4 Settembre 2012

Le radise del futuro? Nel nostro dialeto!

Diego BlueDee MenegonÈ da un anno che, come moltissimi concittadini, rido ascoltando le avventure di Ciano, Marisa e Braian (sic.) in Casa Stipancich, audio comedy in pillole che prende garbatamente in giro due nonni triestini ‘patochi’ incapaci di parlare in italiano al nipotino. Sabato 1 settembre ho finalmente avuto il piacere di conoscere l’autore di questo piccolo gioiello di comicità linguistica.

Diego “BlueDee” Menegon, classe 1978, e una grande passione per la musica e tutto ciò che è sonoro. Devo aggiungere altro a questa presentazione?

Aggiungo io: una grande passione per tutto ciò che è sonoro, tra cui cadenze e dialetti, e soprattuto per il triestino. Ho lavorato come speaker in radio e come fonico, ascolto un po’ di tutto ma amo soprattutto la musica con una radice black (soul, R&B, funky…), che trovo molto emozionante. Mi piace suonare, comporre, cantare, editare il suono, ma faccio tutto da me, non sono in nessun gruppo.

E anche Casa Stipancich è tutta opera tua: le voci, i copioni, il montaggio audio… deve essere un lavorone, complimenti!

Sì, in effetti l’impegno settimanale è davvero intenso, e la pausa estiva mi è servita per ricaricare le batterie dopo 45 puntate. Ma il 10 settembre, udite udite!, partirà la seconda stagione!

Questa è una grande notizia: mi erano giunte voci di chiusura definitiva della serie.

Ahahah, erano giunte anche a me! Cioè, c’era una voce che mi diceva “mola el colpo”, ma gli incoraggiamenti ricevuti dai fan [quasi 1200 sono i fan su facebook, e 16000 i contatti raggiunti – NDR] mi hanno fatto cambiare idea. In questa serie ritroveremo gli sketch tipici tra Ciano e Marisa ma sto pensando a qualche nuovo personaggio, Braian comincerà la terza elementare e comincerà a parlare un po’ di più. Ciò creerà delle situazioni nuove… e devo ancora immaginare come se la caveranno i nonni.

Oddio! Già immagino nonno Ciano che comincia a chiedere a Braian delle fidanzatine! Ma parliamo un po’ del tuo rapporto con il triestino…

Beh, io in casa ho sempre parlato in dialetto, e ho senza problemi imparato l’italiano a scuola, mentre il triestino è rimasto la lingua con cui parlare con familiari e amici, e con cui sento parlare la città. Penso che non sia sempre il caso di parlare in triestino con tutti e a ogni costo (pensa ai poveri foresti!), ma nonostante questo credo che il nostro dialetto sia magnifico e ricchissimo, e vada preservato e salvaguardato.

E in che modo?

Beh, usandolo ma anche adattandolo alle esigenze dei nostri tempi. Sono felicissimo che ci sia uno spazio di triestino scritto in rete su bora.la, su Forum Trieste e su TuttoTrieste.net, che sia uscito il Nuovo Doria e che noi trentenni usiamo sia neologismi sia espressioni imparate dai nonni… insomma il dialetto non sta male, ma dobbiamo comunque trattarlo con cura. Qui ci sono le radici del nostro rapporto con questa città, e senza le radici non c’è futuro.

Tornando a Casa Stipancich: 45 episodi sono tantissimi! Hai qualche fonte segreta dai cui trai tutti gli spunti linguistici? Oppure… conosci personalmente Ciano e Marisa?

Sì e no… in realtà Ciano e Marisa sono ovunque. Passeggia da Piazza della Borsa a Piazza Hortis con le orecchie aperte: quasi ogni volta sentirai un’espressione dialettale interessante. E inoltre ci sono un sacco di “amici” di Facebook (oltre che persone che conosco) che mi propongono spunti per il triestalian dei due nonni. Poi, far entrare queste espressioni in un copione è un altro paio di maniche…

Un’altra cosa: Casa Stipancich non è mai volgare, si ride sempre per le parole e per le situazioni, e le famose “cinque lire de mona in scarsela” le hanno un po’ tutti.

È vero: intanto perché la situazione nonni-nipote esclude l’uso di volgarità, ma anche perché la parolaccia è una scorciatoia per la risata che non mi interessa prendere. Come non mi interessa creare dei personaggi fighi contrapposti a degli stupidi completi: nella vita siamo tutti a volte fighi e a volte stupidi, e anche a Casa Stipancich va bene che sia così.

Che soddisfazioni ti dà tutto il lavoro dietro a questa audio comedy?

Allora, innanzitutto lo faccio per la gloria, non ci prendo neanche un soldo. Ma ricevo un sostegno entusiasta dai miei fan e questo è molto appagante. Ci sono triestini che mi hanno scritto dall’Australia, dal Nord Europa e dall’America, dicendo che nei momenti di nostalgia ascoltare le avventure di Ciano e Marisa li fa sentire un po’ a casa. E poi, mi capita per la strada di sentire gente che non conosco salutarsi dicendo cose tipo “Eccoci, Braian, come c’è?” “Eh, cosa vuoi, sono lunghi!” Beh, in quei momenti capisco di aver dato qualcosa a Trieste, e ciò mi dà una grande, grandissima gioia.

Senti, se posso approfitto del tuo orecchio fino per una questione privata: un mio amico sostiene che ci sono persone che pronunciano “tzò” per dire “ciò”. Tu attesti questo uso?

Mah, mai sentito… beh, al limite potrebbe essere la cadenza da boba marza, e a Muggia ho sentito pronunciare dei ciò con una ci che virava un po’ verso la zeta. Però mi sembra una forzatura dire che tzò è di uso comune nel nostro dialetto.

***

Qui trovate la pagina di Casa Stipancich su Facebook.
Qui (parte 1) e qui (parte 2) trovate gli archivi con le puntate della prima stagione.
Nei commenti, invece, potete suggerire anche voi a Diego cosa diranno Ciano e Marisa nelle prossime puntate dell’audio comedy!

 

Tag: , .

7 commenti a Le radise del futuro? Nel nostro dialeto!

  1. Diego Manna ha detto:

    hahaha mi saludo un casin de volte disendo “eccoci braian, come c’è?”
    😀 😀 😀 😀

  2. Max TuttoTs ha detto:

    e a questa domanda mi rispondo sempre:
    “M”

  3. aldo ha detto:

    forsi tzò lo usa le bobe cinesi:
    tzò, mao tzè tung…

  4. Diego BlueDee ha detto:

    Troppa troppa roba! 😀

  5. Euro ha detto:

    non vedo l’ora di scoltare le nuove puntate….

  6. Fiora ha detto:

    STREPITOSOOOOO! DiegoB.D.,apprezzo tantissimo el tuo umorismo e l’assenza de volgarità.
    penso che i vitz pesanti sia sinonimo de pochezza de contenuti…
    Mi insisto col suggerirte de lassar al piccolo Braian el suo quasi totale mutismo con quel suo eloquentissimo “uh” che lo rendi irresistibile.
    Che sia nonno Ciano e nonna Marisa a darghe de volta in volta un’interpretazion a sto “uh”.
    comunque grazie per l’autentico spasso! 😀

  7. Fiora ha detto:

    @Diego B.D.
    Mi resto del’ idea che mejo del mitico “uh” no xè gnente,ma se propio propio te vol dotar de favela el “nostro” picolo Braian, inveze dei timidi tentativi che go sentù e che no me convinzi per gnente in confronto cole superbe caraterizazioni de Ciano e Marisa, te toca superar ti stesso e farghe una voseta infantile e legermente …TARTAIA! 😉
    Ah?! cos’ te par?
    no propio tartaia autentico,ma ch’el se ingolfi un bicc ,come che fa certi fioi co’ vol contar tante robe ‘ntuna volta sola.
    con nona Marisa che ghe ziga a nono Ciano,ma dei,Ciano ,lassia che Braian ci spieghi tuto pulito cola calma,no?! Cossa lo stremissi che dopo si intopa… 😀

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *