Lavori prolungati quasi fino all’alba in Sala del Consiglio Comunale che si sono conclusi con l’approvazione della fusione AcegasAps-Hera. Favorevoli: PD, IDV, SEL, Trieste Cambia, Cittadini. Astenuto FLI. Contrari PDL, Lega, M5S, FDS.
I lavori si sono prolungati sino a notte fonda, con l’approvazione del documento di fatto blindata dai numeri della maggioranza nonostante l’annunciata defezione della Federazione della sinistra, dichiaratamente contraria.
Molti i consiglieri in collegamento con i colleghi impegnati nel contemporaneo Consiglio comunale a Padova, dove i toni – all’esterno del palazzo – si sono rivelati ben più accesi che a Trieste: le notizie della protesta di alcuni esponenti dei Centri sociali, con successiva mini-carica della polizia, sono rimbalzate sino in piazza Unità.
A sostegno dell’integrazione e dell’azione della giunta Cosolini le parole di Roberto Decarli (Trieste cambia), Giovanni Maria Coloni, Pietro Faraguna, Stefano Ukmar e Manuel Zerjul (Pd). Una «farsa»: così Franco Bandelli (Un’Altra Trieste), reduce dal lancio di Un’Altra Regione e comparso in aula per pochi minuti, ha invece definito il Consiglio di ieri. «Il mio gruppo non partecipa a questa seduta.
Fra il pubblico era presente il deputato Massimiliano Fedriga e il segretario provinciale Pierpaolo Roberti, indossando t-shirt con le scritte «No alla vendita di AcegasAps» e «AcegasAps è dei triestini, non del Pd». Maglietta anche per Paolo Polidori, consigliere provinciale del Carroccio e componente del cda di AcegasAps, pure durante all’intervento iniziale del presidente della multiutility triestino-patavina Massimo Paniccia. Tra gli spettatori, inoltre, rappresentanti dei comitati a tutela dell’acqua come bene pubblico, ricevuti dai consiglieri dopo l’audizione di Paniccia.
Speriamo che “la mission” aziendale sia la qualità dei servizi e non la massimizzazione dei profitti.
E adeso riverà finalmente i bori per asumer personal e far partir la racolta diferenziada porta a porta. O i bori servirà per comprar el gas del Kazakistan, venderghelo ala Bulgaria e noi triestin continueremo a brusar le nostre scovaze e magari ancora quele de Napoli?
Questa è la sinistra a Trieste? vergogna!
boh> non tutta la sinistra, la Federazione della Sinistra ha votato contro, coerentemente con la Fds di Padova:
http://www.rifondazione.padova.it/2012/09/ruffini-rifondazione-troppo-poco-il-5-padova-perderebbe-il-controllo-sui-servizi/
#3. boh
La “sinistra di Trieste” è quella che ha votato contro alla fusione cioè la Federazione della Sinistra non certo il PD che non è più “sinistra” da anni in Italia e tantomeno a Trieste.
Quanto a SEL dico solo che non capisco la loro posizione.
Neanche io effettivamente capisco la posizione di SEL. Che comincio a pentirmi di aver votato.
La posizione di SEL è gravissima.
A me pare ancor più grave – ma non è una novità – la posizione pilatesca di FLI.
a mi ….scuseme…me par grave che gavemo ancora sti partiti quà……
ma non xe gaveva votado che l’acqua xe pubblica? malorsega….
io sentendo il consiglio comunale in streaming ho provato solo rabbia … Cosolini lo conoscevo ancora prima che diventasse sindaco e mi stupisce che la città di Trieste gli si sia abbandonata con fiducia. Gli incontri coi cittadini a cui dice di tenere sono ampiamente sorpassati dalle decisioni contrarie al penisero comune che poi prende.
Concordo con Martina 🙁
Duecentomilasettecentoundici commenti sul territorio libero di Trieste.
Undici commenti su una fusione epocale e disastrosa.
Il punto è stato fatto in Comune benissimo da Patuanelli e mai avrei pensato di concordare con un grillino: le norme europee danno solo due modelli, privato o in house. Noi abbiamo scelto un pastrocchio allucinante: il comune è socio (impotente), controllore e fruitore. Finché restava tutto in casa, era solo un in house con qualche aiuto economico esterno, ma questo è un modello infernale.
Pregevolissimo gli interventi del Pd secondo cui il referendum non era violato normativamente ma solo dal punto di visto politico e però dal loro punto di vista la fusione continuava il ragionamento politico del referendum.
Non chiedetemi cosa intendessero.
e con questa fusione dobbiamo essere pronti a pagare di più le nostre bollette, grazie prima e grazie adesso alla sinistra che dovrebbe mantenere posti di lavoro, con questo sistema ne abbiamo persi molti, ricordate quando c’era l’Agegat quanti operai si avevano in azienda, e le cose andavano bene? Grazie ad Illy e compagni (che compagni) e a Cosolini e compagni stiamo perdendo tutto, spero che quelli di sinistra si rendono conto, che i compagni sono diventati pro capitalisti
#13. Marco
” …….Pregevolissimo gli interventi del Pd secondo cui il referendum non era violato normativamente ma solo dal punto di visto politico e però dal loro punto di vista la fusione continuava il ragionamento politico del referendum”.
Va ricordato che in un primo momento il PD aveva guardato con distacco ai referendum (per non dire con contrarietà). Solo quando si era accordo dell’ aria che tirava si era schierato a favore del voto. Salvo poi appropiarsi in senso politico del suo esito. Poichè quel referendum smentisce tutta la politica del PD e prima dei DS e PDS sulle privatizzazioni oggi sono “costretti” a dare la loro strumentale interpretazione per non perdere il contatto con il proprio elettorato che quel referendum ha votato convinto e compatto.
D’ altronde in Italia di tutti i referendum ci si è fatti e ci si fa un ricco baffo.
Quello che io chiedo è chiarezza. Da tempo non considero più il PD – in particolare quello triestino – una forza di centro-sinistra, ma esclusivamente di centro, illuminato quanto si vuole. Sarebbe il caso che anche quei suoi elettori “di sinistra” aprissero gli occhi.
Insisto invece a dire che non capisco la posizione di SEL se non motivata con il fatto di essere più “realisti del re”: siamo in Giunta e non possiamo votare contro nè – almeno – astenerci. Non pretendo di insegnare nulla a SEL ma se questo è il modo in cui pensano di “condizionare da sinistra” il PD temo si facciano solo pie illusioni.
dall’opacità all’oscuramento del controllo dei cittadini del territorio, dalla privatizzazione “politica” locale dei servizi pubblici alla privatizzazione “partitica” inter-regionale: complimenti!
Il voto di SEL non dipende affatto dall’essere appiattiti sulle posizioni del PD né dalla necessità di votare compatti (ricordiamo ad esempio il voto contrario sulla TAV). Purtroppo la situazione di Acegas-Aps è economicamente difficilissima e il vero rischio era quello dello spezzatino che avrebbe significato la fine di qualsiasi controllo di tipo pubblico e tanti debiti per il Comune (= meno servizi sociali e più tasse). Inoltre non si vende ma si mettono insieme le forze con chi, per statuto, ha deciso che il controllo dei beni comuni debba essere a maggioranza (almeno 51%) pubblico, grazie al patto dei sindaci. Il sì è un sì a malincuore (il più difficile fino ad ora), è un sì condizionato (si sono chieste garanzie sul lavoro e sulle tariffe), ma è l’unica soluzione che a mio avviso poteva garantire che ci fosse ancora un controllo sui beni comuni. Posto che sull’acqua, la concessione ad Acegas-Aps sarà valida ancora per 15 anni (credo) e poi (probabilmente anche prima) si potrà valutare il ritorno “in house” di questo servizio fondamentale. Infine, se anche l’IdV, schierato dall’inizio sull’acqua pubblica, non se l’è sentita di votare contro, evidentemente esistono delle ragioni serie. I no invece vengono da un’opposizione sempre meno conscia di quello che vuole fare e da un M5S che difende (giustamente visto che ne hanno la possibilità) una posizione che se si trovasse in maggioranza avrebbe difficilmente potuto tenere.
Paolo Cento sul sito di SEL: “La decisione a Trieste e Padova di votare a favore della fusione tra Acegas-APS con Hera da parte dei comsiglieri di Sel la ritengo sbagliata e rischia di generare confusione sull’orientamento nazionale di una forza politica impegnata a sostenere il pieno rispetto dei referendum.
La legittima autonomia dei consiglieri e assessori di Sel negli enti locali non puo esimere Sel da una discussione politica nazionale su questa vicenda anche perche’ altrettanto chiaro quale era ed e’ il giudizio nazionale contrario nel merito e nel metodo su questa fusione.
Queta fusione rappresenta una mera operazione finanziaria che allontana la gestione di servizi pubblici territoriali dal controllo dei comuni e dei cittadini. Non ci sono garanzie sulla gestione dell acqua, né sulla chiusura della stagione degli inceritori nella gestione del ciclo dei rifiuti.
Sel non e’ il partito del no e anzi sono convinto della necessita di essere forza di governo:proprio per questo ritengo che un diverso orientamento dei nostri amministratori su questa vicenda avrebbe potuto aprire una grande discussione pubblica nel centrosinistra sul futuro delle aziende locali in relazione all’esito dei referendum, alle decisioni della Corte Costituzionale. Almeno ora, prendiamo atto del problema e facciamo questa discussione, perche’ siamo solo all’inizio di scelte che ci coinvolgeranno a livello nazionale e locale.”
http://www.sinistraecologialiberta.it/articoli/multiutility-beni-comuni-e-sel/
“..aprire una grande discussione pubblica nel centrosinistra sul futuro delle aziende locali..”
Il problema a sinstra è sempre lo stesso. Aprire grandi discussioni..
Purtroppo i Comuni sono con l’acqua alla gola, i bilanci delle Aziende sono in rosso, i cittadini si aspettano che gli amministratori trovino soluzioni praticabili al più presto. Le congiunture economiche non aspettano i tempi delle “grandi discussioni” e così si possono solo peggiorare i conti.
Queste grandi discussioni vanno certamente fatte. Ma devono esser fatte per tempo e non sotto l’incalzare dei problemi, e devono anche finire con delle decisioni.
Premesso che alla maggioranza dei cittadini le motivazioni della scelta della fusione sono rimaste abbastanza oscure, ci si poteva spiegare di piu’? Quello della comunicazione è un limite preoccupante dell’attuale giunta triestina. Perchè si è agito con tempi abbastanza stretti, riferiti alla comunicazione di cui sopra? Spero che l’ex manager del “periodo Illy” – Andrea Viero, attualmente in qualche ex municipalizzata emiliana – non rientri “dalla finestra” dopo questa fusione…