23 Luglio 2012

Rigassificatore: Passera passerà?

Roma locuta causa soluta? O Roma doma? Il rigassificatore è cosa fatta, “questo” rigassificatore, s’intende, non un impianto più moderno e sicuro? Il quotidiano locale di lingua italiana accredita la tesi a piene colonne, pubblicando con grande risalto  un’intervista a Corrado Passera, titolare del dicastero per lo Sviluppo economico e le Infrastrutture. Guarda caso, gli dedica lo stesso spazio di una paginata di pubblicità Gas Natural di pochi giorni prima.

Il ministro “chiude la partita”, recita il titolo  (non “afferma”, “pone una pesante ipoteca”,  ma “chiude la partita”. Dov’è finito il giornalismo)?
Sotto sotto, il messaggio sembra essere: siano pronti i triestini alla scelta dolorosa, ma necessaria, che comunque porterà anche sviluppo e lavoro al territorio.
Il tutto in nome degli interessi dell’Italia (rispetto alla quale siamo diventati, udite udite, baricentrici). E soprattutto, andrebbe aggiunto per completezza di informazione, di chi  rivenderà il gas in Europa, o non lo farà, ma percepirà ugualmente i contributi del FGL. Perché il fattore di garanzia – peccato originale mai abbastanza sottolineato – assicura all’imprenditore, per vent’anni, l’80% del provento stimato. Con danari pubblici, va da sé.

Bene, con buona pace della testata, di Passera, del presidente della Regione Renzo Tondo, e degli industriali friulani cui è stato promesso l’impianto, le cose non stanno così. Stiamo ai fatti.

Nell’intervista non c’è il minimo accenno, ad esempio, alla diatriba con la Slovenia, e alla discrasia tra il ministro e il Presidente del Consiglio Mario Monti. Questi, reduce dall’incontro con il suo omologo sloveno Janez Janša, ha testualmente detto (intervista in voce alla Rai) «Abbiamo preso atto di quanta importanza rivesta, per la Slovenia, la questione del rigassificatore nel golfo di Trieste. E’ un punto su cui i ministri si potranno confrontare nell’incontro bilaterale di Lubiana».
Anche il responsabile dell’Ambiente Corrado Clini, pur prudente, ha richiamato la “valutazione degli enti locali e i vincoli per la sicurezza” la “scelta del destino che si vuole per l’area portuale”, le “controverzie interna. Ma Passera dice che la cosa è fatta («e Passera è un uomo d’onore», avrebbe aggiunto il bardo di Stratford).

A detta poi dei tecnici della Regione (pur vivamente stimolati dalla giunta per un parere positivo) esistono ancora zone d’ombra sulla compatibilità del progetto con la sicurezza umana, l’operatività del porto e la tutela dell’ambiente marino.
Ma Passera taglia corto «a qualunque costo». Perché il costo lo pagheranno i triestini, non altri. Numericamente, un pugno di voti, politicamente, un’enclave non tutelata dai suoi rappresentanti triestini in sede regionale e nazionale. Anzi.

Sarà ora di chiedere pubblicamente ragione della vergognosa latitanza sul tema a chi dai voti cittadini ha avuto il mandato – lautamente retribuito – di rappresentare gli interessi di Trieste. Non è un fatto di destra o sinistra. Una discarica esplosiva nei pressi del centro abitato, una coltellata al cuore del porto, un vagone di tossine gettate a mare ogni giorno non suono cose di colore partitico. E poi, quando sono in ballo interessi da centinaia di milioni di euro, le coloriture sfumano sino a un’indistinta opacità. Perché la vicenda è tenuta nascosta al limite della secretazione.

Eppure la pubblicizzazione, il cioé coinvolgimento della popolazione, a livello informativo è prescritta dalla normativa Seveso valida a livello europeo.
Seveso, come il Vajont prima e il caso Thissen Krupp poi ci dovrebbero aver insegnato ad abundantiam come, quando ci sono in ballo grandi interessi economici, la pelle del cittadino vale poco.
Sono state fatte, per questo, delle leggi. Ma  Passera non è uomo di legge. Né di politica. E’ un grande manager bancario (già, di quel sistema che tanto bene ha fatto alla nostra economia, nel periodo recente). Da manager, è abituato a decidere e comandare: «Si fa e basta». Esistono delle espressioni della volontà popolare con cui i manager forse no, ma i politici sì che devono confrontarsi. Il voto, ad esempio (Passera non lo ha eletto nessuno, ma si tornerà alle urne presto, vivaddio). E poi, come diceva il notaio del Krebsmühle, ci saranno bene dei giudici a Berlino.

