14 Agosto 2012

Torna a Gorizia il tradizionale Festival dei popoli della Mitteleuropa

La 164^ Festa dei Popoli della Mitteleuropa, un evento divenuto uno spontaneo, tradizionale e fraterno incontro fra le genti dei Paesi centroeuropei, prenderà il via sabato 18 agosto a Gorizia. La manifestazione richiama ogni anno migliaia di persone, attratte da un unico comune denominatore: riscoprire e rinsaldare i nostri antichi vincoli di fratellanza e di convivenza. Cerimonie, incontri, canti, balli, enogastronomia, costumi e folklore dei paesi centro-europei vi aspettano dal 18 al 19 agosto.

Ecco il programma:

VENERDI’ 17 AGOSTO
ore 18,00 Brazzano di Cormons – Cimitero militare
Cerimonia in memoria di tutti i caduti e le vittime delle guerre fratricide europee

SABATO 18 AGOSTO
Castello di Gorizia – Teatro Tenda – dalle ore 19,00 alle 23,00
Musica, folclore e amicizia sotto le stelle. Spettacoli, melodie e suggestioni mitteleuropee
ore 21,00 “Speciale” dedicato alla Città di Trieste: recital live di LORENZO PILAT

DOMENICA 19 AGOSTO
Ore 10,00 Gorizia – Piazza Sant’Antonio Raduno dei Gruppi nei costumi tradizionali dei vari Paesi e Regioni centro-europee
ore 10,40 Corteo dei Gruppi verso la Cattedrale
ore 11,00 Cattedrale di Gorizia
S. Messa solenne per l’unità europea, celebrata da S.E. Rev.ma Mons. Dino De Antoni Arcivescovo di Gorizia, con preghiere, canti e letture nelle varie lingue dei Popoli della Mitteleuropa, accompagnata dalla Bläsergruppe Hörnerklang Alpe Adria (Klagenfurt) e dalla Corale Metropolitana della Cattedrale di Gorizia
ore 12,00 Saluto delle Autorità istituzionali e diplomatiche
ore 13,30 Castello di Gorizia – “Teatro Tenda”

Convivio senza confini
dalle ore 14,30 alle ore 23,00
un crescendo di concerti, musiche, canti e danze della Mitteleuropa con artisti, gruppi, bande e complessi musicali
Nella serata: Esclusivo Concerto dedicato alla Mitteleuropa dell’Orchestra a fiati “Val Isonzo”.

Per l’occasione, in collaborazione con il Circolo Culturale Ceco di Udine – Český kulturní kroužek, saranno presenti stand artigianali e la birra della Repubblica Ceca

SERVIZIO BUS NAVETTA:
P.le Casa Rossa – Via Alviano – P.zza Cavour – Castello
Sabato dalle ore 19,00 alle 23,00 – Domenica dalle ore 12,00 alle 22,00

Per maggiori informazioni www.mitteleuropa.it

Tag: , .

52 commenti a Torna a Gorizia il tradizionale Festival dei popoli della Mitteleuropa

  1. dimaco il discolo ha detto:

    Vedemo de ciamarlo con il suo vero nome: festa per il genetliaco dell’imperatore Franz Joseph.

  2. marco ha detto:

    in realtà checco giuseppe è nato nel 1830 ma salì al trono nel 1848… quindi i 164 sono dalla salita al trono… 2012-1848=164

  3. dimaco il discolo ha detto:

    Se ciama Franz Joseph, ocio che se riva Sandi xe longhia ciamarl’ imperator cussi

  4. švejk ha detto:

    e franz ferdinand?

    ‘And so they’ve killed our Ferdinand,’ said the charwoman to Mr Švejk, who had left military service years before, after having been finally certified by an army medical board as an imbecile, and now lived by selling dogs — ugly, mongrel monstrosities whose pedigrees he forged.
    Apart from this occupation he suffered from rheumatism and was at this very moment rubbing his knees with Elliman’s embrocation.
    ‘Which Ferdinand, Mrs Müller?’ he asked, going on with the massaging. ‘I know two Ferdinands. One is a messenger at Průša’s, the chemist’s, and once by mistake he drank a bottle of hair oil there. And the other is Ferdinand Kokoška who collects dog manure. Neither of them is any loss.’
    ‘Oh no, sir, it’s his Imperial highness, the Archduke Ferdinand, from Konopiště, the fat churchy one.’

  5. hobo ha detto:

    e franz ferdinand?

    ‘And so they’ve killed our Ferdinand,’ said the charwoman to Mr Švejk, who had left military service years before, after having been finally certified by an army medical board as an imbecile, and now lived by selling dogs — ugly, mongrel monstrosities whose pedigrees he forged.
    Apart from this occupation he suffered from rheumatism and was at this very moment rubbing his knees with Elliman’s embrocation.
    ‘Which Ferdinand, Mrs Müller?’ he asked, going on with the massaging. ‘I know two Ferdinands. One is a messenger at Průša’s, the chemist’s, and once by mistake he drank a bottle of hair oil there. And the other is Ferdinand Kokoška who collects dog manure. Neither of them is any loss.’
    ‘Oh no, sir, it’s his Imperial highness, the Archduke Ferdinand, from Konopiště, the fat churchy one.’

  6. Sandi Stark ha detto:

    Eh muloni… una volta, iera la festa de l’Imperator, quando la iera a Giassico.

    Adesso a Petiziol ghe tocca de no nominar più l’Imperator. Perchè i ‘taliani ancora se incazza (“che le pale ancor gli girano…” come scriveva Conte e cantava Jannacci).

    L’altro anno sul Piccolo iera comparsa questa lettera:

    FESTA DEI POPOLI CONTRO LO SPIRITO DEL RISORGIMENTO

    23 agosto 2011 — pagina 30

    Mi convincono poco le assicurazioni del sindaco Romoli sul nuovo significato che avrebbe assunto la “Festa dei popoli della Mitteleuropa”, ora che è stata trasferita da Giassico-Cormòns a Gorizia. Non è più «una manifestazione forse un po’ troppo folcloristica dedicata all’Imperatore», dichiara Romoli.

    Non mi pare. Testimoniano ben altro gli annunci giallo e nero con l’aquila bicipite, il riferimento all’ “antica tradizione del genetliaco imperiale”, la presentazione stessa che compare sul giornale, con le foto di divise militari di un remoto passato asburgico.

    Soprattutto m’inquieta l’ordinale della celebrazione, il 163: che non è quello della festa di Giassico, iniziata nel 1974, ma dell’ascesa al trono di Francesco Giuseppe.

    Certamente nel primo anno di regno Francesco Giuseppe riunì i popoli dell’Europa Centrale: massacrò gli ungheresi, represse i cechi, riconquistò sanguinosamente Venezia e Milano (ma anche il Friuli); infine – per mostrarsi imparziale – fece prendere a cannonate i viennesi.

    Soppresse la Costituzione e per oltre dieci anni impose un duro regime assoluto. Poi i suoi ministri, che erano spesso meno conservatori e bigotti di lui, cominciarono una politica di progressive concessioni ai popoli sudditi, rese necessarie dalle dure sconfitte del 1859 e del 1866.

    Francesco Giuseppe divenne anche un sovrano popolare, grazie alla chiesa cattolica, al partito cristiano-sociale, a un’accorta opera di propaganda (2000 monumenti eretti in suo onore in vita): ma un impero fondato solo sul clero e sull’esercito non poteva durare.

    A nulla valse che il pallido successore, l’imperatore Carlo, concedesse tutto ai popoli soggetti, quand’ormai aveva perduto tutto. Al di là delle considerazioni storiche, una cose è certa: lo Stato italiano, quello di cui si celebra il 150° anniversario, ha preso forma da 4 guerre contro Francesco Giuseppe, che dominava direttamente o indirettamente gran parte dell’Italia. Celebrare il sovrano significa andare contro lo spirito del Risorgimento.

    Non mi offendeva più di tanto quando si faceva a Giassico, in un clima di sagra paesana e in quegli ambienti rurali che sempre avevano manifestato devozione alla casa imperiale, come predicavano i parroci. A Gorizia è un’altra cosa.

    A me sembra una vittoria di quella parte, sia pure di governo (incredibile paradosso dell’Italia attuale), che nega l’unità nazionale e agita il bastone di improbabili secessioni. Silvano Cavazza Università di Trieste.

    Sembra che le origini del cognome sia modenesi-piacentine, a meno che no sia un Kovacs italianizzà. Se el xe modenese ‘bastanza malamente, el conosserà la “Storia Patria” ma quella della sua terra.

    Perchè el se missiava qualcossa col “Istituto di Storia Patria”, che me fa de rider ogni volta che sento. O xe storia o no xe storia, e se ogni Paese dovessi aver i suoi “Istituti di Storia Patria”, e se i conta versioni storiche diverse, chi gaverà ragion e chi torto? “Self Made History”, a seconda delle convenienze. Sartoria su misura.

    Pensavimo anche de risponderghe, ma gavemo deciso che no merita.

    Resta sempre un almetico dubbio: de cossa i ga paura, dopo 164 anni?

    Se i suoi “valori risorgimentali” xe tanto forti ed elevati, tanto che i iuta l0umanità a migliorarse, perchè i se abbassa a sputtanar i personaggi storici in ‘sta maniera?

    Lassemo che i scrivi, noi moltiplichemo le feste per el 18 agosto e lori che i cicchi pur. Alla fine de Serbidiola ghe canteremo:

    “Se i ‘taliani no vol che cantemo,
    noi cantemo, noi cantemo,
    se i ‘taliani no vol che cantemo,
    noi cantemo per farli rabiar.

    Cantemo, cantemo
    e noi cantemo,
    e noi cantemo

    Cantemo, cantemo
    e noi cantemo
    per farli rabiar!

  7. Tergestin ha detto:

    No xe tanto i ‘taliani in se’ quanto quela incredibile magnadora de partiti, asociazioni, consorterie varie eccetera che ga al suo interno personaggi che i ga costruido cariere su certi dogmi nazionalisti. E i ga paura che i dogmi caschi e la gente capissi che tipi che i xe.

  8. Bibliotopa ha detto:

    Già, ma la canzon in origine iera_ ” E se le guardie no vol che cantemo noi cantemo noi cantemo” e iera una canzon iredentista. Ovviamente lo so de chi che la gaveva cantada prima dela prima guera. Bati anche meo cola musica che no la variante che tira fora Sandi..
    per inciso, in che anno i ga cominciado a far sti festival? anni 70, anni 80?

  9. Mauricets ha detto:

    7Tergestin

    ecco, hai perfettamente ragione.
    i poveri disgraziati che sbarcano il lunario a fatica sono vittime.
    a volte consenzienti. ma se non lo fossero anche la miseria che hanno verrebbe a mancare.
    di essi alcuni sono consapevoli e si consumano l’anima.
    altri sono talmente idioti da prendersi per il culo da soli. e pensare che sia giusto.

    ma alla fine sono tutti poveri cristi.

  10. Tergestin ha detto:

    Come go dito in un altro post: a luglio del 2012 semo scesi a meno de 208mila abitanti. Meno che ai primi del novecento e dato che semo tra le cita’ piu’ vece in Europa come popolazion, se continua a ritmo pauroso verso el baratro. El mio problema no xe i taliani o altri: ma l’ aministrazion ‘taliana, che per Trieste xe stada EL DISASTRO PIU’ TOTALE. E xe un dato ogetivo da ogni punto de vista che lo ciapemo. Tanto de piu’ a noi che podemo far anca l’ impietoso paragon con aministrazioni austriache e anglosassoni. Quindi da parte mia xe tutti ben accetti ma dopo decenni de falimenti, me auguro che la mia cita’ no gabi piu’ de esser aministrada (o meio, sachegiada) dala matrigna.

  11. Mauricets ha detto:

    10Tergestin
    le stesse cose me le dicono gli italiani di altre regioni.

    anche meridionali.

    chi doveva essere portatore di una nuova politica, fare il passo verso uno stato federale, ha fallito miseramente.

    uno stato fortemente federale era l’unica soluzione. ma è fallita prima di iniziare.

    non vedo soluzioni a breve.

  12. Tergestin ha detto:

    Per mi i pol far tuto el federalismo che i vol, dopo el Timavo. Ma per diversi interessi no i lo pol far e comunque fati sui. Sinceramente mi no volessi veder mai piu’ Trieste soto l’ Italia in qualsiasi modo.

  13. Mauricets ha detto:

    12Tergestin

    ognuno ha le sue idee.

    ma questo non è attualmente nell’ordine delle cose.

    nell’ordine delle cose vi era solo il federalismo, o una autonomia molto marcate del territorio provinciale.
    ora da dimenticare anche questo.

  14. Tergestin ha detto:

    Nell’ ordine dele robe i sud tirolesi se ga fato rispetar e iera de far come lori: muso duro a Roma e basta. Inveze i ne ga svendudo i nostri rapresentanti e i pochi Triestini rimasti ga lassado far.

  15. Maurice ts ha detto:

    14

    Tergestin

    d’altronde siamo in pochi. e quei pochi vecchi.

  16. Sandi Stark ha detto:

    Mi la go imparada a pochi anni con “Se le babe no vol che cantemo…”

    dopo alle medie i me ga insegnà che iera le “guardie” però giuro che in giro per osterie e osmice no go mai, mai sentì nissun che cantava “se le guardie”.

    Forsi i cantava cussì alla Lega Nazionale o alla Ginnastica Triestina, la prima no go frequentà e la seconda un poco si, ma no me ricordo nissuna cantada.

    Bon, doveremo scriver anche due Storie della musica popolare triestina, una “Storia Patria della musica…” e l’altra semplicemente “Storia dela musica popolare…”

  17. Tergestin ha detto:

    Ma se te scrivevi inni nazionalisti fin do’ giorni fa su Bora, dei Mauri. Te ga svodi de memoria o te ciol pel naso?

  18. Maurice ts ha detto:

    17

    Tergestin

    cosa significa?

    una cosa è l’amor patrio.

    una patria solidale, democratica e repubblicana.

    altro è il nazionalismo.

    se i nazionalisti slavo-germanici provocano scrivendo cagate hanno l’ironica presa per il culo che non riescono nemmeno a capire.

  19. Tergestin ha detto:

    Cioe’ se un secondo ti sbaia ti te son autorizado a far pezo? Comunque me piaseria saver verso che patria te ga sto grando amor… Giusto per capir che zogo te fa.

  20. capitano ha detto:

    Torna? Ma se l’hanno rubata a Cormons! E sapete perchè l’hanno rubata? Beghe politiche, a Gorizia giunta di dx a Cormons di sx. E il presidente dell’associazione Mitteleuropa da che area politica provviene? Indovina indovinello.

  21. dimaco il discolo ha detto:

    mauricets aka effebi?

  22. Tergestin ha detto:

    No, stili tropo diversi.

  23. maja ha detto:

    effebi almeno ogni tanto fazeva rider.

  24. giorgio (no events) ha detto:

    Patria est ubicumque est bene

  25. Denis Furlan ha detto:

    A Giassico la festa aveva una sua atmosfera, a Gorizia si riduce ad una sagretta anonima

  26. Vico ha detto:

    @6 Sandi Stark

    E’gravissimo che un insegnante di storia dell’università di Trieste scriva cose del genere. Finchè si sparano cazzate sulla storia alle superiori….ma all’Università è un’altra cosa. Proprio per questo penso che l’Italia non abbia nessuna università di rinomanza mondiale.
    Qui non è questione di essere di filoasburgici o filoitaliani. Cavazza ha dimostrato solo di essere o totalmente a diguno di storia della Mitteleuropa o di essere in malafede.
    Si possono sottolineare molti difetti che aveva l’impero asburgico, come anche l’Italia aveva e avrà. Mo non sono quelli che lui elenca. Infine non valuta l’impatto che ha avuto il passaggio di Gorizia e Trieste(città dell’impero fin dai tempi di marco caco) in Italia. Per fortuna all’università di trieste solo lui pensa quelle cose. Gli altri pensano cose molto diverse e sanno valutare corretamente il passaggio di queste 2 città all’ Italia.

  27. Triestin - No se pol ha detto:

    e questa ? Anche l’università di Udine unico ateneo in FVG……http://www.agi.it/trieste/notizie/201208101128-cro-rt10076-universita_udine_sede_per_abilitazione_prof_universitario

  28. abc ha detto:

    Vico 26, Cosa dicono gli altri professori di storia dell’Università di Trieste?

  29. Sandi Stark ha detto:

    @ 26, Vico, quando uno parla de “valori”, xe ciaro che no se tratta più de Storia ma de politica.

    Xe anche giusto che personaggi simili insegni all’Università, l’Italia xe fondada sui falsi storici e ghe xe una certa coerenza.

    Mi piuttosto provo a metter in risalto l’esistenza e la permanenza delle Deputazioni (anche Società e Comitati) de Storia Patria, centri de propaganda che i Savoia metteva su in ogni provincia conquistada per infinociàr i cittadini. Ed ovviamente rivitalizzadi e ripolpài dal fassismo.

    Ancora no go capì esattamente chi paga le decine de centri de spaccio de “Storia Patria” presenti nella penisola, ma xe certamente qualche Ente Statale, cioè tutti noi coi soldi delle notre tasse.

    L’individuo in question lavora per la Deputazione di Storia Patria della Venezia Giulia, fondada per ultima, nel 1965. Come se fazeva prima senza, xe un mistero.

    Drio la loro logica, ogni Stato dovessi aver el proprio Istituto di Storia Patria, ed ogni Paese dovessi aver la propria Storiografia Ufficiale di Stato, come dimostrà da “la giornata del ricordo” ma no stemo divagar coi dettagli.

    Essenzialmente, le Deputazioni de Storia Patria italiane disi che i ‘taliani iera boni e i altri cattivi, che el risorgimento iera una lotta de liberazione dallo straniero eccetera, solite robe.

    Ma un tanto coerentemente dovessi esister in ogni Paese, dove la Storiografia de Stato dovessi dir che lori xe boni e i altri cativi, che xe giusto che esisti quel Stato esattamente come che el xe e no altrimenti.

    Continuando con la coerenza, insieme alle lingue ed usi e costumi (in tutti i corsi de inglese i insegna che in GB se guida a sinistra), bisognassi studiar anche le versioni storiche dei vari Paesi.

    E no solo, le lauree in Storia no podessi aver valor accademico internazionale, a meno che i vari storici no fazi dei corsi de specializzazion in ogni Paese.

    E quindi in caso de una conferenza, un Storico dovessi dir: ve conto el mio intervento secondo le versioni de tutti i 192 Paesi dell’ONU, oppur una per ogni nazionalità presente in aula?

    E la pubblicazion de un libro de Storia fussi cazzi amari, bisognassi stamparlo in tante lingue con tutte le principali versioni storiche.

    Ad esempio la Storia d’Ialia de Mc. Smith dovessi aver no meno de 30 mila pagine.

  30. Alessandro ha detto:

    @27 xe scritto mal ma intendeva unico ateneo nel FVG a far quella procedura

  31. Jasna ha detto:

    A chi interessa, domani Kaiserfest a Sdraussina (aka Poggio Terza Armata)

  32. Vico ha detto:

    @28abc
    @29sandi stark
    come dice Sandi o si fa storia o si fa politica.
    Chi fa politica dice:”l’impero asburgico era l’impero del male, c’era solo sofferenza e repressione. da quando Gorizia e trieste entra in Italia entrano nel paradiso rigeneratore.” e questo purtroppo è il succo dell’articolo che è stato pubblicato.
    Chi fa storia invece mette da parte i propri pregiudizi. Si chiede come ha funzionato un’impero così longevo? quali erano i segreti della sua lunga durata? sicuramente non il terrore e la repressione e basta. Che ci siano stati dei momenti di repressione è vero(basti pensare alla lotta dell’Austria contro la Riforma(contro boemi ungheresi e sloveni tutte regioni dove la Riforma aveva ben attecchito)basti pensare ai rapporti difficili che l’austria ha sempre avuto con l’Ungheria. Ma tutti gli stati hanno avuto simili momenti(gli ingklesi contro gli irlandesi e scozzesi, i francesi contro i catari etc. etc. Ma contemporaneamente si possono trovare anche nella lunga storia i successi dello stato. Il rispetto delle autonomie e delle tradizioni locali, le politiche illuminate di Maria Teresa e Giuseppe II. L’abile diplomazia del Metternich.
    per quanto riguarda Trieste poi si può dire che essendo nata come porto di Vienna è oggetivo dire che ovviamente perde gran parte della sua fortuna economica una volta perso il retroterra per il quale era stata fatta.
    Questo non è un giudizio politico. Questo è un giudizio oggetivo come dire che un corpo staccato dalla testa funziona peggio che uno con la testa.
    Ora un’analisi di questo tipo è quello che si chiede ad un insegnate universitario che onestamente vuole dare la possibilità allo studente di farsi un’idea e poi di optare per una scelta.
    Questi sono i VALORI che un’insegnante pagato con i nostri soldi dovrebbe avere.
    Ora posso dire che all’Università di Trieste(ai miei tempi che sono parecchi ahimè) alla faccia dello stile archittetonico fascista, gli insegnanti cercavano di essere equidistanti ed erano in genere più gli studenti quelli che cercavano di portare il discorso sulla politica, con gli insegnanti che cercavano di mantenerlo sulla prospettiva storica.
    Qua invece vediamo l’opposto e per giunta su un quotidiano.
    Concludo con questo anneddoto.
    Un giorno parlando con una persona di destra, e italiana sul serio, si discuteva di storia italiana e io sostenevo una mia idea che il passaggio dall’Austria all’Italia per gorizia e Trieste sarebbe potuto essere molto meno drammatico e più arricchente se non ci fosse stato il fascismo e la cattiva gestione del rapporto con gli sloveni e gli autoctoni.
    Questa persona mi rispose che non era vero perchè nel sud italia la conquista(così la chiamava) operata dal Piemonte era stata spietata e snaturante esattamente come quella avvenuta qui nei confronti degli sloveni. Quindi il problema non era stato il fascismo bensì era proprio una tradizione autoritaria piemontese che si era trasmessa alle classi dirigenti dell’esercito e del potere politico dell’Italia.
    Pensate un pò….

  33. abc ha detto:

    Ok, vico, prendo atto che nessuno storico ha preso posizione contro le ovvie affermazioni di Cavazza, che non è un ignorante qualsiasi.
    Ti domandavo questo nel mio post 28.
    Lui scrive tutte cose vere, solo questo passo che non è di cartattere storico non mi trova d’accordo al 100%:
    “Non mi offendeva più di tanto quando si faceva a Giassico, in un clima di sagra paesana e in quegli ambienti rurali che sempre avevano manifestato devozione alla casa imperiale, come predicavano i parroci. A Gorizia è un’altra cosa.
    A me sembra una vittoria di quella parte, sia pure di governo (incredibile paradosso dell’Italia attuale), che nega l’unità nazionale e agita il bastone di improbabili secessioni.” Io non ho la stessa impressione di Cavazza, io non ci vado sicuramente perché voglio fare resuscitare la “defonta”, né per commemorare il compleanno di uno dei peggiori imperatori che l’Austria abbia mai avuto Cavazza distingue fra l’ottusità dell’imperatore dalle progressive concessioni dei suoi ministri. Tu ti chiedi come mai l’impero è durato così a lungo, io ti rispondo come mai invece è andato in frantumi nelle mani di solamente un imperatore.

  34. Vico ha detto:

    @33abc
    da un punto di vista storico, il crollo dell’impero austroungarico è stato un processo così complicato, nel quale avevano gioco attori esterni e tentazioni egemoniche di altre potenze(russia, germania, francia italia), come anche mal riposte speranze dei popoli slavi(indotte dalle potenze esterne) su un futuro di indipendenza e di prosperità(si è visto che luminso futuro gli ha accolti dal 1918 in su), che se volessimo in questa sede avere un confronto chiaro sui reali motivi oggetivi del crollo imperiale la tastiera del computer sarebbe la prima a mandarci a quel paese.
    Detto questo contesto a Cavazza la descrizione di un Impero del male senza ad esempio analizzare le fonti storiche ungheresi, austriache, boeme, sul crollo dell’Impero. Si è letto Karoly Mihai? si è letto Ferenc Fejto? Si è mai confrontato con Wandruska il cui fondo storico si trova a gorizia in Via Diaz? Non pretendo che l’uomo della strada lo faccia ma un insegnante dell’universita di Storia prima di prendere la penna in mano deve sapere se quello che scrive sono solo frutto delle sue opinioni o di studi. per l’amor di Dio ciacole in bar con il bicer hanno fatto venire geniali intuizioni a più di uno, ma dopo sono state approfondite a casa nel silenzio in compagnia dei libri. Ma uno storico non può mettere per scritto ciacole da osteria fatte con gli amici.

  35. Vico ha detto:

    @33abc
    un’ultima precisazione riguardo alla figura di Francesco Giuseppe.
    E’ verissimo che è stato uno dei peggiori imperatori che l’austria abbia avuto ed vero che anche lui con la sua assenza ha contribuito alla non sopravvivenza dell’impero in un momento nel quale l’impero era sotto assedio da tutte le parti e ci sarebbe voluto una persona ben più carismatica….
    festeggiare la memoria di Franceso giuseppe…
    Questo è un mistero anche per me.
    Che si faccia il genetliaco per Maria Teresa, o Giuseppe II etc. oppure come si fa in Ungheria che sono molto più seri di noi in queste cerimonie(non sono solo scuse per bere birra con luganighe) si festeggi il compleanno di Otto d’Asburgo finchè era in vita e adesso a Carlo d’asburgo. avrebbe un senso di attualizzazione di un’idea di impero che adesso, che si parla di Alpe adria(non è forse un’ammissione che austria friuli venezia giulia e slovenia dovrebbero trovarsi in un solo stato per avere un senso?) e macro regioni, magari avrebbe un riscontro positivo anche da parte delle istituzioni europee.

  36. Sandi Stark ha detto:

    Quale università stila la classifica dei peggiori imperatori d’Austria?

    Perchè si festeggia Franz Josef e non Maria Teresa?

    esempio 1) Attorno al 1912 avvenne nella bassa friulana la “congiura degli agrari”, il giorno di S. Martino nel quale si rinnavavano i patti agrari. Essi truffarono i mezzadri con vari trucchi e false testimonianze per esplellerli o rinnovare i patti agrari a condizioni di sfruttamento.

    La denuncia fu raccolta dal Partito Popolare Cattolico e mons. Faidutti fece una petizione a Franz Josef. Egli ordinò un’Ispezione dei suoi più fidati funzionari, che scoprirono gli imbrogli. Tutti gli agrari furono puniti, le vittime rimborsate ed il Diritto ripristinato.

    Tra i cognomi di importanti famiglie con stretti legami a Vienna ed imparentate con i più alti funzionari civili e militari che in quel periodo possedevano ampie tenute agricole nel Basso Friuli e nell’isontino occidentale c’erano i Strassoldo, i Faraone Cassis, i Thurm und Taxis, i Bolaffio, i Brunner eccetera.

    esempio 2) Il Comune di Dolina era compattamente slovenofono, ma faceva parte dell’Istria sia geograficamente che politicamente. Essendo slovenofono doveva corrispondere con il suo Ente territoriale, la Dieta Istriana, in sloveno.

    Ma la Dieta Istriana, in quel periodo in mano ai “liberal nazionali” italiani che boicottavano l’Istituzione non avendo mandato i loro rappresentanti al Parlamento di Vienna, non rispondeva alle missive in sloveno perchè dicevano, “non avevano fondi per un servizio di traduzione dalle lingue sconosciute”.

    Il sindaco di Dolina Josef Pangerc fece una petizione a Franz Josef, su richiesta inviò a Vienna un baule con le copie della documentazione inviata. Entro poche settimane ottenne risposta dalla Dieta Istriana, con i documenti perfettamente tradotti in sloveno.

    In seguito la Dieta istriana fu sciolta e la riforma del “suffragio universale” estese il voto anche alla maggioranza di cittadini istriani di lingua madre slovena e croata che prima erano esclusi dalla rappresentatività elettorale perchè privi di uno dei due requistiti di voto, ossia il “censo”.

    Escluso qualsiasi confronto ed analogia con il vicino Regno d’Italia, a Vs. disposizione per altre testimonianze storiche.

  37. dimaco il discolo ha detto:

    abc, perchè per quanto male potesse governare Franz Joseph (e non lo credo) , non riusci mai a fare peggio di queli che arrivarono dopo con una certa bagnarola. E mi pare che basti come motivo per festeggiarlo.

  38. dimaco il discolo ha detto:

    Scusate il commento era per Vico

  39. capitano ha detto:

    mi no festeggiassi nisun e po bon.

  40. Sandi Stark ha detto:

    @ 33 “Lui scrive tutte cose vere”.

    Solo nell’ottica riassunta dal dr. Göbbels: una menzogna ripetuta infinite volte diventa realtà.

    Lassemo perder el 1848 quando Franz gaveva 18 anni, messo su da 1 giorno all’altro eccetera, la storia del 1848 xe assai complicata e repressioni iera stade ovunque compreso el Piemonte meno che a TS e GO, non a caso “città fedelissime”. Anche sulle repressioni nel Lombardo Veneto saria de far tante precisazioni, ma come disevo sarìa longo.

    Le vere e proprie “perle” della disinformacja xe due. Una sui contadini, che secondo l’individuo appoggiava l’Impero perchè ignoranti e succubi del Clero.

    Se no se conta che i contadini rappresentava el 98%-99% della popolazione e se no se fa un confronto sulle condizioni de sfruttamento dei contadini nei vari Stati europei, ecco che un merito straordinario (trattar ben el 99% della popolazion), diventa un demerito.

    I “contadini” xe sempre stai considerai minus quam merdam dalla borghesia massonico-risorgimentale (vedi Manzoni), inveze per i Asburgo dai tempi de Maria Teresa rappresentava sempre la maggior parte del popolo e dei sudditi.

    Bel saria anche, de contar cossa ghe iera successo ai contadini della penisola dopo l’avvento dei Savoia. Anche questo argomento saria longo ma tanto interessante.

    Perchè vari storici sta rivando alla conclusion che el “risorgimento” iera una lotta per el potere da parte de ridottissime percentuali de una certa borghesia “intellettuale”, in forte crescita numerica e quasi completamente tajadi fora dalle forme de Governo precedenti. Dove se fazeva carriera per merito, no per appartenenza a congreghe.

    Queste minoranze de “intellettuali” (virgolettà perchè per quei tempi bastava poco) se stava costituendo in Corporazioni che gavessi caratterizzà el novo “Stato Unitario”.

    El vero business dei primi del 1800 no iera el “vapore” ma le arti letterarie. Carta stampada, tipografie, giornai, agenzie telegrafiche,insegnamento. Ed avvocati e legulei vari, burocrati.

    A fine ‘800 Giustino Fortunato (uno dei suoi) se lagnava che nel Paese più analfabeta d’Europa iera el più alto numero de matricole a Giurisprudenza e Medicina.

    Corporzioni che saria stade foraggiade dallo Stato unitario. La prima con la Giustizia bizantina e con iniziative che elevava alla enne le liti giudiziarie (espropri). La seconda con un servizio sanitario pubblico fatto da raccomandazioni ed inadeguato, in modo de favorir el ricorso alla medicina privata.

    Xe ancora cussì, oggi Roma ga più avvocati della Francia e tanti servizi medici essenziali come ad esempio quei dentistici, no vien fornidi dallo Stato. O anche i servizi farmacistici, in man ad una delle Corporazioni del privilegio ‘talian.

    Le corporazioni de questi personaggi nel 1848 e dopo, coincideva con le loggie massoniche. El risorgimento xe sta fatto dalla massoneria.

    El novo Stato unitario centralista e burocratico gaveva trovà sistemazioni per queste Corporazioni, insieme con la camorra e la mafia.

    Le attuali Corporazioni che sostien lo Stato (notai, avvocati, magistratura, militari, prefetti, alti burocrati, giornalisti…) xe sempre presidiade dalle Logge massoniche. Coincidenze, naturalmente.

    Za l’anno successivo della “liberazion”, iera stadi moti con morti in diverse zone del veronese, con i contadini che zigava Viva l’Austria. Perchè i gaveva perso l’assistenza pubblica che garantiva i braccianti in casi de magri raccolti.

    In seguito la storia dei contadini unitari saria stada caratterizzada da tante belle iniziative, come i espropri de massa e le privatizzazioni, che li privava dei “territori comuni” dai quali i traeva el loro sostentamento.

    E che li metteva in condizioni de sfruttamento insostenibili (vedi le emigrazioni de masse contadine e quando le iera cominciade), perchè contemporaneamente i perdeva l’assistenza pubblica della Ciesa.

    E vedi tanti episodi successivi, come la tassa sul macinato.

    Ma le categorie sfruttatrici no gaveva de sti problemi. Un posto de impiegato statale o de maestro iera sempre garantì, come un posto de militar, carabinier o puglioto. E quei che se arricchiva no pagava tasse sui capitali. Pagava tasse, solo i poveri diavoli. Più o meno come adesso.

    Martin Clark ga scritto che el conto per l’unificazion xe sta pagà solo dai contadini, ed in parte dai artigiani.

    Categorie che inveze l’Austria favoriva, el 99% della popolazion nei primi anni del 1800, el 90% nei ultimi anni.

    La seconda “perla” xe che l’Impero iera sostignù dal Clero, ma rimandemo l’argomento.

  41. aldo ha detto:

    Nel Paradiso Terrestre dei Asburgo, i contadini viveva nela felicità materiale e spiritule grazie al divino Padre Franz che iera infinitamente bon e passava le giornade a far miracoli per farli star ben, ma li gaveva avertidi che no i doveva coglier el pomo dela autodeterrminazion nazionale come inveze voleva el satanico serpente dela massoneria. Ma ala fine xe bastà che l’1% de la popolazion se magni quel pomo e per colpa de lori xe rivada la caduta in sto mondo de lacrime che xe l’industria e i stati moderni. Ma presto, come disi la profezia, col ritorno dei Asburgo, quel paradiso tornerà e staremo de novo tuti ben come una volta. Me racomando, però, ocio che nissun tochi el pomo, che se no semo repete.

  42. Sandi Stark ha detto:

    El vaso de le monade xe ‘ssai grande. Prima de svodarne altre te podessi informarte dei diritti che gaveva la nazionalità italiana nell’Impero e confrontar se nel Regno de Italia iera qualcossa de simile.

    Tanti de lori ga dito poco dopo: “Stavimo mejo prima”, compresi tanti rispettabili ex irredentisti triestini.

    Tanti per modo de dir, li stago censindo uno per uno da anni e no son ancora rivà a 120.

  43. cap. achab ha detto:

    Di seguito vi posto un pezzo d’un articolo dell’arch. Kuzmin per il Piccolo circa la politica asburgica nei loro territori. Credo che paragonare quanto elencato rispetto alle modalità di vita nei territori italiani extra asburgici ce ne passi. Questo per evidenziare come nei nostri territori il ricordo degli Asburgo non è propriamente negativo. ECCO IL PEZZO: …. il 29 novembre del 1780, muore a Vienna la grande Imperatrice Maria Teresa, le succede il figlio Giuseppe II (1741-1790), che però già regnava da quindici anni in associazione con la madre. Ambedue i regnanti furono rappresentanti tipici del “dispotismo illuminato”, che si riferiva agli ideali dell’Illuminismo di Rosseau, Voltaire, Diderot e D’Alembert, affermatisi con la pubblicazione della Encyclopedie, il principale strumento di diffusione dei principi illuministici in tutta Europa. Maria Teresa introdusse l’istruzione primaria obbligatoria, il catasto e la tassazione equa sugli immobili, limitando fortemente i poteri della Chiesa, allora strabordanti. Giuseppe II prosegue l’operato della madre, riformando il Codice di procedura civile e quello penale con l’abolizione della tortura e della pena di morte, l’uguaglianza di tutti i sudditi alla stessa legge e l’innovativa assoluzione per insufficienza di prove, in luogo del precedente arbitrio del giudice. Non mancano progressi in campo economico (a Trieste, dopo il Borgo Teresiano nasce quello Giuseppino), ma della politica di governo di Giuseppe II, sono soprattutto le riforme religiose che assumono particolare rilevanza: vengono soppressi i conventi e riordinata la gerarchia della Chiesa eliminando gli ordini contemplativi, riducendo quelli religiosi e realizzando Seminari statali per l’istruzione del clero. Particolarmente importanti le “Patenti di tolleranza” che miravano ad equiparare i diritti dei cittadini di diversa religione ai cattolici. Nel 1781 è promulgato il Primo Editto di Tolleranza (Toleranzedict) riguardante Luterani, Calvinisti e Greco Ortodossi, l’anno successivo, con il secondo editto la libertà religiosa venne estesa anche alla popolazione ebraica, consentendo agli israeliti l’accesso alle cariche in Borsa, alle professioni liberali e l’ammissione all’università. Nel 1784 si spalancano così le due porte del Ghetto (delle quali è rimasta una, oggi a fianco della Sinagoga e quasi fronte al terrazzino di cui si parla), mentre l’anno successivo la segregazione è abolita per sempre, con grande anticipo rispetto i Ghetti al di fuori dei territori asburgici, che hanno dovuto attendere Napoleone o addirittura a metà ottocento (Roma nel 1870). È ipotizzabile quindi, che alle due aquile in ferro battuto vada associata la gratitudine alla figura di Giuseppe II che, si può ben dire, ha proprio cambiato la vita degli ebrei goriziani.

  44. aldo ha detto:

    Le mie “monade” del @41 no ironizava sul tema per certi ossessivo “Austria vs Italia un-due secoli fa”, ma su l’interpretazion dela storia come favoleta per fioi, fata de scontri tra presunti poteri boni (paternalisti)e presunti poteri cativi (egoisti), senza prender minimamente in considerazion nè el conflito interno al potere in ciascuna società nè el scontro alto/basso in ciascuna società, tra potere autoritario e lote de libertà, tra potere economico e classi subalterne, tra poteri ideologico-religiosi e prese de coscienza.
    Nei ultimi due secoli la cultura germanica ga prodoto, tra i altri, i conceti de lota de classe (Marx), volontà de potenza (Nietzsche), tecnica (Heidegger), società aperta vs società chiusa (Popper), come chiavi interpretative dele dinamiche storiche e sociali, anche per quel che xe sucesso nela cosideta Mitteleuropa, ma certi paraoci nazionalisti permeti de veder solo la galina con do teste e il tricolore e li vedi anche nele “monade” che ironiza su tuto altro.

  45. aldo ha detto:

    La galina con do teste no xe defonta per qualche cativik massone col stema dei savoia in man, ma perchè iera ormai una forma politica inadeguata a gestir i novi confliti, che Marx ciamasi lota de classe, Nietzsche emerger de nove volontà de potenza, Heiddegger tecnica e tecnocrazia, Popper apertura dele società chiuse. I stessi confliti che ga reso inadeguata anche la forme politiche zarista e dopo anche quela savoiarda. Ma se pol ridur tuto ala favoleta per fioi del re bon e del re cativo?

  46. Sandi Stark ha detto:

    Macchè “lotta de classe”, quela iera za prima e nell’Impero la iera all’acqua di rose rispetto altri posti. La lotta de classe xe l’ultimo dei motivi de la Katastrof.

    E no xe nianche vero che el iera finì perchè “inadeguato a gestir novi conflitti”.

    El iera finì per fame.

  47. Vico ha detto:

    @36 Sandi Stark
    Non ho dubbi che Francesco Giuseppe abbia fatto cose buone a livello locale, e non solo da noi di sicuro.
    Comunque bisogna stare attenti che L’imperatore aveva un bel pò di consiglieri ognuno specializzato su una certa parte del territorio.Quindi bisognerebbe andare a vedere chi era il funzionario locale dell’epoca nelle nostre zone etc etc.
    Quello che però appare evidente, la grande maccanza di Francesco Giuseppe, è il non aver fatto nulla per evitare di cadere nella alleanza con i tedeschi. Infatti all’interno della corte c’erà il partito filo tedesco ma c’era anche quello antitedesco. Non dimentichiamoci che l’impero ha combattuto contro l’Italia e La Germania alleate nel nostro periodo risorgimentale.
    Non dimentichiamoci, anche, che l’incoronazione di Maria Teresa è stata possibile solo dopo la guerra di successione austriaca quando i prussiani non erano stati ai patti fatti con il padre di Maria Teresa secondo i quali la Prussia avrebbe rispettato l’ascesa al trono di una donna.
    Maria Teresa ha sempre mantenuto vivo l’odio verso i prussiani perchè già all’epoca l’evidente volonta egemeonica prussiana era in funzione anti austriaca.
    quindi il fatto che L’AustriaUngheria, che proprio dalla Prussia e poi dalla Germania aveva ricevuto i colpi più duri alla proria stabilità(non dimentichiamoci della nascita del romaniticismo e quindi del nazionalismo che nasce anche quello in Germania e che tanto ha minato l’archittetura imperiale.)si alleasse con i tedeschi nella prima guerra mondiale non era affatto scontato.
    Francesco giuseppe invece scelse quella alleanza scellerata non ascoltando coloro che invece gli dicevano di allearsi con gli inglesi.
    la costituzione dell’italia in minima parte ha danneggiato L’austria che già quella volta si preferiva stare sotto l’austria che non sotto l’italia. La costituziobne della germania invece ha veramente fatto male all’impero compromettendo il suo futuro. fece perdere all’austria l’egemonia sulla baviera e tutti gli altri staterelli della germania spostano la sua influenza a oriente e costringendola a concedere l’autonomia all’ungheria per rimanere in piedi.
    franceso giuseppe qwuesto non lo capì per nulla nonostante lo avvertissero della cosa. tra questi consiglieri ci fu Francesco ferdinando che non voleva entrare in guerra con la germania e guarda caso fu proprio quello che venne ucciso a sarajevo. (Con grande gioia dei tedeschi).

  48. effebi ha detto:

    ma …iera la festa dei devoti sudditi popoli cattoimperiali ?
    e chi ga cacciado la pila per el festin della restaurazion ?

  49. effebi ha detto:

    ma sta festicciola i la ga fata i italia o in burundi ? …feme capir…

  50. Vico ha detto:

    @49 cosa te intendi quando te chiedi se ga fa la festa in italia o nel burundi? non capisso

  51. effebi ha detto:

    volevo conferma che una festa simile… (dei popoli -migamone- devoti della bicipite) xe sta fata in un paese cussì tanto retrogrado come l’italia
    gorizia xe in italia no !? me confermè ?
    qualche volta me perdo…

  52. ololo ha detto:

    Xe ‘ssai caldo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *