10 Luglio 2012

Cosolini: poco per i deboli, poco per l’apertura di Trieste

Non sorprende che Report1, l’incontro indetto dal sindaco Roberto Cosolini venerdì 6 luglio nella prestigiosa cornice del Ridotto del Teatro Verdi (che proprio in questi mesi soffre e freme per il suo futuro di punto di riferimento della cultura “istituzionale” triestina) per illustrare il consuntivo di un anno di governo della città, sia stato frustrante e deludente per buona parte del pubblico anche se la platea (circa 300 persone), questo va detto, ha applaudito molto volentieri il sindaco, mostrandogli sincero affetto.

La domenica seguente però, puntuale, esce sul “Piccolo’ una segnalazione che tira per le orecchie il sindaco e quanti, tra i suoi assessori, avevano promesso, in un comizio elettorale nel quadrilatero di Rozzol Melara, la riqualificazione del comprensorio Ater, sin dal suo sorgere punto dolente “istituzionale” della banlieue triestina.
Quando Cosolini e Marchigiani, parlando tra le colonne neoclassiche del Ridotto del Verdi, hanno illustrato i loro proponimenti per rendere più vivibile la città, infatti, si sono concentrati sul centro storico, proprio quello già reso più bello e più vivibile dalla giunta Illy, che per prima ebbe il coraggio di riqualificare vie centralissime come San Nicolò, via Cassa di Risparmio e via Dante. Ora Cosolini promette di estendere la pedonalizzazione del centro anche al resto del borgo teresiano e franceschino. L’assessore Marchigiani vuole costruire le piste ciclabili sulla “pi greca” (brivido di voluttà neoclassica), che collega il mare al nord-est della città.

Siccome io non sono né architetto né urbanista, preferirei lasciare ad altri il tema, dato che appunto la signora Graziella Goitan, con una segnalazione sul “Piccolo” dell’8 luglio 2012, ha richiamato l’attenzione su quello che il sindaco Cosolini e l’assessore architetto Marchigiani hanno consapevolmente tralasciato di dire: parole con cui avrebbero potuto impegnarsi su Rozzol Melara e magari in generale sulle periferie della città, sui suoi quartieri meno serviti, più difficili, socialmente più impegnativi, i cui giovani abitanti magari non visitano neanche, se non raramente, le belle strade pedonali del centro teresiano e franceschino, le aule neoclassiche e il salotto buono di Piazza Unità, semplicemente perché non hanno nessun motivo per venirci.

Trieste, lo sa bene chi ci abita, è una città stratificata socialmente, in cui tutti conoscono tutti ma solo sul proprio strato sociale. Non c’è comunicazione verticale, non c’è consapevolezza di appartenere a una stessa comunità. Le élite stanno con le élite, i precari con i precari, gli immigrati con gli immigrati, gli operai con gli operai e i cottimisti con i cottimisti, i lavoratori in nero con i lavoratori in nero. Questa è la realtà di Trieste che sicuramente Cosolini conosce molto bene, avendo militato fin da ragazzo nelle file della Fgci. E infatti, il giorno della sua elezione, una bandiera rossa aveva sventolato, per la prima volta dopo 67 anni, dal balcone del Municipio in Piazza Unità.

Allora sorprende molto, anzi moltissimo, che non si pensi o non si intenda fare qualcosa di concreto per le aree sociali meno prestigiose, con meno potere d’acquisto, con meno prospettive di futuro nel periodo della crisi. A meno che, in questo senso, non vada inteso il genericissimo impegno di Cosolini di lavorare più, nell’anno che verrà, sul “sociale”.

Ma sulle generiche promesse di Cosolini bisogna fare una piccola osservazione, che si collega alle impressioni tratte dal Report1 di venerdì 6 luglio: il sindaco ha promesso – più volte – di restituire a questa città la sua fisionomia europea, come è nella sua vocazione (e aggiungerei: come è nelle sue vitali necessità), riallacciando i rapporti, interrotti da 90 anni, con il suo hinterland austriaco, sloveno e croato. Eppure venerdì il sindaco, sfiorando il ridicolo, ci ha mostrato, come prove del suo operato in questo senso, solo le foto che lo riprendono durante le sue visite ufficiali a Vienna, Graz e Lubiana. Come se le autorità austriache o slovene avessero mai trattato a pesci in faccia Di Piazza o qualche altro suo predecessore di destra! Semplicemente non basta andare a mangiare la Sacher a Vienna per dire di aver fatto qualcosa per la vocazione europea di Trieste.

Avrei voluto che, nella riunione di venerdì, si fosse alzato qualcuno della minoranza slovena triestina e avesse domandato (magari in sloveno!) al sindaco: “Signor sindaco, che cosa ha fatto la Sua giunta in questo anno di governo, per rendere la città più vivibile per i suoi abitanti italiani di madrelingua slovena? Per avvicinare la comunità slovena al resto della popolazione? Che cosa ha fatto in concreto per favorire gli scambi (economici, culturali, istituzionali) con la vicina Slovenia?”

Avrei voluto, magari, che potesse prendere la parola un rappresentante degli immigrati serbi, o di quelli kosovari o albanesi, o romeni, o bulgari o moldavi o ucraini o afghani, per domandare: “Che cosa ha fatto, sindaco Cosolini, per incontrare i lavoratori stranieri che vivono in città, per capire i loro problemi?”. Basta fare due passi in largo Barriera e dintorni, certo non da oggi né dal 1991, per rendersi conto che la città è popolata da una forte minoranza di immigrati che lavorano, producono e consumano ma, in definitiva, vengono trattati come cittadini di serie B. Con che futuro, possiamo saperlo? Che cosa penseranno, come vivranno, come si comporteranno i loro figli che nascono qui, in una Trieste indifferente, ostile, che si occupa solo delle sue azioni delle Generali e delle sue vetrine in borgo teresiano?

Qui a Trieste, il 16 aprile scorso, è successo un fatto orrendo: Alina Bonar Diachuk, una trentaduenne ucraina, rilasciata dalle carceri del Coroneo per il reato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”, è stata prelevata da un’auto della Polizia italiana e rinchiusa, senza ulteriori spiegazioni, nella caserma di Polizia di Opicina. Pare che non fosse un caso isolato. Lì è stata lasciata sola, nella disperazione, per 48 ore, senza essere stata informata dei suoi diritti, senza poter sapere che cosa sarebbe stato di lei, rinchiusa in uno sgabuzzino videocontrollato da una telecamera. Lei, non sopportando il vicolo cieco verso cui la stavano spingendo, ha scelto di togliersi la vita e si è impiccata. E’ morta dopo aver agonizzato 40 minuti sotto l’occhio indifferente della telecamera.

Ora il sindaco Cosolini ci propone, neanche tre mesi dopo questo tragico avvenimento, con l’aria più serena del mondo, di organizzare, proprio nella città in cui è successo questo fatto agghiacciante, un grande Festival internazionale delle arti e dei diritti umani. Come se si potesse parlare serenamente di diritti umani in un paese dove la legge sull’immigrazione è stata fatta in modo da poterli calpestare impunemente. Come se si potesse organizzare un festival sull’argomento senza aver prima statuito un concreto esempio di rispetto, di amore per i diritti della persona e dell’individuo. Solo dopo aver fatto questo, solo allora potremmo avere l’ambizione – altissima, da Polis greca – di coniugare arte e diritto. Ma questo Festival (che si suppone a scadenza annuale) Cosolini lo ha deciso “con alcuni amici”. Il sindaco non ci fa sapere se, tra questi amici ci sia per esempio, almeno una persona esperta di diritti umani. Potrebbe esserci per esempio il concittadino professor Paolo Cendon, autorità in materia, sicuramente riconosciuta in Italia e all’estero. Ma Cosolini non ha fatto il suo nome (“sul comitato scientifico decideremo a breve, io e i miei amici”).

