29 Ottobre 2012

La fiera della sposa è una cosa da donne… le altre!

Infine la mia vendetta è arrivata. Venerdì ritornando a casa da lavoro ho la Rivelazione: ‘TRIESTESPOSA, la fiera della sposa a Trieste, Stazione Marittima, sabato 20 e domenica 21 ottobre.’
Non ha scampo, deve venire per forza, non potrà trovare scuse! Mentre pimpante mi dirigo verso casa la mia risata satanica si spande lungo via Valerio!
Arrivo, lui vede il mio sorriso ed il suo gli si spegne sulle labbra. Ha capito che una catastrofe si sta abbattendo sulla sua testa e non potrà farci assolutamente niente.
Gli comunico la mia decisione: questo weekend Fiera della Sposa.
Prova a controbattere ‘ma domani mattina tu lavori, il pomeriggio io ho da fare, domenica mattina c’è la messa, il pomeriggio aiutiamo i tuoi a montare il mobile, non c’è tempo, mi dispiace.’
Illuso! Pensava veramente che fossi arrivata sul campo di battaglia impreparata?!
‘Domenica vai a messa alle 9, vengo con te ed all’ ’ite missa est’ si va dritti in Stazione Marittima. No, non hanno finito i biglietti. Sì sei obbligato a venire. Perché? Perché?! Ti rispondo con tre parole: Fiera-del-Radioamatore!
Alza le braccia in segno di resa. Ho vinto!
Domenica ore 10.10 siamo lì. Ad accoglierci una Cadillac rosa, tutta rosa che più rosa non si può.
Entriamo in biglietteria, io sorriso radioso di chi si gusta la vendetta, lui sguardo vacuo di chi si è rassegnato a subire.
Prima sorpresa: coppia=sconto, 8 euro anziché 10, la giornata sembra sorriderci!
Saliamo le scale accompagnati da manichini avvolti nel tulle, varchiamo l’entrata del primo piano…ed inizia la catastrofe!
Neanche fatto un passo dentro il salone che veniamo assaltati dagli espositori, uno tsunami di imbonitori ci travolge : ‘In che periodo vi sposate? La data precisa? Chiesa o comune? Abito bianco? Lungo o corto? Ristorante o villa? Quanti invitati? Quanti testimoni? Confetti? Bomboniere? Viaggio di nozze?’
‘AIUTO!’ Cerco la sua mano, ho paura di annegare.
Con frusta e polso fermo riusciamo ad emergere dalla marea e pian piano ci incamminiamo lungo il percorso.
Tutto è bianco, pesca e pastello. In sottofondo qualcuno accompagnato da pianola canta Celentano (ma ai matrimoni si canta Celentano?!), gli stand sono popolati da personale ben vestito, sorridente ed affettato e mi è venuto il diabete!
Decidiamo che non si può spiegare ad ogni stand in cui veniamo fermati (tutti!)che no, non ci dobbiamo sposare, siamo lì solo per dare un’occhiata e bla bla bla. Quindi ci adattiamo al sistema: il nostro matrimonio si celebrerà ad inizio settembre. Abito semplice ed elegante per la sposa, da definire per lo sposo ma, no, assolutamente non il tight, è demodè! Il ricevimento si svolgerà in una villa, 250 invitati. Ovviamente menù a base di pesce e frutta esotica pfiu!
Così inizia il nostro viaggio nel girone degli sposi.
Ammiccanti signore mi fermano, mi prendono le misure, mi invitano a sfilate di abiti da sposa: “ma non le solite sfilate signorina, vedrà, vedrà che divertente!”
Fotografi ci fermano per mostrarci i loro lavori “Osservate. Noi non facciamo i soliti album nozze, noi ci distinguiamo. Se volete qualcosa di originale dovete affidarvi a noi! Proponiamo l’album grande per gli sposi, quello medio per i genitori, quello piccolo per i testimoni e poi c’è questa nostra idea cariniiiiiissima: l’album piccolo formato rivista che può tenere in borsa e regalare a tutti i suoi amici!”
Scoppio a ridere “Mi scusi, ma a quante persone potrebbe interessare rivedere le foto del MIO matrimonio?!”
Il fotografo si offende, bofonchia un “vedrà, vedrà” e sposta la sua attenzione su clienti più remunerativi. Passiamo in rassegna gli altri fotografi. Tutti ci illustrano le loro novità “vede, abbiamo l’album grande… quello piccolo… idea cariniiiiiissima… rivista… borsa…. amici” e capisco che la novità di nuovo non ha più nulla.
Dopo abiti da sposa e book fotografici arrivano i wedding planner.
Uno di loro ci blocca e ci spiega come scegliendo lui, non avrò (e sottolineo avrò, perché l’attenzione è tutta rivolta a me, verso lo sposo ci si gira solo quando bisogna parlare di prezzi) nulla di cui preoccuparmi.
“Le faccio un esempio, guardi le foto di questo pranzo. Ammiri la location. Il ristorante aveva questa sala veramente cool, poi noi abbiamo cambiato l’arredamento, il catering, i fiori, i camerieri, i piatti, abbiamo rivestito le sedie, perché erano di un colore proprio out, ed ecco fatto!” – “Scusi, ma perché non l’avete fatto in un altro posto allora?”-“….Signorina, mi permetto di consigliarle il nostro corso di bridal coaching, si tiene questo pomeriggio, le sarà utile!” Piccato si allontana mentre io immagino uno spogliatoio pieno di spose in velo bianco, paradenti e faccia segnata di nero che al grido “come dev’essere la sposa?!” ruggiscono: “feliceeee!!!!” digrignando i denti e battendo il casco a tempo.
Passaggio veloce all’area ‘viaggi di nozze’ da cui fuggo appena sento parlare di ‘Australia in camper’ ed ecco la zona in cui ripongo tutte le mie speranze: catering&banchetti!
Delusione atroce! E gli assaggini gratis?! E le fette di torta?! E i ristoratori che ti inseguono per farti assaggiare tutte le loro prelibatezze? E l’assaggio di vini che doveva inebriarmi?! Ci sono solo miserrime porzioni di muosse multiaroma, dolcetti rinsecchiti e confetti a valanghe. Non fosse per la fontana di cioccolato con fragole da affogare e la varietà veramente eccezionale di gusti dei confetti (mandorla, pistacchio, cioccolato, gianduia, nocciola, ricotta, ricotta&pera, bergamotto, mandarino, arancio, limone, frutti di bosco e chissà quanti altri) lui mi avrebbe già schiaffeggiata!
Lo guardo con un’espressione mista fra “ho sopportato io, adesso sopporta tu!” e “ti prego non lasciarmi!”.
Mentre controlliamo lo stato delle carie formatesi dopo il pranzo a base di zucchero e cioccolato, vediamo l’uscita in lontananza. Ah com’è dolce la sensazione della salvezza!
Senza farci notare superiamo la zona fedi, rifiutiamo gentilmente ma senza lasciar spazio a dubbi il girotondo d’arpe e la carrozza con tiro a quattro, a sguardo basso superiamo il tavolo dei cataloghi sposa e finalmente SIAMO LIBERI!!!
Esultiamo, saltelliamo, ci abbracciamo e ci guardiamo parlandoci con gli occhi. Io gli sto dicendo “prometto, mai più!” lui mi sta intimando ‘no sperarghe, no te sposo!’
Felici ci dirigiamo verso il motorino con le mani piene di sacchetti ricolmi di depliant, cataloghi inutili che finiranno nella ‘raccolta riviste toilette’ ed un unico gadget di dubbia funzionalità a cui abbiamo tentato di trovare un posto nel mondo:

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4 commenti a La fiera della sposa è una cosa da donne… le altre!

  1. chiara c ha detto:

    ahahahah il gadget di dubbio gusto!

    Cara Giulia dovresti avere una rubrica tutta tua su gite domenicali e vita di coppia!!!

  2. valentina dl ha detto:

    secondo me la prossima volta dovreste dirigervi alla fiera della luganiga…della serie perchè a turno uno dei due ga de soffrir?? adesso che siete pari arriva il divertimento!resto in attesa di un articolo sul ponte dei santi/morti per vedere se il mio consiglio rimarrà inascoltato oppure… 🙂

  3. giulia modugno ha detto:

    @valentina dl: mi sembra veramente un’ottima idea! Hai qualche suggerimento? Qualche fiera in attivo questo weekend? Aspetto golosamente conferma!:-)

  4. isabella ha detto:

    Stupenda!!! 😀

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