3 Ottobre 2012

Scampoli di storia: lo sciopero dei cavatori di Aurisina del 1904-1905

Rubrica a cura di Paolo Geri

Siamo nel 1904: sono trascorsi appena due anni dallo sciopero dei fuochisti del “Lloyd Triestino” e nello stesso anno tutta l’ Italia e percorsa da manifestazioni e scioperi da Cerignola in Puglia, a Giarratana, a Buggerru nel cagliaritano: ovunque si sciopera per la riduzione dell’ orario di lavoro. Ovunque vi sono morti e feriti. Ma Veniamo a Trieste. Nel novembre 1904 gli industriali delle cave di Aurisina decisero di non applicare un importante accordo sindacale stipulato l’ anno precedente con gli scalpellini. Fu l’ inizio di una durissima vertenza sindacale che durò cinque lunghi mesi dal 28 novembre 1904 al 10 aprile del 1905.
Fu lo sciopero più lungo, più compatto ed anche più famoso nella storia delle cave di Aurisina. La lotta, cominciata per iniziativa degli scalpellini, si estese successivamente ad altre categorie di marmisti interessando complessivamente alcune migliaia di lavoratori. Scioperarono non solo i marmisti della ditta più grande, la “Cava Romana”, il cui proprietario rispettò peraltro pienamente l ‘accordo, ma anche lavoratori di ditte più piccole.
Anche questa volta la solidarietà con gli scioperanti fu notevole: ad entrare in lotta furono anche gli scalpellini dei laboratori di Monfalcone, Ronchi, Sagrado e Fogliano, i quali si rifiutarono di lavorare la pietra proveniente dalle cave di Aurisina. L’ astensione dal lavoro fu quasi totale e soltanto a Sagrado ci furono dei casi di crumiraggio.
Anche la solidarietà internazionale fu straordinaria. I contributi a favore degli scioperanti arrivarono da Zurigo, dalla centrale federale dei sindacati Vienna, da Lubiana, da Budapest e persino dagli emigrati di nazionalità slovena degli Stati Uniti.

Le tappe decisive della vertenza furono due: la prima fu l’ entrata in sciopero di seicento cavatori a metà febbraio che causò il blocco quasi totale di ogni attività, mentre la seconda fu la sfida dei lavoratori ad un raduno di crumiri ed imprenditori alla fine di marzo. La vertenza, durante la quale non mancarono pestaggi fra crumiri e scioperanti, provocazioni, persino sparatorie, si concluse con un compromesso che fu accettato da ambedue le parti. Gli operai ottennero comunque l’ aumento del 15 % dei salari, mentre il “Rdeči prapor” (“Il Vessillo Rosso”) di Trieste, un paio di settimane dopo, riferì con tono lusinghiero dei festeggiamenti in occasione del primo maggio ad Aurisina.

Trascinatore della lotta dei cavatori fu il socialista Antonio Marchiol. Marchiol (o Marchiolli), nato a Monfalcone il 5 marzo 1861, si trasferì sin da giovane a Nabresina dove trovò lavoro nelle cave del luogo. Nell’ estate del 1897 era stato eletto vicepresidente dell’ appena costituita filiale dell’ Unione degli Operai Scalpellini ed Ornatisti, una delle prime organizzazioni sindacali di categoria nelle cave. Uno sciopero riuscì a migliorare le condizioni di lavoro degli scalpellini ma i padroni però per ripicca licenziarono Giuseppe Temporini che era il primo presidente dell’ organizzazione. A succedergli fu proprio Marchiol al quale però toccò la stessa sorte: all’ epoca i dirigenti sindacali di rilievo venivano senza eccezioni licenziati in tronco dai padroni. Marchiol non si fermò e nell’ estate del 1901 guidò assieme all’ ex-ferroviere Jože Kopač e a Pietro Tendella uno sciopero di sei settimane nelle cave e nei laboratori della pietra. Gli operai ottennero un aumento del 20 % del salario, una riduzione della giornata lavorativa che scese a nove ore durante i quattro mesi invernali e a dieci ore durante gli altri mesi e l’ impegno del padronato di non licenziare i lavoratori che avevano aderito allo sciopero. Secondo alcune stime, che comprendevano pure gli stabilimenti verso Santa Croce, lavoravano all’ epoca circa tremila operai.

Nell’ estate 1902 Marchiol aveva accettato il compito di funzionario sindacale divenendo il primo vero e proprio “professionista del sindacato” uscito dalla base dei lavoratori delle cave di Aurisina. Dopo aver guidato lo sciopero del 1904 che qui ho raccontato Marchiol continuò il suo impegno nel sindacato e si dedicò anche al lavoro politico entrando nel gennaio 1912, in occasione del congresso di Cormóns, a far parte della Federazione Socialista Isontina. Successivamente emigrò in Brasile dove si arruolò nella Guardia nazionale. In seguito se ne persero le tracce.

Sulla storia di questa lotta oggi quasi ignorata e sulla figura di Marchiol Ivan Vogrič ha scritto un libro “Lotta alle cave – Movimento operaio e lotte sindacali alle cave di Aurisina” in cui è narrata non solo la storia di questa vertenza ma anche la vita di quella comunità, la sua rapida trasformazione, le dure condizioni della vita quotidiana e lo sfruttamento a cui erano soggetti i lavoratori.

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6 commenti a Scampoli di storia: lo sciopero dei cavatori di Aurisina del 1904-1905

  1. hobo ha detto:

    grazie per aver recuperato questo pezzo di storia. sono cose di cui oggi si parla poco, ma che sono fondamentali per capire quel periodo storico.

  2. Io vorrei... ha detto:

    Aggiungerei che questi scioperi vanno inseriti in un più ampio contesto europeo di lotte operaie, che durava da almeno quindici anni. In Germania – per esempios – la stagione degli scioperi dei minatori esplose nel 1889, tanto che Guglielmo II intraprese una forte politica di indottrinamento scolastico per estirpare l’idea socialista nelle giovani generazioni.

    In Italia, gli scioperi di settembre 1904 sono considerati il primo “sciopero generale” nella storia del paese. Tener presente che nel nostro paese lo sciopero fino alla riforma del codice penale del 1889 era considerato un reato, ma era ancora usuale schierare l’esercito contro gli scioperanti, come insegnano le cannonate di Bava Beccaris a Milano nel 1898.

    Nel 1906 nacque la Confederazione Generale del Lavoro, dalla quale “per li rami” discende l’attuale CGIL.

  3. hobo ha detto:

    e anche in un contesto mondiale. negli usa, in quegli anni, era in atto una violentissima lotta di classe, con episodi come questo:

    http://en.wikipedia.org/wiki/Ludlow_Massacre

  4. giorgio (no events) ha detto:

    Belle storie Paolo, che lette un secolo dopo ci fanno apparire ancor più squallido il presente…

  5. Mauricets ha detto:

    e per tutto quello che essi hanno combattuto non rimane che una valle di lacrime.

    lavoratori divisi e uno contro l’altro.
    molti si ingraseranno sulle sofferenze, morali e fische, dei lavoratori.

    il risveglio è lontanissimo.

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