Sono passati vent’anni, ma quello che l’odio ha distrutto non si dimentica. Un bombardamento, quello della notte del 25 agosto del 1992, quello che colpisce la Biblioteca di Sarajevo “Vijećnica”. Un bombardamento per cancellare il luogo simbolo dell’incontro di culture diverse.
“Nel cielo di Sarajevo – canto per Vijecnica”, organizzata da Bonawentura e dall’associazione Spaesati, è una serata nata per ricordare la storia del luogo che raccoglieva la più ricca collezione di libri della Bosnia.
Sabato 25 agosto, alle 20 e 30, sul palco del Miela a raccontarla saranno otto attori-lettori, accompagnati dalla violoncellista Cecilia Barucca Sebastiani. Adriano Braidotti, Laura Bussani, Paolo Fagiolo, Ester Galazzi, Andrea Germani, Lara Komar, Riccardo Maranzana, Maria Grazia Plos leggeranno un brano capolavoro, che sia di narrativa come di poesia o di fisica o, ancora, di filosofia. A diversa lettura diversa ambientazione: ogni attore sarà “trasportato” in una stanza di una diversa biblioteca. La “porta” per passare da una location all’altra saranno le melodie del violoncello, ispirate a quelle di Vedran Samjlovic, il musicista che si era messo a suonare sopra le macerie della biblioteca.
Parole di ispirazione di questo appuntamento sono quelle dello scrittore Goran Simic, ricordate da Azra Nuhefendic: <Liberati dalla canna fumaria, i personaggi girovagavano per la città, mescolandosi con i passanti e le anime dei soldati morti. Ho visto Werther seduto sul recinto di un cimitero distrutto; ho visto Quasimodo dondolante sul minareto di una moschea; Raskolnikov e Mersault sussurravano, per giorni, nella mia cantina; Yossarian già commerciava con il nemico; il giovane Soyer era pronto a vendere, per pochi soldi, il ponte Principov>.
Si ripete continuamente che con questo primo decennio del ventunesimo secolo è nata la generazione dell’immagine. “Nel cielo di Sarajevo – canto per Vijecnica” è una serata pensata per “liberare” questo tragico episodio, che al giorno d’oggi conserva solo la potenza di un immagine.
Per concludere, un pensiero di Franco Però: <Anch’io, volente o nolente, ricordo immagini, tre soprattutto: le file sterminate delle tombe di Srebrenica, la coppia di fidanzati uccisi sul ponte e quella funzionaria (direttrice?) della Biblioteca di Sarajevo intervistata in mezzo alle macerie di quel luogo che era stato uno spazio magico; là, dove i pensieri nati dalle letture si innalzano verso il cielo ora c’era soltanto il fumo ad alzarsi>.
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