16 Maggio 2012

Rigassificatore: il perché di un no, oltre le problematiche tecniche

Riceviamo e pubblichiamo il contributo di Stefano Bertuzzi, dottorando in Biologia Ambientale e membro del Forum ambiente di SEL Trieste.

L’incontro con il Tavolo Tecnico Transnazionale sui rigassificatori, che si è tenuto lo scorso giovedì 10 maggio presso l’Università di Trieste, è stato un’ottima occasione per far conoscere agli universitari molte delle ragioni che spingono a ritenere poco opportuna la costruzione del rigassificatore di Zaule. Molti docenti e forse troppo pochi studenti hanno ascoltato con interesse gli esperti che hanno riproposto, con i loro ottimi argomenti, le già note problematicità dell’impianto: quelle ambientali, riassumibili nel raffreddamento delle acque e nel loro arricchimento in cloro e cloro-derivati, fattori che rischiano di portare ad un depauperamento della flora e della fauna del golfo; i problemi legati alla sicurezza, che appaiono tanto gravi quanto sottovalutati nei rapporti di Gas Natural; il serio rischio di un impatto considerevole sulle attività portuali, con una chiara e difficilmente quantificabile perdita economica per il porto e per il suo indotto.

Osservazioni che rendono sempre più evidente quanto un impianto simile, oltre ad essere poco appetibile economicamente, diventerebbe una minaccia concreta a ciò che abbiamo di più caro, cioè al nostro mare. Non possiamo permetterci l’ennesima ipoteca sui beni comuni, la quale metterebbe a serio rischio un ambiente già depauperato che abbiamo il dovere di consegnare alla prossima generazione migliorato, e non peggiorato, rispetto a come l’abbiamo ricevuto da quella precedente.

Particolarmente interessante è stato poi l’intervento del Prof. Ing. Trincas che ha rilevato come l’impianto rischi di essere sottoutilizzato: infatti, se è vero che la richiesta è l’utilizzo di gas naturale sono previsti in aumento nei prossimi decenni, complici il prezzo stabile e le grandi riserve ancora inutilizzate, esistono già ora progetti internazionali come quello denominato “South Stream” che potrebbero sopperire a buona parte del fabbisogno nazionale di questa materia prima.

Tale dato è significativo considerando quanto l’investimento sul solo gas quale fonte energetica sia molto pericoloso: infatti, se l’Italia potesse contare su un surplus di gas proveniente da oltre mare, risulterebbe poco stimolante l’investimento in termini di ricerca e sviluppo sulle fonti energetiche alternative, la vera svolta nel momento in cui si vorrebbe essere meno dipendenti dall’estero. Il nostro paese è povero di fonti tradizionali, ma abbiamo sole e vento in grande quantità ed è forse giunto il momento di spendere un po’ di soldi per risparmiarne in futuro.

Dire “no” al rigassificatore non significa dunque solamente impedire l’insediamento di un impianto potenzialmente pericoloso, dannoso e forse inutile: ribadire tale “no” potrebbe voler dire “sì” ad un nuovo tipo di sviluppo del quale Trieste potrebbe, anzi dovrebbe, farsi capofila.

Stefano Bertuzzi

Per partecipare e restare in contatto con la campagna Focus Rigassificatore scrivi a rigassificatore@bora.la  o seguici su Facebook.

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38 commenti a Rigassificatore: il perché di un no, oltre le problematiche tecniche

  1. si può fare ha detto:

    Bertuzzi, Bertuzzi… ma come un dottorando in Biologia Ambientale che non cita una fonte, una pubblicazione scientifica, insomma un qualsiasi pezzo di carta autorevole! La mia povera nonna avrebbe sentenziato “pori i me’ bori mal spesi”. Un intervento così, mi dispiace, non ha nessun valore né scientifico né morale. E’ solo altro fumo dell’arrosto. E quando citi il Prof. Ing. Trincas mi sembra di sentire in lontananza l’eco della voce del Rag. Fantozzi quando parla del Megadirettore. Ma come uno di Sel che promuove il gasdotto di Southstream gestito dagli oligarchi russi e da un finto democratico come Putin con Eni, che caccia i soldi ma che non possiede il controllo dei rubinetti? Ma stiamo scherzando? Ma lo volete dire quanti sono gli enti e gli stati che vogliono sul loro territorio il controllo di quel gasdotto? Si parla di paesi come Turchia e Bulgaria (senza tener conto delle altre micronazioni). Io non delego la mia sicurezza energetica e quella del mio Paese ad Alì Baba e i Quaranta Ladroni. Io voglio e pretendo come cittadino italiano che le fonti di approvvigionamento siano molteplici per due ragioni essenziali e FONDAMENTALI: essere indipendenti nelle forniture (non voglio giochi al rilancio causate da improvvise chiusure dei rubinetti) e spuntare il prezzo migliore ( nessuno mi ha ancora detto che il gas di Gazprom costa meno degli altri fornitori). Quindi invito i contrari al rigassificatore di Zaule a studiare di più e con maggior profitto.

  2. Kaiokasin ha detto:

    Giusto, studiè un poco, che fin desso gavè tirà la fiaca…
    http://wwf.it/client/regionali.aspx?content=0&root=7003&lang=it-IT
    🙂

  3. Roberto Ciuch ha detto:

    Ancora una volta ritroviamo lo sconsiderato concetto “NO SE POL” o forse in questo caso “NO SE VOL” visto che tornano alla carica motivazioni tecniche sull’impatto ambientale riassumibili nell’ipotetico raffreddamento del mare e nel suo arricchimento di cloro e cloro-derivati senza per altro essere avvalorato da studi tecnici che lo dimostrino.
    Ho verificato invece che, su richiesta delle auorità competenti, incaricate di verificare tale fenomeno, gli studi tecnici in merito sono stati eseguiti da Gas Natural, attraverso autorevoli organismi non di parte ma riconosciuti a livello internazionale come competenti e obiettivi, i quali hanno elaborato scenari reali ed estremi, come prescitto dalle autorità competenti locali, dai quali è emerso che il raffreddamento del mare e le emissioni di cloro o cloro-derivati sarà contenuto abbondantemente entro i limiti prescritti dalla Norma.
    A questo punto mi chiedo perchè si continua a propagandare un allarmismo che non trova giustificazioni scientifiche, se non quello di bloccare un progetto che comunque sia, porterà dei vantaggi anche alla nostra città!?
    Inoltre vorrei che mi si spiegasse il motivo per cui una società privata si inventa un invetimento di 500 milioni di euro per creare una struttura che alla fine verrà sottoutilizzata?
    Inoltre ho colto l’occasione per trovare qualche dettaglio sul progetto South Stream menzionato. Progetto ambizzioso e mastodontico che però a mio avviso porterà principalmente vantaggi sempre ai russi con un costo di investimento per il nostro paese che purtroppo non è ancora stato possibile quantificare.
    Vorrei restare nel piccolo della nostra città, dove una volta tanto si può realizzare qualcosa che abia una valenza nazionale senza inventarsi progetti irrealizzabili.
    Mi riferisco soprattutto agli impianti eolici.
    Purtroppo chi si occupa di progettare impianti di questo tipo vi dirà che anche se la nostra è una città molto ventosa, purtroppo non si presta alla realizzazione di qusto tipo di impianti in quanto il vento non è costante e soprattutto il numero di giorni vento presente risulta insuffieciente affinchè la realizzazione di tali impianti sia conveniente.
    Riguardo agli impianti fotovoltaici invece sono convinto che chi si è accorto del vantaggio e della convenienza a lungo termine nel realizzare tali impianti, già lo sta facendo, come ad esempio l’autoporto di Fernetti, dove sono già installati due impianti fotovoltaici da 1 megawat ciascuno e sono in fase di progettazione e realizzazione altri due per cpomplessivi 1.6 megawat !!
    Totale 3.6 megawat e per farvi un esempio pratico, lo stabilimento della vecchia Grandi Motori consuma 4 megawat.
    Per concludere mi auguro in futuro di poter leggere articoli o commenti fondati su conoscenze dimotrabili e documentate, soprattutto se scritte da autorevoli personalità sedute ad un Tavolo Tecnico con il compito di informare i cittadini che come me si interessano e vogliono comprendre le decisioni che determinano il futuro della città in cui vivono.

