7 Giugno 2012

Rigassificatore: un sarcofago per il porto?

Sicurezza per l’ambiente e compatibilità con le attività in sito, ad esempio portuali. Queste parole del ministro dell’Ambiente Corrado Clini, ospite a Porta a Porta, sembrerebbero far sbiadire la possibile collocazione di un rigassificatore a Trieste.

Perché le garanzie sull’ambiente antropico presentano ancora gravi motivi di perplessità: pochissime centinaia di metri di distanza da insediamenti abitativi e altre attività a rischio, con possibile “effetto domino” (negli Usa, pur con valutazione divergenti, la sicurezza si misura comunque in vari chilometri), e nessuna attenzione per i pericoli del terrorismo.
Dei danni al golfo si sa, con l’impianto a ciclo aperto, e i quasi 800 mila mc al giorno di acqua pompata, raffreddata e clorata.
Ma la pena di ragionare sul futuro del porto, che per volontà politica quasi unanime è destinato ad concentrarsi nel Punto Franco Nuovo, e ad espandersi verso Muggia.
Due navi in più la settimana sono un carico modesto per lo scalo, non interferirebbero con la sua operatività, dice la Capitaneria di Porto. Ma appare bizzarro ragionare in termini di unità, come se le gasiere equivalessero ai traghetti o alle rinfuse.
Il Gnl è il carico più pericoloso che ci sia e il canale di accesso al terminale sarebbe lo stesso utilizzato dalle petroliere: uno spazio di 700 metri tra la diga “Rizzo” e la costa muggesana (lo si vede qui sotto con l’inserimento, in grigio del progettato rigassificatore).

Il piano di sviluppo del porto prevede espansioni ed interramenti. In futuro le “navi bianche” attraccheranno all’attuale terminal ro-ro di Riva Traiana, e i Tir provenienti dalla Turchia verranno dirottati al Vallone, a pochissime centinaia di metri dal sito dell’impianto voluto da Gas Natural. I traghetti dovrebbero quindi evoluire nel breve spazio acqueo prospiciente la Siot e il rigassificatore.
Sovrapponendo alla situazione esistente il piano dell’Autorità marittima (in cui il rigassificatore non c’è), evidenziandolo in rosso, e innestandovi il pontile d’attracco per le gasiere, si ottiene la situazione visibile qui sotto.

Se gli ampliamenti del porto si faranno come progettato, le stesse manovre d’emergenza per le gasiere previste dagli studi di Gas Natural (e illustrati dall’immagine successiva) potrebbero risultare infattibili , stante il raggio di curvatura necessario.

Al futuro non ci si pensa proprio. Poniamo il caso che gli sforzi di Gas Natural, accompagnati dal più che benevolo orientamento della Regione («Dobbiamo fare il rigassificatore, anche a costo di perdere consenso», Tondo dixit) riescano a validare la compatibilità normativa dell’impianto. Si tratterà comunque di un’operatività risicata e con pochissimi margini, a causa – come detto – del ridotto bacino nautico e delle minime distanze da altre industrie. E domani potrebbero esserci norma più severe (la tendenza, per la sicurezza, è ad alzare gli standard).
Queste in altri Stati esistono già: negli Usa, ad esempio, per l’avvicinamento occorrono aree libere sino a due miglia a prora e mezzo miglio a poppa, e il canale d’accesso delle gasiere va tenuto sempre sgombro, per eventuali emergenze che imponessero l’immediato allontanamento della nave.
Qualora dovesse verificarsi un incidente in un’altra parte del mondo, le cose potrebbero cambiare in maniera radicale. Per Fukushima la Germania ha abbandonato il nucleare (scelta costata miliardi di euro), qui, un “caso rigassificatore”, anche agli antipodi, potrebbe far allargare gli spazi “sterilizzati” , c
Allora bisogna capire se stiamo scherzando quando parliamo sviluppare il porto di Trieste, o se scherziamo quando consideriamo positivo il sì al rigassificatore.
Il ministro Clini ha detto che impianti del genere devono essere compatibili con l’attività portuale. Il progetto di Gas natural addirittura agevolerebbe l’operatività di più porti. Quelli di Capodistria, di Monfalcone, di Porto Nogaro.
Su questo punto sarebbe necessario e urgente un pronunciamento dal primo e massimo portatore d’interesse, l’Autorità portuale.
Le considerazioni sopra esposte sono basate su dati non veritieri? Esistono altri elementi non presi in considerazione?
A queste domande Marina Monassi dovrebbe rispondere.
Ma, forse troppo affacendata con i suoi autoreferenziali aumenti di indennità, rimane chiusa in un silenzio che, per il porto, potrebbe risultare davvero tombale.

