28 Giugno 2012

Monfalcone, taglio alberi della scuola primaria Duca d’Aosta. Le docenti: “Siamo indignate.”

L’amministrazione di Monfalcone ha deciso di tagliare tre ippocastani della scuola primaria Duca d’Aosta di Monfalcone. Il comune ha deciso di tagliarli perchè tali alberi sono troppo vicini a due fabbricati, di proprietà dello stesso comune e affittati come negozi.
Riceviamo e pubblichiamo la lettera delle docenti, inviata anche al Sindaco.
Sabato 30 giugno alle ore 11 le docenti manifesteranno davanti la scuola primaria di Monfalcone.

Cari Monfalconesi,
Caro Sindaco ,
Abbiamo letto sul giornale dell’imminente abbattimento di tre ippocastani nel giardino della scuola primaria Duca d’Aosta, Tale notizia è arrivata inaspettata e non mediata con gli utenti di quel verde, in primis, per gli alunni e docenti della scuola, poi per i monfalconesi che nei decenni hanno frequentato l’istituto. Confidiamo nell’amore profondo per questa città, un amore che condividiamo e che ci spinge ad indignarci, di fronte a episodi come il taglio degli alberi della Duca d’Aosta e ad immaginare una Monfalcone diversa, dove il rispetto per le persone, il verde e per l’ambiente sia al primo posto nei pensieri di chi amministra, ma anche di chi vive in questa piccola città. Questi alberi, che sono ormai tipici del nostro ambiente, ci hanno visto nascere e crescere, ci abbiamo giocato intorno e ci siamo riposati sotto le loro ombre, apprezzandone la bellezza e così i nostri alunni, condizioni importanti e rare! Il verde (pubblico e privato) non è arredo urbano; è un bene fondamentale per la salute e la vita dei cittadini, per il controllo dell’inquinamento dell’aria, del suolo, dell’acqua; è un valore insostituibile nell’equilibrio dell’ecosistema urbano, per la conservazione e l’incremento della biodiversità, il miglioramento del microclima, la protezione da rumore e dal vento, per la bellezza del paesaggio. Una città non è evidentemente né un bosco né un ambiente agricolo ma, non per questo, deve essere priva di spazi verdi di qualità, anzi. la qualità è proprio il punto chiave della questione: ben vengano nuovi giardini, ma c’è una bella differenza tra un’aiuola fiorita e un frondoso albero adulto.
Gli alberi impiegano decenni a crescere, e il beneficio della loro ombra non può essere recuperato dall’impianto di giovani piante (pur importantissimo). Questo non è una diceria , ma fa parte delle strategie europee di adattamento ai cambiamenti climatici: gli alberi ad alto fusto saranno i nostri più preziosi alleati contro le ondate di calore (purtroppo) sempre più frequenti. Nessuno ha mai negato che gli alberi in città possano essere tagliati, ma ci si domanda quanto questa scelta sia ponderata.
Si possono adeguare i progetti alle piante esistenti? Gli abbattimenti possono essere evitati con delle potature? Gli alberi tagliati possono essere sostituiti? Quali essenze piantare? Come fare la manutenzione?
Purtroppo nella gestione del verde urbano una scelta affrettata o sbagliata si ripercuote sulla città e sui cittadini per troppo tempo.
Confidando nel l’amministrazione e nei cittadini In attesa di un riscontro, porgiamo Distinti Saluti le docenti, il personale ATA della scuola primaria Duca d’Aosta.

Novara non brilla per qualità ambientale. La periferia della città è a diretto contatto con ill sistema rurale circostante. E’ infatti quasi immediata la presenza dell’agricoltura, prevalentemente di risaia, a ridosso dell’area urbanizzata. Il paesaggio rurale è quasi privo di vegetazione: pochissimi alberi ad alto fusto, non siepi; è solo a volte interrotto da qualche recente modesta macchia di arboricoltura da legno che viene tagliata appena giunta a maturazione. Le aree rurali, così alle porte della città, non riescono a produrre per i cittadini un positivo rapporto città-campagna. Nessuna barriera naturale circonda e “protegge” la città. Gli aspetti di questa situazione sono perlopiù negativi: peggioramento del microclima, umidità, incremento di zanzare ed insetti ecc. Il degrado paesaggistico e ambientale è evidente, la qualità dell’aria preoccupante.

Da un Rapporto sullo stato dell’Ambiente di Novara anno 2007 sinteticamente si ricava che nessuno degli 11 ambiti paesaggistici in cui è stato suddiviso il territorio comunale possiede un livello di qualità ambientale alta o molto alta. Per circa il 61% del territorio siamo in presenza di qualità bassa o molto bassa. Secondo il “Rapporto” il verde urbano si attesta su circa 12 mq/abitante. L’ISTAT in “Indicatori ambientali urbani anno 2009” segnala 13,2 mq. di verde per abitante. Novara è comunque ultima nella graduatoria piemontese. La media italiana (su 111 capoluoghi di provincia) è di circa 93,6 mq procapite, in Piemonte 52,4 mq/procapite.

Anche la densità di verde urbano (verde gestito direttamente o indirettamente da Enti Pubblici) calcolata in percentuale sul territorio comunale risulta scarsa.
Italia 8,3% (media riferita ai 111 capoluoghi di provincia) –
«Nulla, eccetto il cuore egoistico dell’uomo, vive solo per sé. Né l’uccello che fende l’aria né l’animale che si muove sul terreno: tutti si rendono utili ad altre vite. Non vi è foglia della foresta o umile filo d’erba che non svolga il suo compito. Ogni albero, arbusto o foglia elabora e trasmette quegli elementi di vita senza i quali non potrebbero sussistere né uomini né animali» .C.Baudelaire
Una città non è evidentemente né un bosco né un ambiente agricolo ma, non per questo, deve essere priva di spazi verdi di qualità, anzi. La qualità è proprio il punto chiave della questione: ben vengano nuovi giardini, attorno alle mura e in più luoghi possibile, ma c’è una bella differenza tra un’aiuola fiorita e un frondoso albero adulto.
Gli alberi impiegano decenni a crescere, e il beneficio della loro ombra non può essere recuperato dall’impianto di giovani piante (pur importantissimo). Questo, si badi bene, non è una chiacchiera da bar, ma fa parte delle strategie europee di adattamento ai cambiamenti climatici: gli alberi ad alto fusto saranno i nostri più preziosi alleati contro le ondate di calore (purtroppo) sempre più frequenti.
Nessuno ha mai negato che gli alberi in città possano essere tagliati, ma ci si domanda quanto questa scelta sia ponderata.
Si possono adeguare i progetti alle piante esistenti? Gli abbattimenti possono essere evitati con delle potature? Gli alberi tagliati possono essere sostituiti? Quali essenze piantare? Come fare la manutenzione?
Purtroppo nella gestione del verde urbano una scelta affrettata o sbagliata si ripercuote sulla città e sui cittadini per troppo tempo. Si veda ad esempio la decisione delle passate amministrazioni di riempire strade, piazze e giardini di pini: una scelta portata avanti per decenni e che adesso ci sta presentando il conto. Legambiente Pisa pensa che tagliare gli alberi non sia un tabù: le piante possono diventare vecchie, pericolose o anche semplicemente un ostacolo per le mutate esigenze della città, ma non per questo le si può abbattere a cuor leggero per semplificare un lavoro o per la convenienza di venderne il legno.
Nello spirito dell’ambientalismo scientifico che caratterizza da sempre la nostra associazione, e nell’interesse di tutti al miglioramento della nostra città, lanciamo una proposta di istituire una tavolo di confronto tra Amministrazione, associazioni e abitanti per valutare assieme l’opportunità degli interventi sulle alberature prima della loro esecuzione.
Saremo felici di aiutare l’Amministrazione a comunicare ai cittadini interventi spiacevoli ma necessari nel caso in cui questi siano stati condivisi e concordati precedentemente.

7 commenti a Monfalcone, taglio alberi della scuola primaria Duca d’Aosta. Le docenti: “Siamo indignate.”

  1. Hafez ha detto:

    Mah….Questa giunta,clone della precedente,suscita rimostranze da varie parti,e anche le difese d’ufficio latitano,ma non si cambia…li avete voluti?

