Riceviamo e pubblichiamo
Si è svolta sabato mattina presso il Caffè Stella Polare di Trieste, l’affollatissima conferenza stampa di Trieste Libera sulle recenti risposte date dalla Commissione Europea sulla “questione Trieste”. Le risposte sono quelle date dal Commissario Europeo Algirdas Semeta (7 agosto 2012) sul Porto Libero di Trieste e dalla Direzione Giustizia (22 agosto 2012) in merito al rispetto dei diritti dei cittadini del TLT.
Il Commissario Šemeta rispondendo ad un’interrogazione dell’onorevole Mara Bizzotto (Lega Nord) sul regime del Porto Franco di Trieste ha dichiarato la validità dell’Allegato VIII del Trattato di Pace che definisce il regime del Porto Libero di Trieste. Non solo, il Commissario Šemeta ha affermato che in base “all’articolo 5, comma 2, dell’allegato VIII del Trattato di Pace, si dispone che in relazione all’importazione o esportazione o transito nel Porto Libero, le autorità del TLT non possono pretendere su tali merci dazi o pagamenti altri che quelli derivanti dai servizi resi”.
Nel suo intervento il Commissario Europeo ha quindi riconosciuto il Territorio Libero di Trieste quale Stato avente i diritti sul Porto Libero (internazionale) di Trieste.
Nell’altra risposta fornita dalla Direzione UE Giustizia, sollecitata ad intervenire di fronte alle violazioni dei diritti dei cittadini del TLT commesse dall’autorità giudiziaria italiana che agisce fuori dalla propria giurisdizione all’interno della Zona A del Territorio Libero di Trieste, è stato invece precisato che la Commissione Europea non ha titolo per intervenire essendo lo status giuridico di Trieste al di fuori del campo di applicazione del diritto dell’Unione.
Le due risposte della Commissione Europea confermano quanto sostenuto da Trieste Libera, ovvero l’extraterritorialità UE del Territorio Libero di Trieste e la mancanza di giurisdizione delle autorità comunitarie e italiane su di esso.
In base al Trattato di Pace l’unico organismo con pieni poteri per garantire l’integrità del TLT-PLT e i diritti dei suoi cittadini è infatti il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Che ora verrà direttamente interessato da Trieste Libera, anche in base alle risposte che si stanno ricevendo dall’Unione Europea e dalle autorità italiane, a nome di tutti i cittadini del TLT.
Adesso sì che finalmente ghe ne vederemo delle belle…
varda caso sul piccolo non scrivi niente..che mentecati.xe proprio un zornal de regine..forza trieste avanti col t.l.t per il ben de trieste una nuova rinasita
Trieste che torna ad essere libera?
Sarebbe un sogno!!!
Ottimo!
Tanto alla pegio finisi che i fa un referendum, e con tuta la colonizazion ‘taliana che xè stada vincesi l’Italia. Ahimè.
Non credo che i fazi un referendum.El trattato del 1947 xe chiarissimo.No xe modificabile.Quindi Trieste xe TLT.Punto e basta.
Continuo a dire che non e´un vantaggio uscire dall´UE. Inoltre essere sotto l´ONU vuol dire essere in balia dei giochi di scambio di Paesi che non sanno nemmeno se TS confina con la Grecia o con l´Irlanda.
A me sembra che dicano che non sono competenti a discutere su “lo status giuridico di Trieste” cosi’ come non sarebbero competenti a discutere dello “status giuridico” di Roma, Fiume o Napoli.
Semplicemente non e’ l’UE ad essere competente in MATERIA (no che a TS el diritto UE no se applica). semo seri dei
@ 4 guarda che no, il regolamento del TLT prevede che possono avere la cittadinanza, solo i residenti nel 1946 e loro eredi. Chi avrebbe preso la cittadinanza del TLT avrebbe rinunciato a quella italiana. Quindi non esiste “referendum” ma solo elezioni per eleggere il Governatore, ed i coloni non avrebbero voce in capitolo.
Un bel casino certo, che l’Italia potrebbe mitigare iniziando a trattare finalmente Trieste come avrebbe dovuto, e non come una colonia da saccheggiare e da rafforzare con emigranti anti slavi.
Conoscendoli tuttavia, non ci conto troppo. Hanno altri sistemi già colladati per risolvere il problema. Ora gli sarà più difficile non essendoci più Tito ed il comunismo, ma vedrai che combineranno lo stesso.
Il Territorio di Trieste è un entità statale indipendente a se stante, non ha sottoscritto nè il trattato di Maastricht, nè il trattato di Lisbona e non potrebbe neppure farlo, in quanto al Territorio di Trieste è preclusa la possibilità di sottoscrivere accordi con altre nazioni, essendo posto sotto l’ egida del Consiglio di Sicurezza dell’ ONU: L’ Unione Europea ribadisce che non può intervenire su Trieste, in quanto Trieste non rientra nella sfera di competenza di Bruxelles, anche se all’ art. 21 della Costituzione Europea, Bruxelles si dichiara garante del rispetto dei trattati internazionali in essere in Europa (quindi anche del Trattato di pace di Parigi del 1947), i paesi che si stanno occupando della questione di Trieste sanno benissimo con chi confiniamo, assai meglio dei governanti dell’ ex italia, memorabile un tg2 nazionale che affermò “che non c’ è da preoccuparsi, Osimo resterà italiana”.
Da quando in qua Bruxelles è diventata Brussel ?
E la Slovenia sarà d’accordo a farsi togliere tutto lo sbocco al mare?
@6 è un vantaggio far valere i nostri diritti, non dover pagare il debito pubblico italiano, eliminarne la burocrazia e far rinascere la città.
Per quanto riguarda l’UE il trattato prevede che ci sia il libero scambio di merci con i paesi usufruttuari. Poi uscire dall’Euro penso che vada bene!
Juius perchè xe un eror uscir da europa? magari doman. deme malta e modoni che comincio a tirar su de novo i confini.
Riguardo al tt per otre 60 ani ‘italia ga inziganà la gente de ste parti con fiabe de vitorie e tere redente. i saveva benisimo che no gaveva nissun dirito de ocupar i teritori militarmente e no gaveva nisun dirito de impenirne con taliani de ogni soo per giocar sporco in politica. i ga rovina la cita de trieste, ga rovinà quela de gorizia solo per giogar a : noi taliani lo gavemo più duro.
con taliani de ogni dove (corezion)
Ma è un articolo vero o è satira? È tutto così surreale…
no, è vero.
http://www.lindipendenza.com/trieste-libera-conferenza/
qui l’artiolo di cui nessuno parla
Perche´sarebbe uno sbaglio uscire dall´EU? 1. Nessun finanziamento comunitario (un giorno saremo pure in grado di imparare dalla Slovenia a richiederli ed ottenerli…) 2. Molto piu´difficile (anche se non del tutto impossibile) fare parte di un´Euroregione. 3. Una moneta del TLT avrebbe una base economica debolissima, simile a quella dell´Islanda e sarebbe preda della speculazione internazionale. 4. Bisognerebbe rinegoziare (non so se con l´UE o con ogni singolo Stato) una marea di accordi: riconoscimento contributi pensionistici, assistenza sanitaria (l´”estero” comincerebbe a Sezana e al Timavo), riconoscimento titoli di studio, doppia tassazione, riconoscimento atti notarili, esenzione permesso di soggiorno e di lavoro… 5. Siete tanto sicuri che Italia, Slovenia e Croazia non imporrebbero dazi, se non altro per vendetta?
Nessun finanziamento comunitario? E tutta la zona di Cavana con che soldi è stata messa a posto? (Risposta: con il fondo Urban, di origine comunitaria)
julius, te vedi, l’europa xe un roba imposta. mi no posso decider de andar fora. come la mafia.
Il divertente anacronismo esposto rende l’articolo una piacevole lettura…Rammento che nel 1954 eravate tutti con i bersaglieri a cantare “Le ragazze di Trieste”, facendo intristire Boris Pahor…
Come cabaret agostano me par meio dei Pupkin. De più, meio ancora de Cechelin.
No xe che se podessi gaver el link ai testi completi dele risposte?
le rinegoziazioni che problema sono? immagina soo i giro di affari che porterebbe il porto libero. le pensioni? semplice i taliani, cifa e vari i torna a casa loro oltre confin cussì xe risparmiadi i soldi. Le tase al italia no le pagasimo più, pagasimo quacosssa ma no a livei come adeso. e visto la storia dele province speraria che gorizia a passi soto a zona del tlt. almeno se cavemo fora dale bale sta aministrazion.
@18. Senza UE neppure Urban, ovvio. Io mi riferisco ad un ipotetico futuro extracomunitario, non al passato e presente comunitari.
Ah, visto che a Trieste non si applica il diritto UE, allora tutti gli enti triestini che hanno ricevuto finanziari di origine comunitarie (pensiamo a tutti i centri che hanno organizzato ed organizzano corsi serali o di formazione), nonché tutti gli studenti universitari che hanno usufruito delle borse erasmus, ecc…devono restituire i soldi all’Ue. Cavana, che è stata rimessa a nuovo grazie ai finanziamenti comunitari, verrà rimessa in pristino come 10 anni fa (cioè in stati pietosi).
xesodi che xer rivadi dal europa tramite l’aministrazion italiana che ga el dover de crear le condizioni e vita e de lavoro anca tai teritori che ocupa. se , metemo per ipotesi, l’onu disi che l’italia ga de lassar la zona el tlt perchè la xe in violazion la dovarà andar via. parlo solo per ipotesi. lo steso val per la slovenia.
Aprofito del post per far al Movimento Trieste Libera dele domande su certi punti che no me xe ciari:
a) perchè l’interogazion xe stada presentada atraverso un parlamentare dela Lega Nord e no de un movimento autonomista europeo tipo basco, catalan o de altro genere?
b)la presentazion de sta interogazion atraverso un parlamentare europeo dela Lega Nord fa parte de un colegamento tra el vostro movimento e la Lega Nord o una sua corente interna?
c) ghe xe diferenze politiche e programatiche (no quele personali che se sa) tra el vostro movimento indipendentista e quel del Fronte Giuliano e se sì quali xe?
d) el Fronte Giuliano ga anuncià de gaver molà i Volonari Verdi de Borghezio e la Lega Nord in generale e che se presenterà ale prossime elezioni regionali come Fronte dell’Indipendenza, insieme a un movimento friulanista. Xe vostra intenzion presentarve ale elezioni regionali e se sì da soli o zercando aleanze con i altri indipendentisti, col centro-destra o col centro-sinistra?
Ringrazio in anticipo per eventuali chiarimenti.
@21
1. Semplicistico dire che le rinegoziazioni non sono un problema. Renditi conto che il TLT dovrebbe rinegoziare tutto anche con i nemici incazzati neri (I, SLO, HR)
2. Il giro d´affari che porterebbe il porto libero… Frase sentita spessissimo, ma mai vista una proiezione basata su dati. Suona bene la frase, certo, come suonava anche bene la Trieste caralcuore…
3. Come pensi di grazia di espellere gli italiani dal TLT???
4. Ovvio che non si pagherebbero piu´tasse all´italia, nemmeno “qualcossa”, le tasse o si pagano o non si pagano.
5. Se il TLT viene introdotto basandosi su trattati storici impugnati alla lettera, chi tratta farebbe un errore madornale ad inserire anche un solo millimetro oltre il Timavo, perche´costituirebbe un precedente.
soo che penso che i sloveni sarà più furbi e inveze e far manifestazioni e robe varie i cercherà un acordo. anca perchè la perderia koper
le tase se pagaria, ma no al italia e in misurta minor. questo intendevo. treiste podessi tornar el porto de tuta l’europa centrale. No xe robe pice. ma la mia iera solo un’potesi.
La Commissione Europea aveva già confermato nel 2005 di non potere fare altro che “rispettare gli obblighi internazionali gravanti su Trieste”. Ora lo ha ribadito. A breve ci saranno nuovi sviluppi. Già questa settimana al Parlamento Europeo verra’ nuovamente discussa la “questione Trieste”. E da non dimenticare che i cittadini del TLT stanno per rivolgersi direttamente al Consiglio di Sicurezza ONU. A partire dal caso del traffico di rifiuti nucleari nel Porto Libero di Trieste. In clamorosa violazione del Trattato di pace.
beh no xe dificile. se parla e esponenti del’aministrazion italiana: carabinieri, soldati, finanzieri, poizioti, prefeti ecc. tuta gente viniuda a fora per la magioranza.
Stranamente non esiste alcun link a documento ufficiale che riporti quanto detto. Scommettiamo che dove si dice che la Commissione Giustizia ha detto che “è stato invece precisato che la Commissione Europea non ha titolo per intervenire essendo lo status giuridico di Trieste al di fuori del campo di applicazione del diritto dell’Unione.” in realtà ha detto che non può intervenire poiché non è suo potere stabilire se esiste il TLT?
Giurastante…fuori i testi originali.
Per far un esempio mi ghe scrivo alla corte Europea e ghe digo che per mi non medevi giudicar un tribunal italian ma el Gran Mogol delle giovani marmotte perchè secondo mi xe lui che comanda a Trieste. LOri ga due posibilità: risponderme che son tuto mona o dirme che lori non xe quei deputadi a decider se comanda l’Italia o le giovani marmotte..
http://www.foia.cia.gov/docs/DOC_0000258341/DOC_0000258341.pdf
Un documento interessante
risposta Commissario U.E.
http://files.meetup.com/207586/commissione%20europea%20porto%20Trieste%207-8-2012.jpg
La domanda quale è stata? Mi pare ovvio che se la domanda è stata “Secondo il trattato di pace il porto di Trieste è zona extradoganale” allora il fatto che abbia menzionato il TLT non ha alcun valore.
Infatti, la domanda all’interrogazione è:
“Il Porto Libero di Trieste è stato istituito il 18 marzo 1719 dall’Imperatore Carlo VI d’Asburgo come porto extraterritoriale per lo sviluppo economico di tutte le Nazioni del centro Europa. Alla fine della seconda guerra mondiale, con la sottoscrizione del Trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947 nell’allegato VIII e, in seguito, con il Memorandum di Londra del 1954, è stato riconosciuto e disciplinato il regime del Porto Libero di Trieste, attribuendogli lo status di Porto Franco internazionale, ovvero di zona extraterritoriale ed extradoganale.
I principi sanciti dal Trattato di pace del 1947 e dal Memorandum di Londra del 1954 vennero poi accolti nell’ordinamento giuridico italiano con i decreti del Commissario Generale del Governo n. 29 del 19 gennaio 1955 e n. 53 del 23 dicembre 1959.
1. A tale proposito può la Commissione confermare, come già affermato dal Presidente dell’autorità portuale di Trieste, l’insussistenza di conflittualità normativa tra il trattato CE e le materie regolate dal Trattato di pace del 1947 in virtù dell’articolo 351 del TFEU?
2. Conferma la Commissione l’operatività dello speciale regime delle Zone franche del Porto di Trieste, nelle cui aree si devono poter compiere, in piena libertà, senza alcuna discriminazione o percezione di dazi doganali o gravami se non quelli applicati quale corrispettivo di servizi prestati, tutte le operazioni inerenti lo sbarco, l’imbarco di materiali e merci, il loro deposito, la contrattazione, e la trasformazione, anche a carattere industriale?”
Ma LOL!
Fulvio, va sul loro Sito e te trovi tuto, el documento originale e la traduzion.
Julius, il problema non è la UE ma l’Italia. Nella fattispecie i mancati investimenti sul porto, dove l’Italia non caccia 1 centesimo dal 1972, ai tempi del Molo 7°. Nel frattempo l’Italia è stata per 15 anni il secondo Paese al mondo ad investire sui porti, seconda solo al Giappone.
Sappiamo dove sono andati quei soldi: negli inutili porti del mezzogiorno, creati anche per tagliare fuori Trieste dai suoi traffici naturali.
Chissenefrega del fondo Urban, sono briciole. Come furono briciole il Fondo Trieste, un mare di miliardi spesi per la viabilità e per le case popolari, dove altrove provvedeva la Legge Fanfani. Solo una minima parte di quei fondi fu speso in attività produttive, “produttive” tra virgolette ma non andiamo OT.
Badate che a differenza che in passato, mi sembra che ora nessuno rivendica Koper; ed essendo la Slovenia un Paese di persone ragionevoli, lasciate a loro l’onere di preoccuparsi per la loro parte di TLT.
Per quanto riguarda Trieste, il suo unico futuro è un’alleanza tra KP e TS, che sono due porti dalle caratteristiche complementari. Solo la stupidità dell’Italia che rifiutò di concedere due banchine a Tito e preferì pagargli il porto nuovo, ha portato a questa assurda concorrenza.
TS ha i fondali, gli spazi sul mare ed il Porto Franco che KP non ha; questa ha ferrovie efficienti, tariffe ragionevoli e volontà di migliorare le proprie infrastrutture. Se non si sbarca via Italia si sbarcherà via Slovenia, che prenderà traffici che senza TS non potrà mai avere.
Non avete idea di quanti milioni di container oggi stanno facendo il periplo dell’Europa, perchè gli interessi delle lobby portuali del mezzogiorno italiano, hanno fatto in modo che la “via adriatica” non risultasse conveniente.
Tagliare 3/4 del tragitto Suez-Mare del Nord e risparmiare giorni di viaggio, per tutte le merci dirette in un’area molto vasta, addiruttura più ampia di quanto era l’Impero Austro Ungarico.
Questo è lo scenario: tagliare i costi di trasporto significa tagliare i costi delle merci e quindi il costo della vita ed i costi di produzione per una ventina di Paesi coinvolti tra UE ed extra UE verso l’est, e per una decina di colossi mondiali come le “tigri” asiatiche.
Far risparmiare 1/3 del pianeta e migliorare il PIL di decine di Paesi importatori ed esportatori. Questo è lo scenario del futuro di Trieste.
In un quadro simile, i 600-700 milioni di euro necessari per raddoppiare il Molo 7°, costruire il Molo 8°, comprare le nuove gru, fare i 4 km di ferrovia tra Campo Marzio e Koper, forse non sono impossibili da trovare.
Pensate che l’Italia è stata capace di spenderne molti di più solo per costruire la “Cattedrale nel Deserto” per antonomasia: il porto di Gioia Tauro, ora tenuto in vita con contributi statali contrari alla libera concorrenza.
Anche non far parte della UE, tutto sommato è un’inezia, rispetto al futuro radioso che aspetta la città quando si sarà liberata dalla sua palla al piede.
Va tenuto conto che l’autonomia economica del territorio non è facile da raggiungere, il GMA stava per arrivarci verso il 6°, 7° anno di esistenza.
Aveva a suo favore una flotta mercantile ed i cantieri, oltre alle fabbriche, assicurazioni e tutto quello che si poteva chiamare il “Sistema Navale ed Industriale Integrato” creato dall’Austria.
Oggi è più difficile perchè quel Sistema economico è stato distrutto dall’Italia.
Ma dall’altra parte, il GMA aveva anche lui la stessa palla al piede, che gli ostacolava tutti gli investimenti produttivi a Trieste, sempre per gli stessi motivi. E cioè per non fare concorrenza all’economia italiana.
Ed ai tempi del GMA, i volumi di traffico mondiale erano molto inferiori, inoltre non esistevano i container.
Certo, la soluzione più semplice sarebbe che l’Italia proponesse in cambio a Trieste l’autonomia amministrativa di “Provincia Autonoma” staccata da Udine e con estensione di competenze per il Porto e per i Traffici, e con estensione di competenze della Legge sulle aree di confine per una fiscalità favorevole a reggere la competizione internazionale, come chiedeva Boniciolli.
Ci guadagnerebbe pure, gli investimenti sarebbero ammortizzati in pochi anni dai proventi delle tasse.
Ma dubito che l’Italia possa fare domani, quello che non ha fatto per 94 anni. In Italia si spendono soldi solo dove ci sono tanti voti, tanta malavita e/o potenti lobby economiche che appoggiano i candidati eletti. Tutte cose che a TS non ci sono e non ci saranno mai.
Quindi, tanti auguri a Trieste Libera.
Tanto, se noi dovremo darci fuoco davanti ad Equitalia o morire di fame con le pensioni italiane, visto che i nostri ragazzi stanno emigrando nuovamente… non vedo cosa ci sia da perdere.
Premesso che il Territorio Libero di Trieste è appunto “territorialmente” composto dalla ex Zona A e dalla ex Zona B e che la sua integrità territoriale è ovviamente premessa della sua esistenza, come si ritiene di poter “riottenere” il territorio già della Zona B e oggi della Slovenia ? Li ricompriamo o dichiariamo guerra alla Slovenia ? 🙂
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Paolo Geri
lo compriamo, è ovvio.
cosi sarà.
tutto legale e permesso dalla UE.
uno vende e compra quello che vuole. è il libero mercato
Dove xe che go de firmar per scazar fora da casa nostra a Cittanova (Novigrad) i croati che xe rivadi nel 1956? Mi tornarìa anca doman. Voi gavè da darme una man o gavè solo de ciacolar sul fumo e no ve ciava niente de el TLT de Slovenia e Croazia? Anca quel xe TLT, giusto?
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Cittanova
quando la croazia sarà nella UE è dovra rendere libero il mercato, applicare lo stato di diritto, si potrà comperare quello che si vuole.
a quel punto venderanno anche le mutande.
Scusate, ma l’interpretazione è un po’ forzata. La risposta del commissario sul porto dice che «è
parte del territorio doganale della comunità» pur con le sue esenzioni specifiche. Difficile che un’entità statale separata sia parte del territorio doganale. Quindi mi pare che la pia speranza degli indipendentisti resti tale. Concordo con quanti affermano che il Porto Franco è stato intenzionalmente sabotato dall’Italia. Ma non c’è bisogno di artifizi particolari. Basta non far funzionare il sistema ferroviario alle sue spalle, gestito dall’ex monopolista. Che fa pagare, in tariffe di utilizzo ferroviario, più di quello che le navi uscite da SUez spendono per andare ad Anversa, Rotterdam o Brema. SOno le ferrovie italiane ad aver ucciso il Porto Vecchio, rifiutandosi di fare servizio. Le merci oggi sbarcate in Porto Vecchio dovrebbero imbarcarsi su un camion e traversare le Rive, poi imbarcarsi su un treno, magari nell’inutile scalo di Cervignano. Hoper e Rijeka hanno collegamenti ferroviari difficilissimi (un solo binario, pendenze elevate) ma hanno operatori che le usano. Trieste è l’unico porto che ha tre binari in uscita dal porto, poi due che vanno a Nord Est (la Meridionale), due verso Nord (la Pontebbana), quattro verso Ovest (Monfalcone-Venezia e Monfalcone-Cervignano, UdinePordenone), ma il proprietario di quei binari, Trenitalia, non li rende utilizzabili. Ho paura che un Free Port gestito dal TLT sarebbe ancora più strangolato sul piano dei collegamenti.
Spiacenti per gli scettici, ma la questione di Trieste è stata riproposta assai chiaramente ai dicasteri competenti fin dallo scorso marzo, oltrechè agli uffici dell’ ONU ed è ormai giunta ad un punto tale da far si che abbia superato il “punto di non ritorno”; constatato che la cosiddetta “giustizia italiana” è stata presa del tutto alla sprovvista e si è ormai da quasi un anno dichiarata incompetente/impotente di fronte alla nostra formula giuridica del “difetto di giurisdizione sulla Zona A del Territorio Libero di Trieste”, sia nei procedimenti penali che in quelli civili ed anche in sede di Cassazione a Roma (dove, pur di non esprimersi sulla Questione di Trieste, hanno finto di aver smarrito l’ incartamento contenente la sentenza)… L’ On. Marta Bizzotto della Lega Nord è la nostra interlocutrice a Bruxelles in quanto responsabile nella sede del Parlamento Europeo dell’ Ufficio petizioni, e, come certamente sapete, è in corso la raccolta di firme per il riconoscimento del Diritto di Cittadinanza dei Cittadini del Territorio libero di Trieste e tale Ufficio Europeo si è dimostrato fin da subito assai interessato alla Questione, informando costantemente sugli sviluppi degli eventi i Ministeri degli Esteri degli otto paesi oggi facenti parte dell’ U.E. firmatari del Trattato di pace di Parigi del 1947. L’ Italia, come nazione soccombente, ha dovuto inserire nella propria costituzione il Trattato di Parigi, compresa l’ esistenza del Territorio di Trieste. Non abbiamo assolutamente niente a che fare con il “fronteperLAindipendenza” di Marchesich, anzi, consideriamo offensiva verso i triestini la loro presenza, in quanto, oltre ad essere autoreferenziali (sono solo due persone) ed aver già sputtanato la causa indipendentista per Trieste, svendendola per un piatto di minestra, si stanno facendo foraggiare da un architetto nazi/comunista di Cervignano, tale Stefano Colussi, quindi,nella “migliore” delle ipotesi, Marchesich contribuirà a far eleggere un altro assessore regionale friulano alla regione. Il Movimento Trieste Libera non parteciperà alle elezioni regionali, all’ interno del nostro movimento vige la democrazia partecipativa, come previsto e definito sull’ allegato VI del Trattato di pace di Parigi, alla nostra petizione hanno firmato orgogliosamente “ex” ideologicamente sia della destra che della sinistra, non rappresentiamo un ideologia, vorremmo solo poter garantire la più ampia dialettica politica, caratteristica imprescindibile per una Città/Porto multietnica e multiculturale.
La Commissione Europea ha dovuto ribadire la validità del trattato di pace che stabilisce lo status giuridico del porto di Trieste. Ed anche del Territorio Libero di Trieste. Tuttora esistente visto che il trattato di Osimo non cambia minimamente quanto deciso dal trattato di pace del 1947. In nessun punto del trattato di Osimo è stabilita la sovranità italiana sulla Zona A del TLT. Che la Commissione Europea sia imbarazzata e confusa e’ immaginabile. I cittadini di Trieste stanno difendendosi esercitando (per la prima volta) il proprio diritto individuale. E lo fanno davanti ai giudici italiani che per condannarli dovranno dichiarare la sovranità italiana su Trieste. Sentenze che entreranno nel diritto internazionale e che stabiliranno quale è il valore dei trattati internazionali. Per tutti. L’Unione Europea può solo cercare di prendere tempo e di scaricare la patata bollente sull’Italia che cercherà al solito protezione dagli USA (ai quali va benissimo potere utilizzare il porto di Trieste per i loro “affari”). Ma il mondo non è solo USA ed UE…
@Paolo: nella Zona B del Territorio ci sono persone assai preparate e determinate (sai che funziona più la pratica che la dialettica, da quelle parti…), pienamente consapevoli delle possibilità di sviluppo di un Territorio Libero de ideoligizzato, dopo l’ apocalisse nazionalista dello scorso secolo; la palla è nel nostro campo (ex italiano, ex sloveno ed ex croato), siamo l’ unica entità statutaria al mondo pienamente riconosciuta dalle Nazioni Unite ma di cui sono all’ oscuro ancora troppi dei cittadini che ci vivono, da San Servolo si vedono assai bene Trieste e Koper, Lubiana e Roma sono lontanissime.
Mi fa piacere leggere che anche i miei concittadini della zona B siano consapevoli del TLT. Mi auguro che un giorno (non troppo lontano) il Territorio possa essere riunificato.
BRAVA TRIESTE LIBERA !
Il TLT fu istituito dal Trattato di Pace del 1947, che fu abrogato – per quanto riguarda il TLT – da quello di Osimo del 1975, siglato dai due Paesi (Italia e Jugoslavia) cui le Nazioni Unite avevano affidato l’amministrazione. Non vedo come si possa appellarvisi ancora.
Mi sembra che le spiegazioni di Roberto Giurastante e Trieste Libera siano fin troppo chiare.Andremo fino in fondo.
Rammento che nel ’54 fu siglato il memorandum di Londra che, fra l’altro, dice:
“Non appena il presente Memorandum d’intesa sarà stato parafato e le rettifiche alla linea di demarcazione da esso previste saranno state eseguite, i Governi del Regno Unito, degli Stati Uniti e di Jugoslavia porranno termine al Governo militare nelle Zone A e B del Territorio. I Governi del Regno Unito e degli Stati Uniti ritireranno le loro Forze Armate dalla zona a nord della nuova linea di demarcazione e cederanno l’Amministrazione di tale zona al Governo italiano. I Governi italiano e jugoslavo estenderanno immediatamente la loro Amministrazione civile sulla zona per la quale avranno la responsabilità.”
@ 51 Per la legge internazionale un trattato come quello di pace del 1947 non puo essere modificato a piacere da solo 2 firmatari dello stesso. Osimo è nullo come trattato internazionale.
#54 é curioso come nel 1975 nessuno dei tanti critici del trattato di Osimo ( li chiamavano gli anti-osimanti) facesse queste critiche allora.
Erix,il memorandum di Londra del 54 non ha valore,è solo una dichiarazione di intenti.L’unico valido è il trattato del 47.
L’ignoranza regnava sovrana si vede 🙂 E non c’era modo d’informarsi come si deve. Quello che è curioso è il fatto che per 10 anni il trattato di Osimo non sia stato depositato e non sia stato rattificato dal parlamento Italiano.
Lorenzo, è stato firmato da USA, GB, IT e JU e, in seguito, USA e GB hanno di fatto ritirato le loro truppe d’occupazione. Fosse stata solo una dichiarazione d’intenti, come mai (e per fortuna!) non abbiamo la bandiera del globalimpero che svetta su san Giusto o sul formaggino? Purtroppo la storia è andata com’è andata. Tornare indietro non si può, piangere sul passato è inutile, quindi non resta che tirare fuori gli attributi e contribuire a fare in modo che la città (a prescindere se come tlt, ttz, zzt o ppp) abbia delle serie prospettive per il futuro.
Guarda,io ti posso dire con sicurezza certe cose perchè mio nonno era un agente di polizia militare durante il GMA.Resta il fatto che un trattato di pace ( qualsiasi,non solo questo ) una volta firmato ( forzatamente , e sappiamo perchè ) ed integrato,doveva essere messo in pratica.D’accordo,c’è stata la guerra fredda di mezzo,causa principale per cui il tlt non è mai stato fatto,ma ora non si hanno più scuse.Se tutto questo fosse un semplice casino da parte di movimenti indipendentisti,perchè l’unione europea si sta muovendo continuamente e sta continuamente sanzionando l’italia con multe stratosferiche vedi ferriera,sito inquinato ecc.Qualche settimana fa,tra l’altro,in porto sono arrivati gli ispettori ue proprio su queste questioni.Comunque,è impossibile rimboccarsi le maniche con questa italia e con questi amministratori,a meno che non organizzi una rivolta popolare,ma ahimè gli italiani sono troppo codardi per farlo.Tanto si lamentano,tanto protestano,ma poi basta avere la pizza e la partita di calcio e sono tutti felici!
Viste le porcate che hanno fatto gli USA in tutto il mondo e visto e considerato che noi, ahimé, siamo ancora loro servi(n.b. il governo ha fatto dietro front in relazione alla “tassa sul chinotto”. Avrà mica ricevuto una telefonata da qualcuno che produce schifezze con le bolle e che guarda caso ha sede in USA???? E come la mettiamo con gli aerei di distruzione di massa che dobbiamo per forza comprare? E con l’ampliamento della base militare di Vicenza? E con il transito delle SCORIE NUCLEARI dalla nostra regione?)… detto questo…. un memorandum può avere più importanza di un trattato di pace vero e proprio.
Sono d’accordo con te con partite di calcio e pizza…..
@Macia: il trattato di Osimo vale meno della carta sulla quale è stato scritto, si tratta soltanto di un accordo di “buon vicinato” bilaterale tra l’ Italia e l’ ex Jugoslavia, che non può in alcun modo prevalere su un Trattato di pace garantito in primis dal Consiglio di Sicurezza dell’ ONU e, in seconda battuta, dai 21 paesi firmatari del Trattato di pace di Parigi del 10 febbraio 1947 (infatti circa 10 giorni fa, dall’ ONU, ci è stata fornita la versione integrale compresa l’ inedita “pagina zero” contenente questa precisazione, pubblicata sul nostro sito), non solo: il Trattato di Osimo avrebbe dovuto affrontare in Italia, come tutti i trattati internazionali, il dibattito camera/senato come previsto all’ art. 10 della Costituzione italiana, non ci fu, invece, nessuna discussione parlamentare, furono istituite, per salvare le apparenze, solo due commissioni parlamentari…
Quoto Erix.
Del resto, per com’è ridotta l’Italia, penso che la prospettiva di un’Europa Unita di popoli e non solo di banche sia una buona soluzione. Non è più tempo di Bantustan e il Principato di Monaco o San Marino non mi sembrano granchè come modelli.
E in tutto questo non abbiamo accennato alla pulizia etnica dei cittadini del tlt:qui da noi hanno fatto sloggiare i triestini facendo venire gente dal sud italia,in yugoslavia Tito ha fatto sloggiare gli istriani facendo venir su i serbi,creando gravi conflitti razziali tra italiani e serbi,in una città che non è mai stata razzista.Ovviamente,i cittadini originari del TLT sono stati fatti andar via dando loro del denaro…
La risposta del Commissario Europeo.
1. Premessa
a). Il trattato di pace stabilisce che il porto di Trieste è extradoganale.
b). Il TLT non può richiedere dazi sulle merci in import, in export o in transito.
2. Situazione di fatto e garanzie UE
a). La Zona Franca di Trieste è parte (integrante) del territorio doganale della Comunità (Europea). Tutte le operazioni sono soggette alle sue disposizioni doganali.
b). l’Italia (Stato Membro della Comunità), con sue disposizioni nazionali e sotto la sua responsabilità, può (e non “deve”..) esentare dall’IVA le “cessioni dei beni destinati a essere collocati in Zona Franca” e le “cessioni dei beni e le prestazioni di servizi effettuate nella stessa (Zona Franca)”.