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43 commenti a Rigassificatore: un sarcofago per il porto?

  1. sfsn ha detto:

    o in tomba va el rigassifcator o ghe andemo noi…

  2. Danilo Ulcigrai ha detto:

    Forsi la Baba del Porto no ga ancora ciapà qualche màndola per esprimerse…

  3. marcus ha detto:

    scrive l’articolo: “Su questo punto sarebbe necessario e urgente un pronunciamento dal primo e massimo portatore d’interesse, l’Autorità portuale.”
    La Signora Monassi ovver presunta presidente di un’Autorità Portuale, in quanto di cittadinanza italiana, Strumento del Port Libero di Trieste (PLT), art. 18, NON può pronunciarsi in merito al quesito in quanto ricopre la carica di Direttore abusivamente.
    Per quanto alla legge inerente alla locazione del rigassificatore l’International Maritime Organization (IMO) prevede che deve essere rispettata la zona di sicurezza e la zona d’interdizione alla navigazione quindi non mapperebbe mai un sito a rischio per la salute e sicurezza dell’uomo.
    Invece l’International Commission for the Free Port of Trieste (ICFPT) deve provedere che l’accessibilità al porto di Trieste sia garantita a qualsiasi nave, battente qualsiasi bandiera, 24 ore su 24 ore per 365 giorni all’anno. Quindi le navi gasiere impediscono nelle ore di scarico del GNL, a causa delle regolamentazioni IMO, l’accesso al porto, quanto significa che non sara mai possibile che questa Autorità di Sorveglianza dell’Autorità Portuale di Trieste (attualmente adirittura illegale in quanto italiana), permetterà di costruire un rigassificatore a Zaule.
    Poi ci sono i problemi ecologici, quindi questo rigassificatore NON si può fare salvo violando la LEGGE e quindi incorrendo nelle sanzioni internazionali penali e civili previste da essa.
    Stiamo a vedere se qualche cosidetta autorità o come usuale a Trieste associazione di categoria si prende le responsabilità di permettere la costruzione di questo impianto di rigassificazione!

  4. luciano emili ha detto:

    Letto l’articolo il pensiero va, in merito al discorso portualità, ai porti canale nel nord Europa e non solo. a) il traffico navale è ben superiore del porto di Trieste 60-100 volte superiore. b) le navi sono petroliere, gassiere prodotti chimici ad alta asplosività e tossicità. Lo specchi d’acqua per le navi è di gran lunga inferiore al golfo di Muggia. RINA e C.P. sostengono che la presenza di gassiere non precludono l’attività delm porto. Credo ce quest’ultimi sono delle autorità al di sopra di ogni sospetto di agevolare la GASNATURAL. Quindi mi chiedo di che cosa state parlando. Sic!!!!!!!!!!

  5. Carlo ha detto:

    @ $
    Luciano, ti chiedo:
    E’ utile mantenere una “via di fuga” aperta, percorribile dalla gasiera in caso di emergenza, per tutto il tempo di permanenza all’ormeggio ?

  6. nick ha detto:

    http://ricerca.gelocal.it/ilpiccolo/archivio/ilpiccolo/2009/11/28/NZ_13_SPAL.html

    così, giusto per mettere fine a queste chiacchiere. Boniciolli ci capisce di porti. Ci ha sempre capito. e se dice così, è evidentemente così.

  7. Carlo ha detto:

    Caro Nick, preferisco che a mettere fine alle chiacchiere sia il naturale esaurirsi dell’argomento, piuttosto che un tuo diktat.
    Detto questo, riporto l’intervento di Boniccioli e mi chiedo in cosa sia congruente rispetto alla domanda precedente.
    Boniciolli: «Le previste 120 gasiere portate al rigassificatore in un anno non sono niente, non interferiscono coi suoi traffici, e la bora non ha mai fatto male a nessuna nave».
    Ripeto la domanda [sino alla noia !]: la gasiera ha bisogno di una via di fuga costantemente libera durante tutta la sua permanenza all’ormeggio ?

  8. capitano ha detto:

    Oggi a gioia tauro 630 kili de coca.
    Come redditività al metro cubo fossi più conveniente puntar su altri mercati per il porto de Trieste. 🙂

  9. nick ha detto:

    @7: ma scusa, la Capitaneria dice che quelle navi non sono un problema e Boniciolli dice la stessa cosa. Io credo che le valutazioni che provengono da voci qualificate vadano accettate.
    Nessun diktat.

