolo per parlare con Dio, il francese con i diplomatici, l’italiano con le donne e il tedesco per dare ordini a cani e cavalli”.

  19. Bibliotopa ha detto:

    in effetti, go sempre pensado che el tedesco xe una lingua stupenda per darghe ordini ai cani. Anche ai militari, dei..

  20. dimaco il discolo ha detto:

    xe per il fato che il tedesco xe una lingua dura. I cani e cavairispondi al tono e alla durezza del espresion e no al suo significato umano.

  21. AnnA ha detto:

    Gli ultimi commenti gridano vendetta, un tale ammasso di pregiudizi infondati non lo si trova tanto facilmente, eh.

  22. claudia58 ha detto:

    Anna, concordo, dovrebbero essere rimossi. Ma di qualsiasi argomento si parli su bora.la prima o poi degenera, il che fa sì che passi la voglia di leggere o scrivere…
    Mi collego al post di Tergestin per aggiungere che la Associazione Culturale Altamarea aveva organizzato dicembre scorso delle visite guidate gratuite dal tema “La Trieste Letteraria di Veit Heinichen”, iniziativa lodevole, che mi auguro sia ripetuta anche quest’anno.

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