Chi siano questi amici, il sindaco Cosolini non ce lo dice. Ma può permetterselo perché si occupa di cultura direttamente, avendo raccolto nelle sue mani l’assessorato alla Cultura lasciato libero dalle provvide dimissioni dell’assessore con cui era partita un anno fa la sua giunta, Andrea Mariani.

Per la politica culturale, il sindaco Cosolini, decide da sé. Ora, va rilevato,che per la cultura finora Cosolini non ha fatto molto, nel corso dei quarant’anni della sua vita adulta. Non si capisce bene come e a quale titolo, se non per l’autorità di essere il Capo, potrebbe decidere qualcosa di produttivo e veramente importante in materia.

E infatti, vuole lasciare che sia il popolo, il demos, a decidere. “Convocheremo gli Stati generali della cultura!” annuncia trionfante ancora una volta. Ma che cosa vuol dire questo? Che la politica culturale del comune verrà decisa “democraticamente” da un’assemblea giacobina? In una città in cui, lo sappiamo, l’associazionismo senza scopo di lucro è un modus vivendi e spesso serve a convogliare l’attività e l’impegno di persone altrimenti occupate, magari anche con l’utile ricaduta economica di raccogliere contributi pubblici e garantire la fedeltà degli elettori (versione mitteleuropea del voto di scambio)? Che razza di politica culturale, che razza di “progetto culturale molto serio” (sono le parole del sindaco) potrà venire fuori da un’assemblea senza poteri decisionali, se non quello dell’arbitrio del sindaco? Come si vede, si oscilla tra la falsa democrazia dei social network e il dirigismo assoluto.

Ancora un appunto, per concludere: la riunione di report1 è stata una dimostrazione di arroganza, non tanto perché per più della metà del tempo il sindaco e i suoi assessori, invece di parlarci di quello che hanno fatto in quest’anno, hanno parlato di quello che faranno nell’anno che verrà (dando per scontato che le cose miglioreranno), ma anche perché è stata deliberatamente strutturata senza contraddittorio, in modo da rendere completamente passivo il pubblico, senza uno spiraglio per le domande, le curiosità, non dico il dibattito perché sicuramente non era quella la sede, ma almeno, magari, qualche domandina dei giornalisti, che so.

I quali giornalisti, puntualmente, sul “Piccolo“, hanno illustrato le magnifiche sorti e progressive di questa giunta che, pur avendo fatto finora così poco (proseguendo il Piano regolatore e portandolo vicinissimo all’approvazione e poco altro, tra cui le nomine opportune dei dirigenti dell’Acegas) promette così tante e così belle cose. Come se, di questa giunta, dopo solo un anno di vita, non si potesse che parlar bene. Ma si sa, gli unici di cui si può dir solo bene, sono i defunti: de mortuis nil nisi bonum. E se continua così, la giunta Cosolini è già spacciata. Sicuramente, finora, non può contare su una rielezione: se vuole sperare di potersi ripresentare alle elezioni, per un secondo mandato, per portare a compimento dei progetti di lungo respiro, deve assolutamente riprendere in mano l’agenda delle sue promesse elettorali (quelle concrete dico, non quelle virtuali che si mantengono con un “mi piace” o un “retwit” nel mondo, virtuale appunto, di twitter e di facebook), e realizzarne veramente almeno qualcuna.

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83 commenti a Cosolini: poco per i deboli, poco per l’apertura di Trieste

  1. Arlon ha detto:

    “Semplicemente non basta andare a mangiare la Sacher a Vienna per dire di aver fatto qualcosa per la vocazione europea di Trieste.”

    Stessa impresion che go gavudo mi. El bon vecio “tante ciacole, poche fritole”.

  2. Andrea Rodriguez ha detto:

    Veramente un ottimo articolo.
    complimenti all’autore e a Bora.la: questo è il giornalismo che vorrei.

    BRAVI.

  3. effebi ha detto:

    se vinzi cosolini …budinich lo fa a tochetini…

  4. lorenz ha detto:

    Sacrosanto

  5. Graziella Goitan ha detto:

    Grazie, grazie, grazie, grazie di cuore signor Piero Budicin
    La ringrazio con il cuore in mano per il Suo pregiato articolo da poco pubblicato online , condivido tutto e sottolineo ogni parola del Suo scritto .GRAZIE ancora per dire al Sindaco Cosolini ciò che non è stato possibile dirgli in pubblico ! Grazie per aver scritto : “Siccome io non sono né architetto né urbanista, preferirei lasciare ad altri il tema, dato che appunto la signora Graziella Goitan, con una segnalazione sul “Piccolo” dell’8 luglio 2012, ha richiamato l’attenzione su quello che il sindaco Cosolini e l’assessore architetto Marchigiani hanno consapevolmente tralasciato di dire: parole con cui avrebbero potuto impegnarsi su Rozzol Melara e magari in generale sulle periferie della città, sui suoi quartieri meno serviti, più difficili, socialmente più impegnativi, i cui giovani abitanti magari non visitano neanche, se non raramente, le belle strade pedonali del centro teresiano e franceschino, le aule neoclassiche e il salotto buono di Piazza Unità, semplicemente perché non hanno nessun motivo per venirci.”
    Le sarò oltremodo GRATA anche a nome delle 650 famiglie se potrà intervistare a proposito il sindaco sulla RIQUALIFICAZIONE del nostro Quadrilatero a Melara

  6. Ivan Curzolo ha detto:

    Interessante, grazie! Un appunto/riflessione:

    Quoto:
    “Trieste, lo sa bene chi ci abita, è una città stratificata socialmente, in cui tutti conoscono tutti ma solo sul proprio strato sociale. Non c’è comunicazione verticale, non c’è consapevolezza di appartenere a una stessa comunità. Le élite stanno con le élite, i precari con i precari, gli immigrati con gli immigrati, gli operai con gli operai e i cottimisti con i cottimisti, i lavoratori in nero con i lavoratori in nero.”

    Siamo davvero sicuri che sia una caratteristica solo di Trieste?
    Ho vissuto per qualche anno a Roma, non mi sembra fosse cosi’ diverso in quanto a stratificazione sociale e “consapevolezza di appartenere a una stessa comunita’”. Anzi, trovo che a Trieste ci siano molti elementi di aggregazione verticale, el balon, l’osmiza, le sagre, el bagno, le vasche in viale.
    Se c’e’ qualcosa di stratificato e incrostato forse e’ l’elite al potere (o almeno buona parte di essa)…

  7. Fulvio Rogantin ha detto:

    bora.la è il giornale di Trieste

  8. Al Custerlina ha detto:

    Concordo pienamente con Piero Budinich e plaudo alla sua chiarezza di pensiero.

  9. Maximilian ha detto:

    Penso che non si possano dare responsabilità al Sindaco per quanto riguarda il suicidio, questa parte secondo me appesantisce un articolo ben scritto.

  10. Tergestin ha detto:

    Otimo articolo. Concordo anche, a malincuor, sul forte classismo de Trieste.

  11. nick ha detto:

    Ancora un festival culturale?
    Basta!
    E poi, a mio avviso, per come è strutturata la città, la formula del festival culturale non funziona.
    Funziona per quei festival che sono ospitati da piccole città o da città che comunque hanno un centro storico ben definito e immediatamente “percepibile” dalla gente.
    Trieste non si presta a questo tipo di iniziative

  12. mutante ha detto:

    aggiungo: voler usare un porto franco ai fini della speculazione edilizia, senza sapere di cosa si tratti.