  10. Carlo ha detto:

    Le voci sono qualificate. Dicono che:
    – un aumento del traffico di + 120 unità/anno non è tale da saturare e mettere in crisi le nostre infrastrutture (disponibilità di moli, banchine, rimorchiatori ecc. ecc.)
    – le regole attuali di accesso al Canale Sud prevedono che quando una nave si muove tutte le altre devono stare ferme.
    Nessuno ha ancora detto quale saranno le regole di sicurezza al momento in cui giungeranno in porto le gasiere.
    A Porto Viro l’area circolare con le diverse distanze di interdizione è stata decretata dalla Capitaneria di Porto, su indicazione IMO, a seguito della costruzione del rigassificatore.
    Noi, un’idea, possiamo farcela PRIMA ?

  11. nick ha detto:

    Non essendo un tecnico, e soprattutto no n avendo titoli o responsabilità specifiche, non sono in grado di dare una risposta su quali tecnicamente debbano essere le condizioni di sicurezza. Mi fido delle dichiarazioni di chi, come la capitaneria o l’allora presidente dell’autorità portuale, hanno competenze specifiche. Detto questo, come ogni attività umana, credo che un rischio zero non esista.
    Di seguito posto un link ad un incidente occorso ad una gasiera meno di dieci anni fa a Porto Torres 8così si scatenerà un bel po’ di gente, sono convinto).

    http://www.rimorchiatorisardi.it/press/2gennaio2004.pdf

    Si legge, dalle cronache dell’epoca, che tutto potrebbe essere stato causato da alcuni uomini d’equipaggio ubriachi. Come dire: si può prevedere al meglio tutto. Ma poi, una quantità di rischio esiste ed esisterà sempre.
    Rifiutarla sempre e comunque non mi sembra realistico. Se così fosse non dovremmo volare, prendere l’auto, etc. etc.

  12. sfsn ha detto:

    @ berluscoNick:
    praticamente quel che disi i tecnici no va mai messo in discussion.
    Bel.
    Eichmann iera un tecnico

  13. nick ha detto:

    @12: ovviamente non è così. Ci sono modi e procedure nel nostro ordinamento per chiedere che si verifichino gli orientamenti e le decisioni dei “tecnici”. E sono dell’idea che vadano seguite.
    La tua provocazione è come spesso accade a metà strada tra l’offesa gratuita e l’inutilità ai fini di un confronto civile.

  14. Carlo ha detto:

    Se esistono alternative meno rischiose, però, vale la pena adottale, giusto ?
    Personalmente – e come me tanti altri tecnici – non sono del partito del “No” ma piuttosto di quello del “Far meglio”.
    Sto parlando di un impianto off-shore, galleggiante, che funzioni a ciclo chiuso. Garantirebbe tutti gli stessi benefici (diversificazione delle fonti, royalties, ecc.) e darebbe più sicurezza (antropica, ambientale).

  15. Aurelio Slataper ha detto:

    Che simpatico il nostro Emili! Ma di che stiamo parlando? Cosa interessa se Gas Natural non ha risposto neppure ad uno, diconsi uno, dei quesiti posti durante i vari gradi di valutazione del suo progetto? Cosa importa se un tavolo di tecnici e ricercatori altamente qualificati ha espresso un giudizio inequivocabilmente negativo sulle ricadute che l’impianto, così come concepito da Gas Natural, avrà sulla sicurezza, sull’ambiente e sull’economia triestina? Cosa importa se la soluzione proposta da Gas Natural sia la più obsoleta, dannosa e insicura tra quelle oggi disponibili? Ma di che stiamo parlando gentile signor Emili? Il problema è che Lei sa come stanno le cose mentre tutti coloro che hanno dedicato al problema anni di studi sono degli emeriti incompetenti!

  16. nick ha detto:

    Concordo. Effettivamente il progetto off shore sarebbe migliore sotto tutti i punti di vista.

  17. Carlo ha detto:

    Porterò questa proposta alla Tavola Rotonda “Stakeholders’ Workshop on Maritime’s Affairs – Towards a strategy for the Adriatic Ionian Macro – Region”.
    Stazione Marittima, 12 e 13 giugno.

  18. sfsn ha detto:

    @ berluscoNick
    el tuo glissar su tutto, inveze de dir ciaro e tondo che te se bevi tuto quel che i te conta in tv, xe un insulto reale, all’intelligenza dei lettori de questo blog.

  19. slowfoot ha detto:

    … ma la sapete la più bella ?
    Luciano Emili è anche stato presidente della sezione WWF di Trieste 😀
    Non è durato molto, però !

  20. sergio ha detto:

    non sono un tecnico, ma dopo aver letto vari articoli a riguardo sono assolutamente sicuro che il rigassificatore non si deve fare, quanto per la pericolosità, quanto per l’area che andrebbe ad occupare, area che potrebbe far sorgere molte fabbriche non inquinanti con un assoluto maggiore numero di occupanti, quello che si deve fare è ritornare a curare i nostri traffici portuali, che sono in malora, la biologa signora Monassi è assente in questa discussione con i soldi che prende dovrebbe dare una risposta precisa, se no a casa, le persone incompetenti non ci servono specialmente a quelle cifre

  21. nick ha detto:

    @18: non glisso proprio su niente. E non insulto proprio nessuno. Ho delle idee che, come è sacrosanto, vanno critica e non devono trovare altre persone per forza d’accordo. Ma non per questo non devono essere rispettate. Così come va rispettata, nei toni e nei giudizi, la persona che queste idee esprime. Tutto qua.

  22. sfsn ha detto:

    BerluscoNick:
    anche mi go dele idee: per esempio che el libero mercato xe una pura utopia perchè (come el comunismo) implica che l’Omo sia incorruttibile e onesto. E dunque digo che pensar che el libero mercato funzioni xe impossibile e xe utopia.
    Co digo sta roba te me rispondi – testuale – che xe “una sciocchezza assurda e totale”.
    Questo, secondo mi, xe un insulto.

  23. Federica ha detto:

    Il golfo di Trieste non e’ adatto ad un impianto di rigassificazione. Poco profondo, acque troppo calde. Esistono soluzioni molto piu’ economiche e meno ambientalmente impattanti e MOLTO piu’ economiche (vedi navi che rigassificano al largo) ma la regione non si e’ neanche informata su questo, nonostante le associazioni ambientalistiche abbiano presentato la documentazione al riguardo. Perche’ secondo voi?
    Ovvio che un rigassificatore impatterebbe il traffico del porto: non lo sapete che quando arriva il gas c’e’ il divieto per qualsiasi imbarcazione di navigare per evitare incidenti e/o attentati?

  24. nick ha detto:

    premessa 1: all’interno di questo post ragionare su cosa sia i libero mercato mi sembra un po’ improprio
    premessa 2: un conto è ritenere che, a proprio avviso (“secondo mi”) una certa affermazione sia un insulto. un conto, invece, sono quelle affermazioni e quelle parole che oggettivamente (oggettivamente, lo ripeto) sono un insulto.
    Detto questo, con riferimento al libero mercato, non vuol dire nulla che questo rappresenterebbe “una pura utopia”. Il libero mercato è una dimensione di scambio commerciale nella quale si tende a fare sì che tutti i diversi attori possano intergire fra loro in una condizione di equilibrio e parità, sia in termini di informazioni possedute, che di opportunità di crescita e sviluppo. E’ chiaro che un conto è quello che viene descritto sui libri di economia aziendale e un conto è la realtà. Io credo che si debba progressivamente tendere ad un mercato dove tutti giochino tra loro alla pari. Onestà e incorruttibilità dell’essere umano, in un ragionamento di questo genere, c’entrano fino a un certo punto, visto che l’armonia deve essere presidiata e salvaguardata da un meccanismo di regole e sanzioni (enforcement).
    Mi scuso per la digressione con quanti si aspettavano di leggere un post dedicato all’argomento dell’articolo.

  25. Sandi Stark ha detto:

    Le citazioni va contestualizzade.

    Boniciolli ga ditto quella roba, ma el ga anche ditto che che el gaveva dà parer favorevole sul “polo energetico” solo da un punto de vista portuale, che no ghe spetta a lui discuter della sicurezza, ecologia eccetera.

    Inoltre, Boniciolli gaveva giustificà la sua opinion disendo che le petroliere della SIOT porta un grosso fatturato al Porto, perchè le paga tariffe alte.

    La sua opinion sul traffico gasiero iera strettamente collegada, in altre parole: 120 metaniere = a l’incasso de 240 petroliere, e me sta ben.