  2. UfficioStampa Comune di Monfalcone ha detto:

    «In merito all’abbattimento dei tre ippocastani della scuola Duca d’Aosta, e in risposta alle richieste delle insegnanti e del personale Ata della scuola, ribadiamo che la strada dell’abbattimento è purtroppo l’unica possibile, come peraltro dichiarato dall’esperto da noi contattato per trovare una soluzione alla questione (il direttore provinciale dell’Ersa). Inoltre, abbiamo già previsto la sostituzione degli alberi abbattuti con altre essenze arboree idonee al luogo di piantumazione». E’ la risposta del sindaco di Monfalcone, Silvia Altran, alla richiesta delle insegnanti della Scuola Duca d’Aosta.
    Il problema degli alberi risiede non solo nelle chiome, che sono in sofferenza vista la poca distanza tra le piante e la loro crescita, ma anche e soprattutto nelle radici ormai talmente estese da compromettere la funzionalità di alcune strutture adiacenti la scuola.
    «Come prima ipotesi, avevamo pensato immediatamente alla recisione delle radici, per salvare i fusti. Tale azione è stata vivamente sconsigliata da parte dell’Ersa, visto che avrebbe compromesso la stabilità delle piante facendone un pericolo per gli alunni e gli insegnanti della scuola. E per noi la sicurezza, dei bambini e non solo, è la prima cosa» spiega ancora il sindaco, ribadendo quanto già affermato dall’assessore ai Servizi Tecnici Paolo Frittitta.
    «L’unica strada, nostro malgrado, è stata quindi quella dell’abbattimento, che però non è stata presa a cuor leggero: dopo il responso dell’Ersa, abbiamo provveduto a contattare sia Wwf che Legambiente, spiegando loro la situazione».
    La risposta da parte di Legambiente riporta che ”Anche per una questione di normativa, le piante nate spontaneamente o messe a dimora troppo vicine al confine di proprietà, in alcuni casi dovranno, purtroppo, essere destinate all’abbattimento”, mentre dal Wwf si afferma che ”L’abbattimento può essere accettabile, a condizione di piantare altri tre alberi in zona meno vicina alle proprietà private”. E infatti, come detto, stiamo lavorando in tal senso.
    «L’unica decisione che abbiamo preso ”in autonomia” – conclude il sindaco – è stata quella di procedere all’abbattimento dei fusti nella stagione estiva, per un semplice motivo: la scuola è chiusa, e dunque è l’unico periodo in cui si può operare senza timori per la sicurezza dei bambini».

  3. vico ha detto:

    Da come si è ridotta Monfalcone negli ultimi 50 anni mi stupisco che non sostituiscano gli ippocastani con dei finti alberi di cemento come il finto albero che maschera l’antenna della telefonia sulla rocca.
    Un consiglio alle docenti. Credo che l’unica cosa sia prendere qualche rametto e rimpiantarlo nel giardino di casa o da qualche parte.
    A Monfalcone sembra che la filosofia sia:” VA DOVE TI PORTA IL CEMENTO”.

  4. Kaiokasin ha detto:

    Caro Uffico Stampa, potreste cortesemente pubblicare qui la relazione del direttore dell’ERSA, così possiamo farci un’idea più chiara sull’opportunità e urgenza di questi abbattimenti? Moltre grazie!

  5. max ha detto:

    Caro Kaiokasin…per quella relazione, scordati che l’ufficio stampa del comune di IndiaNapoli si degni mai di pubblicarla. Davvero pensi che a loro stia a cuore questa città? Eh sì…proprio la Monfalcone Migliore hanno scelto.

  6. UfficioStampa Comune di Monfalcone ha detto:

    Essendo un documento elaborato dall’Ersa, la diffusione non è di nostra competenza. Eventualmente quindi ci si può rivolgere alla sede provinciale dell’Ersa per conferma.

  7. Roberto Zolia ha detto:

    Della serie: no go niente de far e me indigno, che fa tanto figon, inteligente. Ma perpiacer! No son mai stà tenero co’sta amministrazion ma se i alberi sta creando problemi se li taia e se li ripianta, dove xe el problema! Se sa che le radise col tempo le alza el teren, basta veder al lato del Liceo. Ma qua sembra diventà el paese del no che fa tanto fico, no a questo, no a quel, no, no, no a tutto. Fa figo. E riguardo el Pinus Telefonicus che xe su per la Rocca, tuti se lamenta che el xe (che orrore!) ma dopo se no i ga campo i se incazza. Ma insoma! So che parlo al muro. Pazienza.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *