16 Ottobre 2012

Monfalcone, patto di stabilità: in pericolo i fondi per gli investimenti

Una drastica riduzione degli investimenti con conseguenti ricadute negative sull’economia del territorio: questa la principale conseguenza dell’annunciata applicazione, anche ai Comuni del Friuli Venezia Giulia, del patto di stabilità interno calcolato sulla competenza mista, a partire dal 1 gennaio del 2013. A ciò si aggiunge una situazione di incertezza sul bilancio comunale legata anche alla probabile riduzione dei trasferimenti ordinari regionali che rappresenterebbe una vera tegola per le amministrazioni comunali che si trovano a dover fare i conti con un bilancio già ridotto all’osso.
Di fatto, il patto di stabilità così riformulato, già applicato alle regioni ordinarie, verrebbe esteso anche a quelle a statuto speciale come il Fvg. E il Comune di Monfalcone, come tutte le altre amministrazioni, si troverebbe di fatto impossibilitato a utilizzare gli avanzi di bilancio e i mutui già stipulati per avviare nuovi investimenti: di fatto, paralizzando l’attività con conseguenze in primis sui cittadini e, immediatamente dopo, sull’economia del territorio.
In pratica, i meccanismi di calcolo del nuovo patto escludono dai conteggi una serie di finanziamenti (mutui e avanzi di amministrazione appunto), assunti negli anni precedenti, mentre vi include tutte le spese sostenute per gli investimenti.
Pertanto il nuovo obiettivo del patto non potrà essere conseguito se non ritardando o addirittura bloccando i pagamenti alle imprese appaltatrici con i conseguenti impatti negativi sia per la responsabilità patrimoniale connessa agli oneri per ritardato pagamento, ma anche per il sistema economico complessivo del territorio, penalizzato dal sostanziale “fermo” degli investimenti posti in essere dalle pubbliche amministrazioni (ragione per cui tale patto ha registrato le maggiori critiche a livello nazionale).
E’ di tutta evidenza, inoltre, che il ritardo o blocco dei pagamenti non risolve il problema definitivamente ma lo rimanda agli esercizi finanziari successivi.
Inoltre, la ricerca di strade alternative non sempre è percorribile: si pensi alla vendita di immobili, che in questo difficile contesto economico non dà garanzie (non si sa se e quando si arriverà alla vendita) e soprattutto non è applicabile all’infinito. Insomma, una situazione che rischia di diventare esplosiva. «Per questo – afferma il sindaco di Monfalcone, Silvia Altran – serve che la Regione, che di fatto deve applicare le regole del nuovo patto sul nostro territorio, tenga conto della sua specialità e difenda i Comuni. È un assurdo che Comuni virtuosi come il nostro, che ha estinto mutui per oltre 2 milioni di euro, non possa usare gli avanzi di bilancio per gli investimenti. I Comuni non possono essere abbandonati a se stessi di fronte a questa ipotesi, serve invece che la Regione tuteli le scelte che sono state effettuate finora». Pur essendo Monfalcone un Comune che ha sempre rispettato il patto di stabilità, non ha mai visto un riconoscimento per la sua buona amministrazione.

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