Sulla vicenda Gas Natural ci sono già dei ricorsi pendenti presso la magistratura amministrativa e quella ordinaria. E, a detta dei giuristi, esistono appigli per configurare azioni legali collettive nei confronti dei portatori di responsabilità. Le scelte ancora non sono attuate, ma, una volta formalizzate, permetterebbero di chiamare in causa gli amministratori pubblici come i funzionari (che poi sono quelli che rischiano di più: si sa che alla fine a pagare è il piantone).
Gli imprenditori interessati, supportati da molti politici probabilmente pensano di poter mettere la città di fronte al fatto compiuto.

Negli anni ’70 Roma e la Regione con il suo presidente Adriano Biasutti, volevano imporre a Trieste una megacentrale termoelettrica a carbone. Vista la contrarietà dei cittadini Biasutti cambiò idea. E si disse pronto ad impugnare la specialità regionale contro il Comitato interministeriale per la programmazione economica.

Certo, Renzo Tondo è di un altro stampo. Certo, l’età media da allora e cresciuta, e il fronte pro rigassificatore si è convinto che Trieste reagirà con un mugugno rassegnato.

Forse non sarà proprio così. Forse – come dice qualcuno – Passera non passerà.

 

 

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37 commenti a Rigassificatore: Passera passerà?

  1. giorgio (no events) ha detto:

    grazie Luciano del linguaggio semplice con cui hai spiegato una situazione complessa.

  2. Triestin - No se pol ha detto:

    Passera non passerà e dalla slovenia giungi voci che il loro ministro xe molto deciso sul NO al rigassificador…ma chi xe sto passera http://www.politica24.it/articolo/corrado-passera-indagato-ma-nessuno-ne-parla/24057/

  3. Marisa ha detto:

    http://www.frontefriulano.org/rassegna.asp?ID_RASSEGNA=549&ID_AREA=0

    COMUNICATO STAMPA N. 119 19/7/2012

    Elettrodotto Redipuglia-Udine ovest e dintorni

    SCAVALCATI I CONFINI DELLA DECENZA
    L’EFFICIENZA ENERGETICA PER LO SVILUPPO.

    MIRACOLATI DAL SANTO DEL GIORNO, ALCUNI GIORNALISTI DELLA CARTA STAMPATA, PER NON DOVERSI CONTAMINARE CON LE RAGIONI DEL TERRITORIO, SONO GIUNTI IN VOLO DIRETTAMENTE NEL SALONE DELLA CONFINDUSTRIA. UNA VOLTA DISSETATI ALLE FONTANE DELLA VERITA’ PADRONALE E PRIMA DI POTER ESSERE ASSALITI DAL DUBBIO, SONO CORSI A DIFFONDERE IL VERBO AD UN POPOLO ABITUATO ALLA PROPAGANDA DEI FORTI. TESTIMONE DEL MIRACOLO UN GRAN NUMERO DI MEMBRI DEL COMITATO PER LA VITA DEL FRIULI RURALE IVI CONVENUTI PER LA DIFESA DEI PRINCIPI SANCITI DALLA COSTITUZIONE E PER RESPINGERE IL RICATTO OCCUPAZIONALE.

    Sia ben chiaro: la Confindustria ha il sacrosanto diritto di enunciare i suoi propositi e difendere gli interessi delle società energivore che controllano l’associazione. Non per questo lo deve imporre alla cittadinanza a suon di bugie, profittando di una posizione dominante garantita da una stampa servile ostile al confronto delle idee e da una classe politica pronta ad immolare gli interessi e la dignità della popolazione amministrata sull’altare dei poteri forti.

    Insensibili al fatto che il martedì 17 porta male, hanno voluto accelerare i tempi, fare cioè un colpo di mano capace di ubriacare l’opinione pubblica, sotto la spinta di un ricatto occupazionale manovrato ad arte e con il pretesto di una sicurezza energetica che ha ben altre finalità rispetto a quelle dichiarate.

    Di un confronto delle idee nemmeno a parlarne! Si è trattato piuttosto di dar vita ad un comizio per dichiarare il “boja chi molla” e per ratificare una sorta di colonialismo, ovvero, una spartizione da compiersi sulla pelle della collettività, per cui tu mi fai fare un elettrodotto mostruoso che sfrutta il territorio e non lo serve affatto e io ti aiuto ad entrare nel lucroso ed esclusivo mercato dell’energia.

    Comprensibile, e per certi versi scontato, il patriottismo confindustriale di cui si è fatto portavoce il presidente Luci e nulla da eccepire sulla competente analisi compiuta da Massimo Beccarello a riguardo dell’efficienza energetica. Per il resto si è trattato di mera propaganda somministrata con teatrale abilità da parte di quel Alessandro Ortis sotto la cui presidenza alla Authority per l’energia la Terna ha potuto crescere a dismisura ed egli ha potuto giustificare la sua perdurante inefficienza col dire che le società controllate non gli versavano le provviste necessarie a mantenere la dovuta vigilanza.

    Un ammiccante ricorso a battutine in friulano per accattivarsi l’uditorio, lui che Morteglianese di nascita vuole ripagare il paese di origine con una teoria di mastodontici tralicci piantati fra Lavariano e Mortegliano. Lui ha introdotto gli interventi, condiviso e sponsorizzato ogni affermazione, anche la più partigiana ed inverosimile. Ha saputo avvallare le tesi meramente speculative dell’elettrodotto della Carnia che, per essere una merchant line, è ad esclusivo beneficio delle società proponenti e, come tale deve costare il meno possibile, naturalmente a discapito del territorio.

    Meno banale, sebbene reticente, l’intervento di Benedetti, patron della Danieli, al quale è spettato il compito di illustrare i grandi meriti delle industrie manifatturiere, per poi, senza mezzi termini, poter dire “o mi fate l’elettrodotto della Terna e il rigassificatore di Zaule o me ne vado in Croazia”, senza per questo sentire il dovere di esplicitare né l’entità dell’energia effettivamente necessaria, né entro quanto disporne, né tantomeno quanto fosse disposto a pagarla.

    Davvero sintomatico! Come emblematica la dichiarazione poi resa al direttore di Telefriuli con la quale non ha esitato a dire che, elettrodotto o non elettrodotto, avrebbe sbaraccato comunque di fronte ad un bilancio in rosso!

    Più banali e scontate le ragioni della Terna rappresentate dal suo presidente e dalle truppe cammellate fatte affluire per l’occasione: quel prof. Malinconico che Monti ha dovuto cacciare dal governo una volta scoperto che si faceva pagare le spese dai profittatori del terremoto dell’Aquila; o quel Vittorio Cecconi fatto affluire da Palermo, il quale per attribuirsi un aura di credibilità e negare l’affidabilità delle linee interrate, contro ogni evidenza internazionale, si è dovuto definire un puro.

    All’acciaccato presidente Roth, tirato in ballo dare peso ad un operazione che in cinque anni non è mai decollata è toccato infine magnificare un elettrodotto che nessuno vuole e che potrebbe essere tranquillamente sostituito da una linea interrata.

    Un disco rotto contestato a più riprese da ogni parte, che non serve al territorio e che invece si serve del territorio per consolidare il monopolio, non certo il risparmio energetico.

    Di quell’opera senza capo né coda, gli hanno fatto dire che più dell’ottanta per cento dei comuni ha sottoscritto l’accordo, tacendo il fatto che sono andati a chiedere il consenso ai comuni graziati dall’ecomostro, mentre è vero il contrario: cioè che più dell’ottanta per cento dei comuni attraversati ha ratificato la contrarietà all’elettrodotto aereo.

    Gli hanno persino fatto scorrere le immagini degli eterei e semi invisibili piloni monostelo che, per piegare la volontà generale, hanno diffuso in centinaia di cartelloni pubblicitari e che, dopo averli millantati, alla fine della fiera sono spariti, perché non sono mai esistiti i presupposti tecnici per avvalorarli. Un disco rotto che avremmo contestato seduta stante qualora fosse stata data l’opportunità del dibattito.

    Ma a riprova del fatto che di un comizio si è trattato, si sono guardati bene dal parlare delle nuove frontiere della green economy, delle smart grid, ovvero di quelle strategie che interagendo con il territorio nulla hanno a che vedere con i mega elettrodotti aerei e che al pari di quanto avviene negli altri distretti europei avrebbero stimolato l’attività manifatturiera e il risparmio energetico della nostra Regione.

    Assente il governatore Tondo, a metterci la faccia con il solito ritardo, è stato il suo vice Ciriani, il quale si è detto pronto ad assecondare le richieste degli astanti, cioè a promuovere l’elettrodotto Redipuglia-Udine ovest, il rigassificatore di Trieste e l’elettrodotto della Carnia.

    Ma se le sue dichiarazioni non hanno fatto altro che avvalorare la richiesta di messa in stato di accusa formulata dal Comitato, la sua impudenza ha raggiunto il colmo nel momento in cui egli ha dichiarato che l’ amministrazione regionale ha già dedicato alle questioni sul tappeto un infinità di incontri pubblici e che, quindi, dopo aver troppo dibattuto era arrivato il momento di dover decidere.

    Poi, smentendosi nei fatti, ha infine ricordato la persistente esistenza di un tavolo negoziale aperto ai Comuni e alla Terna, che tavolo non è, che la società proponente ha snobbato e boicottato, respingendo ogni possibile alternativa, quale è stata considerata dal consulente ingaggiato dalla Regione stessa.

    Di certo, Ciriani ha un idea molto vaga delle regole della democrazia e della stessa legalità.

    Di certo hanno deciso di ingranare la marcia del conflitto e non quella del confronto. Occultare la verità dei fatti, fare i conti senza l’oste e in spregio alla volontà espressa dalle amministrazioni comunali e delle popolazioni non farà che allontanare la risoluzione di un problema che in cinque anni gli inganni non sono riusciti a dirimere.

    Aldevis Tibaldi (tel.330998268)
    Comitato per la Vita del Friuli Rurale
    ————–

  4. enrico maria milic ha detto:

    grande commento, bravo luciano!

  5. italiano ha detto:

    Il rigassificatore si farà.

  6. dimaco il discolo ha detto:

    Comitato per la Vita del Friuli Rurale

    esisti una roba cussì?

  7. Triestin - No se pol ha detto:

    Passera non passerà bel intervento Luciano il rigassificador no se farà ne oggi ne mai..

  8. Marcus ha detto:

    Non vorrei dire ma con questa storia stiamo andando avanti dal 2008, se non prima, è già quella volta era chiaro che non si poteva fare, o meglio si può costruire un rigassificatore, ma mai e poi mai sarebbe arrivata la nave gasiera per alimentarlo. Oggi i motivi sono sempre gli stessi ovvero sicurezza, ambiente ed inutilità o chiamalo semplicemente buon senso.

    Ma cosa gli dobbiamo ancora dire a questi inviati di Gasnatural come Tondo e Passera?

    Forse la miglior cosa da farsi è di parlare direttamente con Gasnatural spiegando che non serve pagare tutti questi signori politici per fare pubblicità ad una cosa che tutt’all più creerà un tale casino che alla fine ancora rimettono altri soldi.

    E’ pensare che esiste Gasnatural Renovable che fa impianti eolici, fotovoltaici ecc..

    Quanta energia sprecata in parole, per un tema inutile.

    Rigassificador a Trst? NO SE POL far e finita la.

  9. Ma chi xe sto Passera?? ha detto:

    @per Tiestin non se pol. . . Nel link che cita si ricorda che Passera sarebbe indagato ed altempo stesso si candiderebbe nelle prossime elezioni del 2013. Probabilmente anche lui si è accorto che entrare a pieno titolo in parlamento può far parte di quella schiera di intoccabili. . .e tutto finirà in niente!
    Condannati in galera è una cosa. . condannati a percepire 20.000 eur/mese è un’altra 🙂

  10. ufo ha detto:

    Visto che il Passera proviene dal settore bancario potrebbe essere il caso di parlargli in un linguaggio che gli è familiare, quello dei soldi. Se vogliono imporre la loro schifezza prima quantifichino per iscritto tali “sviluppo e lavoro per il territorio”, poi facciano una fideiussione bancaria o assicurativa, in solido tra il Ministero per lo Sviluppo economico e le Infrastrutture ed il minstro Passera personalmente, a garanzia di tale promessa. Duecento milioni di euro di fideiussione a favore degli Enti locali interessati dall’ecomostro, presso istituto bancario o assicurativo estero con rating AAA, potrebbe bastare. Perché a promettere posti di lavoro a vanvera son buoni tutti, tanto se va buca mica rispondono di persona… chi è che l’ha chiamato “fare i froci col culo degli altri”?

    E se mi fate principe di Miramare e San Giusto avrete in cambio la zona franca, tanti posti di lavoro da poter chiuder la Ferriera senza conseguenze, l’Ursus trasformato in attarzione turistica e Scala santa riservata alle bici con senso unico indovina dove?

  11. Marisa ha detto:

    @ il commento nr. 6

    “Comitato per la Vita del Friuli Rurale
    esisti una roba cussì?”

    Non solo esiste ma il suo presidente – Aldevis Tibaldi – è stato anche querelato per diffamazione da TERNA, e la querela è stata archiviata dal magistrato competente. Molto interessante è la motivazione dell’archiviazione.

    Vi ho incollato l’ultimo comunicato stampa di questo importante comitato perchè denuncia il fatto che ora stanno cercando di imporre elettrodotti e anche il rigassificatore di Trieste, utilizzando il ricatto occupazionale.

    I sindacati dei metalmeccanici su ciò si sono spaccati, con la CGIL di Franco Belci dalla parte padronale e UIL e CISL a denunciare il ricatto occupazionale.

    Vi incollo il link con il manifestino della UIL/metalmeccanici distribuito alla manodopera della ABS.

    http://comitat-friul.blogspot.it/2012/07/elettrodotto-terna-tratto-redipuglia.html

    Terna per cercare di imporre la versione aerea dell’elettrodotto nella Bassa friulana, le ha tentate tutte ( e con la complicità della attuale Giunta regionale di Renzo Tondo), oggi stanno giocando la carta del ricatto occupazione. Quello che viene chiesto con forza dai friulani è solamente la versione interrata dell’elettrodotto, ma anche questo pare essere troppo per TERNA che da anni resiste alla richiesta.

    E per il rigassificatore di Trieste la storia è identita…

  12. Marisa ha detto:

    “E per il rigassificatore di Trieste la storia è identiCA”

    scusate, avevo scritto “identita”.

  13. nick ha detto:

    a parte che secondo me, giornalisticamente, l’intervista di Maranzana è un’ottima intervista, e non capisco insinuazioni del tipo “dove è finito il giornalismo?”, così come non capisco l’insinuazione legata al risalto dell’intervista. Se intervisti il ministro per lo sviluppo economico su un tema del genere è abbastanza normale che il pezzo sia ampio e vada in apertura di pagina. E questo andrebbe accettato anche se non si condivide quanto l’intervistato dice. Inoltre, bisognerebbe guardare un po’ più in là del famoso backyard. Le infrastrutture hanno un interesse strategico per il sistema-paese; se avessimo ogni volta accettato i diktat della rumorosa minoranza di turno contraria a questo o a quello ci muoveremmo ancora attraverso le mulattiere.

  14. Arlon ha detto:

    non capisco insinuazioni del tipo “dove è finito il giornalismo?”
    —–
    El xe finido nel momento in cui xe colluso con i interessi che doveria presentar e descriver in modo equidistante.

  15. nick ha detto:

    secondo me l’intervista è proprio inappuntabile.

  16. capitano ha detto:

    Sarà inappuntabile l’intervista ma il ministro è lo stesso che ci metteva la faccia sulla salerno reggio calabria finita entro il 2013?
    Buona notte…

  17. Giovanna ha detto:

    Bravo Luciano.

  18. Triestin - No se pol ha detto:

    Oggi intervista del Piccoglio al Ministro Clini
    Il rigassificatore ancora lontano e tutto ancora da definire ( per nick )
    1)Manca un piano energetico e dei rigassificadori. Prima iera de far la valutazion strategica per situar i rigassificadori cosa prevista dalle norme UE e i sta lavorando a questo.
    2)Manca el piano de sviluppo regionale sia portuale che energetico ( vincoli e servitù per il porto, e per i usi delle aree circostanti.
    3)Question più importante xe l’opposizion slovena ( manca la VAS transfrontaliera )
    4)Manca la Vas del piano regolador del porto dove al ministero i sta analizzando anche altro come la valutazion dell’impianto de rigassificazion off shore E quel che se ga dimenticà manca ancora l’ok definitivo al gasdotto marino

  19. nick ha detto:

    la speranza è che si decida in fretta, qualsiasi sia l’esito. Perchè non si può tirare avanti troppo per le lunghe una cosa del genere, specie in momenti come questo.
    Che si decida: sì o no. Basta che si decida.

  20. Triestin - No se pol ha detto:

    senza dimenticar i vari ricorsi al tar e alla UE… sotto una interrogazion in region de poco fà Comunicati Agenzia Consiglio Notizie
    SA-PRC: Kocijancic, su rigassificatore Zaule pareri inascoltati
    24 Luglio 2012, ore 13:10
    (ACON) Trieste, 24 lug – COM/AB – Alcuni giorni, il ministro alle infrastrutture Corrado Passera ha dichiarato che l’installazione del rigassificatore a Zaule (Trieste) sarebbe assolutamente necessaria, affermando inoltre, del tutto impropriamente, che l’impianto creerebbe molti posti di lavoro e significherebbe per i cittadini un notevole sconto sulle bollette del gas, cosa priva di qualsiasi fondamento e già pubblicamente smentita alcuni anni or sono dagli stessi rappresentanti di Gas Natural nel corso di un’audizione in Consiglio regionale.
    Lo mette in evidenza il consigliere regionale Igor Kocijancic (SA-PRC), che in un’interrogazione alla Giunta rileva come anche la Regione, per mezzo del presidente Tondo e, più recentemente, del vicepresidente Ciriani, si sia dichiarata incondizionatamente a favore dell’impianto, malgrado i pareri negativi fin qui resi da ben tre Consigli comunali e dal Consiglio provinciale, e nonostante Gas Natural non abbia risolto nemmeno a livello teorico le numerose criticità progettuali già segnalate, tralasciando il parere negativo reso dagli organi competenti della Repubblica di Slovenia.
    È in corso – ricorda Kocijancic – una conferenza dei servizi che sta affrontando le numerose criticità connesse alla progettazione dell’impianto, che Gas Natural in tutti questi anni non è riuscita o non si è nemmeno curata di dissipare; sembra inoltre che la Regione non voglia tenere in alcuna considerazione i pareri espressi dalle suddette autonomie locali.
    Date queste premesse, Kocijancic si chiede come sia possibile che i massimi esponenti della Giunta regionale continuino a dichiararsi a favore dell’impianto di rigassificazione di Zaule, mentre è ancora in corso una conferenza dei servizi che potrebbe determinare ancora una volta lacune, incongruenze e criticità, e soprattutto vuol sapere perché non si vuole prendere in alcuna considerazioni le proposte alternative già presentate da alcuni soggetti (Legambiente) e dallo stesso tavolo tecnico sul rigassificatore che sta lavorando al tema da alcuni anni.

  21. si può fare ha detto:

    solito intervento fumantin e fondamentalista de Santin… sempre la stessa sopa rimescolada… sinceramente mi sarei aspettato qualcosa di più ma già le pallottole stanno per finire e le armi sono rimaste spuntate…. ma perchè ai sloveni dobbiamo chiedere sempre il permesso per qualsiasi cosa che accade a trieste e perchè non chiediamo invece a gran forza di chiudere la centrale nucleare di Krsko, quella sì nel nostro cortile, e di una pericolosità devastante? non è che gli sloveni si preoccupano tanto del rigassificatore perchè vogliono una parte della torta o comunque vogliono tutelare i loro interessi nazionali? io non mi fido di queste finte collaborazioni transfrontaliere…. vorrei vedere se il rigassificatore lo avessero fatto a capodistria….

  22. ufo ha detto:

    Te pareva che dopo do tre ani de discusion vien fora quel che bisonia spiegarghe tuto dal inizio.

  23. Triestin - No se pol ha detto:

    el ga capì ma continua a far el mo..
    con Krsko e Koper….

  24. sergio ha detto:

    quello che più fa schifo l’assoluto silenzio o presa di posizione dei nostri politici Fedriga Rosato Menia e Camber, pagati profumatamente per non difendere gli interessi di Triestei vergogna, ricordatevi di loro nelle prossime elezioni

  25. Dario Predonzan ha detto:

    Beh, chi tace acconsente, no?

  26. lorenzo ha detto:

    Kein GN in Triest,ist es klaar????

  27. Luciano Santin ha detto:

    Caro Nick,
    faccio il giornalista (ahimé) da più di quarantacinque anni. Sarei anche un po’ quiescente se non fosse che temo che ci siano, per Trieste, gravi rischi legati al progetto di “questo” rigassificatore.
    Sottolineo tre volte il “questo”. SE POL far, eccome se SE POL.
    SE POL FAR molto molto meglio sotto il profilo della sicurezza, della compatibilità con i traffici del porto, della tutela dell’ambiente. Però non si vuole copiare i paesi evoluti.
    Mi pare che con le tue accuse di “nosepolismo”tu eviti sistematicamente di considerare questo dato: non c’è opposizione al gas o ai rigassificatori, neanche nell’area triestina. Soltanto si chiede di realizzarli come farebbero, ad esempio, gli americani.
    Siamo per le infrastrutture, di cui abbiamo gran bisogno, se ben fatte. Ti sembra un ragionamento ottuso e dissennato?
    Credi non è un espediente da “meglio nemico del bene”, qui un rigassificatore floating, ben al largo, sarebbe abbastanza facile da realizzare. E costerebbe anche meno.
    Ma torniamo al giornalismo. L'”impeccabile intervista” semplicemente intervista non è. Il ministro ha mandato una nota, che il volonteroso esecutore ha trasformato in un testo a domanda e risposta. Puoi informarti se hai amici in via Guido Reni. Si può e si deve pubblicare una nota ministeriale, sollecitata, MA SE NON C’E’ CONTRADDITTORIO, SE NON C’E’ la POSSIBILITA’ DI FARE DOMANE SCOMODE, penso non si debba definirla intervista esclusiva.
    Almeno così la vedo io. Negli anni ’60, quando ho iniziato, il giornalismo, con tutta la sua supponenza,i suoi difetti, le sue collusioni, era il cane da guardia dell’opinione pubblica. Oggi è spesso il maggiordomo di un potere che ha radici nella politica, e, di là, nell’economia (non che ci fosse illibatezza, in passato, ma tanto più orgoglio professionale sì: “E’ la stampa, bellezza, e tu non puoi farci niente”).
    Di come siano andate le cose al Piccolo certo non potevi sapere e capire.
    Invece credo che ti sarebbe stato facile capire il marchiano deragliamento del titolo (che dovrebbe riassumere in modo chiaro e pregnante il contenuto).
    C’è una scorrettezza di fondo: una cosa è dire: “il ministro afferma che la partita è chiusa”. Un’altra dire, COME RAPPRESENTAZIONE DELLA REALTA’ E SUA SINTESI “il ministro chiude la partita”.
    E’ come dire, al quarantacinquesimo, che una squadra ha perso, vinto, pareggiato. O dire che il mondo finirà nel 2012 (e non che i Maya affermerebbero…).
    Forse a te semprerà cosa di piccolo conto, o di lana caprina. Non lo è, penso sia finalizzato a instillare ai triestini l’idea che, appunto, les jeux sont fait, e che devono accontentarsi di mugugnare.
    Perché Passera può spendersi e far valere il suo considerevole potere nel consiglio dei ministri, può porre ipoteche personali sulla questione, può assumersi tutte le responsabilità che crede, sul piano delle dichiarazioni e delle azioni.
    Ma non può chiudere una partita che è ancora in corso, e che ha aperto tutto il lato internazionale. L’ha detto Monti alcuni giorni fa, l’ha ribadito Clini oggi.
    Ti farei notare una cosa: Passera credo di Trieste sappia pochino, Clini invece è un cittadino di complemento, quasi più qui che a Roma. Sarà un caso che chi conosce la realtà locale esprima così tanti dubbi, e che chi la ignora tagli corto dicendo che non c’è nessun problema?
    Per nosepol (la cui nota ho letto dopo aver scritto quanto sopra). A) La Slovenia ha deciso di non fare rigassificatori nè a Capodistria né altrove.
    B) Sono contro la centrale di Krsko e pronto a scendere al tuo fianco per manifestare, quando vuoi. Ma questo non significa che, se già c’è un pericolo dalla Slovenia, Trieste se ne debba accollare un altro in proprio, per conto dell’Italia. Come ha ben scritto Carlo Franzosini, in questo momento, a prescindere da altri discorsi, il fatto che Lubiana voglia tutelare i suoi 30 km di coste, gioca a protezione anche di Trieste.
    L’Italia, che di coste ne ha 4000 km, pensa che il nostro golfo lo possa anche sacrificare.
    Credo proprio che si debba parlare di facile “sacrificabilità” di Trieste. Come porto, alla penisola non serve. Come territorio, è una propaggine abbastanza avulsa e sempre meno collegata. Come situazione demografica, è piena di vecchi rassegnati (mi iscrivo solo nella prima parte della definizione).
    Qui la soglia di resistenza sociale è bassa. Un alto esponente della Regione mi diceva qualche tempo fa: ci sono vari progetti, in Italia, ma si sa già, da Roma, che faranno solo quello di Trieste.
    Si tratta di un friulano, di sinistra, convinto della necessità e della bontà del progetto. So che l’anonimato è odioso e scorretto, ma l’affermazione, fatta a quattr’occhi, sarebbe smentita e forse querelata.
    Lasciamo da parte le pregiudiziali nazionalistiche o politiche e ragioniamo solo sul problema in sè.

  28. nick ha detto:

    L’intervista non so come sia nata, anche se esiste pure la modalità del mandare le domande via mail e vedersi rispondere, sempre via mail. E comunque, anche se il confronto faccia a faccia è sempre meglio, sono dell’idea che qualsiasi informazione, dettaglio, elemento in più sia positivo, indipendentemente da come giunga.
    Torno a ribadire che, a mio avviso, l’intervista è impeccabile, perchè la domanda sul “dissenso” c’è. Non mi sembra affatto un’intervista asservita. Quanto al “la partita è chiusa \ il ministro chiude la partita”, sì si tratta di lana caprina. Non sarà attorno a quel sommario (a voler essere precisi, non titolo – almeno per quanto concerne la versione online, visto che quella cartacea non c’è, dove vivo io) che si svilupperà un’opera subliminale di costruzione del consenso…..
    Evitiamo, per favore, poi, narrazioni romantiche sul giornalismo con confronti improbabili tra gli ’60, gli anni ’70 e l’oggi. In un post di qualche settimana fa avevi costruito ad arte una domanda ai politici locali sul rigassificatore la quale terminava insinuando che chi non si sarebbe detto esplicitamente contrario, allora si sarebbe assunto la responsabilità di essere sostanzialmente favorevole all’impianto. Robe che neanche Feltri, Sallusti e Belpietro insieme riuscirebbero a concepire. Se non è giornalismo fazioso e militante questo…..

    Ok sul fatto che un rigassificatore floating sarebbe l’optimum. Però anche questo continuare a descrivere l’area di Zaule come una riserva incontaminata che rischia di essere inquinata dalla presenza del rigassificatore mi sembra lontano dalla realtà. Insomma, in quel punto perfino la falda (la falda!) è inquinata. Non sarà la presenza di un rigassificatore a modificare lo stato delle cose.
    Infine, trovo un po’ stucchevole il ragionamento in base al quale, essendo Lubiana contraria al rigassificatore, questo è favorevole a Trieste e chissenefrega di Krsko. Quando, invece, quella centrale è la più rilevante realistica fonte di pericolo (e lo dico da nuclearista convinto quale sono – anzi, auspico che possa esserci il raddoppio della centrale con la partecipazione estesa di aziende italiane alla partita).
    Questo doppiopesismo sul rigassificatore e sulla centrale è perfettamente sintomatico della sindrome nimby che ci attanaglia e blocca questo paese.

  29. sergio zerial ha detto:

    @ Nick
    egregio ragazzo

    per dare queste sentenze dovresti assolutamente dover dare un nome e cognome al tuo nickname, chi mi dice che dietro al tuo nome non ci sia uno di quelli impegnati a farlo (rigassificatore) ??? Come già scritto in queste situazioni non bisogna nascondersi dietro un nickname, io non prendo assolutamente in considerazione chi critica nascosto sotto un pseudonimo saluti sergio zerial

  30. capitano ha detto:

    #29 dovresti portare qualche argomentazione tecnica più convincente.

  31. Triestin - No se pol ha detto:

    da 1:55 le dichiarazioni del Tondo sul rigassificador e la tarature e paletti, vol barattarlo ricadute economiche che se non arriverà la region non sarà disponibile http://www.t-vision.it/dettaglio-a3-news.138/items/giunta-tondo-da-10-ad-8-assessori-67-14859.html

  32. Triestin - No se pol ha detto:

    le tarature…vol barattarlo con ricadute

  33. ricciovolante ha detto:

    ma perche’ non se lo fanno in Brianza, se e’ tanto utile per la bolletta energetica delle imprese?? oppure a Marghera che tanto quella e’ gia’ devastata. O magari al posto dell’ ILVA a Taranto – anche sul collio al posto dei vigneti non sarebbe male: tanto servira’ all’ “industria” friulana – si quella, decotta, agevolata e obsoleta..? Non sono contro i rigassificatori a priori ma quando mi raccontano scemenze sperando che me le beva come un allocco allora l’ impulso e metter loro una bomba sotto il culo..o perlomeno un raudo nelle mutande. cosi’ si renderebbero conto di quello che prova Trieste quando l’ Italia fa finta di accorgerci che esistiamo, solo per poter rubare un po’ di argenteria.

  34. ricciovolante ha detto:

    e poi finiamola di considerare positivo lo scambio di vantaggi economici in cambio di qualita’ di vita. Lo hanno fatto trent’ anni fa a Taranto e un sacco di altri posti e lo vediamo come e’ andata a finire

  35. Triestin - No se pol ha detto:

    basta veder cosa i ne ga regalà con la Siot…

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