20 Giugno 2012

Incontro con Bertoli: radiografia della sanità isontina in attesa dell’ufficiale seconda bozza di riforma Tondo

“ A me è stato chiesto di valorizzare le eccellenze di questa Azienda e di riorganizzare ciò che non funziona”: il direttore generale dell’Azienda sanitaria isontina, Marco Bertoli, non si ritiene dunque un rottamatore e la parte assegnatagli dalla stampa e dall’opinione pubblica di colui che deve smantellare e devastare non gli va a genio. Tant’è che non intende chiudere il 2012 con un attivo così rilevante come quello del 2011, i fatidici 280 milioni di euro.
Così l’esordio dell’incontro pubblico organizzato ieri sera al Bratuz dal Circolo SEL di Gorizia con Bertoli, occasione che ha riunito operatori, rappresentanti delle associazioni, politici, consiglieri comunali in un dibattito attorno al grande quesito: cosa riusciremo ancora a perdere della sanità isontina, e di tutto quel poco che ancora ci resta per vantare il ruolo di città capoluogo?

Cominciamo dalla bozza di riforma Tondo: relativamente alla quale, per inciso, prima o seconda versione si tratti, si è saputo ,proprio nel corso del dibattito, che la direzione regionale del PD ha espresso ufficialmente il proprio dissenso in ordina alla creazione di tre aziende territoriali, ipotesi che evidentemente esclude l’autonomia di Gorizia.
Bertoli conosce soltanto la prima bozza, e su questa sola le direzioni aziendali si sono espresse; della seconda, sulla base di quel che si dice, interpeta la configurazione di un’ area giuliano-isontina come facente capo alla nostra Azienda sanitaria.
E’ una geografia ambigua, però, per una platea che ha chiaro un obiettivo: Gorizia vuole essere la quarta area vasta. Possibilmente e meglio se con ambito transfrontaliero. Punto.
Ma al direttore preme parlare di quel che si fa, in particolare le iniziative dirette a sviluppare il territorio rispetto l’ospedale, i progetti che riguardano le continuità assistenziali, le cronicità, i malati terminali.

Su questo fornisce dei numeri, che si rifanno alla messa a bilancio di un milione di euro per assunzioni a tempo indeterminato così da ripristinare entro l’anno i turn over ( e, dice, probabilmente andare oltre), all’aumento a 540 mila euro per i progetti riabilitativi del DSM ( ma non sono ancora pochi?) , sugli infermieri dislocati a svolgere assistenza domiciliare, sui posti letto istituiti a Villa San Giusto per i malati con minima coscienza, sul rifacimento dell’ospedale e sul rinnovo delle apparecchiature tecnologiche.

“L’Azienda sanitaria non è il nemico del popolo. E’ al servizio della gente” – afferma Bertoli, e coerentemente assicura che le iniziative che si dimostrassero inefficaci rispetto le esigenze potranno essere riviste e ricalibrate. Ad esempio gli orari degli Sportelli delle vaccinazioni e prevenzione.
Sul Punto nascita c’è poco da fare: un accordo Stato – Regioni stabilisce i parametri per il servizio, Gorizia non ha i 500 parti all’anno che sono presupposto per il mantenimento. In fondo a Bertoli non interessa la ragione per cui le mamme goriziane vanno a partorire altrove. E del resto questa, come altre vessate questioni ( inclusa l’esistenza sul territorio provinciale di due ospedali, a Gorizia e Monfalcone, per 140 mila abitanti o lo spostamento a San Polo di otorino e oculistica)sono per un manager pubblico qual è lui storia vecchia, frutto di errori che altri hanno commesso. La Regione farà a breve gli audit rispetto i parametri negli undici punto nascita del territorio: entro luglio, la questione dovrebbe essere definita. La sovrabbondanza è fuori discussione.

Altro obiettivi di Bertoli: la sistemazione del Centro salute mentale e l’aumento delle risorse per questo settore, l’introduzione di procedure importanti come la radioterapia e la ricostruzione intraoperatoria della mammella ( per il infonodo sentinella si va comunque a Trieste, anche trasportati a spese dell’azienda se fosse in corso il ricovero), l’apertura a Monfalcone di un centro per l’amianto, la nomina a breve del primario di chirurgia, lo spostamento fuori dall’ospedale tanto il servizio Hospis quanto la RSA ( liberando con ciò parecchi letti per l’ospedale)
E ancora, la Trombolisi: non c’è l’autorizzazione, nonostante le riuscite simulazioni. La nomina direttore DSM: non c’è l’autorizzazione. Il centro diabetologico: la responsabilità di questa patologia è dei medici di base, l’Azienda deve solo supportare. Primario di cardiologia: questione spinosissima, al momento non si vede soluzione alla mancanza del primario, forse perchè sobbolle l’ipotesi di un incarico a scavalco sui reparti di Gorizia e Monfalcone. Edificio del vecchio ospedale in via Vittorio Veneto: l’Università di Nova Gorica vuole comperarlo, per riunificare le sue diverse sedi e installare laboratori di fisica grazie al finanziamento dell’UE. L’Agenzia del Territorio sta facendo una stima di quale possa essere il valore di locazione e di vendita. Poi ovviamente si farà una gara.

Tutti aspettano, da ora, l’ufficiale seconda bozza della riforma regionale rispetto la quale Bertoli si conferma pronto a continuare il dialogo con la cittadinanza. Pochi, al posto suo, in un atmosfera certo non disponibile e a tratti surriscaldata, avrebbero gestito l’incontro con tanta lucidità e bonomia. Dobbiamo temerlo, questo psichiatra dirigente, o non sarà che uno così magari ci dà anche una mano a salvare la sanità isontina?

7 commenti a Incontro con Bertoli: radiografia della sanità isontina in attesa dell’ufficiale seconda bozza di riforma Tondo

  1. giuseppe aleo ha detto:

    ………….sinceramente ho apprezzato la franchezza(spero abbia detto tutte verità) e il cipiglio difronte alle vecchie lagnanze per egoismi campanilistici di cui lui è assolutamente estraneo date invece le grosse responsabilità politiche(riforma Tondo versione uno o due?) del presente e soprattutto del passato. Rispetto a innominabili direttori precedenti accettiamo almeno le buone intenzioni del dott.Bertoli.

  2. AndreaGo ha detto:

    “Dobbiamo temerlo, questo psichiatra dirigente, o non sarà che uno così magari ci dà anche una mano a salvare la sanità isontina?”
    Temere direi che è una parola grossa, senz’altro da quello che leggo non mi aspetto i fuochi d’artificio e vedo prospettive tutt’altro che rosee, “al direttore piace parlare di quel che si fa”, salvo poi parlarne in maniera del tutto vaga, non vedo di cosa ci sia da esser contenti! Qui si legge di accorpamenti, sovrabbondanza di reparti, si parla di potenziare il territorio senza specificare cosa si intende fare (finanziare S. Giusto non è potenziare il territorio) a parte le sacrosante assunzioni di infermieri.
    Primario di cardio a scavalco (= eliminato reparto a Go o a Monfi), struttura del vecchio ospedale svenduta agli sloveni, con i quali si accampano prospettive strampalate di creazione di azienda unica (avete mai visto anche solo discuterne tra le due realtà nei fatti di come potrebbe essere fatto?? Io no), estromissione dall’ospedale di RSA (= eliminazione? accorpamento con Cormons?) e dell’Hospice (per metterlo dove? a S. Giusto? con dei fondi stanziati a loro favore per poi dover comunque pagare i 2500€ di rata?). Introduzione di “procedure di radioterapia”!!! Ma il Dottor Bertoli sa che esistono i dipartimenti di radioterapia ad hoc? Qui non si tratta mica di una lastra o una tac!? Progetti di riabilitazione del DSM…questi sconosciuti…La trombolisi, qui si va ancora di più sul difficile, io una stroke unit a Gorizia non me la vedo proprio…anzi, mi spingo più in là, vedremo cosa sarà della neuro appena va in pensione l’attuale primario…cioè questi spostano reparti , per operare una cataratta devo mandare i vecchietti a Monfalcone e questi si fanno le p***e con la trombolisi, come se una Stroke unit si creasse dall’oggi al domani (stesso dicasi per la radioterapia).Altra cosa poco chiara: “La nomina direttore DSM: non c’è l’autorizzazione”. ma non è il Dr. Franco Perazza? che di mestiere non è nemmeno psichiatra ma psicologo? Sul punto nascite si prende atto dell’inadempienza dei numeri, e quindi si prospetta la chiusura anche qua. Sul fatto che per il diabete “l’azienda debba solo supportare” è ancora più sibillino! Cosa vuol dire??? Evidentemente il dottor Bertoli non bazzica molto col diabete…
    Qui si parla di tutela delle eccellenze, di potenziamento del territorio, di azienda integrata con la Slovenia…io mi accontenterei di tutelare il minimo sindacale per far star in piedi un ospedale! Basta promesse e supercazzole! Basta riempirsi la bocca dei soliti programmi (incompiuti)!!

  3. isabella ha detto:

    Io aspetto di vedere le nuove assunzioni.

  4. Martina Luciani ha detto:

    Tante a sufficienza da raggiungere il numero di dipendenti del 2009. Cioè 2015. Also spracht Bertoli.

  5. AnnA ha detto:

    @Martina: Also sprach x 😉

  6. Martina Luciani ha detto:

    Certo, AnnA, sprach, è l’unica cosa ( seguita da Zarathustra) che so di tedesco e pure la scrivo male…no, ne so anche un’altra ma è una parolaccia.

  7. alfredo codarin ha detto:

    ho l’impressione che l’avvenire della sanità isontina si trovi in via Trieste. alfredo

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