21 Settembre 2012

Acegas Aps-Hera: illustrate ieri pomeriggio le caratteristiche della fusione

Alla vigilia del voto che il Consiglio Comunale di Trieste esprimerà lunedì sera, si è tenuta ieri pomeriggio in Municipio una conferenza stampa congiunta, in cui sono intervenuti il Sindaco di Trieste Roberto Cosolini e Daniele Manca, Sindaco di Imola nonchè presidente del patto di sindacato dei soci pubblici di Hera.
In apertura il Sindaco Cosolini ha tracciato il quadro di “una grande operazione industriale che svolgiamo nel primario interesse delle nostre comunità. Un’operazione che nasce non dal mero prevalere di aspetti finanziari ma innanzitutto da un patto politico fra Comuni. Andiamo a collegarci con una grande impresa controllata dalla mano pubblica e che tuttavia è in grado di figurare fra le 20 più grandi aziende italiane. Una società per azioni, quotata in Borsa, che è però caratterizzata da un ‘patto di sindacato’ che garantisce il mantenimento del controllo pubblico da parte dei Comuni. ‘Patto’ che noi ora, con l’ingresso dei Comuni di Trieste e Padova, contribuiremo a ulteriormente rafforzare.”
“L’intento, in prospettiva – ha proseguito Cosolini – è proprio quello di dare un forte contributo alla necessaria riscoperta del senso di una politica industriale nazionale capace di andare al di là delle ‘privatizzazioni’ e del prevalere di meri aspetti finanziari, dei quali proprio l’attuale profonda crisi sta mostrando tutti i limiti. Vogliamo cioè operare, oltre che per apportare concreti benefici alle nostre comunità, anche per dimostrare che mantenere una presenza pubblica nell’economia e nell’industria può non solo essere positivo ma addirittura, se nel segno dell’efficienza e della capacità, garanzia di maggiori benefici rispetto alle pure e semplici ‘privatizzazioni’.”
“Nel concreto, in tal senso comunemente ci proponiamo – ha concluso il Sindaco di Trieste – di conseguire tramite questa operazione una forte crescita dell’impianto societario in grado di sempre meglio competere e di ulteriormente rafforzarsi invitando ad aderirvi ancora altre multiutilities del Nord Est; di ottenere una sempre maggior qualità dei servizi resi ai cittadini; di difendere e mantenere i livelli occupazionali; di rafforzare il patrimonio del Comune in tempi che si annunciano sempre più difficili; di ottenere importanti ricadute fiscali per la nostra Regione, mediante il concordato trasferimento a Trieste della sede legale di ‘Hera Trading’” (“il cui gettito fiscale di un solo anno risanerebbe lui solo l’intero bilancio del Teatro ‘Verdi’”, ha osservato il Sindaco con una battuta).

Concetti analoghi sono stati subito dopo espressi dal giovane Sindaco di Imola Daniele Manca, che – come detto – è anche il presidente del ‘patto di sindacato dei soci pubblici di Hera’ e che ancora una volta ha voluto ribadire, con grande convinzione e determinazione, che “tutta l’iniziativa è nostra, dei nostri Comuni, che condividono un’idea di sviluppo e una linea di pensiero per la quale dovrà essere sempre chiaro a chi resterà in mano il 51 %, poiché siamo ancora disposti a credere possibile e utile una forte presenza pubblica in una grande azienda nazionale, specialmente in un momento in cui possiamo purtroppo osservare come l’idea di un ‘mercato senza Stato’ sia uno dei fattori scatenanti fondamentali della crisi internazionale odierna.”
“Viceversa la nostra ‘soluzione’ – ha proseguito Manca – può garantire risultati aziendali concreti, oltre che rendite finanziarie importanti per i Comuni che vi partecipano. E in ogni caso – ha osservato – i grandi cambiamenti in atto, i nuovi sistemi europei delle gare, i nuovi e più ampi scenari economici rendono indispensabili gli ampliamenti della base patrimoniale e territoriale delle nostre aziende, laddove una visione municipalistica troppo stretta rischia oggi di venir semplicemente spazzata via.”
“Noi però vogliamo crescere – ha concluso Manca – coinvolgendo le nostre comunità e rafforzando il radicamento territoriale, anche di ogni singolo nostro ‘componente’; non è un’operazione nata per andare a fari affari in Borsa, anche se la presenza in Borsa è oggi necessaria. La sua ‘spina dorsale’ resta pubblica e il suo ‘senso’ è caso mai proprio quello di una battaglia culturale e politica per riaffermare la legittima presenza del pubblico nell’industria. Anche per questo la Cassa Depositi e Prestiti può investire oggi su di noi, in quanto resta chiara e ben delineata la nostra ‘forma di governo’ a maggioranza pubblica e perché essa (la CDP) crede nelle nostre capacità di potenziamento, che intendiamo assieme perseguire. ‘Hera’ in 10 anni di vita non ha fatto che crescere e portare positivi sviluppi alle popolazioni residenti e ai loro Enti. Oggi, con Trieste e Padova, potremo ancora tutti rafforzarci.”

Per completare l’operazione – è stato infine spiegato – tutti i Consigli comunali interessati dovrebbero approvare le rispettive deliberazioni entro il 15 ottobre prossimo, data in cui si riunirà l’Assemblea dei Soci di ‘Hera’ per la ratifica della ‘fusione’.

In coda, rispondendo a una domanda, il Sindaco Cosolini ha ricordato che, per quanto riguarda EstEnergy, avrà luogo la prossima settimana un incontro di “verifica” in vista della rinegoziazione del patto parasociale in scadenza il 18 dicembre prossimo, “in primo luogo – ha detto il Sindaco – per superare i gravi disservizi fin qui creati ai cittadini utenti”.

COMTS – FS

9 commenti a Acegas Aps-Hera: illustrate ieri pomeriggio le caratteristiche della fusione

  1. Paolo Geri ha detto:

    La contrarietà della Federazione della Sinistra alla fusione nella lettera inviata a “Il Piccolo” dal consigliere comunale e
    Presidente del Consiglio comunale Iztok Furlanič

    “Sicuramente la scelta più semplice, probabilmente a breve termine anche quella economicamente più vantaggiosa. Dunque è scontato il voto positivo sull’operazione di fusione tra AcegasAps e Hera? A prima vista la risposta affermativa appare scontata, ma lunedì in consiglio comunale, quando si dovrà votare in merito alla delibera che prevede proprio la fusione delle due società, la Federazione della Sinistra, pur essendo a tutti gli effetti forza di maggioranza e rinnovando la fiducia all’operato del sindaco Roberto Cosolini, esprimerà la propria posizione negativa su questo progetto. Crediamo fermamente che quest’operazione sia una scelta sbagliata, che va anche contro lo spirito del referendum dell’anno scorso. Referendum in cui la stragrande maggioranza degli italiani si era espressa per un ritorno alla gestione pubblica di questi servizi.
    Siamo convinti che le privatizzazioni hanno completamente fallito tutti i traguardi che si erano posti i fautori di queste operazioni. Servizi più scadenti e più costosi, paghe dei lavoratori più misere con un ricorso sempre più massiccio ad esternalizzazioni, appalti e subappalti. Anche AcegasAps non si discosta molto da questo disegno. Rifondazione comunista – parte integrante della Federazione della sinistra – si era espressa in modo chiaro contro il progetto illyano di privatizzazione dell’allora Acegat. Società completamente in mano al comune di Trieste che non aveva nel 1997, anno della privatizzazione, nemmeno un euro di debito. Tutelando inoltre le fasce più deboli della popolazione. Tant’è che ogni anno a dicembre si votava una delibera in cui l’amministrazione comunale, di fatto, cancellava tutti i debiti dei cittadini in difficoltà economica che non erano in grado di pagare le bollette. Da quando fu privatizzata e trasformata in s.p.a. la “mission” della società divenne quella di fare utili, o meglio di distribuire dividendi ai soci alla fine dell’anno. Poco cambiò con l’operazione di aggregazione tra Acegas e la consorella padovana APS. Ovviamente i soci privati, non solo semplici cittadini ma anche banche e fondazioni, avevano come unico scopo quello di ricevere i dividendi alla fine dell’anno. Acegas in questi 15 anni è riuscita a creare un buco di quasi 450 milioni di €. Le banche hanno quindi un doppio guadagno: sia come azionista sia come creditore con tassi d’interesse superiori al 6%. Il debito di AcegasAPS è tale da costringere l’attuale amministrazione a delle scelte. Comprendiamo dunque l’operazione fatta dal sindaco Cosolini, ma la Federazione della Sinistra ritiene invece che la strada più semplice sia in questo caso sbagliata. L’alternativa è fatta di sacrifici e scelte anche drastiche: noi proponiamo di rinunciare per un certo periodo di anni ai dividendi che sono distribuiti agli azionisti, di tagliare con l’accetta i compensi ai manager che hanno portato AcegasAps in questa situazione (con l’auspicio che le persone che hanno creato questo dissesto finanziario siano sostituite da persone più capaci) per arrivare a medio termine ad una vera municipalizzata che funzioni come funzionava Acegat. Si dovranno presumibilmente tagliare anche gli investimenti. Ma spendere 45 milioni per le reti in Bulgaria oppure 100 milioni per il termovalorizzatore padovano, quando la richiesta è di andare nella direzione della raccolta differenziata, sono investimenti di cui si poteva fare tranquillamente a meno e dai quali i cittadini di Trieste non hanno avuto alcun guadagno o beneficio.
    A noi poco importa il balletto dei numeri. Non c’interessa sapere se il comune di Trieste potrà detenere il 5,7% o il 5,04% in Hera (in attesa di nuove future fusioni…). Crediamo che l’obiettivo di aziende che si occupano di pubblici servizi debbano essere i seguenti: dare migliori servizi ai cittadini, garantire gli interventi manutentivi necessari indipendentemente se questi fanno crescere gli utili o meno, tutelare i lavoratori con paghe secondo contratto nazionale e non con esternalizzazioni selvagge o appalti e subappalti che riducono alla fame anche coloro che un lavoro in teoria ce l’hanno. E il dato che, da quando si è cominciato a parlare di fusione con Hera, il valore delle azioni di AcegasAps è salito da 2,48 a 5,40 € è la dimostrazione che di quest’operazione sono soddisfatti in particolare speculatori e banche”.