    Ma nissun ghe gaveva ditto a Boniciolli che el traffico portuale devi fermarse per tutto el tempo che una metaniera se movi, cioè alcune ore durante l’ormeggio e alcune ore durante la partenza.

    Questo no ghe causa problemi alle petroliere perchè le pol organizzarse tra de lore, entro certi limiti.

    Ma questi blocchi del traffico saria mortali per el Molo 8° o per el raddoppio del Molo 7°, come anche per le portacontainer che speta alla fonda.

    In altre parole, accettàr le gasiere significa rinunciar al sviluppo del traffico container.

    E questo no va ben, ghe servi solo alla lobby dei porti italiani che vedi TS come el fumo nei oci.

    Perchè xe poco cossa discuter: el traffico container diretto nella mitteleuropa o el passa de qua, oppur el fa el periplo de l’Europa.

    E la lobby dei porti del meridione xe terrorrizzada che se fazi investimenti portuali a TS piuttosto che nelle sue cattedrali nel deserto.

    E no xe l’unica lobby, esisti quella del Super Porto de Venezia e qealla del Super Porto de Monfalcon, che no se ga ancora del tutto estinto.

  26. nick ha detto:

    @25: più che una contestualizzazione, mi sembra tanto una strumentalizzazione. Boniciolli non fa alcun riferimento a quanto pagano le diverse tipologie di navi. Dice solo che temere che un porto possa andare in difficoltà per un centinaio di navi in più all’anno è fuori luogo.
    Non parla di tariffe. Dice testualmente: “Le previste 120 gasiere portate al rigassificatore in un anno non sono niente, non interferiscono coi suoi traffici”.
    quanto alle lobby, ciascuno tira l’acqua al proprio mulino e fa bene. Non possiamo criticare gli altri perchè cercano di fare i loro interessi. Noi dobbiamo pensare a darci da fare ed essere più bravi dei concorrenti, sia nel fare le cose, sia nel promuoverle.

  27. sfsn ha detto:

    BerluscoNick,
    un sacco de thread va fuori tema, dunque anche questo pol andar OT.

    “Io credo che si debba progressivamente tendere ad un mercato dove tutti giochino tra loro alla pari. Onestà e incorruttibilità dell’essere umano, in un ragionamento di questo genere, c’entrano fino a un certo punto, visto che l’armonia deve essere presidiata e salvaguardata da un meccanismo di regole e sanzioni”
    Onestà e incorruttibiltà c’entra eccome perchè anche el meccanismo de regole e sanzioni xe fato da omini. E proprio i italiani dovessi esser i più sgamai sul fato de saver che leggi, regole e sanzioni vien fate per aiutar i !”amici”. L’imparzialità no pol esser garantida nè dallo stato né da istituzioni internazionali (anzi, proprio nel contesto della crisi attuale, se sta vedendo che xe le stesse istituzioni internazionali che adesso ghe sta parando el cul a chio sta crisi la ga provocada, cioè mondo finanizario e banche.
    Dunque un libero mercato veramente limpido
    xe assolutamente utopico, proprio come lo iera el mondo ugualitario (“da ognuno secondo le proprie possibilità, a ognuno secondo i suoi bisogni”) del comunismo.

  28. nick ha detto:

    io sono convinto che i margini di miglioramento sono notevoli. E che le regole, se fatte bene e – soprattutto – se fatte rispettare possono determinare quel contesto di equità di cui abbiamo tanto bisogno. Se le cose, in particolare da noi, sono troppe volte andate male, non è un buon motivo per non sforzarsi di auspicare che in futuro le cose possano cambiare.

  29. sfsn ha detto:

    mi son convinto del contrario: el libero mercato xe un mostro che porta ala concorrenza spietata tra i omini e lavora per una produzion senza limiti e dunque porterà alla distruzion sia della solidarietà sociale che dell’ambiente e determinerà probabilmente la fine dell’umanità

  30. nick ha detto:

    non condivido

  31. sfsn ha detto:

    imaginavo… niente de novo.
    Vederemo co s’ciopa el rigassificator, ma tanto ti te interessa poco, te sta a Milan…

  32. sergio ha detto:

    omanda ma Boniccioli è un tecnico? Io alle dichiarazioni della politica non ci credo più, chi mi dice che non ci sia qualche inghippo? I politicanti non sono dei tecnici anzi tutt’altro. ? Nick hai qualche partecipazione nell’affare del rigassificatore? Perchè non si fa un referendum? Perche chi ha interesse di farlo (rigassificatore)è sicuro che va a finire con un no, poi penso che dovrebbe prevalere la democrazia e tu Nick sei nettamente in minoranza dunque rispetta la volontà di chi è contro, cioè la maggioranza

  33. Mauricets ha detto:

    29sfsn
    GIUSTO!!!!

    perfino il papa dice questa cosa!!

  34. Sandi Stark ha detto:

    @ 26 no xe vero, mi iero a scoltàr la sua conferenza, oltre a questo xe on line el suo intervento in Consiglio Comunale. Boniciolli gaveva ditto proprio quel che mi go cità.

  35. Sandi Stark ha detto:

    @ 26 “quanto alle lobby, ciascuno tira l’acqua al proprio mulino e fa bene.”

    Un risultato della Lobby dei porti del meridione: el porto de Gioia Tauro xe costà talmente tanto, solo in finanziamenti diretti, che ogni container lavorà durante l’esistenza del Porto, xe costà € 30 mila.

    E da qualche anno i ‘taliani ga scoperto che no se costruissi porti dove no xe linee de traffico terrestre.

    I tien in vita Gioia Tauro con finanziamanti straordinari alla faccia della libera concorrenza tra i porti.

    Coi stessi soldi che i ‘taliani ga butà nel cesso per Gioia Tauro, se mantigniva una città come Taranto per tutta la vita senza farli lavoràr.

    Se a ti te sta ben sto sistema italiàn de sprecar i nostri soldi e de distrugger i porti che pol procurar lavoro, sviluppo e anche tasse per lo Stato… a mi no me sta ben.

  36. mutante ha detto:

    quoto sandi al 100%

  37. Armando ha detto:

    Il concetto di libero mercato aveva un senso quando le imprese dovevano sottostare alle stesse regole.
    Ma oggi non è più così.
    E’ giusto che l’impresa A, che rispetta tutta una serie di vincoli ambientali, competa sullo stesso mercato dell’impresa B che invece non ne rispetta neanche uno?
    In altri termini, è giusto importare beni prodotti senza alcun rispetto per l’ambiente e far fallire le imprese locali che invece sono vincolate al rispetto delle norme?
    Sì, rispondono in coro gli economisti.
    E più aziende falliscono meglio è.

  38. sfsn ha detto:

    @ armando:
    sta roba succedi anche perchè i economisti del coro xe tuti azionisti dell’impresa B…

  39. Kaiokasin ha detto:

    Walter Ganapini da blog Beppegrillo: “A marzo 2012, in un anno, Terna ha un calo dei consumi elettrici del 5,2%, ANIGAS, di gas del 22,6%, Federambiente, della produzione di rifiuti del 10%. (…) , e sulla disponibilità di una potenza elettrica di 130 GW (da espandersi, si diceva, con un nuovo parco elettronucleare…) con una domanda che non ha mai superato quella già offerta di 55 GW. Trasparenza sulla natura e l’entità dei contratti di approvvigionamento gas. Si conclamava il fabbisogno nazionale di 100 miliardi di metri cubi di gas che oggi le compagnie rivedono a 75. Cosa accadrà del gasdotto GALSI, del rigassificatore OLT e degli altri previsti, quando, in Edipower, ci sono nuove centrali a gas che marciano 2.000 ore/anno contro 8.000 da regime normale?”

  40. Triestin - No se pol ha detto:

    18:39 – gas: Monti, consapevoli importanza No slovenia al progetto

    (ANSA) – ROMA, 12 GIU – ”Siamo consapevoli dell’importanza attribuita dalla Slovenia al progetto del rigassificatore nel golfo di Trieste, anche quanto alla compatibilita’ ambientale. La materia e’ di competenza dei ministri dell’Ambiente, dello Sviluppo economico e della Regione Friuli Venezia Giulia e certamente i ministri competenti avranno occasione di discuterne nel prossimo incontro bilaterale”. Lo ha detto il premier Mario Monti dopo l’incontro con il premier sloveno Janez Jansa, che ha ribadito anche oggi il no del suo governo al progetto. (ANSA). DU

  41. Carlo ha detto:

    Grazie dell’aggiornamento !
    Magari si capisse che le obiezioni stanno in piiedi non per via del fatto che la Slovenia non lo vuole, ma perché ci sono seri problemi di compatibilità aambientale e di sicurezza antropica.
    E’ quello che abbiamo tentato di spiegare quest’oggi all’incontro “DG Mare” della Commissione UE, qui in Stazione Marittima.

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