Chi deduce da queste affermazioni che ci sia qualche “riconoscimento” di autonomia, si è solo messo le classiche fette di mortadella davanti agli occhi. Per non dire altro…
Sì Lauro,allora perchè si fa netto cenno al TLT?Se non esistesse più oppure perchè il trattato di osimo fosse legale,allora perchè nella risposta si fa chiaro cenno al TLT?Avrebbero potuto tagliare corto dicendo : “no il tlt non c’è perchè trieste è diventata italiana” invece no.
Se ho letto bene il testo originale, si parla del TLT perchè si cita il testo del Trattato di pace del ’47.
Si fa cenno al trattato di pace per stabilire da dove deriva la concessione della Zona Franca, perchè non basta chiederla per ottenerla.
Si dice poi che l’allora TLT esentava dai diritti doganali.
Da ciò discende, perciò, il regime “franco” concesso dalla Comunità. E si dice anche a chiare lettere che è “lo stato membro” (leggi Italia) che stabilisce sotto la propria responsabilità le regole per l’esenzione IVA. Che peraltro sono più ristrette di allora…
Io credo che le questioni siano due:
1) porto franco
2) sovranità
Credo che il TLT si riferisca al porto franco, in base alle disposizioni del trattato di pace.
La questione della sovranità si risolve con il memorandum di Londra.
Ammetto la poca chiarezza del tutto….
Allora Erix,visto che ammetti la poca chiarezza del tutto,cerco di spiegartelo in maniera chiara:Il POrto Libero di Trieste è istituito in funzione del Territorio Libero di Trieste,stato sovrano ed indipendente.Tutto questo è scritto a chiare lettere nel trattato di pace del 1947,allegato 8, che peraltro lo puoi scaricare,in versione originale lingu inglese,dal sito dell’ONU.Il trattato del 47 è tutt’ora in vigore,e violarlo sarebbe grave,anche perchè si metterebbe in discussione il trattato stesso.Come dire : per l’italia la guerra non è finita.Per esser ancora più chiari:il porto libero di trieste non può esistere senza il territorio libero di trieste,sono due cose complementari.
Il Commissario UE non parla di sovranità (se non quando dice della responsabilità degli Stati Membri.. ed il TLT non lo è..), e nemmeno di Porto Franco.
Parla di Zona Franca, che è un’altra cosa.
secondo mi anche sulla sovranità la situazion xe poco ciara: el Trattato de pace sanciva l’esistenza del TLT, che ga smesso de esister con el Memorandum de Londra, firmà da Italia e Jugoslavia in sedute separate con la mediazion de americani e inglesi. Dopo qualche tempo anche Mosca e Parigi ga dà el nulla osta alla spartizion. Però, trattandose de una modifica al Trattato de pace se se podessi appigliar al fatto che una modifica al trattato stesso dovessi esser ratificada da TUTTI i paesi firmatari (che se no sbaglio iera una trentina).
In ogni caso l’ONU no ga mai discusso la question dela fine del TLT (nonostante nel Trattato de pace se disessi esplicitamente che iera un territorio sotto amministrazion ONU), tanto che la nomina del governator xe ancora all’ordine del giorno e se qualche paese la tirassi fora l’Assemblea Generale dell’ONU dovessi discuter sto punto (il che creassi sicuramente imbarazzi in un bel po’ de paesi). Comunque credo che Erix gabi ragion: da un punto de vista tecnico-giuridico le questioni xe due e penso che Bruxelles possi pronunciarse solo sul porto franco.
Tra l’altro,vi lascio questo lik al sito lavoceditrieste riguardo la sentenza sul porto franco : http://www.lavoceditrieste.net/2012/05/17/il-consiglio-di-stato-conferma-linviolabilita-internazionale-del-porto-franco/
sfsn : in effetti i paesi firmatari erano 27,e confermo che la nomina del governatore per il tlt è SOLO sospesa.Basta guardare anche la lattera a Marchesich del 1983,versione originale in inglese.Lo dice chiaramente.In sostanza dice che tale questione può essere risollevata in ogni momento da uno qualunque degli stati firmatari.
ma allora per nominare ( e non eleggere) il Governatore dovrebbero riunirsi di nuovo i 27 Paesi firmatari?
Quello di Londra si chiama ‘Memorandum’ e non ‘Trattato’ proprio perchè ‘esegue’ le linee del Trattato di Pace e soprattutto non vede protagonista l’Unione Sovietica (era già Guerra Fredda). Ed inizia casì:
“In vista del fatto che è stata constatata l’impossibilità di tradurre in atto le clausole del Trattato di pace con l’Italia relative al Territorio Libero di Trieste, i Governi del Regno Unito, degli Stati Uniti e di Jugoslavia hanno mantenuto dalla fine della guerra occupazione e Governo militare nelle Zone A e B del Territorio.”
“Quando il Trattato fu firmato non era mai stato inteso che queste responsabilità dovessero essere altro che temporanee e i Governi d’Italia, del Regno Unito, degli Stati Uniti e della Jugoslavia, quali paesi principalmente interessati, si sono recentemente consultati tra loro per esaminare la maniera migliore per mettere fine all’attuale insoddisfacente situazione.
A seguito di che, essi si sono messi d’accordo sulle seguenti misure di carattere pratico.”
…”Il presente Memorandum d’intesa verrà comunicato al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.”
71 SFSN
Si potrebbe rispondere che SOLO i firmatari del Trattato di Pace avevano deciso che il TLT andasse ‘sotto l’amministrazione ONU’.
Non l’ONU.. che non erano solo i 27 firmatari..
74 Bibliotopa
Per nominare il Governatore, prima, dovrebbe esistere ancora il TLT.
Che cosa governa altrimenti?
@ bibliotopa:
el Trattato de pace stabiliva che la nomina del governator iera de competenza del Consiglio de Sicurezza dell’ONU.
Si. E il Memorandum di Londra non include l’Unione Sovietica. E il Consiglio di Sicurezza dell’ONU non decide nulla se ci sono veti.. perciò se quelli di Londra che han firmato mettono un veto qualsiasi, il TLT fa ‘Pufff’… com’è successo.
@ 71 no, el memorandum de Londra tra italia e yugo no pol annullar el trattato de pase. La costituzion del TLT xe stada fatta dall’ONU, el TLT pol esser annullà solo dall’ONU con el voto de tutti i Paesi soci del TLT o loro eredi, e senza el veto dei stati che ga diritto.
Questo no xe mai stà fatto, el TLT esisti ancora giuridicamente.
80 Sandi Stark
“La costituzion del TLT xe stada fatta dall’ONU”
Non è esatto, Sandi. L’ONU ha preso atto del trattato di pace ed ha approvato lo Statuto del TLT (con l’astensione dell’Australia). Non ha costituito nulla. Del resto non sta nemmeno nei compiti dell’ONU costituire o meno degli Stati sovrani.. ci mancherebbe..
Caro Lauro: suggerisco la lettura del primo documento della pagina qui linkata, la sedicesima risoluzione delle Nazioni Unite, in cui le stesse accettano il Territorio Libero ancora prima della firma del Trattato di Pace, e se ne assumono le conseguenze (consigliata la lettura dell’allegato VI, a riguardo).
http://triestelibera.org/it/documenti-ufficiali/
L’ONU non crea il TLT, dunque, ma il Consiglio di Sicurezza se ne assume pienamente la responsabilità.
Ricordiamo anche come una risoluzione del CdS può essere sovrascritta solo ed esclusivamente da un’altra risoluzione. Che non c’è mai stata.
Dall’allegato VI (in vigore):
ARTICOLO 2
Integrità ed indipendenza
Il Consiglio di Sicurezza dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite assicura l’integrità e l’ indipendenza del Territorio Libero. Questa responsabilità implica che esso ha il compito:
a) Di far osservare le disposizioni dello Statuto Permanente specie per quanto riguarda la protezione dei diritti fondamentali dell’ uomo.
b) Di mantenere l’ ordine e la sicurezza nel Territorio Libero
Segue:
ARTICOLO 3
Demilitarizzazione e neutralità
1 Il Territorio Libero sarà demilitarizzato e dichiarato neutrale.
2 Nessuna forza armata sarà autorizzata nel Territorio Libero, salvo in seguito ad istruzioni del Consiglio di Sicurezza.
—
Per capirci: qualsiasi militare in servizio o carabiniere dovrebbe USCIRE immediatamente da questo territorio.
Il Memorandum del 1954 non ha abilito il TLT, ha semplicemente sostuito le due amministrazioni militari (anglo-americana e jugoslava) con due amministrazioni civili (italiana e jugoslava) in un territorio il cui destino rimaneva ancora formalmente in sospeso. La definitiva parola fine è stata detta con Osimo, che ha sancito l’assegnazione della Zona A all’Italia e della Zona B alla Jugoslavia, con cessione di sovranità. Tant’è che fino ad allora Trieste non aveva un prefetto, ma solo un commissario di governo, e che la Regione Friuli Venezia Giulia, nel suo statuto, anziché fare menzione della provincia di Trieste (il che avrebbe comportato l’esistenza di una prefettura), si limitava ad elencare i sei Comuni di Trieste, Muggia, Duino-Aurisina, San Dorligo, Sgonico e Monrupino.
Macia, dispiace per la tua disinformazione, che purtroppo è ancora quella di molti.
Ora, ti prego, leggi il Trattato di Osimo e spiegaci dove si parla di un cambio di sovranità.
Semplice: non se ne parla.
p.s: il “prefetto” di Trieste è ancora commissario di governo.
@82 e seguenti..
Appunto: L’ONU, NON crea il TLT.
Prende atto della futura esistenza e ne assume alcune incombenze. Elencate e definite.
Fino a quando il TLT è esistente.. e non dipende dall’ONU decretarne esistenza e durata.
Ma i Soci Fondatori del TLT lo hanno “abrogato”, perciò all’ONU non rimane che prenderne atto: Il Memorandum di Londra riporta in calce che i Soci Fondatori hanno avvisato (per così dire..) l’ONU della fine del TLT comprese tutte le sue normative e prerogative.
Si obietta che i Soci Fondatori non erano tutti a Londra? Vero, però Francia e Unione Sovietica si sono allineati in seguito, e a nessuno nel Consiglio di Sicurezza è mai venuto in mente di reclamare alcunché..
Perciò Stop! Finito il TLT, finite le prerogative ONU.
Qualche membro del Consiglio di Sicurezza ha qualcosa da dire? Bene, solo che USA e GB hanno firmati il Memorandum.. perciò mettono il veto e la cosa finisce li.. C’è altro?
Trieste non ha bisogno di meno Italia, ma di più Italia: di un Italia che abbia finalmente una politica balcanica e danubiana valida ed adeguata, nell’ambito della quale Trieste venga a configurarsi come finestra dell’intero Paese nei confronti dell’Europa centro-orientale.
“Finito il TLT, finite le prerogative ONU.”
Quanta sicurezza. Peccato che
1) http://triestelibera.org/it/wp-content/uploads/2012/03/Lettera_Giovanni_Marchesich.pdf (del 1983, cioè post Osimo…)
e
2)http://triestelibera.org/it/%E2%97%BB-trattato-di-osimo-nullo/
dicano il contrario, e cioè che il TLT è vivo ma temporaneamente amministrato da altri.
Buona giornata.
Il Memorandum di Londra fu una semplicissima “lettera d’ intenti”, mentre Osimo, come abbiamo già documentato con tanto di dichiarazione dell’ ONU (cosa volete di più, che vi paghiamo il biglietto A/R per New York?) è stato un altrettanto insignificante, nei confronti del Trattato di pace di Parigi del 10/2/1947, accordo bilaterale che non può assolutamente sovrapporsi ad un Trattato di pace, appunto. La questione perciò è assai semplice: potete, per favore, indicarci su quale documento c’ è scritto che il Territorio Libero di Trieste passa sotto la sovranità italiana? Se trovate queste parole e questo elementare concetto su un qualsiasi documento ufficiale, molliamo tutto subito, ci scusiamo per il disturbo arrecatoVi e il 4 novembre tutti a Redipuglia!
@87 la disinformazione attuata dallo Stato occupante italiano e’ ben visibile in anche in numerosi interventi in questo stesso sito. Si potrebbe aprire un capitolo interessante sule attività dei Servizi italici nelle “speciali zone” dell’Alto Adige e della Venezia Giulia. Centri operativi Bolzano e Trieste. I “soci fondatori” del TLT erano tutti i sottoscrittori del trattato di pace. Non solo i “signori” inglesi e USA. Siccome il Porto Libero (come riconosciuto dalla stessa Commissione Europea…) di Trieste appartiene a tutti i Paesi del mondo, e può esistere solo se all’interno del TLT, andiamo a chiedere i pareri di tutti i Paesi del mondo… Tutti quelli che Regno Unito e USA avevano escluso dal Memorandum di Londra… Brasile, Ecuador, Argentina, Colombia, ma perché no Iran visto che gli USA vogliono utilizzare il Porto Libero di TS per i loro traffici nucleari?
@89
La lettera a Marchesich.
Dice che i due membri delle Nazioni Unite interessati al trattato hanno chiesto di cancellare dall’ordine del giorno del Consiglio di Sicurezza i temi del TLT.
Il Consiglio di Sicurezza ha accettato (tradotto: vuol dire che nessuno si è opposto, e se si conosce appena il funzionamento del C.d.S. si capirà cosa significa).
Per rimettere i temi nuovamente all’O.d.G. uno Stato (non il TLT) membro delle Nazioni Unite dovrebbe farne richiesta (“richiederebbe l’iniziativa..”) e il C.d.S. – ancor prima di discuterne – dovrebbe approvare (quì i veti…) che venga rimesso all’O.d.G., il che non è, appunto, automatico. A me sembra chiarissima.
@90
OSIMO
ART.7
Alla data dell’entrata in vigore del presente Trattato il Memorandum d’intesa di Londra del 5 ottobre 1954 e i suoi allegati cessano di avere effetto nelle relazioni tra la Repubblica Italiana e la Repubblica Socialista Federativa di Jugoslavia.
Ciascuna parte ne darà comunicazione al Governo del Regno Unito di Gran Bretagna e dell’Irlanda del Nord, al Governo degli Stati Uniti d’America ed al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, entro un termine di trenta giorni a partire dall’entrata in vigore del presente Trattato.
ART. 8
Al momento in cui cessa di avere effetto lo Statuto Speciale allegato al Memorandum d’intesa di Londra del 5 ottobre 1954, ciascuna parte dichiara che essa manterrà in vigore le misure interne già adottate in applicazione dello Statuto suddetto e che essa assicurerà, nell’ambito del suo diritto interno al mantenimento del livello di protezione dei membri dei due gruppi etnici rispettivi previsto dalle norme dello Statuto Speciale decaduto.
ART. 9
Il presente Trattato sarà ratificato appena possibile ed entrerà in vigore alla data dello scambio degli strumenti di ratifica simultaneamente con l’Accordo firmato in data odierna, riguardante lo sviluppo della cooperazione economica fra i due Paesi. Lo scambio degli strumenti di ratifica avrà luogo a Belgrado.
Riguardo alla lettera linkata: allora trovate un Paese disposto a risollevare la questione. Che so?, le isole Tuvalu, il Malawi, lo Swaziland…
@ Movimento Trieste Libera
A proposito.. Berlino Est è sparita. Tutta la Germania Est “Repubblica Democratica” è sparita. Lo ha deciso l’ONU?
Ribadisco il concetto: se l’Italia e’ sicura della propria sovranità condanni con i propri giudici i cittadini del TLT che si difendono sollevando l’incontestabile difetto di giurisdizione. Io l’ho sollevato per primo. Sono arrivato fino alla Cassazione che me lo ha rigettato dichiarandolo inammissibile. Ma quando ho richiesto le motivazioni della decisione non sono riuscito ad averle. Aspetto da tre mesi. Mi hanno comunicato che la sentenza non e’ stata depositata perché il presidente della sezione di Cassazione non la ha firmata. Il presidente del collegio incaricato sembra scomparso. E si che io ho informato il Ministro di Giustizia italiano….
La fine della guerra fredda ha predeterminato la fine di una situazione “anomala”.
Anche la non-sovranità italiana sul TLT è una situazione anomala, alla quale va posta fine.
@ 88 ancora no te basta? Te ga de studiar solo 94 anni de Storia, dai che no xe tanto.
@95
“..se l’Italia e’ sicura della propria sovranità condanni con i propri giudici i cittadini del TLT che si difendono sollevando l’incontestabile difetto di giurisdizione”.
a). Perchè non vale anche per chi si difende senza contestare il difetto? Se c’è il “difetto”, questo vale NON solo per chi lo solleva.
b). Posso conoscere UN caso in cui sia avvenuto che contestando il “difetto” un cittadino NON sia stato condannato se giudicato colpevole?
“la disinformazione attuata dallo Stato occupante italiano e’ ben visibile in anche in numerosi interventi in questo stesso sito”. Si mi pagano. Mi pare ridicolo, però mancava la tesi del complotto. Comunque è possibile avere il testo originale della risposta e della domanda alla commissione giustizia? per quanto riguarda la prima mi pare evidente che il vostro giochino non regge.