  2. sergio zerial ha detto:

    completamente d’accordo con il presidente, si dovrebbe nuovamente far diventare l’azienda pubblica, ma le sinistra di Cosolini non sarà d’accordo credo, in fondo chi ha privatizzato l’ Acegas è stata la sinistra, facendo un grandissimo sbaglio sia partito e ancora di più come rendimento, si dovrebbe spiegare al cittadino come siamo indebitati di 450 milioni, come al solito lancerei domandando danni sia al presidente sia al consiglio di amministrazione, la corte dei conti cosa sta facendo????

  3. sergio zerial ha detto:

    la mancanza di commenti su questo tema che coinvolge tutti noi cittadini di Trieste che siamo all’oscuro di tutto riguardo i 450 milioni di euro in passivo fa pensare a tutti quelli che scrivono su questo forum ragazzi ma dove siete??, per questioni stupide arrivate fino a 200 e più commenti, per questo problema che toccherò le tasche di tutti noi solo due commenti?????? Purtroppo questa è Trieste dove tutto rimane tale, la mancanza di commenti di chi vuole salvare l’attuale maggioranza da una non corretta amministrazione, questa operazione viene fatta per salvare la dirigenza dell’Acegas, come si è arrivati a 450 milioni di euro di buco?????? Ce lo volete spiegare ???? E’ un nostro diritto e un vostro dovere

  4. bruno ha detto:

    te ga ragion….l’argomento non è sentito in quanto troppo serio…..per le cazzade semo sempre pronti a stracciarse le vesti….popolo de merda…..

  5. Marco ha detto:

    Non sono d’accordo con alcune premesse di Paolo Geri, come la necessaria bontà di una gestione pubblica, ma questo è un dettaglio: c’è stato un referendum.

    Per dire io penso che in alcuni casi lasciare in mano a una società esterna possa essere vantaggioso, se questo garantisce libertà da influenze politiche e migliori amministratori (quelli pubblici a volte sono scadenti).

    Però ripeto: referendum.

    E però il referendum, per quanto chiuda la questione, non fa che rafforzare un NO da dare comunque.

    Mettiamo che la gestione fosse data in concessione pure a un privato. Col cavolo concessione eterna: io do a te privato perché tu mi gestisca secondo un capitolato d’appalto che ti dice anche di che colore portare la cravatta e a fine concessione controlliamo.
    Non la darei mai a un soggetto di cui poi perdo il controllo o che l’avrebbe in gestione per troppo tempo.

    E’ proprio quello che si vuole fare con Hera.
    Noi diamo ACEGAS-APS a un gigante su cui non potremo più influire in modo decisivo. E non si torna più indietro: questa fusione è PER SEMPRE.

    Dicono che Hera è un soggetto a maggioranza pubblica. Vero, ma poi chi decide?
    Nessuno comune ha più un controllo e potrà dire: “Fate schifo nel mio territorio, cambiate rotta”. Ognuno sarà una goccia nel mare.

    Quindi i cittadini non potranno votare nel proprio comune ammonendo: chi vince cambia registro con acqua e gas. Possono anche ammonire, ma il singolo comune sarà impotente.

    Sarà un moloch la cui dirigenza sarà pubblica, cioè dei comuni, ma slegata da ogni processo democratico.

  6. giorgio (no events) ha detto:

    450.000.000,00 di euro. Ma nessuno si è accorto, in comune, che dal 1987 siamo arrivati a questo punto?
    Che paghi chi ha amministrato Acegas e chi, in comune, avrebbe dovuto chiederne ragione.
    A mio avviso, tutto è partito quando il maggior partito di sinistra (o forse centro-sinistra) ha appoggiato un sindaco imprenditore (ancorché illuminato).

  7. bruno ha detto:

    ciò giogio per illuminato te intendi che la luce la pagava acegas?

  8. sergio zerial ha detto:

    sono sicuro che Cosolini legge questi commenti sulla Bora, un sindaco serio risponderebbe ai commenti, ma non risponde neanche alle email dei cittadini, pensavo che qualche cosa cambiasse in comune invece si si cambia ma sempre in peggio complimenti sindaco

  9. Paolo Geri ha detto:

    #5. marco

    Le considerazioni che ho riportato sono quelle del Presidente del Consiglio Comunale Iztok Furlanič, considerazioni che peraltro condivido pienamente.
    Questa sera in occasione del dibattito in Consiglio Comunale sulla fusione Acegas-Hera la Federazione della Sinistra organizza un presidio in Piazza Unità con l’ obiettivo di rendere note le ragioni della propria posizione alla popolazione triestina.

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