Ogni anno nel nostro Paese vengono buttati via 12,3 miliardi di euro di cibo consumabile pari a 5,5 milioni di tonnellate. Parte da Trieste, con la prima Giornata 2012 di ‘Last Minute Market’ il 29 settembre, la campagna di sensibilizzazione contro gli sprechi alimentari che coinvolgerà i cittadini del Nordest.
L’iniziativa partirà da Trieste Next, il Salone europeo dell’innovazione e della ricerca scientifica la cui prima edizione si svolgerà nel capoluogo giuliano a fine settembre.
Il progetto rientra nella campagna Un anno contro lo spreco promossa da Last Minute Market, spin-off dell’Università di Bologna che si occupa di recupero dei beni invenduti o non commercializzabili a favore di enti caritativi. La società di cui è direttore scientifico Andrea Segrè ha anche il sostegno del Parlamento europeo, che a gennaio ha approvato una risoluzione su come evitare lo spreco di alimenti e migliorare l’efficienza della catena alimentare nell’Ue.
Capofila dell’iniziativa, presentata oggi, sono il sindaco di Trieste Roberto Cosolini, il governatore del Friuli Venezia Giulia, Renzo Tondo, e quello del Veneto Luca Zaia, che hanno già sottoscritto la Carta Nordest spreco zero. L’obiettivo è coinvolgere 100 sindaci, che si impegneranno per esempio a favorire nei bandi pubblici per i servizi di ristorazione le aziende che contengono gli sprechi delle derrate alimentari e utilizzano prodotti a km zero.
Splendida iniziativa. Mi viene una rabbia infinita a pensare a quanto cibo ancora buono viene gettato quotidianamente dagli esercizi commerciali, dagli enti di ristorazione…
visto che parliamo di sprehi, ho già fatto notare una volta la cosa, a osa servono 7 tipi di prosciutto cotto in un negozio? quelli non sono sprehi? oppure 5 tipi i mortadella? quello non è uno spreco quando ne basterebbero due? Sapete quanta roba si potrebbe risparmiare se solo noi evitassimo di richiedere cose che non sono indispensabili?
Quella è colpa nostra dimaco, che seguiamo le mode, le marche differenti…siamo troppo viziati.
Se non ci fosse richiesta non ci sarebbe offerta.
uno fattore che ha portato al crollo del comunismo è questo:
nei negozzi si trovavano solo due o tre scelte per prodotto.
se a sinistra si continua a ragionare in certi termini non si va da nessuna parte.
limitare gli eccessi, ma volere i negozi soviet è fuori discussione.
mi ricordo bene i negozzi yugo con poca scelta, e i bus targati yu a ts…
In realtà gli sprechi descritti nell’articolo sono ben altri: tonnellate di cibi vengono buttati dai negozi perchè vicini alla scadenza.
Non si potrebbe invece regalarli a chi ne ha bisogno?
Ricordo di aver visto qualche anno fa in Austria prodotti scaduti da un giorno venduti a prezzo stracciato.
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isabella
mi sembra che ci vuole ben poco.
si vendono a prezzo di realizzo, senza margini. o minimi.
Cosolini :”io sto qui con le mani incrociate, benedicendo l’iniziativa ma non facendo niente come un nonno arterosclerotico. Oh oh oh, merry christmas!”
@maurice invece vengono gettati nelle immondizie e sopra ci buttano perfino sostanze inquinanti affinchè nessuno vada a pescare i prodotti dai bidoni 🙁
allora il consumismo ocientale si basa sul fatto che la roba deve durare poco. Tutto il sistema poggia su un’unico dogma: usa e getta. Questo ha portato a un’eccessiva produzione di spazzatura e scarti che ammorbano il pianeta. Una vota le cose venivano fatte per durare. A casa abbiamo un frigo che ha più anni di me(42) e funziona come se fosse nuovo e non da problemi al contrario di quelli nuovi che si rompono o guastano con una frequenza irritante. I miei hanno avuto una lavatrice zoppas per più di 30 anni. Quano hanno preso una nuova è durata poco più della garanzia allegata. Vi è un interessante filmato su youtube che parla proprio del come è stato invengtato il consumismo partendo dalle lampadine che all’inizio duravano migliaia di ore sino ad arrivare a oggi che ne durano circa 1000. Ora lo cerco e se lo trovo lo posto.
Mauricets proprio in quel filmato viene spiegato che nei paesi comunisti le cose dovevano durare minimo 25 anni perchè l’imperativo era risparmiare materie prime.
http://www.youtube.com/watch?v=v3LMnJtrSvw
eccolo qui
Anche nei Mercator in slo, trovi i prodotti in scadenza al 50% del loro costo
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Paolo Nanut
è tutto relativo è dipende dal punto di vista.
un elettrodomestico recente consuma meno, quindi inquina poco.
se è in classe A++ in due anni te lo sei ripagato.
è riciclabile quasi completamente.
io toglierei, o abbasserei, anche l’IVA su prodotti allimentari vicino alla scadenza.
sempre che ti duri due anni mauricets
12, hai ragione, come hai ragione 13.
purché pastoie burocratiche e palleggiamenti di responsabilità relative ai permessi cui accenna il Piccolo di oggi, non vadano a vanificare una splendida iniziativa
El libreto rosso de Cosolini : IL REGIME E’ MODERNO,ECOLOGICO,SOSTENIBILE E NULLA VA SPRECATO.
Me sa tanto che quel libreto lo go ispirà abastanza…
Ma nei supermercati se sempre un solo tipo de prosciutto, mortadella etc., un solo detersivo, un solo tipo di merendina e così via.
I salumi perchè riva tutti dalla cina, poi ghe fa il timbro della località da dove teoricamente te diranno che verrà, e fatto il lavoro.
tutti i detersivi e bagni schiuma se della Unilever, quasi tutti i dolci e affini se de nestlè,etc. etc. il cibo in genere xe della kraft. Una roba solo se garantida: CHIMICA AL CENTO PER CENTO. per ogni foia de insalata o pezzo de cibo che magnemo la metà xe pura chimica. alla salute del nostro fegato.
cè sta copando.
mi go un’auto de 30 anni, e tutti se lamenta che la xe vecia. mi la me durerà altri 20, e sentirò lamentele a gogo. e poi gli stessi me fa discorsi contro lo spreco. ma nde cagar.
personalmente il consumismo all’americana non piace.
personalmente ho tutti gli elettrodomestici di circa 14 anni.
mai rotti.
non sono in classe A++, ma visto che quando li ho presi erano al top di gamma (non per fare il figo, ma perchè consapevole del vantaggio tecnologico) ora sono ancora ragionevolmente parsimoniosi.
a parte un intervento sulla lavatrice, mai guasti.
per quanto riguarda gli autoveicoli non si puo lesinare su una cosa:
la sicurezza.
una auto, se non è di segmento alto, 30 anni è pericolosa in caso di incidente. dovendo farci sali sopra moglie e figlio non baratto i soldi per l’incolumità.
tralascio il fattore inquinamento.
anche vivere e lavorare.
Boh un’auto de 10 anni, 100.000 km tutta battuda dalla grandine e una de 12, quasi 200.000 km me sembra esser abbastanza sparagnini 😉
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isabella
un’auto di 10 anni, con manutenzione adeguata, dovrebbe essere relativamente sicura.
con ABS e Airbag almeno.
e crash test al limite della sufficienza per i standard 2012.
a meno che non si tratti di una utilitaria. una bara su 4 ruote.
non si può, e non si deve, risparmiare sulla incolumità di chi guida e dei passeggeri.
e’ vero quanto dite, lo spreco di cibo e’ allucinante e fa pena pensare che chi non ha i soldi per permetterselo non se lo merita, piuttosto buttarlo! A costo di far qualche soldo in piu’! Ma allora, alla luce di quest’inumana logica, non e’ anche logico che il commercio, come esiste oggi, non ha senso? E’ questo il nostro futuro? O i soldi o la carita’? Una volta la gente pensava che saremmo avanzati in termini di civilta’ e progresso, piu’ beni per tutti ecc, e invece, nonostante l’avanzamento tecnologico, pare che l’ingordigia regni ancora sovrana.
Comunque, non sono ipocrita, e’ vero che anche chi il cibo se lo permette lo butta, purtroppo. Siamo diventati il consumismo.
Subito fora del convegno Cosolini, Tondo e Zaja, i ga visto una vecia che trapolava co’ le scovazze i xe andai là e i ghe ga dito:
“Signora, la vardi che no bisogna sprecar el cibo, gavemo fatto la società, la mostra e faremo anche el salon per insegnarghe alla gente a no sprecàr el cibo.”
“Vardè che mi go la pension minima e no stago butando scovaze in cassonetto, me stago solo ciolendo la zena.”
Beh Maurice, è un’utilitaria, una Peugeot 206, quello che mi potevo permettere 😀
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isabella
ma la 206 non era, e non lo è tuttora nella nuova versione, male.
poi dipende dall’allestimento.