@95. “se l’Italia e’ sicura della propria sovranità condanni con i propri giudici i cittadini del TLT che si difendono sollevando l’incontestabile difetto di giurisdizione.” Diria alla triestina che, giustamente, “no i te ga pel cul”
beh, Lauro, sul punto b. basta veder i processi de Berlusconi…
@91
“..Siccome il Porto Libero di Trieste appartiene a tutti i Paesi del mondo,…, andiamo a chiedere i pareri di tutti i Paesi del mondo…”
E perchè allora non chiedere a tutti i Paesi del mondo, oltre al parere, anche i SOLDI per le infrastrutture, fondali, pontili, retroprto etc..? Perchè dobbiamo spenderli solo noi? Dei “pareri” ce ne facciamo un baffo..
@101 sfsn
Berlusconi non ha mai sollevato il “difetto” di giurisdizione della giustizia Italiana. Anche perchè consapevole che la giustizia di un’altro Paese qualunque lo avrebbe folgorato all’istante. Ha sempre modificato le norme giuridiche di questo Paese, prima, durante, e dopo i processi, rendendole retroattive.
no, pero’ el ga sistematicamente contesta’ la giurisdizion territoriale dei vari tribunai, fazendose spostar i processi dove iera giudici piu’ “amici”. Comunque iera un semiwitz e xe un argomento del tuto estranea a quel che se parla qua. Dunque fine del OT
Propongo de no rivolgerse più all’ONU e alla UE ma de spostar la discussion in un un bareto de San Giacomo, sottoponendose ala decision insindacabile dell’assemblea dei nottambuli, con un voto per ogni consumaziòn.
son dacordo: credo che la restaurazion del TLT ciapassi el 100% dei voti
Tra l’altro, mi viene da pensare che proprio questo “status” di Porto Libero sia un disincentivo a farci degli investimenti importanti da parte del Paese che ne ha la gestione. Perchè se il TLT è sparito, la gestione del PTL è rimasta, ed è rimasta vincolata dai trattati. Se ci si riflette un attimo si capisce che chi gestisce un porto in nome e per conto di tutti gli altri, non è incentivato a metterci dei soldi solo lui. Non sarà mai unico proprietario di quegli investimenti.. fa riflettere..
Se poi ci mettiamo che, a differenza di ciò che pensa qualcuno, il costo del trasporto per unità non dipende più dalle tratte via mare che sono diventate irrisorie, bensi dalla gestione a terra delle merci fino alla consegna (tempi, logistica ed altro..), ed è perciò fondamentale la velocità di attracco, sbarco, ricambio, retroporto e alta capacità nei collegamenti, si comprende che l’entità degli investimenti sia davvero notevole.
Chi li fa in un porto che non è suo, che potrbbe venir richiesto in uso da chiunque ed in qualunque momento? Credo che domande come: ne vale la pena? qual’è il rischio? siano nella testa di molti operatori pubblici e privati visto proprio lo “status di multiproprietà”. Probabilmente è questo il punto che andrebbe risolto in primis…
Ma la risoluzione allo stesso tempo potrebbe essere il “tallone d’Achlle” dei progetti di espansione. Si, perchè sono proprio alcuni dei Paesi interessati ai famosi trattati che non avrebbero nulla da guadagnare sullo “sdoganare” il Porto Libero di Trieste dal suo attuale “status” e consegnarlo al libero mercato. Lo vedrebbero in concorrenza e magari si opporrebbero a vantaggio ancora una volta dei porti del Nord Europa. Perciò meglio che rimanga com’è, direbbero..
@ lauro
Investimenti non mancherebbero per il porto, la ford ha chiesto per 10 anni di poterci costruire una fabbrica di automobili dentro senza ottenere i permessi. Lo stesso vale per l’Invicta che si è vista rifiutare anch’essa i permessi nel 2006. Se tu fossi andato alla conferenza internazionale sui porti franchi a Trieste il motivo della decadenza dello scalo sarebbe stato molto ovvio.
Ciò Lauro, ma chi te son, el nipote de Andreotti? Te son el diretor del Porto de Taranto?
@109 Erik
Non nego ciò che dici, ma fabbriche di automobili od altro non sono attività portuali. Io parlo di ciò che c’è alle spalle di Anversa o Rotterdam.. Km quadrati di aree, magazzini e movimentazione ad alta tecnologia.. oggi è quello, il porto.
Go savù che anche Gianni, quel de gorizia, ga fato domanda nel 2008 per meter su una vendita da Ljubljanske
@110 Sandi
Niente di tutto questo. Ma sono uno che guarda su Google Maps, attiva la visione da satellite, e va a vedere Anversa ed il suo porto. E guarda come è fatto.. provaci..
Porto? Zona industriale extradoganale? Parco dei divertimenti? Il Porto di Trieste può essere tutto questo e anche altro, chi lo sa. Per sapere cosa si può fare e cosa no occorre un regolamento, non basta la legge. L’ultima legge sui porti, la n.84 del 1994, all’articolo 6, comma 12, dice:
«E’ fatta salva la disciplina vigente per i punti franchi compresi nella zona del porto
franco di Trieste.
Il Ministro dei Trasporti e della Navigazione, sentita l’Autorità Portuale di Trieste,con proprio decreto stabilisce l’organizzazione amministrativa per la gestione di detti punti franchi.»
Bon. Sono passati 18 anni, abbiamo avuto governi di destra, di centro, di sinistra, belli, brutti, tecnici, marziani, e nessuno ha avuto mezz’ora di tempo per scrivere il decreto, segno che tutti, banchieri, burocrati, amici della Merkel, agenti del bunga bunga, compagni di banco di Bertinotti su una cosa sono d’accordo: meglio che il porto franco non funzioni, e che nessuno sappia cosa si può e cosa non si può farci dentro.
Faccio anche notare che per 18 anni nessuno a Trieste ha protestato per questo ritardo. Né la Camera delle careghe, né gli imprenditori, né (figuriamoci) i nostri eletti. A tutti va bene così, preoccupiamoci solo se i cementificatori alla Rizzani De Eccher rischiano di non poter fare i loro affari immobiliari.
@Fulvio: nei procedimenti in cui è stato sollevato il difetto di giurisdizione, i giudici italiani altro non hanno potuto fare se non far retrocedere i procedimenti anche alla fase di “indagini preliminari”, pur di non assumersi la responsabilità di mettere nero su bianco che Trieste rientra sotto la sovranità italiana, dal 1954 ad oggi nessuno aveva messo a punto una formula giuridica simile, e ormai i procedimenti in cui è stata sollevata sono prossimi alla ventina.
Ciò che meraviglia di più in questa sequenza di interventi è il fatto che ad alcune persone suscita cosi tanto sgomento accettare che nessun accordo o trattato bilaterale possa sovrapporsi al Trattato di pace di Parigi, inoltre il 40% della ricchezza mondiale risiede nelle Zone Franche e Trieste oltre ad essere lo scalo naturale per 200 milioni di persone, è in possesso di una legge internazionale che potrebbe farla divenire nel breve termine il maggior Porto del Mediterraneo, tenuto conto che solo la zona franca di Izmir (Smirne) da lavoro a qualcosa come 52.000 lavoratori (ci sono anche la De Longhi e la Merloni) pur essendo vasta solo la metà del Porto Vecchio… adesso dipende molto da noi.
Quello che personalmente mi sgomenta è che qualcuno pssa solo pensare di accostare una città di 85 kmq e 200.000 abitanti, ad una metropoli di 12.000 Kmq e 3,5 milioni di abitanti, e dire che una piccola Zona Franca (dopo averne avuta una per oltre 50 anni)potrebbe farla diventare il maggior porto del Mediterraneo. E non si rende conto che non ha nemmeno le aree sulle quali costruirlo anche se ne avesse i soldi.
mi digo che bisoganassi provar prima de ciacolar a svodo che el porto no funzionaria. se qualchidun no vol che funzioni alora xe un’altro discorso. Ga funziona p’er centinaia de ani soto l’austria in tempi co la tecnologia più afidabie iera i brazi dei scarigatori. ma se sa che ai taliani no ghe va zo sta roba. i ga de mantenir le mase mafiose de calabria , sicilia e puglia. i ga de impestar tuto fazeno viagiar verso el nordeuropa merci su goma invece meter e merci sui treni. Trieste no xe diventà el porto che iera soto ‘austria perchè gaveva el monopoio. e xe diventa il più importante perchè iera in posizion strategica come che xe ogi. ma i soliti no vol he funzioni e sta distrugendo tuto quel che altri ga fato con fasiga e sudor. ma in fondo basta che su san giusto ghe sia e tricolor e tuti xe ontenti. anca se la cità, el porto e la gente la va a remengo.
@Movimento Trieste Libera. Continuate a non voler pubblicare l’originale della risposta data dalla commissione giustizia. Ci sarà un motivo?
@117 Dimaco
Certo che si potrebbe provare prima di dire che non funziona.. però Dimaco, lo fai coi soldi tuoi, non anche con i miei. Puoi fare tutte le prove che vuoi, basta che tiri fuori tu i soldi e non li chieda a me, d’accordo?
Del resto anche quando funzionava i soldi non li aveva messi Trieste. Lo sapevi che il porto doveva esser costruito nella baia di Panzano? Solo che era troppo vicina a Venezia e non difendibile, perciò fu scelta Trieste. Non lo sapevi vero?
Comunque anche in quella occasione sono stati i “foresti” a poggiare le palanche. Ed ora? Chi? Il TLT?
“Foresti” un emerito klinz, noi ierimo Austria dal 1382 e i soldi li gaveva messi un poco le nostre banche nazionali e un poco le banche bavaresi.
Adesso basta per favor far el trolling contro el porto de Trieste e basta scriver a vanvera. Parlemo de robe serie e no stemo andar OT.
lauro in 90 ani no ga fato niente i se ga ciapa la cità do volte no una ,ma la ga mandada a ramengo. ga voù mandarla a ramengo. i ga investi più soldi e tempo sula salerno regiocalabria che no tal porto de trieste. Se triste xe in sto stato xe colpa del’italia. che no ga mai investi sul porto come qualsiasi nazion civilizada e degna de tal nome faria. e nissun no chiedesi el ritorno del tlt
In dozento anni de Austria el porto marciava benissimo. In soli otto anni de TLT (e subito dopo una guerra) anca. Ma in oltre 80 anni de aministrazion ‘taliana, el nulla. Qualche dubio dovessi venir a chiunque.
@Fulvio: certo che c’ è un motivo, anzi “non un motivo, una ragione”, come diceva Nietzsche.
Tergestin questi no ga mai dubi. go za scrito che basta che el tricolor sventoli in san giusto e tuto va ben. anca repar de fame disocupadi. e gorizia isteso
@120 Sandi
Nel 1382 Trieste si mise sotto la protezione austriaca restando indipendente.
La storia non la scrivi tu Sandi…
Fino al 1700 Trieste aveva circa 3000 abitanti. Un po’ pochi per decidere ed investire su un porto commerciale, non trovi?
E’ l’Austria che decise l’investimento ed il Porto Franco in quanto unico sbocco sul mare Adriatico dell’Impero. Senza chiedere il parere a nessuno.
Da allora fu oggetto di investimenti che arrivarono dall’impero e si sviluppò moltissimo, passando a più di 200.000 abitanti ad inizio Novecento. Triestini o non triestini.
Sul basta scrivere a vanvera sono daccordo, ma lo dovresti dire a quelli del TLT e dell’ONU.. e riguardare qualche tuo post.
Inoltre non è il sottoscritto che scrive “contro il porto di Trieste”. Tutt’altro. Anche secondo me è una grande risorsa.
Ma non inquadrata come PTL nel TLT, evviva la libertà e facciamo noi, viva l’A e po’ bon.. Questa è una strada che non porta a niente. Se non ad un po’ di notorietà per qualcuno come ai tempi del Melone.
@121 dimaco
In 90 anni non hanno fatto niente?
A Trieste, che è la città con il maggior numero di dipendenti pubblici dopo Roma?
Chi ha detto di no alla zona industriale transfrontaliera prevista sul carso dal trattato di Osimo?
In quale città è nata la prima lista civica?
Memoria corta, eh?
@ lauro
Trieste ha un alto numero di dipendenti pubblici a seguito della sua “italianizzazione” forzata: dopo la prima guerra mondiale 10.000 austriaci lasciarono la città, dopo il governo militare alleato altri 20.000 triestini se ne vanno e la popolazione è rimasta la stessa tutta soppiantata da “dipendenti pubblici” venuti da altre parti d’Italia.
Osimo come più volte ricordato è nullo anche perchè la jugoslavia non esiste più.
Le liste civiche non nascono per volere statale.
E per tornare alla risposta precedente le attività di trasformazione quali fabbriche sono attivabili nelle zone franche come accade in molte zone franche internazionali.
beh, me par che el fato de aver fato de trieste la cità col magior numero de dipendenti publici dopo roma no sia propriamente un merito… po tra l’altro iera un sistema per piazar i esuli, che a loro volta xe sta un sistema per modificar la popolazion locale.
Comunque al di lè de tuto Trieste xe un porto che movimenta merci estere direte al estero e no xe economicamente conveniente per l’italia. Per far un esempio: da Trieste transita naranze israeliane direte in Germania. Sta roba sarìa concorenziale e svantaggioso per le naranze calabresi o siciliane, dunque xe meio che el porto stia fermo.
Questo xe solo un picio esempio, ma se ghe ne poderìa far un casin
ma, non credo sia così; anche perchè alla fine il problema delle nostre merci è che costano molto di più…..per cui a molti in Europa conviene importare prodotti esteri, più economici. Non credo che il porto di Trieste non riesca a decollare perchè giocherebbe a sfavore delle produzioni italiane. Il fatto è che oggi – almeno questa sembra essere la tendenza europea – non c’è più spazio per le medie strutture. Per generare economie di scala servono numeri sempre maggiori. e’ questo che rende convenienti Rotterdam o Amburgo, e rende conveniente allungare la rotta di 4 – 5 giorni dal Far East, piuttosto che puntare su Trieste, Genova o Marsiglia.
@ 126 ribadisso, basta parlar contro Trieste.
L’Austria gaveva fato el porto perchè ghe serviva, ma adesso TS ga potenzialità 1000 volte superiori perchè i traffici marittimi xe aumentai e la via più curta Suez Mitteleuropa xe sempre quella de TS.
A l’Italia no ghe ciava un klinz, lori investi soldi pubblici solo dove xe lobby economiche, mafiose ed elettorali che ghe ricambia i favori.
TS ga 70-80 mila voti, el distretto economico furlan ne ga 8 volte tanti, quel veneto ne gà 40 volte tante, cussì come per el distretto pugliese e cussì via. La Calabria no ga tanti voti ma i ga la ‘ndrangheta, e tutte le lobby economiche dei porti meridionali messe insieme le ga una potenza parlamentare che no finissi più, totalmente bipartisan, tripartisan eccetera. No c’entra el color politico.
Mi go perso tempo per zercar e censir un poche de ‘ste lobby, per contar i voti che ga ciapà in passato tutte le iniziative parlamentari a favor dei altri porti. Go studià le interrogazioni e le go ripartide tra i vari partiti. Zonto che i parlamentari triestini ga fato solo interventi pelonastici (Rosato e Fedriga) oppur i ga sempre tasù, come ghe ordina tuti i partiti nissun escluso.
Go perso tempo per studiar i vari progetti portuali italiani più o meno assurdi, quei che xe stai realizzài e qui che xe ancora per aria, pronti per esser realizzài se solo le lobby che li appoggia, vinzerà.
I xe tutti assurdi, no i sta in pie economicamente e per nissun motivo, pura fantascienza come ad esempio quel del porto off-shore de Venezia o el Super Porto de Monfalcon.
Ripeto che i ga investì per tutti i loro porti meno che per el nostro, e che quando i porti no iera, i li ga inventài de sana pianta dove nianche el più coffe de Basaglia se fussi mai sognà de far un porto.
E tuti quei miliardoni xe butài nel cesso, perchè l’unico progetto ragionevole dei ultimi 30 anni che i ga finanzià, xe quel de Savona.
Co’ l’Italia ne resta solo che l’emigrazion, e qualsiasi altra roba sarà sicuro meno pezo.
Perciò basta scriver a favor de l’Italia, che ne ga assassinà e lo farà sempre de più. No per cativeria, ma perchè l’Italia funziona solo in quel modo.
E basta anche con le solite stronzade messe in giro in questo momento dai furlanisti anti triestini come un certo avvocato de Rivignan: i dipendenti pubblici….
Con rispetto parlando ghe spudo sora (con un efemismo). A TS el principale “datore di lavoro” xe el settore portuale con 16 mila dipendenti (fonte Bandelj) o 13 mila (fonte Boniciolli e sindacati).
El secondo “datore di lavoro” xe la sanità, el terzo xe el Comun, el quarto xe l’università. La Region no riva nianche a mille dipendenti, la ricerca 1400 circa e l’industria metalmeccanica ghe ne ga ancora 1500, e dopo la chisura de la Ferriera sarà deserto dei tartari.
Comun e Sanità fa quasi 9000 dipenenti in tutto, ma i va circa in proprozion coi abitanti. Quindi, i unici dipendenti pubblici che l’Italia podessi averne “regalà” xe quei della Region (in parte) e quei delle forze dell’ordine e dei militari. Tuti i altri dipendenti pubblici i saria comunque, dall’agenzia delle entrate alla prefettura alla provincia e quel poco altro che no me ricordo.
E i dipendenti dei cantieri, iera 20 mila; prima che i li serassi. E quanti iera de le assicurazioni? Quanti iera quei del Lloyd? Quanti iera dele industrie, in simbiosi col porto? E quanti iera i dipendenti de tutti i vari segmenti del terziario de sti motori principali dell’economia?
Nianche se i ne gavessi dà 40 mila, dipendenti pubblici, no i gavessi pareggià i conti. Ma no i ne li ga dai, e xe incredibile che dei triestini (spero) i conti che piovi senza verzer la finestra per controllar.
Perciò per favor, basta scriver monade, parlemo de robe serie o stemo ziti.
#55. Bibliotopa
” …. é curioso come nel 1975 nessuno dei tanti critici del trattato di Osimo ( li chiamavano gli anti-osimanti) facesse queste critiche allora.”
Non è affatto curioso ma invece estremamente logico. Gli “anti osimanti” contestavano la chiusura definitiva della vicenda dei confini con la Jugoslavia. Lo “schermo” che permetteva di ottenere consensi più ampi e trasversali era la contestazione della Zona Franca Industriale sul Carso che faceva parte integrante del Trattato. Ma l’ opposizione era tutta “politica”. Certo nel “Comitato dei Dieci” (il primo nucleo che doveva poi dare origine al “Melone”-Lista per Trieste) coesistevano sensibilità diverse: Giuricin o Aurelia Gruber Benco non erano sulle posizioni politiche di Cecovini. Poi negli anni successivi la componente filo-socialista del “melone” fu progressivamente emarginata e prevalse quella di destra sino alla destra reazionaria di Gambassini e Staffieri, ma all’ inizio gli equlibri erano diversi.
La battaglia contro il Trattato di Osimo non aveva nulla a che fare con il discorso del Territorio Libero di Trieste. Giuricin affermò più volte che l’ unità di Trieste (dell’ ex zona A in sostanza) all’ Italia non era messa in discussione ma che si chiedeva appunto all’ Italia di non rinunciare alla Zona B e all’ Istria. Quando ci si rese conto che il Trattato nei suoi aspetti politici non poteva essere messo in discussione il “Melone” si attestò sulla richiesta di “autonomia amministrativa” per Trieste con Cecovini all’ epoca sindaco e parlamentare europeo. Della Zona Franca Industriale sul Carso tutti si dimenticarono ben presto: non interessava nè all’ Italia nè alla Jugoslavia. Cancellarla significava togliere l’ alibi “ambientale” a chi si opponeva ad Osimo. Ricordo che Il P.C.I. di allora (triestino e nazionale) ebbe un ruolo determinante nel convincere il Governo italiano in questa direzione
#57. Erik Prassel
” …è curioso è il fatto che per 10 anni il trattato di Osimo non sia stato depositato e non sia stato rattificato dal parlamento Italiano”.
Il Trattato di Osimo fu ratificato con Legge 14 marzo 1977 n. 73
http://unmig.sviluppoeconomico.gov.it/unmig/norme/pdf/Legge%2014%20marzo%201977%20n.73.(Osimo).pdf
ma chi xè sto Lauro ? ennesimo nazionalista italico che dvi tuto a Trieste e ghe vanza de sparar menade contro Trieste ? che el vadi in lanfurnia là de come el xè lù xè pien. I se ga anca inventà un dialeto..
http://www.europarl.europa.eu/sides/getAllAnswers.do?reference=E-2012-006217&language=IT
solo una riflessione.
Un trattato di pace multilaterale NON può essere ratificato da 2 soli Paesi.
è come se un contratto di compravendita firmato da 3-4 soggetti venga modificato solo da 2 soggetti.
la visione e concezione italica del Diritto è cosa risaputa, il fgatto che gli italiani siano convinti che Trieste è italia è merito della propaganda. La stessa di oggi.
#135 quella la avevo vista e già commentata, e la cosa ha significato diverso da quello che vogliono far credere. Resta una mistero la fantomatica risposta della giustizia. Allora MTL qualche documento sono solo invezioni (o distorsioni)?
E quando xe esatamente che gaveremo i caschi blu del ONU schierai sul Timavo a difender el TLT dai bersalieri e dale fricoteche? E se prevedi che i abitanti del TLT armi le mura del castel de Duin e dei castellieri vizini con in man i archibugi del museo de De Henriquez e i Schmeisser sepolti in cantina dal nono partigian, o noi stemo a vardar spetando che cibo, indipendenza e spriz Aperol ne caschi in boca? E se inveze dei bersalieri e altra zente strana con tochi de galina in testa ne vien contro le armate dela Padania guidade dal Trota travestido de Emanuele Filiberto?
Per farla curta: come rivemo dal punto A al punto B, e semo sicuri che esisti un piano B? E quando che Camber se candida a governator del TLT e vinzi, acetemo e lo femo anca arciduca o femo scandal che metà basta?
@Fulvio Rogantin: già risposto. In ogni caso, ci saranno altre notizie a breve.
@ufo (che con umorismo riva a propor temi seri e non-banali):
– il TLT esiste, la Padania no (fino a quando i padani decideranno il contrario, ma non ci riguarda). Quindi non c’è pericolo di invasioni.
– esistono piani A, B e C… ma il Trattato di Pace è stato scritto da menti davvero sopraffine: è a prova di bomba, e studiato per andare sia a vantaggio dei triestini che dei paesi del Centro Europa che hanno influenzato, influenzano ed influenzeranno le fortune (o meno) di Trieste.
– Per quanto riguarda il governatore, ” non dovrà essere cittadino né della Jugoslavia né dell’ Italia, né del Territorio Libero. Esso sarà nominato per un periodo di cinque anni ed il suo mandato potrà essere rinnovato. I suoi emolumenti e le sue indennità saranno a carico delle Nazioni Unite.”
Come dicevamo, sono stati geniali: Camber, o chi per lui, il governatore non lo può fare per legge.
@ ufo: per fortuna Camber no pol esser governator perchè in base al TRatato no pol esser governatori citadini italiani, jughi o del TLT.
Comunque quando che qualchedun se sveierà e capirà che Trieste xe el porto del mediteraneo più vizin al Nordeuropa sarà tropo tardi perchè el scioglimento del pack del Polo Nord farà sì che sarà sai più conveniente usar le rote artiche che quela de Suez…
@ 139:
“il Trattato di Pace è stato scritto da menti davvero sopraffine: è a prova di bomba, e studiato per andare sia a vantaggio dei triestini che dei paesi del Centro Europa che hanno influenzato, influenzano ed influenzeranno le fortune (o meno) di Trieste.”
Purtropo no i gaveva tenù conto dela diabolica mente dei politici italiani…
Son travolto dala forza dei vostri argumenti. Quasi… perché el gorno dela presentazion dele liste vien fora magari che el nostro onorevole pregiudicato el gaveva de ani anorum anca el pasaporto de San Marino e la nona francese, e magari l’iera console onorario del Somaliland senza che nissun savessi, nianca el Somaliland.
Ma devo dir che me fa impresion la vostra certeza che dele letere scrite su tochi de carta posi fermar le palotole. Ste robe de solito le se trova nei libri de storia più o men recente, ala vose magia nera e putt***te assimilabili, e le palotole le ga un tasso de successo del 100% contro i amuleti anca se scriti in inglese e francese. Se me ricordo ben anca l’ultima costituzion dela Yugo la prevedeva esplicito el dirito de secesion ddele singole republiche, e savemo come xe andà finir: coi cari armati che brusava ala Casa rossa. I ultimi che se gaveva fidado dele parole magiche i viveva in un vilagio ciamado Srebrenica (“a safe area under UN protection” diseva i stregoni dele parole incantade), e dopo venti ani i li sta ancora zercando e contando. Perché no se ga mai visto, xe vero, che un paese in longhi ghe venissi in mente de distrar l’atenzion via dei sui disastri fazendo una picia operazion de “polizia”, che ciamarla guera no xe bel. E no cori miga che se ciami Padania, el cativo de turno, podessi anca ciamarse Savoia, o Grande Macroregione Lombardo Veneta, o Patriarcato de Aquileia, o magari Italia…
Per i iazi del Artico xe zà comincià. Manca solo che tachi far i voli low-cost per andar ciapar el sol in Novaja Zemlja. Perché come femo noi andar a cior l’EasyJet dele zinque e meza a Ronchi o Treviso, se per andar in Transtimavia bisogna prima spetar e far la fila per el visto al consolato talian (o furlan) e gaver un che garantissi per noi la oltra?
@tutti: sta a noi non essere (più) corruttibili, informarci e farci una propria idea indipendentemente dai tempi in cui viviamo, e soprattutto vivere e comportarci tendendo al meglio per noi e per la nostra comunità.
Per esempio: se saremo in grado di insegnare più lingue ai nostri figli, di trasmettere quello che vorrebbero non trasmettessimo, di parlare, informarci ed informare su argomenti che vorrebbero essere tabù, saremmo a buon punto.
Nel frattempo, non è il caso di aver paura. Anzi.
Trieste divenne italiana nel 1918-1919 per diritto di conquista e tornò ad esserlo nel 1954 grazie al sostegno militare e diplomatico angloamericano. Riguardo all’Onu, ricordo che sono 65 anni che le Nazioni Unite continuano ad approvare mozioni a favore di uno stato indipendente di Palestina senza nessun risultato concreto. In quanto alla situazione attuale del porto, i commenti più puntuali mi sono parsi il @111-@116. Il porto di Trieste prosperò tra XVIII e l’inizio del XX secolo essenzialmente per scelta politica dell’Impero; oggi subisce, e continuerebbe a subire, la concorrenza di Koper, Rijeka e di quella formidabile via d’acqua che è il Danubio. Penso che le aspirazioni del Movimento Trieste Libera si riducano, più che ad un ipotetico sviluppo del porto, a quello di creare un modesto paradiso fiscale, dove non pagare l’IMU e magari attrarre i capitali di qualche evasore fiscale della Repubblica Italiana.
Vonde monadis! (come i disi in Friul).
Koper ga 10,5 metri de fondal, come se pol parlar de “concorrenza” con el Molo 7° che ne ga 18?
Per svolar in Novaja Zemlja useremo l’aeroporto de Portorose…
Antonio: noi vogliamo essere come la “Svizzera” in quanto multilingue e multiculturali, non sicuramente in quanto a fondi di dubbia provenienza. A tale pro:
1 – esisterà un’assemblea popolare, quindi un sistema democratico in grado di decidere a riguardo, atto che non spetta sicuramente a Trieste Libera
2 – il paradiso fiscale ci sarà eccome. Ma, come da Allegato VIII, sarà per tutti quelli che vorranno installare qui attività di stoccaggio, trasformazione e manifatturiere. Economia reale (specialmente industria leggera), quindi, e non sola finanza.
“Formidabile via d’acqua del Danubio”?
Sicuro, i bavaresi va a ciorse el container tirando le maone col gommon da Suez, i lo strassina per i Dardanelli e per el Bosforo, i va su fin alla fine del Mar Nero, i risali el Danubio, i se fa 1600 km de fiume, i riva a Ingolstadt, i lo cariga sul camion, i se fa altri 90 km fin a Munchen, i lo sacriga, i se suga el sudor de la fronte, i se dà una paca su la spalla e i se disi:
“Bon, con questa semo sul Guiness, ma la prossima volta, te vol che se lo femo rivar da Amburgo che ne costa 10 volte de meno e che el riva 20 giorni prima?”
“Stoccaggio” me piasi, come comento.
@ antonio:
“Trieste divenne italiana nel 1918-1919 per diritto di conquista”.
Se el dirito de conquista xe un criterio acetabile, alora che i fascistoni (come ti presumo) la smeti de romper i cojoni con Istria, Fiume e Dalmazia italiane.
Trieste nel primo dopoguerra divenne italiana per un trattato internazionale. Quelli vanno rispettati, o no?
“Trieste divenne italiana nel 1918-1919 per diritto di conquista”.
per diritto storico.
trieste era città romana.
gli abitanti di triete erano cittadini romani.
non si tratta di essere fascisti, ma di dare il giusto peso alla storia.
http://it.wikipedia.org/wiki/Provincia_romana
L’Italia costituiva il territorio di Roma (ager romanus), in quanto tale non era una provincia. Durante il principato di Augusto l’Italia venne suddivisa al suo interno in undici Regiones (Latium et Campania, Apulia et Calabria, Lucania et Bruttii, Samnium, Etruria, Picenum, Umbria, Aemilia, Venetia et Histria, Liguria, Transpadana).
Gli abitanti liberi della penisola erano tutti cittadini romani e non pagavano l’imposta fondiaria (ius italicum), tale imposta era riservata ai cittadini dei territori provinciali, territori considerati proprietà del popolo romano, una proprietà che andava riconosciuta attraverso il pagamento dell’imposta fondiaria.
http://it.wikipedia.org/wiki/Provincia_romana
Roma rivendica l´impero, l´ora dell´aquile sono´… Allora Trieste era anche Provincia Illirica, Sacro Romano Impero e, gia´che ci siamo, parte del 3. Reich e della Jugoslavia…
Ma Roma esiste.
tutto il resto è sparito.
http://www.youtube.com/watch?v=7zhJljblPcY
Quei sodomiti de romani iera rivài qua nel CLXXVII avanti Cristo. Una cronaca del 1500 disi che i triestini gaveva rifiutà de arenderse, e che insieme coi mulianesi dopo una bataglia a Sistiana, i sarìa andai a fondar Lubiana, e che i gay romani gaveria trovà la cità svoda e i la gavessi ripopolada con immigrati mandai dalla scafuria, dalla cabiria e dalla padania.
No tutti i storici xe d’accordo co ‘sto documento, però i disi che iera stà quasi certamente battaglia e che dopo la conquista, visto che 1/3 della città ghe spetava allo stato, i gaveva spedì su i pezo centurioni, mori coi bafeti, pici e tracagnoti, per colonizàr la cità.
I disi che la popolazion originaria iera quasi scomparsa.
Ve ricorda niente?
Bon, in ogni caso i pedofili de Roma iera stai a TS circa el stesso tempo de l’Austria, i primi no iera stai ciamài da nissun (ve ricorda niente?), i secondi iera stài ciamài dalla città per difenderla dalle aggressioni che rivava dall’Ovest (ve ricorda niente?).
In ogni caso bisogna dimostrar carte alla man, che la Repubblica Italiana xe erede dell’antica Roma.
Me racomando: servi carte, testamenti, passaggi e proprietà e tuto.
Se qualchidun no xe d’accordo sulle abitudini sessuali dei antichi romani, suggeriso de verzer un’altro post dove raccoglier tutte le fonti.
@Mauricets
L´Impero Romano esiste solo nella mente dei nostalgici. Se nostalgico devo essere, preferisco esserlo di un Impero finito nel 1918 anziche´di uno finito nel 476.
Mi stupisco di leggere questo tipo di argomenti da un forumista che in genere avevo visto scrivere cose sensate.
Trieste era, è, e sarà sempre italiana.
Roma ha portata la civiltà dove vivevano i bifolchi.
altrimenti sarebbero ancora all’età della pietra.
non ho fonti da citare, ma da quello che so io a Trst si è parlato friulano fino a circa il 1700, per poi passare al tedesco e ovviamente allo sloveno. italiano se ne parlava molto poco
Mauricets,
Roma e l’impero romano no xe Italia. Questo mito ga ciapà pie tra i pochi intellettuali allora capaci de leger e scriver al epoca dei Comuni per zercar de diversificarse dall’Impero romano-germanico, dopo ga avù un’altro periodo nel rinascimento (sempre a opera de una assoluta minoranza culturale) e infine durante el romanticismo. El xe sta riutilizzà dopo el 1861 per darghe coesion a un paese che iera pena nato e iera debole. Ma xe sta sempre un mito: la cultura latina no xe la cultura italiana. Deriva (lontanamente) da quela, ma la popolazion de adesso ga subìdo tali e tanti misciamenti che riciamarse al Impero romano xe semplicemente assurdo. Xe come i greghi de adesso che se disi discendenti dele polis ateniesi, quando tuta la cultura grega xe – di fatto – una cultura turco-balcanica de lingua neogreca. O xe come se i egiziani disessi de esser i discendenti dei faraoni
po altre due robe:
1. semai la civiltà (ocidentale) la ga creada in bona parte i greci. I romani no la ga portada, la ga imposta con metodi trucidi che za alora iera stai criticai come inumani da Tacito.
2. La “civiltà” xe poi sta gran figada? Credo che nela storia del omo ghe sia stade civiltà de gran lunga più evolude da un punto umano e sociale de quela ocidentale. La “civiltà” che te disi ti xe la più svilupada da un punto de vista tecnologico, ma da un punto de vista umano lassa molto a desiderar. Fin dai tempi dei romani iera basada sul sfrutamento (dei schiavi) e da alora no me par che la sia cambiada molto, anzi el sfrutamento me par sia tutora ala base dela nostra “civiltà”
@158 Ha ha ha!
mauri finissila de drogarte orpo.
@163 ma no! ch’el se droghi quanto ch’el vol!
in TLT sarà ovviamente legale! el slogan sarà:”qua se pol!”
😉
l’italia attuale non ha niente da spartire con l’impero romano?
allora l’italia democratica e repubblicana non ha niente da spartire con l’italia fascista o dei dsavoia.
non si possono avere due pesi e due misure.
dai Maurice, te son tropo inteligente per dir una castroneria del genere.
Tra l’impero romano e l’Italia unitaria xe passai 1400 anni.
Nel fratempo xe cambià lingua, religion, popolazioni, ecc.
Tra l’italia sabauda e fascista e quela democratica e republicana xe passà qualche mese. E no xe cambiai gnanche i funzionari de polizia
164
sfsn
allora questo vale anche per la germania?
vale anche per la slovenia?
vale anche per la spagna?
vale anche per la romania?
veramente un lianta de gnole, mauri
Chiaro: tra un visigoto e un tedesco o tra un sarmata e un sloven passa la stessa differenza che xe tra un antico roman e un italian
e tra janez e silvio?
o tra merkel e monti?
nissuna diferenza. Tuti servi del sistema bancario-finanziario internazional
169
sfsn
punto raggiunto allora!
sotto ogni bandiera.
i popoli ci rimettono sempre.
me sembra evidente.
el problema xe che i stati te sburta a ragionar in termini de nazion.
Bisognassi ragionar in termine de classe. E là se capirìa sai più robe
171
sfsn
purtroppo il sistema capitalista ha costruito una macchina perfetta, almeno al momento attuale.
sfrutta le debolezze umane, crea bisogni.necessità fittizie.
e ci siamo, anzi parlo per me, ci sono caduto come un pero.
aver la consapevolezza che xe una macchina(zion) xe za qualcossa. Però dopo te me caschi nel amor de patria e te me deludi
io rispondo solo a una cosa, in modo provocatorio.
quando si usa il termine ‘talijani tutti ladri fascisti e mafiosi.
se lo dicono a banchieri e politici non mi frega niente.
ma se sono compresi i lavoratori e le lavoratrici, i pensionati, gli studenti, gli emarginati, i deboli, ec. ec.
mi da fastidio.
boh, mi go comincià a scriverte co te me disi che antichi romani e italiani xe la stessa roba e co te disi che i romani ga portà la “civiltà” (virgolete mie) nel mondo.
E me par che – considerando che la nostra civiltà xe basada sul sfrutamento – te sia sai contraditorio rispeto al tuo ultimo comento
el sistema capitalista no xe una machinazion, xe una logica.
e no xe una machina perfeta, perche’ sul lungo periodo xe autocontraditorio.
sula logica te ga ragion
sul lungo periodo porta inevitabilmente al conflito e probabilmente anche al autodistruzion del umanità
175
sfsn
una cagada go scrito, ma ogni tanto capita.
bon, dio Maurice, dio Hobo, go altro de far, se legemo presto
Ogni tanto ?
Noto che tutta una serie di scemenze non sono considerate OT.
Noto anche che dire “è la città con il maggior numero di dipendenti pubblici dopo Roma” viene scambiato per “i dipendenti pubblici sono la maggioranza”.
E.. no, non è la stessa cosa perchè concetto è molto diverso. Ma sorvolo..
Invece, visto che è stato fatto l’elenco dei datori di lavoro, segnalo che ne è stato dimenticato uno, il più importante. Si chiama INPS (et similia..).
In quale eroga – per semplificare – reddito di diversi tipi:
a) legato a precedente contribuzione
b) slegato da contribuzione e “socialmente” prvisto.
c) assegni ed assicurazioni sociali in varia forma (familiari, maternità.. etc.)
d) sostegni sociali al reddito (CIG, disoccupazioni..)
e) chi più ne ha più ne metta..
Va inoltre considerato che, demograficamente parlando, a Trieste ogni persona in età lavorativa ne ha esattamente UNA a carico (tra minori e pensionati).
Allora la domanda sorge spontanea.
In una ipotetica (quanto impossibile..) situazione di Territorio Libero ed Autonomo, come verrebbe regolata questa situazione che riguarda esattamente (se non di più) la metà della popolazione residente? Anche considerando che le pensioni legate a contribuzione reale venissero (giustamente) ugualmente erogate in base a convenzione, come si regola tutto ciò che è legato al “sociale”? Ci pensa l’ONU?
Così, come si dice.. tanto per “scuola”, e non considerando i capitali che ci vorrebbero per costruire tutto ciò che si immagina attorno al porto che, ripeto: Trieste DA SOLO non ha gli spazi fisici fuori mare per diventare ciò che si vorrebbe.
beh, questa dell’inps xe una dele questioni più semplici: i pensionati triestini ghe ga versà i contributi a un ente italian, per cui ghe spetassi all’italia farse carigo de tali pensioni o versar al eventuale ente pensionistico triestin l’ammontar dovuto
184 sfsn
Se leggi bene, h’ho detto anch’io. La mia domanda è sul “sociale”. Per es. una pensione sociale non ha contribuzione sufficiente..
basta che el TLT no ghe comunichi al Inps quando che mori i pensionati e i devolvi tuti i bori ciapai in sto modo ale pensioni sociali. Nel TLT tuti centenari!!! 😉
e po, le penioni sociali presto sparirà anche in italia: con Monti i veci soto i ponti!
..e x gli assegni falmiliari, la badante, l’accompagnamento, la CIG, la disoccupazione? Tutti ventenni? 🙂
come Dubai o Singapore: i fioi de triestini no lavora un tubo e se ciol i bori de importexport e off shore vari, i lavori de fadiga e le badanti li fa extratriestini sotopagai che dopo ghe ciulemo i bori e li usemo per darghe i assegni familiari e la disocupazion ai triestini. Semplice, no?
intendevo: ghe ciulemo i contributi…
Ah.. Ma.. Scusa.. No capiso..
No xe quel che femo già deso?
@Lauro: la questione non si pone: solo oggi, dal porto di Trieste pur ridotto dall’ ex italia al grado più infimo della portualità (scalo combustibili) vanno a Roma qualcosa come tre miliardi di euro l’ anno di tributi e ne tornano solo 100 milioni attraverso le casse della regione: quei soldi per legge devono rimanere sul territorio di Trieste, non solo, l’ Italia fino al 1994, da uno studio effettuato da Pagliarini (all’ epoca Lega Nord) risultava che l’ Italia doveva restituire al Territorio di Trieste qualcosa come 20.000 miliardi delle vecchie lire, con cifre simili che appartengono per legge a Trieste, nel Territorio ogni servizio sociale, dal reddito di cittadinanza, alla sanità, agli asili nido e le pensioni potrà essere garantito ai massimi livelli e non solo per gli attuali residenti, visto l’ afflusso di investitori e manodopera attratti da una Free Zone come Trieste…
Pagliarini.. Giancarlo? Quel Pagliarini?
Trieste Libera no te ga risposto. Esisti un documento originale della risposta della giustizia? Continuè a no pubblicar niente. Comincia a esser sospetto
Chiedo meglio..
Si tratta degli “studi” di Giancarlo Pagliarini, ex Lega Nord poi della Destra, ex Ministro del Bilancio e della Programmazione Economica nel 1994 durante il primo Governo Berlusconi?
E’ su quella roba li che basate i conti?
Allora, vediamo..
Il ragionamento sembra essere il seguente:
a). Il territorio appartiene al TLT
b). Ad oggi, non solo il territorio con quello che già aveva, ma anche tutto ciò che la “occupante” Italia ci ha costruito.
c). Oltre il territorio e tutto ciò che ci è stato costruito, appartiene al TLT anche tutto ciò che gli investimenti fatti dalla “occupante” hanno reso fin’ora, si a in termini di “resa” economica che di “tributi”.
d). Tutto ciò che è stato “reso” al territorio da parte dell’ “occupante” tramite Servizi (case, scuole etc..), Zona Franca (non solo quella portuale), Fondi Speciali, Stato Sociale etc.. era (ed è) “semplicemente dovuto”.
Su questa base sono risolti i problemi di Trieste.
Leggo giusto?
beh, lauro,
mi no credo che (purtoppo) el TLT sia realizzabile, però con tuto quel che ga portà via l’italia da Trieste (vedi Piano Cipe, fine dela cantieristica, del arsenal, dela fabrica machine, de diverse compagnie armatoriali fate trasferir altrove o passade soto altre compagnie non facenti capo a ts, ridimensionamento del porto, senza contar le aziende private più o meno falide a causa dela concorenza italiana o per mancato sostegno finanziario – arrigoni, calza block, dreher – e el trasferimento dela sede RAS a Milan) credo che le robe che l’ “ocupante” lassa sia adiritura poco.
…e comunque sarìa una prassi bastanza normale: no me risulta che l’italia gabi rifuso al austria qualcosa dopo la prima guera mondiale. Semai la ga dovù pagar anche i dani de guera
@Fulvio: quando lo pubblicheremo comprenderai…
197 sfsn
Dell’elenco che hai fatto di cose che non ci sono più, è come dare la colpa all’Italia del fatto che le aziende italiane vadano ad investire in Cina.. Vuol dire non capire come funziona. E poi di solito i danni di guerra li paga chi la guerra la perde. Non mi risulta che Trieste l’abbia invece vinta.
dunque:
el piano Cipe xe sta un sistema per agevolar genova e taranto. Fato dal Ministero dell’industria. Dunque la roba xe ascrivibile allo stato italian.
el porto iera soto aministrazion statale (pur essendo un ente autonomo), dunque la roba xe ascrivibile alo stato italian.
la Dreher-italia – giusto per far un esempio sul privato – gaveva chiesto el sostegno dello stato per far fronte ala crisi che la costringeva a chiuder. Lo stato italian ghe ga dà el sostegno purchè questo venissi convoglià esclusivamente sul stabilimento de Battipaglia (che peraltro al epoca iera sai più picio de quel de Trieste).
Che l’italia gabi i sui interessi nazionali e li tuteli xe evidente, ma me sembra assurdo sostener che questi coincidi con quei de trieste. E d’altronde ste robe le gaveva scrite prima Vivante e dopo Schiffrer e Sapelli.
Quanto ala tua seconda frase, xe evidente che se mai el TLT sarà fato (che dubito molto), l’italia a quel punto gaverà perso una guerra, se non altro diplomatica, dunque el problema no se ponessi minimamente
Bel el ragionamento de Lauro: L’Italia ga portado da ‘ste parti odio etnico, guere, ga serado e trasferido i cantieri in cita’ con piu’ eletori, fato emigrar la gente del posto per sostituirla con chi votava quel che voleva lori, creado un’economia stagnante per racomandadi al posto de quela dinamica che iera prima….. e ‘desso che semo ridotti all’acatonaggio, continuemo a elemosinar chi ne ga sachegiado, dato che gavendo le ciave dela nostra cassaforte (el porto), qualche monedina ne la tira se stemo boni.
Iera de afondarla, quela maledeta barca.
201 sfsn
Rispondo così..
anno 1382 abitanti 3.000 circa
anno 1735 abitanti 7.250 censimento
anno 1867 abitanti 123.000 ”
anno 1920 abitanti 244.473 ”
anno 1939 abitanti 257.954 ”
anno 1945 abitanti 252.317 ”
anno 1954 abitanti 270.919 ”
anno 1960 abitanti 283.054 max
anno 1970 abitanti 277.133 ”
anno 1980 abitanti 257.697 ”
anno 1990 abitanti 231.047 ”
anno 2000 abitanti 215.096 ”
anno 2010 abitanti 208.793 ”
Metti tu accanto alle date gli elementi storici e gli accadimenti.
Ora, dal 1954 ad oggi gli abitanti residenti sono diminuiti 43.524 unità. Considerando il progressivo invecchiamento della popolazione, che a Trieste pesa in modo pesante, di che cosa hanno campato fin’ora se l’ “occupante” si è portato via tutto? E perchè Trieste è sempre stata cosiderata una tra le prime città in classifica per la “qualità della vita”?
@ 203 i censimenti già spiegano tutto dal 54 non c’è più tanto lavoro e molti (sopprattuto giovani )se ne vanno facendo tra l’altro invecchiare la popolazione. Più chiaro di cosi…
Ho come l’impressione che tu abbia un certo accanimento nel portar avanti una tesi cambiando argomento ad ogni risposta non riuscendo a sostenere le tue argomentazioni.
204
I faccio solo notare che nel 1970 c’erano più abitanti che nel 1954..
Che la flessione comincia negli anni ’80 come dappertutto in Italia e in quegli anni un terzo della popolazione è già superiore ai 60 anni di età..
Che città con economia simile, es. Genova, ha una flessione, in 30 anni, molto superiore a Trieste.
204
E poi quello che mi chiedevo era:
Siccome l’ “occupante” si è preso una città con più di 200.000 abitanti e l’ha spolpata e depredata di tutto, di cosa hanno allora campato e campano i più di 200.000 abitanti che ancora oggi ha?
Ci sarà una spiegazione.. Ecco, cercavo quella..
ma perche non se trovemo tutti domenica 16 per le 10 de metina sul molo audace che sara tante bandiere con l’alabarda,e non fa niente se sè bianchi neri rossi o verdi ma solo per veder se volè ben a trieste..qua sti taliani ne sta mandando remengo.co se ga de lamentarse se va in piazza,se se fa sentir in qualsiasi maniera.ma gave visto che condizioni xe miramar..470milioni de incasso all’ano e ghe resta solo 30 per il mantenimento,lo stato italian ga de magnar ma perche ga de magnar,per matener le zecche e parassiti..prove a verzer qualcosa de vostro tipo botega bar o altro..il primo ano tuto ben dopo xe c… amari..trieste libera go de far solo una critica,feve sentir de più!!!!
Altro dato interessante.
Tasso di disoccupazione 2011. Per quanto sia un dato solo indicativo della “tensione” del mercato del lavoro..
età 15-29 anni Trieste 13 %
Pordenone 14,4 %
Udine 8,7 %
Gorizia 23 %
età 18-29 anni Trieste 12,5 %
Pordenone 14,5 %
Udine 8,3 %
Gorizia 22,4 %
età 15-74 anni Trieste 4,5 %
Pordenone 5,6 %
Udine 4,8 %
Gorizia 6,3 %
età +35 anni Trieste 2,7 %
Pordenone 3,9 %
Udine 3,7 %
Gorizia 3,5 %
Solo per avere un quadro d’insieme. La Fonte è l’ ISTAT.
e no cocolo!!!! no se interpreta cussì i censimenti!!!
Innanzituto bisogna guardar l’andamento storico nel specifico: dal 1900 al 1914 la popolazion de Trieste xe cressuda da 178.000 a 242.000 abitanti. Il che vol dir grossomodo 5000 persone in più all’anno. Con questo ritmo de crecita Trieste nel 1954 no dovessi aver avù 270.000 abitanti ma 390.000. Za questo la disi lunga su quanto l’anession al italia ga frenà l’espansion demografica (cioè ecomomica) de trieste. Po nel ’54 in città ghe iera almeno 30.000 profughi, che no xe popolazion ativa, ma un fren al svilupo (no per colpa loro, sia chiaro). Nel 1971 70.000 persone iera nate nei teritori cedui ala Jugo, il che significa che tra un quarto e un quinto dela popolazion iera rivà a Trieste no perchè questa iera un polo de attrazion economica, ma perchè i scampava.
Inoltre te ricordo anche che una decine de migliaia de residenti censidi nel 1920 iera neoinsediai che se gaveva trasferì a Trieste perchè le terre redente iera presentade dala propaganda italiana come l’Eldorado, solo che sicome iera crisi nera, questi no ga trovà né lavor né niente, tanto che el fascismo a metà dei anni ’20 ga dovù impedir l’imigrazion a ts perchè ris’ciava de diventar una cità ingovernabile perchè iera una disocupazion de paura.
Inoltre te parli de “invecchiamento della popolazion”: ma da cossa xe provocà sto inveciamento se no dal fatto che i giovani va via perchè no i trova possibilità? E guarda caso i ga comincià a andar via co trieste xe stada annessa al stato italian
La condizione triestina è lucidamente analizzata in un rapporto statunitense del 1947:
“Trieste è una creazione artificiale dell’Impero austro-ungarico,costruita da quell’Impero in quanto era il migliore accesso al mare. Ma in quei giorni la maggior parte del traffico dell’Austria-Ungheria e della Cecoslovacchia fu artificialmente diretto verso Trieste, dal momento che le migliori rotte naturali erano le vie d’acqua interne verso i porti del Nord. Anche nei giorni beati dell’Impero asburgico era necessario prevedere alcuni speciali sussidi per il trasporto e per permettere a Trieste di svilupparsi; sotto gli italiani quei sussidi furono incrementati, ma nonostante ciò la città decadde” (M. Cattaruzza, L’Italia e il confine orientale, p. 348); l’autrice commenta: “l’economia portuale triestina si trovò sempre a scontare (…)la frammentazione politica dell’hinterland, accanto alle carenze infrastrutturali, a loro volta conseguenza di questa frammentazione, oltre che di una situazione orografica svantaggiosa). Nel corso degli ultimi cinquantanni, la frammentazione politica del retroterra ha dato luogo anche a valide alternative allo sbocco triestino nello stesso Adriatico settentrionale, quali i porti di Fiume e Capodistria. E’ immaginabile che in futuro tali porti, sostenuti dalle rispettive economie statuali e supportati da una vigorosa politica di infrastrutture terrestri, rappresenteranno alternative sempre più valide al porto di Trieste.”. Conclude “E’ comunque interessante rilevare come prevalga nell’immaginario una costante sopravvalutazione delle reali potenzialità delle strutture portuali triestine e come venga ciclicamente rilanciato il mito di un’estensione dell’hinterland di dimensioni pressoché continentali, che non sta in alcun rapporto con la modesta realtà dei traffici della città altoadriatica.” (pp. 347-348).
Ad oggi (2011), Koper movimenta container per 589000 TEU, Trieste per 393000. Per avere un porto competitivo servono infrastrutture logistiche poderose,cooperazione con i Paesi vicini, altro che riedizioni immaginarie del TLT; tutte le aspirazioni a modificare il confine orientale, sia da parte di chi vorrebbe fissarlo all’Isonzo, sia di chi lo vorrebbe a Rijeka (e magari a Dubrovnik) sono velleitarie nel loro anacronismo. Se mai, per assurdo, il TLT divenisse una realtà, sono dell’opinione che i triestini, tempo un mese, comincerebbero a sospirare “come si stava bene sotto l’Italia” (perchè loro sono sempre “sotto”, non sono mai “parte”) e tempo un anno comincerebbero a celebrare, al posto dell’ascesa al trono di Franz Joseph, l’insediamento di Napolitano alla presidenza.
mi me par che Cataruza scrivi delle ovvietà: qualsiasi porto xe una creazion artificiale da parte de una struttura statale. Quela de Trieste ghe serviva al Impero come quela de Koper ghe servi ala Slovenia. Probabilmente una Trieste indipendente no rivassi a aver la stessa forza de quando che la iera soto l’Austria-Ungheria, ma rivassi sicuramente a movimentar più trafico che soto l’italia, perchè rispeto al italia xe un porto geograficamente del tuto marginale, anzi che se el funzia el ghe porta via mercato ai prodoti italiani a favor de quei stranieri (vedi mio comento #128). E comunque queste che te citi ti iera le stesse obiezioni che i ghe fazeva a Singapore co la se ga stacà dala Malesia. Provè a farve un viageto là e me diré come xe andada.
@ 211 sta atento che ai tempi de l’Austria no esisteva i container e no esisteva le “tigri asiatiche”, oggi el traffico xe mille volte superiore e ghe piasessi passar per la strada più curta da Suez, che xe questa e no altre.
Lassa perder i “patrioti”, no sta nianche risponderghe. Per lori dovessimo tuti morir de fame, bechi e contenti, magari col tricolor su la cassa de morto.
I zerca in rete robe de copiar e incolar contro el stesso motor dell’economia della loro città, per mi no i xe nianche triestini.
I xe capaci de contar che el traffico devi passar per Koper e no per de qua, e nei suoi copia e incolla i se varda ben dal dir che el porto de KP xe un gentile regalo a Tito dei premi Nobel ‘taliani.
‘Sti “patrioti” probabilmente i sta solo spetando che Fiume e Koper corri ai ripari. La prima se sta costruindo una banchina con 18 metri de fondàl, la seconda ga dà el via al dragaggio del porto per tentar de rivar sui 12-13 metri.
Anche dopo che i gaverà fatto, sarà sempre e comunque porti sobu de locu in confronto al nostro, però noi saremo za con tre quarti de pie ne la fossa, perchè anche quando se ristabilissi le condizioni originarie, un traffico dirottà su un’altro percorso, ghe metti anni anorum per tornar sulla strada maestra.
Te ripeto, lassa perder sti patrioti, xe tutta gente che voga contro i suoi territori per impignirghe el sex ai ‘taliani, più o meno come Battisti, Oberdank e diversi altri.
Singapore xe forsi el posto piu’ competitivo del pianeta. Xe una cita’ multietnica, plurilinguistica e ga un porto franco. E ga meno estension teritoriale del TLT. I stati la’ intorno dove inveze i se copa ancora per etnia e religion, vardacaso, crepa de fame. E mi a Singapore ghe iero, ve digo che la mitica Londra tanto agognada dai nostri muli xe in confronto una cita’ vecia e sporca.
Fin a pochi ani fa el diretor del Grand Hotel de Singapore iera triestin, come tanti ani prima quel del Grand Hotel de Cuba, che el iera scampà da TS nel 1920 per via che el iera stà volontario ne la 1° guera. Tuta gente nostra che podeva star a casa sua, gente che saveva le lingue, gaveva bele maniere, una certa cultura e i iera bravi sul lavor.
213
Tergestin
no. non è vero.
il posto più competitivo del mondo è la Svizzera.
213
Tergestin
paragonata alla Svizzera Singapore è il terzo mondo.
ad ogni modo l nota positiva è che la Merkkkel lo a finalmente preso.
nel k.
E paragonata all’Italia?
l’italia che doveva fallire?
218
ufo
mio zio lavora in svizzera.
da giovane ha frequentato l’istituto volta, italiano.
pochi mesi prima della pensione ha avuto a zurigo la laurea honoris.
209 sfsn
Ma il punto non era la “composizione” demografica. E’ evidente che un aumento di popolazione in brevissimo tempo significa gente che, per un motivo o per l’altro, viene da fuori.. lapalissiano.
Il punto invece era, ed è, il NUMERO di persone residenti. Perchè da qualunque parte arrivino, hanno dei bisogni. Reddito, lavoro etc.. Al di la’ di chi siano, di che colore o provenienza. Anche i “foresti” campano.
Perciò i dati dimostrano che la città ha costantemente creato o assorbito reddito per più di 200.000 persone costantemente.
La domanda era ed è: da dove?
221
Lauro
dal capitale.
che aveva interesse a questo stato di cose.
ma la notizia del giorno è che il ‘taljan ancora una volta ha fregato il gnocco. direi la gnocca. ma potrei essere frinteso.
il bello è che tutti erano dalla parte del ‘taljan.
tutti contro la gnocca!!!
210 Antonio
“E’ immaginabile che in futuro tali porti, sostenuti dalle rispettive economie statuali e supportati da una vigorosa politica di infrastrutture terrestri, rappresenteranno alternative sempre più valide al porto di Trieste.”….”mito di un’estensione dell’hinterland di dimensioni pressoché continentali”.
Appunto!
E’ per questi motivi che la strada dev’essere quella della integrazione almeno dei tre porti – Koper, Trieste, Monfalcone. Non c’è alternativa se si vuole raggiungere “massa critica” nell’Alto Adriatico e sfruttare la più breve rotta mediterranea. Ma tutti e tre i porti hanno bisogno di notevoli investimenti, sia di retroporto che di collegamenti terrestri. Un’area portuale da Koper a Monfalcone, con Trieste al centro – strategica per i fondali – è la vera cosa che da fastidio agli Anseatici. I quali ovviamente fan di tutto perchè non si realizzi.
Ma dei passi avanti si fanno comunque, anche se con difficoltà. Già adesso per es. le grandi portacontainers che arrivano a pieno carico vengono “alleggerite” a Trieste per poter poi entrare nei fondali di Koper.. e pochi lo sanno. L’alta capacità del Corridoio 5, che viene sempre dimenticata per parlare dell’Alta Velocità, è un altro tassello. Le chiacchere sul TLT rischiano di ricreare la situazione anti Osimo e far saltare tutto. E questo è un rischio.. grosso. Qualcuno potrebbe cavalcarla davvero e con ben altri scopi.
211 sfsn
“…E comunque queste che te citi ti iera le stesse obiezioni che i ghe fazeva a Singapore co la se ga stacà dala Malesia.”
Intanto Singapore è si è unito alla Malesia per meno di un anno – da agosto 1964 al 1965. Prima era Commonwealth Britannico. Prima ancora era della Compagnia Inglese delle Indie Orientali. Che baruffava con gli Olandesi. Si parla del 1826. Nel 1965 divenne indipendente. Le prime elezioni (per così dire..) ci furono nel 1993.
Poi ha attirato ingenti investimenti esteri. Tanto che la sua economia dipende fortemente dalle esportazioni, in particolare nel settore manifatturiero, e comprende l’elettronica (leggi Made in Japan), la raffinazione del petrolio, la chimica, l’ingegneria meccanica e le scienze biomediche. Occhio perciò ai problemi sui rigassificatori. Forse che il TLT li permetterebbe?
Possiede uno dei porti più trafficati del mondo ed è la quarta principale piazza per gli scambi commerciali, dopo Londra, New York e Tokyo.
La Banca Mondiale ha classificato nel 2007 Singapore come il più importante hub del mondo per la logistica.
Ha un territorio di 641 Kmq (tutta la provincia di Trieste ne ha 212) e 5 milioni di abitanti.
In più si favoleggia che abbia “cacciato di tasca propria” nell’ambito della crisi economica del 2007-2009, legata ai mutui subprime e ai suoi derivati, più di 35 miliardi di dollari americani per il processo di ricapitalizzazione in seguito alle perdite dei maggiori intermediari finanziari mondiali…
Quando ovviamente è risaputo che in realtà si tratta dei “fondi riservati” delle maggiori holding mondiali, in gran parte occidentali.
Concludendo, ha ragione chi dice Svizzera. Singapore in quanto realtà Statale e Territoriale autonoma, è una finzione.
Cito: “Singapore ha praticamente truffato il mondo con la costruzione del suo successo nazionale. È spaventoso che si debba considerare Singapore come un buon modello da seguire. Il suo settore imprenditoriale e la sua capacità innovativa non bastano e sono poca cosa. Ha un piccolissimo settore privato locale, a differenza di quanto può invece dirsi su Corea del Sud e Taiwan, dove ci sono vigorosi culture imprenditoriali. Il successo singaporeano è stato un miracolo economico di cui però hanno potuto godere per decenni solo in pochi. Il tenore di vita nella Città è molto alto e molto costoso, ricchezza e benessere non sono ampiamente diffusi, così alle prime brusche frenate dello sviluppo la metà della popolazione ha subito una pesante caduta del reddito mentre un quinto vive oggi in povertà.”
http://www.asiamaior.org/ckfinder/userfiles/files/11%20Singapore%20Mocci.pdf
Davvero va presa come esempio?
@ 220 e @225 El problema come za accennado, xe che la mala gestion non lo fa funzionar.
Ve ricordo che quando el terminal ze stado dado in man ai Olandesi i ga messo una bomba in ascensor perciò che i vadi via pur che non funzioni.
Xe pretenzioso dir che sta per succeder qualcosa dopo 60 anni, xe una vecia tattica de propaganda; quel che sta succedendo xe che finalmente ghe se un’opportunità per i Triestini.
Sistema se fa con el TLT perchè comprendi Koper e una zona franca.
Osimo ancora… non se un accordo internazionale valido.
All’incontro dei porti franchi internazionali ghe iera anche rappresentati de agenzie che cura l’espansion e i traffici de porti come singapore o new mumbai che non capiva come mai Trieste non se el secondo porto in Europa, i diseva che secondo tutti i loro calcoli sto scalo dovessi esser ai primi posti al mondo per le sue caratteristiche. Non capiva cosa se che non va…
E per chiuder, i cittadini ga utilizzado quel che ancora non se sta portado via per sostenerse.
227 Erik Prassel
“La mala gestion.. I ga meso una bomba..”
I ‘taliani, ovvio..
Rotterdam è la seconda città dei Paesi Bassi, situata nella provincia dell’Olanda Meridionale.
Ha il più grande porto d’Europa, collocato sulle rive del fiume Nieuwe Maas.
Il più grande porto d’Europa.
E’ evidente come l’interesse del più grande porto d’Europa che sta in Olanda, sia creare un terminal efficente nel Mediterraneo.
Certo. Perchè no?
E anche l’idea di chi glielo aveva affidato era brillante..
Da complimenti e premio Nobel !
Probabilità quasi come un 6 al SuperEnalotto.
Ma poi c’erano anche i cinesi, no? E sono andati a Taranto.. perchè gi offrivano di più, dicono…
Eh.. agevolazioni, costo manodopera più basso.. Anche a Koper gli operai prendono di meno.. Così a Fiume.
Concorrenza tra poveri.
Bene. Però ditelo che volete il TLT per abbassare il costo della manodopera che lavora in porto così aumentano i traffici. Magari interessa a qualcuno.
E poi dovrete convincere la gente che anche ad Anversa, Rotterdam, Amburgo, Le Havre, la manodopera costa come in Cina.
Perchè pare sia così, visto che i traffici vanno tutti li. O no ?!
“Sistema perchè il TLT comprendi Koper”..
Perciò vedere riconosciuto il TLT è come reimpossessarsi di una parte dell’Istria..
Ora mi è più chiaro..
Come i manifesti all’epoca del Melone, ci avrei giurato.
Sempre quei, eh?
No i ne da i beni abandonai e noi andemo a ciorseli.. e lo femo far al ONU.
Geniale !
Ma se trasparenti come carta velina.
@ 228 complimenti per non gaver capi niente 🙂
ciò, Lauro,
ma dove te vol parar con tuti sti “ragionamenti”? Che el TLT no pol esister?
Beh, me par evidente che adesso nol esisti per cui el tuo problema no sussisti. E che se l’esisterìa el gavessi bastanza casini. E anche su questo no ghe piovi. Però a mio aviso se la gente de qua lo volessi gavessi tuto el dirito de provar.
Però me par che ti te mascheri de questioni economiche el solito patriotismo
(quanto a Singapore so benissimo che prima iera Commonwealth, ma el discorso no cambia: xe una cità che – fazendo i sui sporchi comodi – xe rivada a diventar indipendente e ricca. Molto de più che se la fussi rimasta ligada al stato con cui i la gaveva messa
Che stra balooooni…..
“i cinesi xe andai a TA perchè i ghe offriva de più….” si, i xe andai insieme co’ Biancaneve.
Ricapitolemo:
– i ghe dà el Lloyd per 1 black & withe
– i se conquista finalmente le rotte e i contratti del traffico orientale (quei xe cinesi de Taiwan) dopo 200 anni che el Lloyd se li curava pur con due guerre mondiali
– fato questo, i vendi le navi, resta una o due, i ghe cambia nome al Lloyd e i lo ciama “Italia Marittima”, chissà chi ghe gaverà domandà la cortesia
– tramite società controllade, i ottien el Molo 7° per 30 anni, sempre per 1 black & withe
– el Stato italian costruissi dal niente el novo scalo container de Taranto
– i “cinesi” entra in società a Taranto indirettamente, i meti un pochi de capital (no contanti) e lo Stato paga el resto
– due anni dopo l’inaugurazion, i giornai de TA stapa le butilie de spumante scrivendo: “Finalmente superato il traffico container di Trieste”.
E come succedi questo?
– i “cinesi” possiedi solo una minima parte del traffico Suez Mitteleuropa, quel che i ottien come agenzia; de questo traffico i fa quel che i vol
– i se acorzi che sbarcando a Taranto, i sparagna mille miglia de navigazion
– i se acorzi che se i sbarca a Taranto, i cariga sui “feeder” de terzi (picie carobere), e dopo i scariga sul Molo 7° i guadagna 4 movimenti.
– 4 movimenti su un nolo de un picio container che costa 1.000 euro, pol valer € 200; el 25% de guadagno, sparagnando 1000 miglia de mar. Se el nolo finale costa de più per via del feeder e dei 4 movimenti, no xe cazzi loro.
– anche se i feeder scariga a Koper, lori ga sempre sparagnà mille miglia e guadagnà el doppio movimento a Taranto.
El resto del traffico?
Perso, el se ga zontà a quel che preferissi far el periplo dell’Europa
El traffico de Taranto? Quasi tutto rubà a Trieste, perchè nissun xe cussì mona de dopràr Taranto come “porto de transhipment” sulla tratta Suez Gibilterra, che sarà 300 miglia in più.
Stessa roba anzi ancora pezo, i ‘taliani fa con Gioia Tauro. Funziona robandoghe traffico a Malta per nianche 10 anni, fin che spagnòi, greghi e nord africani, ga deciso de far anche lori. Logico, Paesi che domanda el 20% de tasse contro l’Italia che domanda el 70%, no xe storia.
Adesso Gioia Tauro xe tignuda in vita con sovvenzioni pubbliche, i ghe finanzia le tasse de ormeggio e el gasolio. Soldi del CIPE per la nostra piattaforma logistica no xe, ma per finanziar le sovvenzioni de Gioia Tauro si.
Stessa roba i gaveva fatto per Cagliari.
Tutti e tre i porti xe adesso praticamente deserti, meno Gioia Tauro dove con truchi simili a quei doprai per Taranto, i ‘taliani i pretendi che se fazi “transhipment” verso la Liguria.
Funziona ancora, perchè Genova e Spezia no ga fondài per le navi grandi. Però i sta costruindo a Savona, una specie de molo 7° verso el largo.
Dopo podesi contarve le storie dei progetti del Super Porto de Venzia o de quel de Monfalcon, altre assurdità impossibili.
Ma niente xe impossibile per i ‘taliani, quando i ga de spander zemento in qualsiasi loro porto, a patto che el suo nome no cominci per T e no finissi per E.
difati a Thiene no i ga dà gnanche un soldo per el porto 😉
Insomma, qualcuno cerca di spiegare che il traffico marittimo sia in sostanza un “gioco” a se stante, fatto di trucchi, condizionamenti ed interessi particolari dove vince il più furbo, più aiutato o “ammanigliato”. Che le navi vanno dove conviene di più all’armatore (presumo..), e la convenienza sia legata soprattutto alla lunghezza del percorso da fare in mare.
Poi però quando si tratta di spiegare il perchè la stragrande maggioranza del traffico marittimo – da e per l’oriente – faccia tutto il giro dell’Africa e dell’Europa per andare nei porti del Nord, non si sa bene che pesci pigliare. Storia, tradizione, interessi multinazionali e geopolitici, tutto fa brodo.
Perchè, ciò che si dimentica quando si guarda col paraocchi, è che le navi trasportano merce. Trasportano merce.
Che questa merce è variegata, che non è di proprietà di chi la trasporta, che molte volte è deperibile, e che, soprattutto, non deve semplicemente andare da un porto all’altro o da una nave all’altra, ma deve necessariamente andare da dove viene prodotta a dove viene venduta o consumata.
A chi la spedisce o la deve ricevere, non interessa un classico tubo se viaggia via Anversa, o via Trieste, o via Barcellona.
Ciò che gli interessa davvero, è quanto costa portare un’automobile da Pechino a Praga, e quanto tempo ci sta.
E se è possibile portarne 300, ma che devono andare metà a Praga e l’altra metà a Parigi.
Oppure ancora, se gli risulta conveniente portarla semilavorata, ed assemblarle nell’area extra territoriale se questa può garantigli l’insediamento dell’attività.
Ma vale sempre lo stesso parametro di tempi/costi.
Perciò si rivolge a chi gli fa il servizio migliore, al costo minore e nel tempo più breve. Stop. Non c’è altro.
Nient’altro. Un porto, qualunque esso sia, sta in questo quadro, altrimenti non serve a nulla, è inutile.
Puoi risparmiare 3000 miglia di mare, ma se dopo ci metti un mese per arrivare dal porto al mercato, bravo, grazie, ma a me che tratto la merce, non interessa..
E per arrivare dal porto al mercato, non centrano i fondali, e nemmeno i pontili.. Quello è il minimo. Ci vuol altro, ben altro.
Un porto cattura il traffico se è in grado di interfacciarsi con i mercati, con quello che è il suo retroterra, e dipende dall’ampiezza del retroterra che deve servire e dal modo in cui è in grado di farlo. Non esiste più il porto col magazzino e i clienti che vanno colla carriola a prendesi la roba. Non esiste più.
Un progetto percorribile sarebbe quello di creare un’area integrata tra Trieste, Gorizia, Monfalcone, Nova Gorica, Koper: un’euroregione dotata di infrastrutture e logistica stradale e ferroviaria adeguate. Altro che riedizione del TLT con riproposizione del vecchio emporio triestino: osservate Anversa, Amburgo, Rotterdam e vedete cosa c’è realmente dietro (in senso concreto e positivo). Peraltro la congiuntura politica non è più favorevole a movimenti separatisti e secessionisti: la Lega Nord è in drammatica crisi di consensi, il voto populista e di protesta premierà il Movimento 5 Stelle. Il Melone ottenne almeno un pò di benzina scontata: oggi, complice la crisi delle finanze pubbliche, anche contentini come questi paiono irraggiungibili.
Siiiiii…. i container che vien dalla Cina e che fa el giro dell’Europa, i xe deperibili perchè i contien radicio cinese!
Siiiiii…. se un scalo container xe in man a una Compagnia de Navigazion, xe normale e va benissimo
Siiiiii…. se due scali contanier ai due capi dello stesso mar xe in man alla stessa compagnia, va tutto ben
Siiiiii…. se sul Molo 7° sbarca navi della concorrenza solo dopo che i “cinesi” xe andai via, xe un caso
Siiiii… 4 movimenti, el parcheggio a Taranto, e magior costo del feeder, el tempo che se speta, no conta niente
Siiiii…. el costo del nolo no c’entra un clinz. Doprar navi grandi o picie, no c’entra. Sparagnar bunker, no c’entra. I fondai… no c’entra.
Ma xe logico che i “patritoti” ve dirà che i fondài no c’entra, perchè xe el più grande vantaggio che ga el Porto de Trieste, oltre alla sua posizion.
I “Patrioti” no xe ancora rivài nel loro obbiettivo dalla notte dei tempi: distrugger el Porto de Trieste per farghe un favòr all’Italia dei zento porti.
E vaccamastela, quei mone de americani ga inventà i container e che quei deficienti de cinesi se ga messo a esportàr cussi tanto, solo per complicarghe la vita ai patrioti. Se no iera cussì el Porto de Trieste iera za morto e sepolo e la città gavessi meno abitanti de Udine.
Lauro,
xe esatamente questo el punto: ragiunger el centro e el nordeuropa dall’asia con la circumnavigazion del Africa xe tremendamente più costoso che usar Suez in termini de carburante e de tempo. El fato che el porto de Trieste (geograficamente el più centroeuropeo del mediterraneo) no sia concorenziale con i porti del nordeuropa non solo se le navi fa suez-gibilterra, ma adiritura se le circumnaviga l’africa dimostra che
1. l’italia xe assolutamente incapace de sfrutar la propria posizion geografica;
2. che no ghe xe la VOLONTA’ da parte dello stato italian de meter trieste nele condizioni de esser un porto concorenziale con quei nordeuropei
236 sfsn
Purtroppo, la cosa è un po’ più complicata. Nel senso che il tempo passato a non fare niente (o fare cose sbagliate), ha messo l’Italia (tutta) in una posizione meno che residuale sul fronte della portualità. In fin dei conti tutta la penisola, geograficamente parlando, dovrebbe essere una sorta di “pontile” nel mediterraneo. Ma ciò conta meno che zero, ormai. Basta guardare un atlante per capire. Ma è l’intero Mediterraneo che non c’è sui traffici marittimi.
Ricordo che nemmeno Marsiglia o altri porti non italiani, si sono sviluppati nel Mediterraneo. Intendo “sviluppati” con le dimensioni degli Anseatici.
Puntando su Suez, almeno i francesi – per lo stesso ragionamento che si invoca su Trieste – avrebbero potuto approfittare, tanto più con l’Italia che si incartava.. Invece no.
Perchè tutto comincia con le superpetroliere, quelle che non passano per il mitico Suez perchè troppo grandi. Devono per forza fare il periplo. Costruite a causa dell’instabilità politica dei paesi che controllavano il canale e che mette in inesorabile crisi tutto il comparto chimico italiano, a partire dalle enormi raffinerie siciliane che rifornivano più di mezza Europa d’allora. Ma sarebbe lungo raccontare la storia qui… la do per scontata.
Basti capire che dall’esperienza delle superpetroliere (quantità di carico, etc..) è nato un nuovo nerwork anche per tutto il resto. Perchè al centro di tutto questo, lo ripeto, c’è la merce, nient’altro che la merce. Chi ha capito prima degli altri che le cose stavano cambiando, naturalmente sono stati quelli che sul commercio con i luoghi lontani avevano fatto la storia (anche per via delle colonie). Inghilterra, Paesi Bassi, etc.. Basi pensare che ancora oggi le tre portacontainers più grandi del mondo sono Danesi. Danesi, non cinesi..
Tutto questo succedeva quando noi guardavamo al Mediterraneo ed ai Paesi che vi si affacciano.
Ora spostare queste grandi assi di traffico è complicato. Assai complicato. Devi diventare concorrenziale sui tempi e sui costi, ma non della singola operazione navale o portuale, bensì – come dicevo più sopra – ai fini del traffico. Della merce. Devi inserirti sulla linea che va da chi produce a chi consuma. E per fare questo devi avere una dimensione che ti permette di sostenere un’intera piattaforma logistica ed i suoi collegamenti via terra. La merce non può restare in porto, deve andar via, subito. C’è chi l’aspetta. Taranto? Gioia Tauro? Non hanno nemmeno una ferrovia che li connetta direttamente all’Europa. Ma, ad oggi, nemmeno Trieste. E’ questo il punto.
Fino a quando esisteva la Jugoslavia, si era pensato (tardi..) di collegare i porti del nord est all’Europa attraverso lo scalo di Cervignano e la pontebbana. E’ saltato tutto con il cataclisma che ha cambiato il volto all’Europa. Ora l’opportunità è il Corridoio 5. Di straordinaria importanza.
Non solo perchè è (sarà..) un’infrastruttura concreta che toglierà anche i porti del nord-est (e del Mediterraneo a partire da Barcellona) dall’isolamento, ma perchè “sposta” o può spostare verso il Sud Europa una parte del traffico che oggi si concentra solo sui corridoi più a Nord. Si chiama 5 (cinque) perchè ne esistono altri quattro più a nord in Europa, e già funzionano da anni. Non è un caso che su questo Corridoio i Paesi del Nord Europa siano sempre li col fucile puntato per dire che non dovrebbe essere finanziato visto i casini che ci sono per costruirlo. Mica scemi.. perchè va da Barcellona a Kiev attraversando tutti i Paesi della tratta. Tutti Paesi che producono o consumano merce. Allora si, allora “porto” vorrà dire qualcosa. Ma “porto” dovrà avere aree, servizi, dimensioni.. per riuscire a “spostare” le rotte consolidate. Che Trieste, da sola, non ha. Ma che potrebbe avere in un “sistema” portuale (e non solo..) dell’Alto Adriatico.
Tutto questo non si fa col TLT. Anzi, l’idea del TLT potrebbe compromettere questa prospettiva, e dare ragione a chi, dal Nord Europa non aspetta altro che una ulteriore scusa per indebolire questa prospettiva. Allora… chi rema contro Trieste?
Mi sembra che Lauro abbia ragione. Trieste é troppo piccola – anche come massa monetaria per una moneta indipendente – per rinunciare ai vantaggi di una cooperazione con l´Unione Europea. Se il TLT potesse restare comunitario, allora non avrei obiezioni, ma non puo´esserlo, quindi porrebbe Trieste fuori dai giochi: sarebbe un porto isolato e senza infrastrutture. Strade, aeroporti e ferrovie funzionanti sono un investimento e come tale costano. Se il TLT rinuncia a qualsiasi aiuto europeo non avra´mai i soldi per costruire le infrastrutture (che poi arriverebbero solo fino a Sesana, dato che col cavolo la Slovenia aiuterebbe il TLT a scapito di Koper) e quel porto meraviglioso con i famosissimi fondali rimane isolato e quindi non competitivo per il suo hinterland da fiaba.
Maurice ti no te ieri a Singapore e no penso gnanca te gabi amicizie la’. Evita de parlar se no te sa, grazie.
“il tempo passato a non fare niente (o fare cose sbagliate), ha messo l’Italia (tutta) in una posizione meno che residuale sul fronte della portualità.”
Classifica mondiale dei investimenti portuali dal 1992 al 2008, periodo 16 anni:
http://imgur.com/eI2R8
240 Sandi
Visto la classifica.
Mi sembra strano che non ci siano Cina ed India che stanno ancora investendo e che, credo, abbiano cominciato in quegli anni li.
Ma poi non ci sono Olanda e Danimarca, il che vuol dire che all’epoca avevano già fatto gli enormi investimenti, come del resto Germania e Francia.
Per esempio, il porto di Anversa si estende su un’area di circa 140 milioni di metri quadrati.
Ha centoventisette chilometri tra banchine e depositi, 267 chilometri di strade e 852 chilometri di binari.
Non è il più grande in Europa.
E questi su Anversa sono dati di 10 anni fa.
Allora si conferma. L’Italia è partita tardissimo, fuori tempo massimo.. e male.
Comunque, tanto per avere qualche strumento per vedere come vanno i traffici, questo è un sito nel quale, praticamente in diretta, si vede la posizione di una nave. Sia in rada che in navigazione. C’è anche la visione satellitare. Ci si può fare un’idea di quali sono le rotte e di quanto siano trafficate. Oltre alla dimensione dei porti. Salta all’occhio immediatamente la differenza di quantità tra una zona ed un altra.
http://www.marinetraffic.com/ais/it/
intanto l’italy non è fallita.
abbiamo salvato l’euro e l’europa.
non male.
ma non dovevamo fallire?
faremo anche i porti e le strutture competitive.
quelli he ovevano essere fatti già 60 anni fa mauricets? li faranno probabilmente quando saranno obsoleti e le merci viaggeranno in altra maniera.
un’pò come tutto il resto.
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dimaco il discolo
si dovra fare e basta.
che si voglia o meno.
deciderà la BCE.
Attaccarsi a tutte queste balle secondo cui la Commissione europea avrebbe confermato l’esistenza del TLT non servirà a niente. Anche se per un caso fantascientifico si dovesse arrivare in qualche modo alla conferma del TLT per comporlo bisognerebbe che Slovenia e Croazia cedessero parti del loro territorio, il che è ovviamente impensabile.
Quanto casino per niente invece di pensare SERIAMENTE al bene di Trieste.
…mi me parè un branco de invasadi, senza offesa
perche se sta ncora pagando le tasse? le bollette? e l’iva allora??? fursi perche non semo territorio libero…???
mi rivolgo a tutti quanti se non vi siete resi ancora conto siamo in guerra ma non come le guerre chiare che sono gia succese almeno li si capiva cosa stava succedendo e una guerra silete nelle tasche quando si tira fuori il portafoglio fra la spesa e le borse piu piene ora sono quasi vuote voler lavorare e non poterlo piu fare come prima persone opresse che si suicidano.ma dove siamo finiti?!E e inutile tergiversare noi parliamo chiaro in questa guerra silente e io non so se potro essere censurata per quello che sto per dire adesso ma io azzarderei una parola cruda che non occore agungerne altre vicino ma crdo che le persone prima di noi o quelle che ora mai stonno finendo di vivere che puntualizano con la parola vergogna ormai sulla bocca quasi di tutti dovrebbe esere affiancata ma non sostituita sia anti semitismo nel senso di persecuzione.
Mi siete sim/patici, ma non riesco a decifrare il nome del Vostro Movimento: Trieste Libera ???
Perchè “libera” ??? Siete forse “prigionieri” ??? e se siete “prigionieri”, chi è il Vostro carcieriere ??? Mandi…Stefano Colussi, Cervignano del Fiuli ( Udine ).
Buon giorno, mi chiamo Stefano Colussi, nulla/tenente, e sono quello che Voi dite che finanzia il Giorgio Marchesich, di Trieste o Trst che dir si voglia. Sono friulano al 500% o così almeno dicono i Preti. Sono da tempi inenarrabili al soldo dei Servizi Sovietici. Tutti sanno che per “fare politica” servono i quattrini. Lo sanno anche i sassi del Carso. Sono costretto a rifarVi la stessa domanda che ho già fatto in dd 12 dec 13. Mi domando che cosa significhi lo “slogan” trieste libera. Ma scusate siete forse “prigionieri politici”? e anche mi piacerebbe sapere, se è possibile, il nome del Vostro Secondino & Carceriere. Grazie. Cordialità.
..Vi ho scritto in dd 12 e in dd 17 sempre dicembre 13 e vi riscrivo stasera in dd 25 mar 14..mi chiamo Stefano Colussi, residente a Cervignano del Friuli, p.zza indipendenza 8, e sono nato a Udine, il 26 dic 48..sono a ribadirVi che non capisco che cosa vogliate..ma se volete un “porto franco” nella Vostra città, ma se questa è la cosa che veramente volete..non capisco la polemica che avete innestato con me e altri..anche perchè se dipendesse da me..Vi darei non uno, ma ben TRE porti franchi..mandi..mandi..
Alla luce di quanto letto e conosciuto leggendo la storia di Trieste, non posso commentare il fatto che l’italia si dice un paese democratico e basato sul diritto, ma è esattamene il contrario.
Vedi la cessione unilaterale della zona B alla Slovenia ( in barba all’art. 5 della costituzione) che non essendo più parte della ex Jugoslavia, non ho ancora capito come si possa aver proceduto ad una tale operazione di sottrazione di territorio italiano. Merito dell’allora ministro degli esteri Fassino, oggi sindaco di Torino. Dai comunisti ci si può aspettare questo ed altro ancora……
Trieste ha tutto il diritto di vedersi liberato il PORTO che è FRANCO, piaccia o non piaccia all’italia. Noi qui nel VENETO stiamo lottando anche noi per uscire dall’italia che è diventata un inferno fiscale e burocratico asfissiante .
L’italia per come la possiamo conoscere è finita. Il debito pubblico continua ad aumentare come se ciò non significasse che prima o poi il DEFAUT è garantito.
L’unica salvezza è l’indipendenza. Solo così potremo tutti salvarci e lasciare questo paese alla deriva alle varie caste e castine. Noi VENETI non abbiamo alcun debito pubblico dal momento che ogni anno roma si trattiene oltre 20 miliardi di euro che ci vengono letteralmente rubati e gettati nel calderone romano degli sprechi, delle corruzioni e dei mafiosi.
W SAN MARCO SEMPRE !!!