  13. capitano ha detto:

    Trasferir rozzol melara in porto vecchio.

  14. Omo Vespa ha detto:

    Interessante articolo, strano evento, oltretutto organizzato in fretta e furia all’ultimo momento. Concordo con la perplessità sul richiamo al suicidio.

  15. Dario Predonzan ha detto:

    “proseguendo il Piano regolatore e portandolo vicinissimo all’approvazione”?
    In realtà nulla di tutto ciò.
    Hanno semplicemente riportato in vita il piano regolatore di Illy, quello della colata di ville in Carso e costiera. Il piano regolatore degli amici e per gli amici, appunto…

  16. Paolo Geri ha detto:

    Se Cosolini fallisce anche sul piano del traffico – come mi sembra probabile viste le premesse della prima bozza, di fatto ritirata dopo il tiro incrociato delle circoscrizioni – qualcuno staccherà la spina. Siamo ad uno scivolone dietro l’ altro solo negli ultimi giorni: la riproposizione del Parco del Mare (che vuole solo Paoletti), la pericolosa delibera suio pastini (che vogliono solo i costruttori), il dichiararsi favorevole alla statua di Santin ( che vogliono solo esuli e fascisti).

  17. italiano ha detto:

    Per una volta quoto @ Paolo Geri
    Cosolini è inadeguato. Da qualsiasi parte la si guardi.

  18. nick ha detto:

    però ha portato Springsteen….

  19. Tergestin ha detto:

    Per quanto in tanti accusi bora.la de esser filo-sinistrosa, qua se pol leger i commenti de delusion de tanti utenti -mi compreso- non de destra. La gente ga votado questa giunta perche’ iera stufa dell’ arroganza de quela de prima, dele cupole, dela disocupazion e tanto altro. Nei limiti, i ga lavorado anca ben nel sociale ma pel resto i xe sai distanti dala “Trieste torna grande” de cui i parlava. E de fato piu’ de qualchedun parla de inciuci. Forsi gnanca a torto.

  20. nick ha detto:

    bè, dai, bora.la è super filo sinistrosa. Diciamolo, dai….
    Non è niente di scandaloso.
    Anche se poi, naturalmente, bisogna assumersi delle responsabilità ben precise.

  21. Al Custerlina ha detto:

    L’errore di Cosolini (e non solo suo) è proprio questo: stare troppo attento a far contenti tutti, dai suoi “sinistrorsi” (qualsiasi cosa voglia dire oggi questa parola), agli esuli destrorsi, ai preti, ai borghesi, ai giovani, ai “veci” e via discorrendo.
    No se pol. Per una volta uso questa locuzione a proposito.
    Trieste, città variegata e complicata, ha bisogno di scelte importanti e trasversali, che devono essere inattaccabili dagli avvoltoi della politica per la loro lungimiranza e qualità nei confronti della città e della cittadinanza.
    A mio parere, la gestione di una città piccola come la nostra non ha bisogno di un politico, ma di un manager con le palle d’acciaio sostenuto da una maggioranza compatta che abbia voglia di far marciare le cose fuori dalle logiche di parrocchia.

  22. DaVeTheWaVe ha detto:

    @Al Custerlina: “un manager con le palle d’acciaio sostenuto da una maggioranza compatta che abbia voglia di far marciare le cose fuori dalle logiche di parrocchia.”

    caspita! te podessi scriverghe sora un libro!!! =)

  23. Al Custerlina ha detto:

    Sì, de fantascienza… 😀

  24. Paolo S ha detto:

    Al Custerlina, ottima ricetta al # 20. Ma come si costruisce questa (fantascientifica appunto) maggioranza compatta?

  25. Mauricets ha detto:

    “i lavoratori in nero con i lavoratori in nero”

    quindi evasori fiscali.
    coloro che non pagando le tasse e le fanno pesare ad altri che onestamente fanno il loro dovere.
    e magari i lavoratori in nero usufruiscono anche di agevolazioni sociali.

    no grazie.
    con i ladri non intendo avere niente in comune.

    la tasse vanno pagate.

  26. Triestin - No se pol ha detto:

    fra poco sarà de scriver “El libretto rosso de Cosolini – parte seconda el report”

  27. dimaco il discolo ha detto:

    e lasselo lavorar. per far contenti tuti no riva far contento nissun. te credo che tuti ghe da adoso. Tuti che i vol qualcossa per lori, per dimostrar de valer qualcossa inveze e pensar per la cità. El dovesi darghe e scuria latrochè a chi no segui la linea del poestà.

  28. nick ha detto:

    è un anno che lavora e tutti lo lasciano in pace, a partire dal Piccolo. E da Bora.la

  29. Paolo Geri ha detto:

    #27. dimaco il discolo

    ” ….e lasselo lavorar. per far contenti tuti no riva far contento nissun.”

    Sta proprio qui il problema. Governare significa fare scelte, decidere che interessi difendere, da che parte stare. Non si può e non si deve accontentare tutti. Anzi bisogna scontentare qualcuno. Cosolini è stato eletto da un elettorato – per quanto minoriario in assoluto a Trieste – che voleva il cambiamento ed è su questo terreno che sta deludendo. In un anno l’ unica cosa che salvo – dal mio osservatorio di consigliere circoscrizionale che fa, ancora per il momento, parte di questa maggioranza – e il modo, equo nel complesso, con cui è stata affrontata la vicenda dell’ IMU. Su alcune altre scelte come le insufficienti salvaguardie in attesa del nuovo piano regolatore è meglio stendere un velo di pietoso silenzio.
    Prafrasando Nanni Moretti: “Cosolini fai una cosa di sinistra !”

  30. italiano ha detto:

    @ Paolo Geri

    Cosolini è il Bersani di Trieste.

    Bersani andava sui tetti con i ricercatori universitari, e Cosolini va tra la tendopoli di piazza Unità.

    Bersani accetta le imposizioni di Bildenberg, e Cosolini va a cena con Paniccia.

    Inadeguato uno, inadeguato l’altro.

  31. nick ha detto:

    ma scoprite adesso che il sindaco è un uomo di potere? Ma dove vivevate prima? Sulla Luna?
    Cosolini è una persona che è cresciuta a pane e politica ed è sempre vissuta di politica. Non si tratta di una colpa, sia chiaro. Semplicemente, non ci si può stupire se il suo rapporto con il potere e con i poteri forti sia improntato ad un sostanziale fair play….
    Se pensavate di essere riusciti a mettere un rivoluzionario al Comune, forse avete sbagliato un pochino i vostri conti….

  32. Al Custerlina ha detto:

    @nick: è stato scelto il male minore…
    @PaoloS: non so esattamente come si possa mettere in atto la mia ricetta, forse con una lista civica apartitica guidata da un amministratore (non politico) capace, ben conosciuto in città e di alto spessore morale. Tipo un personaggio dei romanzi di Asimov, insomma. 😀

  33. capitano ha detto:

    #32 Il fatto è che prima dovrebbe vincere le elezioni. Più Marvel che Asimov 🙂

  34. ciano ha detto:

    @32

    me sona un po’ m5s…

  35. mutante ha detto:

    bravo maurice! paga le tasse a un stato che no ga nessun titolo per chiedertele. poi dormi sereno.

  36. boh ha detto:

    ohhh son contenta che il sindaco non sia riuscito a imbabolar completamente la gente con le sole chiacchiere … basta con ” è qui solo da un anno, fatelo lavorare”. Pepe nel sedere, che almeno l’indennità se la sudi in qualche modo. p.s. ho cercato più volte il suo curriculum in giro, ho trovato solo fogliacci nei quali vengano elencate le cariche amministrative di natura politica ricevute dai partiti in cui militava. Ma Cosolini ha mai fatto un lavoro per il quale serviva fare un colloquio, passare dei test o essere selezionati fra altri concorrenti?

  37. Riccardo Laterza ha detto:

    http://www.youtube.com/watch?v=zOVg4qwrugU

    Paolo Geri mi ha anticipato 😀

  38. Sandi Stark ha detto:

    Sior Budinich, no la xe sta esatto nel scriver “i suoi abitanti italiani di madrelingua slovena”.

    Se i xe “italiani” i xe come “cittadinanza”, come tutti noi.

    Quindi niente “abitanti italiani” ma “cittadini italiani” o mejo:

    “triestini di lingua madre slovena e cittadinanza italiana”.

    Ecco, questo saria stà ineccepibile.

  39. Sandi Stark ha detto:

    Inveze Cosolini xe sta una delusion, oltre ogni aspettativa. Chi gavessi immaginà che el se schierava in quel modo per la Speculaziòn Edilizia in porto.

    Fortuna che altri ga cambià opinion almeno sul Porto Franco, e adesso Robi xe restà col cerin in màn, lui e Possamai. E nianche i sufia per studàrlo.

    E tra le varie robe che no el ga fatto, xe un bel zero totale per el lavoro e per l’economia. No sarà mestier de un Sindaco, ma Illy fazeva lo stesso.

    Concerti? No xe proprio quel che me ‘spetavo. I viaggetti a Vienna e Graz per le iniziative culturali? Va ben, ma za che el iera, no el podeva missiarse anche con banche e imprenditori per zercar un poco de lavoro per i nostri muli?

    In sti tempi, se el fussi tornà con qualche offerta de lavoro stagionale per l’estate, sarià stà za oro.

    O con l’offerta de corsi de tedesco e stage per i muli che doverà emigrar; mejo a Klagenfurt che in Australia, no?

  40. Tergestin ha detto:

    Finche’ no gavaremo sui scagni giusti el tipo de gente che i ga in sud Tirol, podaremo solo che imbiancar vanti el sepolcro de una cita’ morta da quasi sessanta anni.

  41. Mauricets ha detto:

    35

    mutante

    io non rubo.

    meglio onesto e povero che ladro.

    chi difende i ladri è ugualmente responsabile di quanto avviene.

    prova ad andare in tribunale a dire quello che ai scritto.

    i lavoratori in nero sono evasori fiscali. cioè ladri.

  42. Mauricets ha detto:

    38

    Sandi Stark

    la delusione piu grande è la leccata alle chiappe del sindaco di lubiana.

    una schifezza!!!

    sinistra non avrai il mio voto mai piu.

    e anche napolitano si poteva evitqare la visita a zoran.

    che affamava i suoi dipendenti, conosco benissimo le cause sul lavoro che ha subito il gruppo mercator, anche in serbia.

    visto che la moglie di un mio collega serbo ha portato la mercator in tribunale a belgrado.

    è ha vinto.

  43. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @16 PAOLO GERI . A proposito de pastini, qui ci vuole una revisione del piano regolatore perche’ ormai ad Opicina si costruiscono muri di cinta al limite del bordo stradale (vedi quadrivio). Non si possono concedere autorizzazioni a costruire mantenendo la larghezza delle strade a quelle dei tempi dell’Austria, quando non c’era traffico.
    Nessuno protesta ma e’ diventata emergenza strade !!! In certi posti nuovi non si riesce a fare traslochi ne a consegnare un elettrodomestico senza bloccare il traffico
    per non menzionare che a volte neanche un furgone tipo ducato riesce a passare tanto son strette le strade.!!!
    Last but not least , lo scempio architettonico di Via Commerciale !!

  44. Elena Marchigiani ha detto:

    Un’ora e mezza: questo è il tempo che è stato necessario, venerdì 6 luglio, all’illustrazione di uno spaccato – necessariamente sintetico e parziale – di un anno di intensa attività dell’amministrazione Cosolini. Eccessivo è forse pretendere che in quei 90 minuti dedicati a Report1 (già sfida all’attenzione e alla pazienza degli uditori) si potessero concentrare tutti gli atti di una Giunta che, insieme al suo Sindaco, ha lavorato nella sua interezza intensamente e in maniera integrata fin dalla sua costituzione.
    Forse di ciò Piero Budinich dovrebbe tenere in considerazione.
    Tra le prime critiche vi è la presunta scarsa attenzione per le periferie della città. Un’attenzione che, invece, bene emerge dalle progettualità già in atto e dal Piano triennale delle opere pubbliche delineato da questa Giunta, la cui copertura si estende ai rioni e ai quartieri più esterni della città.
    Il riferimento è, tra gli altri, ai progetti per la riqualificazione di spazi pubblici e parcheggi nei borghi del Carso. Agli interventi previsti e in corso di attuazione per le aree centrali del rione di San Giovanni, che strettamente si integrano alla proposta di pedonalizzazione della piazza, alla riqualificazione della via Giulia, ai progetti di Pedibus lungo una delle direttrici di quella pi-greco ben più concreta del nome “neoclassico” a essa attribuito.
    E ancora, va ricordato il progetto di riqualificazione di quel grande condensato di problematiche ambientali e sociali che è la zona di Valmaura, tra la Risiera e la Grande Viabilità. Un progetto che ulteriormente si estende fino al ridisegno dell’area verde di Giarizzole, altro quartiere “storico” di edilizia pubblica.
    Lo stesso Piano del traffico ha proposto diversi interventi nelle aree più esterne della città nell’intento di favorire la creazione di spazi pubblici pedonali e ad elevata pedonalità; interventi che, forse proprio per la loro carica innovativa, non sono stati sempre condivisi dalle Circoscrizioni. Ovviamente vanno ricordati anche i progetti dei nuovi parchi, da Campagna Prandi, a villa Bazzoni e villa Necker: è vero che non si trovano nelle estreme propaggini della città, ma costituiscono un sistema verde che può fare da connettivo tra centro e “periferia”. Da qui, ci si può ulteriormente estendere, per costruire nuovi legami con le parti via via più lontane dal “salotto buono” di Trieste. Del sistema del verde – come sistema continuo di paesaggio tra centro e periferie – si occuperà nello specifico anche il nuovo Piano regolatore.
    Non si può poi non fare riferimento all’intenso lavoro di partecipazione che proprio io sto facendo in occasione della redazione sia del Piano del traffico, sia del Piano regolatore generale. Decine di incontri nelle circoscrizioni, questionari, momenti di approfondimento sul territorio e di incontro con i referenti del Programma Habitat-Microaree da anni attivo nei quartieri più problematici: proprio per tenere conto delle esigenze di tutti i cittadini, per ascoltare i loro bisogni, indipendentemente da dove essi vivono e abitano.
    La riqualificazione energetica dei quartieri di edilizia pubblica (così come del patrimonio edilizio pubblico e privato) è un ulteriore ambito di attività, che vede impegnati diversi assessori (proprio a ribadire l’importanza assegnata al tema): oltre a me, Omero, Dapretto e Laureni. Se la revisione del Regolamento edilizio (annunciata nel corso dell’incontro del 6 luglio) rappresenta lo strumento per incentivare gli interventi di efficientamento energetico, la partecipazione a bandi europei (le cui istruttorie sono già in corso) permetterà di proporre azioni su alcuni casi pilota di edilizia pubblica. Casi come quello di Valmaura in prima istanza, proprio per la presenza di proprietà sia del Comune sia di Ater, che potranno finalmente estendersi anche a situazioni non di diretta competenza del Comune, come appunto il più volte ricordato quadrilatero di Melara (appartenente ad Ater). Ovviamente si tratta di operazioni che, proprio per la loro carica innovativa, hanno bisogno di un intenso (e inedito) lavoro di preparazione e ricerca di fondi. Un lavoro in cui crediamo e che stiamo portando avanti con determinazione.

  45. Piero Budinich ha detto:

    @Elena Marchigiani Grazie per aver risposto. La serietà e la quantità del lavoro svolto non viene messa in dubbio. E del resto ho messo in chiaro che riconosco di non avere competenza specifica su architettura e urbanistica. Ma forse parlando dei risultati raggiunti e solo di quelli sarebbe rimasto più spazio per il dialogo con il pubblico. E’ quello che è mancato più di tutto. Era un’occasione per parlare e ascoltare e la frustrazione e delusione di cui parlo è dovuta proprio a questo mancato ascolto.

  46. Roberto Cosolini ha detto:

    Caro Budinich, rispondo in ritardo alla tua nota e lo faccio sinteticamente dandoti la mia più totale disponibilità per un approfondimento in un colloquio diretto, così avrai modo di constatare che se c’è una cosa che non mi caratterizza è l’arroganza, che in qualche misura addebiti al taglio dell’iniziativa. Non mi soffermo tanto sulle reazioni a Report#1, dove ci saranno stati i delusi, ma a giudicare dalle reazioni e dai commenti successivi anche i soddisfatti, né mi soffermo sui temi ai quali ha già ben risposto Elena Marchigiani. Va da sé, che una sintesi di quaranta minuti di un anno di lavoro non consente di dare un quadro totalmente esaustivo, ma il tema della stratificazione sociale e della necessità di intervenire nelle diverse “città” che compongono Trieste ci è ben chiaro, e in tal senso stiamo lavorando. Per altro, sono poche le cose che si riescono a mettere in moto in un anno in una pubblica amministrazione italiana e se questo, al momento determina qualche insoddisfazione non posso che dire di avere pazienza. Su alcune cose, invece, desidero però puntualizzare. 1 Le iniziative nei confronti della comunità slovena sono diverse: attuazione piena di quanto previsto dalla normativa in materia di tutela; impegno per salvare il Teatro Sloveno; promozione e sostegno delle iniziative culturali della comunità e potrei continuare; così come non mancano momenti di incontro e di azioni concrete nei confronti di tutte le altre comunità presenti a Trieste 2 Sul piano dei rapporti internazionali forse è vero che nessuno ha mai trattato a pesci in faccia Dipiazza, ma forse non sai che nessun Sindaco triestino, dal dopoguerra in poi, era mai entrato come tale nel Municipio di Vienna, nemmeno in quello di Graz nonostante questa città sia gemellata con Trieste. Vero è invece, che questi contatti sono utili per avviare collaborazioni che stiamo progettando, mentre molto più avanti è il rapporto con Lubiana, visto che Janković ha presentato il programma del Ljubljana Festival nella Sala del Consiglio Comunale a Trieste e noi presenteremo TriesteNext nella capitale slovena.3 Per quanto riguarda la Cultura chiedo solo di attendere, non ci vorrà molto per la presentazione del comitato scientifico del Festival. Nel promuoverlo ho ben presente come il tema sia attuale anche qui da noi e penso di poter dire tranquillamente che stiamo facendo del nostro meglio. L’incontro generale sulla cultura è semplicemente, come ho detto, la risposta a una domanda diffusa nel modo culturale triestino, ovvero, conoscere le priorità strategiche dell’amministrazione in modo da poter interagire positivamente con essa; cerchiamo di stare fuori sia dal dirigismo assoluto, che dalla falsa democrazia e chiamiamoli semplicemente confronti di lavoro. In conclusione, non so se sono già spacciato – mi pare presto-, ma se questa è la previsione cercherò di smentirla: mi è già capitato, visto che nella seconda metà del 2010 si sprecavano i commenti, soprattutto in una cera sinistra radical-chic, sul mio suicidio… Se sei d’accordo, ci terrei ad avere una conversazione con te.

  47. Al Custerlina ha detto:

    Caro Roberto,
    riporto le tue parole così come sono state restituite da Il Piccolo:
    «L’idea – risponde Cosolini – è proporre l’arte contemporanea nelle sue forme, come scultura, pittura, fotografia, cinema, teatro e installazioni multimediali, in abbinamento alle tematiche dei diritti umani, dell’economia sostenibile, della giustizia sociale, del rapporto tra comunicazione e potere e anche delle nuove dittature esistenti oggi nel mondo. Non è presente, su scala internazionale, un appuntamento artistico con simili caratteristiche. Può diventare insomma, e la città con esso, una città per inciso testimone delle sofferenze del Novecento, un punto di riferimento».
    …e ti espongo le mie perplessità:
    1. penso che un evento annuale possa diventare, nel tempo, un non-evento (per non parlare delle difficoltà organizzative),
    2. mi pare che buttarci dentro tutte le forme d’arte principali sia molto dispersivo (e ancora nell’elenco mancano letteratura e musica, tanto per dire),
    3. le tematiche sono troppo numerose e variegate, e non configurano una specificità della nostra città, come invece sarebbe stato, per esempio, se il tema artistico trattato fosse stato il Confine, la Frontiera e le tematiche ad esse connesse (tra identità etnica, razzismo, ricchezza culturale, tradizioni, futuro eccetera).
    Insomma, perché dobbiamo sempre andare a pescare in mari che non conosciamo quando abbiamo una ricchezza storica, sociale e culturale ancora tutta da sfruttare?
    Infine, io credo che trattare il Confine da un punto di vista artistico sia un buon modo per fare un buon servizio alla nostra città, che per ricominciare a crescere ha ancora un disperato bisogno di assimilare certi bocconi amari. Soltanto confrontandosi con gli altri su temi che ci appartengono sarà possibile, per Trieste, intraprendere un percorso che la proietti nel futuro, demolendo così la sua ristretta visione del mondo a colpi di Arte e Cultura internazionali.
    Un caro saluto,
    Alberto Custerlina

  48. Piero Budinich ha detto:

    Caro sindaco Cosolini, come ho scritto in apertura di questo intervento, nell’incontro con il pubblico quest’ultimo ha mostrato un sincero affetto per te e quindi l’arroganza non è da me attribuita a te personalmente bensì rilevata nella forma istituzionale della comunicazione a senso unico che ha caratterizzato Report1 che è durato, per esser precisi circa 90 minuti (io sono uscito a manifestazione finita verso le 7.30). Sul punto 1 (comunità slovena) penso che sia opportuno che rispondano i rappresentanti della comunità stessa. 2. Sui rapporti con la Slovenia e l’Austria penso che si possa fare ancora veramente tanto. Lo pensi anche tu? 3. Sulla cultura stiamo attendendo da più di un anno (sono state presentate proposte molto interessanti – e non certo da me – che non hanno mai ricevuto un rigo di risposta, neppure per un cortese diniego). Almeno quando erano assessori alla cultura Menia o Greco, sapevamo con chi dovevamo confrontarci. Se eravamo disposti a ignorare il busto di Mussolini in stanza, ci si poteva anche parlare. Adesso non c’è un assessore con cui comunicare. E non si può dire che questa città non esprima iniziative culturali di ottimo livello. Perché andare a cercare consulenti e servizi in veneto e in lombardia??? Io penso che il compito dell’assessore della cultura (come degli altri naturalmente) sia di creare occasioni per scoprire le potenzialità e il patrimonio della città e del territorio, mirando soprattutto a far sì che in primo luogo gli abitanti e secondariamente i visitatori amino di più questo posto e lo riconoscano come propria città (d’affezione e d’elezione), potendo andarne fieri e sviluppando il loro attaccamento per essa. Lo ha fatto finora l’assessorato alla Cultura? Infine, sarei molto contento di poterti incontrare, compatibilmente con i tuoi impegni, anche se credo che a questo punto più che il mio punto di vista (che ho espresso solo perché sono convinto che rappresenti una posizione molto condivisa, e i commenti pubblicati, oltre a quelli che mi sono arrivati direttamente, stanno a dimostrarlo) contino i fatti concreti dell’amministrazione. L’assessore Marchigiani ha risposto di aver lavorato e su questo nessuno nutre dei dubbi: possiamo immaginare quanto sia difficile cambiare qualcosa in questa nostra città, ma i segnali concreti di cambiamento ancora non si vedono. Riguardo alle mie nefaste profezie, si riferivano al fatto che, di norma, un generale consenso degli organi di informazione non implica un buono stato di salute delle istituzioni democratiche. Non è mia abitudine fare la Cassandra né augurare alcunché di brutto ad alcuno. E certo non volevo farlo con una giunta che, fino a qualche mese fa, consideravo la “nostra” giunta.

  49. effebi ha detto:

    che bel funeral… no me go mai divertido tanto

  50. Piero Budinich ha detto:

    Se per caso qualcuno vuole leggere la mia risposta a tutto questo, può trovare “Arcobaleni di periferia” nelle edicole e nelle librerie. Un’esplorazione di 7 quartieri cittadini di periferia (Borgo S. Sergio, Rozzol Melara, Ponziana, Altura, Valmaura), di quello che c’è e di quello che manca. Dati e cifre alla mano. Un servizio alla città e ai lettori.

  51. gianni ha detto:

    che bel tra poco ghe sara un governator superpartes e non gaverem bisofno de ciacole e fritole politichesi…
    intanto,a quanto me risulta,una 60 persone circa se ga fato cavar la cittadinanza italiana e i girera solo con la citadinanza TRIESTINA!!
    pochi ma calcolando che xe solo l’inizio tutto con passa parola senza giornai faziosi de mezo
    CARO SINDACO,non la fazi finta de non veder ste robe!!!
    LA MONASSI E ALTRI I ga comincia far un do conti anche per la citta(vedi il porto franco) e non solo per il proprio portafoglio!!
    CARO SINDACO LA SE SVEI E LA COMINCI A VOLER BEN A TRIESTE!!
    W IL T.L.T

  52. Io vorrei... ha detto:

    Nel nostro ordinamento la rinuncia alla cittadinanza puo’ farsi se e solo se il cittadino e’ titolare di altro diritto di cittadinanza, riconosciuto.

    Anche se potra’ apparire a qualcuno strano, questa e’ una misura giuridica di civilta’: serve per evitare di creare apolidi.

    Di conseguenza, i sessanta cittadini di Trieste che hanno rinunciato alla cittadinanza italiana, lo hanno fatto perche’ contestualmente erano sloveni o austriaci o tedeschi o marocchini o cinesi ecc. Ecc.

    Va da se’ che se hanno rinunciato sperando di non pagare piu’ le tasse, si sono presi una fregatura: continuano a pagarle in Italia, se la loro fonte di reddito e’ in questo paese. Altra cosa divertente: se usufruiscono del sistema sanitario italiano, paga lo stato di cui sono cittadini. Per cui potremmo addirittura incentivare questa pratica.

  53. mi volesi... ha detto:

    caro io vorrei.. le tasse si pagano nel paese di residenza, non se la fonte è quel paese.

  54. Io vorrei... ha detto:

    @ mi volesi

    Mi spiace, ma non è corretto: in linea di principio le tasse si pagano nel paese in cui si produce il reddito. Un residente in Italia che produce reddito in Germania, paga le tasse in Germania.

    Poi esistono gli accordi fra paesi, per evitare che il reddito venga ANCHE ritassato dal paese di residenza (impropria doppia tassazione).

  55. dimaco il discolo ha detto:

    Dillo ad amazon.it e a ikea che le tasse si pagano

  56. Io vorrei... ha detto:

    Se tu – privato che hai appena eliminato la cittadinanza italiana – hai le spalle larghe come amazon o ikea, allora qual è il tuo problema? Ti metti nelle mani delle persone giuste e ti trovi residente nella Cayman o a Montecarlo. Non paghi più tasse vita natural durante e marameo a tutti quanti.

    C’è qualcuno qui dentro a questo livello?

  57. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @ TASSAZIONE : Qua manca qualche conoscenza in merito !

    1) Se uno xe residente in Italia e lavora a
    l’estero per 6 mesi e 1 giorno , no paga
    niente in Italia.
    Esempio tipico maritimi imbarcai su
    navi con bandiera non comunitaria.
    Altrimenti anche lori devi far 740, per
    questo tanti maritimi se ga messo la
    residenza a Capodistria.

    2) Se uno xe residente in Italia e lavora
    e paga tasse in un altro paese , devi
    far dichiarazion 740 lo stesso e vien
    tassado con sistema italian e detrai
    da quanto dovessi pagar in Italia quel
    che ga za pagà fora, alegando a la
    dichiarazion el modulo che gà ricevù
    dal uficio tasse estero.
    3 ) Se un xe residente a l’estero, in Italia el paga solo quel che ghe fa redito in Italia.

    3) Se un no xe residente in Italia , xe
    uno che ga capì che in Italia se pol
    vinir solo che in ferie !!!
    Cioè xe un sagio.

    4) Questo fin che no torna el TLT ,dopo
    finalmente saremo persone libere,
    e se pagagherà l’onesto.

  58. gianni ha detto:

    esatto parole sante,SE PAGHERA L’ONESTO!!!
    per la precision sabato mattina in tribunal,go visto gente triestina super determinada nel cavarse la cittadinaza,a libera scelta,mi non lo fazo perche più cittadinaze go meio xe!ma ogni dun pensa con la sua testa..
    iera gente normale che ga le bale super piene de sto stato malado e corrotto,che ne la ga menada per anni
    guardemose in giro,ditte che sera e va in slovenia co va ben,se no va in cechia,cina bosnia,serbia e altri stati cheAIUTA CHI GA UNA ATTIVITA!!
    per gaver bisogna lavorar,qua semo arrivadi a straviar tutto!
    ringraziemo i politici e sindacalisti corrotti
    la peggior roba in una ditta:un che te comanda e non capisi un klinz
    e ti te sa che non capisi un klinz
    la vien fora uncere perforanti
    questa xe la nostra situazion!!
    ga de tornar il chi fa ga chi non fa non ga!!

  59. Io vorrei... ha detto:

    @ Lonzar

    Per chiarirci meglio:

    * Vivi in Italia? Allora devi pagare lì le tasse sul tuo reddito globale.

    (criteri: sei iscrittto/a all’Anagrafe della popolazione, dove risulta che hai soggiornato in Italia per almeno 183 giorni consecutivi nell’arco di 12 mesi o che il tuo centro d’interessi è in Italia)

    * Vivi in Italia meno di 183 consecutivi nell’arco di 12 mesi? In tal caso paghi la tasse solo sul reddito percepito in Italia.

    * Hai redditi da altri paesi dell’UE? Accertati di non pagare due volte le tasse sullo stesso reddito. Per fare ciò, devi considerare le convenzioni internazionali sulle doppie convenzioni (non sempre uguali l’una all’altra). Eccole qua: http://www.finanze.gov.it/export/finanze/Per_conoscere_il_fisco/fiscalita_Comunitaria_Internazionale/convenzioni_e_accordi/convenzioni_stipulate.htm

  60. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @59 : IO VORREI et alias vari :

    Faccio uno strappo e rispondo in lingua !

    Mi dispiace che non abbia capito il mio, in dialetto triestino; in ogni caso dice le stesse cose .

    Non sia sempre così pleonastico,monotono, saccente e superbamente noioso !!!

    Dopo tanto tempo avrebbe dovuto assimilare
    “el morbin triestin” e l’umorismo “triestin giudaico” altrimenti ne uscirà frustrato
    e psicoticamente sarà convinto di essere perseguitato dagli austriacanti ed indipendentisti triestini,
    Veda come ne può uscire con onore (almeno una volta).

  61. dimaco il discolo ha detto:

    @ 56 mi riferivo al servizio di report di domenica sera,luigi.

  62. Io vorrei... ha detto:

    @ Lonzar
    Trattandosi – guarda caso – di materia che tratto per lavoro, per me “uscirne con onore” significa semplicemente “essere puntuale ed esauriente”.

    Leggiamo quindi la tua seguente frase:

    1) Se uno xe residente in Italia e lavora a
    l’estero per 6 mesi e 1 giorno , no paga
    niente in Italia.
    Esempio tipico maritimi imbarcai su
    navi con bandiera non comunitaria.
    Altrimenti anche lori devi far 740, per
    questo tanti maritimi se ga messo la
    residenza a Capodistria.

    Ti faccio due esempi (esempi reali):

    ESEMPIO 1. Un muratore lavoratore autonomo con partita IVA lavora e risiede 200 giorni in Slovenia e 165 giorni in Italia. In Italia fattura 50.000 Euro, in Slovenia 25.000. Dove paga le imposte sul reddito?

    ESEMPIO 2. Un giocatore di poker lavora e risiede in Italia. Un anno vince un torneo a Nova Gorica, portando a casa un premio di 50.000 Euro. Paga le tasse? Se sì, dove?

  63. Io vorrei... ha detto:

    NB (altrimenti dopo ci sono i furboni): gli esempi sono reali, le cifre sono fittizie, messe lì per comodità.

  64. dimaco il discolo ha detto:

    Sulle vincite al casino la slo non applicatasse. E le vincite sono pagate contanti se non sbaglio o su conti aperto presso i casinò. Per cui non si pone il problema.

  65. Io vorrei... ha detto:

    @ dimaco

    Sbagliato.

  66. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @62 IO VORRREI et alias vari :

    1) No te rispondo perchè te ga capì quel che
    te vol ti (come’l solito )e mesagio sconto
    jera un altro.

    2) Quel che go capì inveze xe che xe mejo che
    me tenio el mio comercialista 🙂

  67. Io vorrei... ha detto:

    @ dimaco
    Senza tirartela troppo in lungo: questo qui è il modello (in lingua italiana) predisposto dal governo sloveno per l’imposizione fiscale sulle vincite nei giochi d’azzardo: http://e-uprava.gov.si/storitve/pridobiObrazec.esju?id=1703

    @ Lonzar
    Prova a sottoporre al tuo commercialista il quesito relativo al muratore, poi sappimi dire che ti risponde. Ma poi tu non sei pensionato già da una decina d’anni? E tieni ancora il commercialista?

  68. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @67 IO VORREI et alias vari :

    và ti de un comercialista con quel che go scrito mi e te vedarà quel che’l te disi !!!

    No’ sta sempre voler ‘ver ragion a tuti i costi!

    Se qualchidun te legi và finir che te perdi clienti !!!!

  69. Io vorrei... ha detto:

    E allora te lo dico chiaro: hai scritto una serie di cazzate. Va bene?

  70. dimaco il discolo ha detto:

    Luigi bisogna vedere cosa va sotto la dicitura giochi d’azzardo classici.

  71. Io vorrei... ha detto:

    Certo non la roulette russa…

  72. Io vorrei... ha detto:

    …ma i giochi d’azzardo che si giocano nei casinò sloveni senz’altro.

  73. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @69 : IO VORREI et alias vari :

    ecolo là ! xe viniù fora la tua anima che per ‘ver ragion sa solo ofender !!!

    Del resto un che vol saver perchè gò un comercialista xe ciaro che solo un maleducà
    fa domande su robe private e personali !!!

    No te se referà mai !!!!

  74. Io vorrei... ha detto:

    E ti spiego anche perché non è possibile che gli sloveni non assoggettino le proprie vincite a tassazione: se lo facessero, lascerebbero tutti i vincitori nelle fauci del proprio fisco. Infatti le convenzioni internazionali vietano le DOPPIE imposizioni. Il che significa che se c’è UNA imposizione, il gioco è salvo.

    Quando in Slovenia ti dicono che le vincite sono esentasse, non ti dicono (e questo commercialmente lo fanno per motivi ovvii) che loro ti danno la vincita già al NETTO delle tasse, che vengono trattenute e versate direttamente dal concessionario. Cioè: dal casinò.

    Nel caso di vincita al poker, l’imposta è calcolata sul totale dello stake.

  75. Io vorrei... ha detto:

    @ lonzar
    Per aver ragione solo offendere?

    Ma di che parli?

    Ripetiamo la domanda: questa frase l’hai scritta tu, vero?

    1) Se uno xe residente in Italia e lavora a
    l’estero per 6 mesi e 1 giorno , no paga
    niente in Italia.
    Esempio tipico maritimi imbarcai su
    navi con bandiera non comunitaria.
    Altrimenti anche lori devi far 740, per
    questo tanti maritimi se ga messo la
    residenza a Capodistria.

    Se l’hai scritta tu, allora prendi il mio esempio del muratore e controlla se corrisponde.

  76. Io vorrei... ha detto:

    Questo a prescindere dal fatto che il 740 non esiste più da anni annorum.

  77. GIAMPAOLO LONZAR ha detto:

    @76 IO VORREI ET ALIAS VARI : Visto che e’ Natale e sono invesrito sdal suo spiito , commento come richiesto :

    Nel esempio riportato e’ chiaro che avendo una partita IVA le tasse le paga in italia riportando quanto nella sua dichiarazione
    anche quello ricevuto in SLO e relativa tassazione ,il tutto viene calcolato per l’imponibilità Italiuana , (grosso modo)

    L’esempio del marittimo e’ totalmente differente ,perchè come citato parlo di marittimo imbarcato su bandiera NON COMUNITARIA !!!! in caso contrario e con contratto inferiore a sei mesi va finire nel to esempio !!!

    Buon Hanukah !!!

  78. Io vorrei... ha detto:

    @ lonzar

    E’ giusto: visto il periodo natalizio ti passo una consulenza gratis.

    PRIMO ESEMPIO: partita IVA che lavora 200 giorni in Slovenia e 165 in Italia.

    – Ai sensi della Convenzione contro le doppie imposizioni fra Italia e Slovenia (Legge 76/2009), se il soggetto in questione ha una “stabile organizzazione” nei due paesi (un ufficio, un’officina, un laboratorio) non adibita a mero deposito, se il suo reddito è inquadrabile come reddito d’impresa allora paga sugli utili conseguiti in ognuno dei due stati: parte in Italia e parte in Slovenia.

    Se invece questo muratore presta semplicemente la propria opera in qualità di libero professionista (in ritenuta d’acconto), questi paga le imposte solo nello stato in cui è residente. Se però ha una “base fissa abituale” nell’altro stato, allora paga nell’altro stato sui redditi attribuibili all’utilizzo di detta “base fissa”.

    Va da sé che se invece ci trovassimo il caso di un muratore lavoratore dipendente (cosa molto più frequente) che opera 200 giorni all’anno in Slovenia e 165 in Italia, l’art. 15 della suddetta legge afferma:

    “(…) i salari, gli stipendi e le altre remunerazioni analoghe che un residente di uno Stato contraente riceve in corrispettivo di un’attività dipendente sono imponibili soltanto in detto stato, a meno che tale attività non venga svolta nell’altro Stato contraente. Se l’attività è quivi svolta, le remunerazioni percepite a tale titolo sono imponibili in questo altro Stato”.

    PERO’

    “Le remunerazioni che un residente di uno Stato contraente riceve come corrispettivo di un’attività dipendente svolta nell’altro Stato contraente sono imponibili soltanto nel primo Stato, se:
    a. Il beneficiario soggiorna nell’altro stato per un periodo o periodi che non oltrepassano in totale 183 giorni in un periodo di dodici mesi che inizi o termini nel corso dell’anno fiscale considerato, e
    b. Le remunerazioni sono pagate da o per conto di un datore di lavoro che non è residente nell’altro Stato, e
    c. l’onere delle remunerazioni non è sostenuto da una stabile organizzazione o da una base fissa che il datore di lavoro ha nell’altro stato.

    VENIAMO ADESSO A PARLARE DEI MARITTIMI
    Se qualcuno imbarcato sotto bandiera straniera – sia comunitaria che non comunitaria – sposta la sua residenza all’estero per non pagare le imposte del suo lavoro in Italia, fa una cosa totalmente inutile.

    Ciò perché lo schema delle convenzioni interstatali (OCSE) per l’eliminazione delle doppie imposizioni prevede SEMPRE (in un articolo più o meno a metà della convenzione) che:

    “Le remunerazioni percepite in corrispettivo di un lavoro subordinato svolto a bordo di navi o aeromobili impiegati in traffico internazionale sono imponibili nello Stato contraente nel quale è situata la sede della direzione effettiva dell’impresa”.

    Sono andato a controllare le convenzioni ITA/USA, ITA/Sudafrica, ITA/URSS (ora ereditata dalle Repubbliche ex URSS): tutte uguali sul punto.

  79. Io vorrei... ha detto:

    Dimenticavo: tutto ciò significa che se il muratore lavoratore dipendente residente in Italia lavora per 200 giorni all’anno in Slovenia, le tasse NON le paga in Italia per la parte di lavoro svolta in Slovenia. Questo perché ha oltrepassato i 183 giorni, e quindi ricade nella norma generale: “i salari, gli stipendi e le altre remunerazioni analoghe che un residente di uno Stato contraente riceve in corrispettivo di un’attività dipendente sono imponibili soltanto in detto stato, a meno che tale attività non venga svolta nell’altro Stato contraente. Se l’attività è quivi svolta, le remunerazioni percepite a tale titolo sono imponibili in questo altro Stato”.

  80. Giampaolo Lonzar ha detto:

    @79 IO VORREI et ALIAS VARI :
    Cerchiamo di non essere infantili, non giriamo frittate tirando fuori combinazioni di lavoro che non sono attinenti all’origine
    per arrivare a 183 gg che non sono uguali a 6 mesi più 1 giorno ??? Boh! Ho già detto che non deve essere noiosamente pleonastico allegando articoli che tutti siamo capaci di estrapolare da Internet.

    Per quanto riguarda i marittimi ,dico che non e’ questa l’esatta interpretazione del mio
    commento in quanto per bandiere non comunitarie mi riferisco a Liberia,Panama, S.Vincent & Grenadine ,Isole Marshall etc. etc.
    che oggi sono la maggioranza mentre le Bandiere EU sono usate per specifiche rotte e linee che porta ad un discorso lungo legato anche a norme IMO e STWC 95

    Chiudiamo qui non occorre che commenti avanti
    perchè Lei è capace di iniziare la fiaba di Sior Intento,ed io non ho voglia di rispondere
    e di annoiare gli utenti , diversi non nutrono simpatia nei suoi confronti
    e non mi regali niente perchè temo i regali dei Danai.
    Si tenga un Buon Hanukah e finisce quà!!!!

  81. sergio zerial ha detto:

    Data: 03/02/2012 20.53
    >A:
    >Ogg: impalcatura di via 24 maggio
    >
    >alle segnalazioni del Piccolo e per conoscenza al sindaco
    >
    > Egregio signor Sindaco a proposito di lavori (vedi palazzo Carciotti)
    voglio
    >fare una segnalazione, , in piazza Oberdan, esattamente in via 24 maggio,
    la
    >via 24 maggio e quella via che attraverso la volta che collega la regione
    con
    >il museo del risorgimento e sbuca in via Fabio Severo ci sono delle
    impalcature
    >da ben sette anni e più, che dovrebbero servire a mettere in sicurezza le
    >piastre di marmo le quali coprono la volta, mi domando quanto è costata l’
    >armatura in questi anni? sicuramente con il costo si poteva restaurare il
    volto
    >due volte. A parte la bruttura ma quando si metteranno in sicurezza l le
    >piastre di pietra?, scollarsi, ma sono sette anni li incollate, chi ci guadagna è sicuramente
    la
    >ditta che ha noleggiato l’impalcatura, si dovrebbe far pagare al dirigente
    che
    >aveva, e che ha l’incarico dei lavori di ristrutturazione il costo del
    >noleggio
    >ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, ma purtroppo non è così, e
    il
    >cittadino paga sempre, ci vuole da parte della politica un maggior
    controllo
    >di cosa fanno i tecnici del comune, si potrebbe risparmiare molto, le
    porgo
    >distinti saluti

    Egregio signor sindaco questa segnalazione come si può vedere dalla data l’ho mandata direttamente a lei in febbraio, una copia l’ho mandata a segnalazioni, non avendo risposta l’ho rimandata uguale in settembre a lei , anche questa volta niente, un paio di mesi fa ho chiamato il suo segretario domandando informazioni su questa impalcatura che fa brutta figura, ormai sono passati quasi otto anni, ma niente, non do la colpa a lei per gli anni passati, speravo che lei risolvesse il problema andando a vedere come lavorano i dirigenti del comune, o per dire come non lavorano, altra cosa è il grandissimo spreco di luci, l’Acegas è da anni che non controlla le fotocellule che aprono e spengono la luce, molte vie sono illuminate in pieno giorno alla mattina si spengono dopo e alla sera si accendono prima, per non parlare di via Roma, cassa di risparmio, campo Marzio con grande anticipo accese e spente, dato che l’elettricità la paga il cittadino pregherei lei di fare un indagine dato che in questi anni ne l’Acegas ne giunte ne consiglieri dico nessuno pare si accorga di questo grosso problema, pare che per queste persone e normale questo grosso spreco, la ringrazio e le porgo distinti saluti
    P.S. La pregherei di rispondere alle EMAIL

  82. Io vorrei... ha detto:

    @ lonzar

    Sbalorditivo: se parlo in modo diretto, t’incazzi; se ti cito il testo delle norme vigenti, t’incazzi. Sei ancora convinto che esista il 740 e pontifichi. Ripeto quel che ho detto all’inizio: porta quel che hai scritto al tuo commercialista e chiedigli: “go scrito ben o go scrito monade?” Ascolta la risposta e poi informati meglio.

  83. Piero Budinich ha detto:

    Che non fossero tutte cazzate lo si ricava ex post dai risultati delle amministrative 2016: vedi su questo sito la rubrica “il sondaggista”: “Dai nudi numeri si capisce che Cosolini ha ottenuto un voto prevalentemente “borghese” mentre Di Piazza è stato votato sopratutto dai ceti “popolari”.

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