    Roberto Ciuch

  4. Giovanna ha detto:

    Non mi sembra si tratti di uno studio scientifico, ma bensì di un semplice articolo. Sarebbe bello poter leggere anche qualche articolo dei favorevoli ma, correggetemi se sbaglio, mi pare che quest’ultimi stentino a pronunciarsi pubblicamente.

  5. Stefano Bertuzzi ha detto:

    Grazie @si può fare per il tuo intervento. Rispondo subito ad alcune delle obiezioni che mi poni: non cito delle fonti perché è diverso scrivere una pubblicazione scientifica da un articolo a carattere divulgativo. Tra l’altro, come puoi notare, non ci sono dati di tipo tecnico-scientifico, ma solo degli accenni a problematiche già note, perché non era questo l’intento del pezzo: i dati sono stati esposti nel corso della conferenza (solo l’ultima nell’ordine di tempo) dagli esperti del Tavolo Tecnico. Non devo difendere il lavoro del Tavolo, formato da persone che sanno difendersi molto bene da sole anche e soprattutto dal punto di vista scientifico.

    Ti segnalo solamente che la mia non era un’apertura al South Stream ma una considerazione: dato che verrà realizzato quasi sicuramente e che di gas ne arriverà in abbondanza, io investirei su altre fonti anche perché lo stesso discorso che fai citando i “rubinetti” potrebbe essere fatto sul scegliere un’unica fonte energetica e puntando solo su essa. Io non voglio dipendere dal solo gas: investire forze e soldi su gasdotti e rigassificatori non mi sembra il miglior modo per essere indipendenti energeticamente.

    Le domande fondamentali sul rigassificatore sono: ne abbiamo bisogno? Siamo disposti a pagarne il caro prezzo per poter scegliere un altro (ennesimo) rubinetto? Secondo me no.

  6. Stefano Bertuzzi ha detto:

    Giusto per dovuta precisazione io non siedo nel tavolo Tecnico: conosco alcuni degli esperti e posso garantire con una certa sicurezza circa la ottima preparazione scientifica di questi.

  7. Carlo ha detto:

    @ 3
    Le simulazioni prodotte, decine e decine di pagine di grafici di diffusione, riguardano unicamente il cloro attivo libero residuo all’uscita dello scarico.
    E’ un problema marginale, nel contesto, pur avendo un potenziale effetto biocida da non trascurare.
    Le simulazioni on contemplano la produzione di cloro-derivati organici [o dei più generici alo-derivati], che però sappiamo che verrebbero prodotti nell’ordine di alcune decine di tonnellate all’anno [lo posso dimostrare, a partire dagli stessi dati che Gas Natural ha pubblicato per l’impianto di Taranto].
    Non esiste alcuna norma che regoli l’immissione di queste sostanze, semplicemente perché le norme europee le bandiscono.

  8. mutante ha detto:

    @ si può fare: non vuoi delegare l’approvigionamento energetico, ma deleghi tranquillamente la tua sicurezza a politici opportunisti e dirigenti che valutano l’opera sulla quale guadagneranno soldi (nostri). io vivo a s dorligo e, in linea d’aria, vedo depositi di idrocarburi, inceneritore, ferriera, più un’altra serie di impianti a rischio norma seveso. aggiungiamocene un’altro altamente esplosivo, e che danneggia le attività portuali, così che tanti come me potranno cogliere l’occasione per una definitiva emigrazione. giusto per salvaguardarsi la vita.

  9. effebi ha detto:

    1 si può fare

    APPUNTO ! si può fare…. con un punto di ancoraggio al largo e non piazzando un impianto dove meno è opportuno

  10. effebi ha detto:

    1 si può fare…

    se hai bisogno di una macchina te la posteggi in cucina ? o trovi un posto più …adatto ?

  11. Triestin - No se pol ha detto:

    tra si può fare e ciuch no xe differenza prima de “fare” bisogna aver un piano energetico nazionale e regionale e sceglier i siti migliori dove inserir simili strutture ( e no farlo far ai politici e proponenti ), e coinvolger le popolazioni residenti che alla fine come prescrivi le normative europee devi decider…esisti infatti nuove soluzioni meno impattanti, più sicure e meno costose come le navi gasiere con rigassificatore incorporato che scariga el gas molto al largo dalla costa utilizzando una boa sommersa… “NON NEL MIO GIARDINO”

  12. Roberto Ciuch ha detto:

    Se è per questo, negli ultimi decenni nei nostri cosidetti giardini non si realizza proprio un bel niente …. se non innutili Centri Commerciali sempre più desolati. Inoltre se proprio vogliamo tirare in ballo il porto mi sembra che anche lui dal dopoguerra in poi sia stato pressochè depredato di tutta la sua ricchezza e che anche li la burocrazia non faccia altro che dire “Non se pol”. Facciamo bene a preoccuparci del nostro giardino …. perchè ben presto diventerà arido come il deserto a forza di non annaffiarlo aspettando di trovare il “SLAFADUR” giusto !!!

  13. si può fare ha detto:

    Caro Bertuzzi, se non fai citazioni dotte su un forum dedicato all’argomento, allora quando? Ai cittadini servono risposte serie e circostanziate. Da come ne parli, sembra che fra dotti valga la regola di fornire fonti e citazioni scientifiche ma se invece lo scritto è rivolto al popolino del forum allora basta scrivere quattro “monade”. Se volevi invece solo scrivere un articolo sull’incontro all’Università, dove citi il luminare della scienza, dovevi, per correttezza e dovere di cronaca, riportare che ci sono stati anche gli interventi a favore del rigassificatore, che hanno trovato applausi e consensi.
    Per quanto riguarda South Stream come fai a essere così sicuro che il gas arriverà in abbondanza quando sono i russi a controllare i “rubinetti”? Ti ricordo, inoltre, che Eni partecipa con i nostri soldi alla costruzione del gasdotto che costerà, alla fine della fiera, fra i 19 e i 24 miliardi di euro. Ovviamente quel gas lo pagheremo a prezzo pieno senza alcun sconto.
    La tua obiezione sulla dipendenza basata solo sul gas mi sembra sensata. Io vorrei che i soldi ricavati (sotto forma di tasse) dalla commercializzazione del gas venissero investiti per legge nella ricerca di nuove forme di sfruttamento energetico. Ma siccome dobbiamo pensare anche al presente, per adesso il presente si chiama gas e quindi rigassificatori.
    Alla tua ultima domanda rispondo: sì, ne abbiamo estremamente bisogno. In questo caso particolare del rigassificatore di Zaule, fra l’altro, non ci costerebbe nulla (a differenza dei gasdotti sopracitati questo non viene pagato dai contribuenti italiani) e porterebbe solo benefici economici per tutta la città, soprattutto per il porto. Senza contare che si farebbe la bonifica della ex discarica in loco che riversa nelle falde e in mare veleni altamente tossici da qualche decennio.

  14. si può fare ha detto:

    @mutante: ti sfido a trovare un solo caso di esplosione di rigassificatore. nel terremoto di Fukushima non ne è saltato in aria manco uno, anzi ad oggi sono tutti perfettamente funzionanti. la sfida inizia da adesso…1,2,3,4………

  15. si può fare ha detto:

    @effebi: io, la macchina, la parcheggio normalmente in garage al sicuro dalle intemperie, se tu la parcheggi in cucina mi sembri proprio un poco “matuz”. In ogni caso un’area portuale è per sua natura la più sicura per l’ancoraggio di navi gasiere e per l’installazione di rigassificatori. Vorrei ricordarti che nei giorni del grande freddo il rigassificatore off shore di Porto Levante è andato in tilt e quando hanno tentato delle operazioni ci è scappato il morto, un povero marinaio del rimorchiatore, rimasto schiacciato dalla cassa metallica improvvisamente spostata dal vento (notizia Ansa del 09/02/2012)

  16. Stufo ara! ha detto:

    Questa di dire che il rigassificatore non ci costerebbe nulla xe la più grande balla mai dita! Intanto per pima cosa la snam gaverà “l’obligo” de colegar il tutto alla rete nazionale A SPESE PUBBLICHE! circa? primo porgetto del 2005 gasnatural prevedeva 280 milioni de euri… ogi sarà minimo 350, senza contar cossa vol dir posare el tubo per tutto el golfo con fanghi e morchia varia. Secondo punto, INFINITO! nell’autorizazion del rigassificator lo stato se impegna a riconosser COMUNQUE anche se non ghe se richiesta e lavor del gas, il ritorno economico a Gasnatural, che se non ricordo mal xe circa 70 milioni de euri all’anno. Sti do punti chi li paga? Dove xe el grande investimento de 500 milioni se poi in 6-7 anni gà garantì il ritorno? E che margine se podessi mai gaver, con ste spese, per ridurre il costo del gas al popolino? … che monade ara che toca sentir…

  17. si può fare ha detto:

    @stufo ara! Effettivamente anche io sono stufo delle stupidaggini come le tue. Innanzitutto la Snam è per legge l’unico gestore della rete nazionale del gas. E non ha nessun “obbligo” di legge di collegare i rigassificatori. Lo fa per un vantaggio suo economico: ha un’altra fonte di approvvigionamento dove spuntare un prezzo migliore, crea della salutare concorrenza fra fornitori di gas. Sono andato a leggermi per l’ennesima volta l’unica autorizzazione statale concessa fino adesso (il VIA) e non ho trovato traccia dei famosi 70 milioni di euro. Ma credi veramente che Gas Natural si accontenti di 70 milioni quando ne può fare molti di più con la produzione di gas e, poi, credi veramente, con quella fame di energia che c’è, che il rigassificatore sarà totalmente improduttivo? Io sento solo il rumore delle tue unghie sullo specchio, che scivolano senza alcun appiglio. Hai veramente poco da dire, caro “stufo ara!”

  18. mutante ha detto:

    @ si può fare: ma stanno tutti ad almeno 5 miglia dal primo abitato. mi sa che sei un dipendente gasnatural…

  19. mutante ha detto:

    poi ti sei riletto il via e non hai trovato i 70 milioni… è una valutazione d’impatto ambientale, non un accordo economico. ce ne sono di sciocchezze nei tuoi argomenti…

  20. Stufo ara! ha detto:

    Sicuramente dipendente… mi iero a s.dorligo ko la gasnatural presentava el progeto e gò domandà sta roba del colegamento che lori presentva tra i costi. Lori stessi me gà coreto disendo che el costo iera superado da un provvedimento legislativo dell’allora ministro Scaiola che prevedeva, ove autorizzato un insediamento del genere, l’obbligo per il gestore della rete di provvedere al collegamento e quindi il progetto che gavevo in mano iera superà… dito de lori… ed ogi confermado dalle due diverse richieste di impatto, una per il rigassificatore e una per il gasdotto fino a Gradisca. Se ti te la sa diversa… spuza + dela Siot o te sta ciurlando… L’accordo xe noto a tutti e no go tempo per istruire ma se te vol farte una cultura te pol leger abbastanza qua:
    http://sites.google.com/site/amicigolfots/
    Altro che onge…. te resterà solo i denti!

  21. Triestin - No se pol ha detto:

    si può fare con i soldi dei contribuenti… Gas Intestinal no fa beneficenza, in spagna i loro impianti opera al 30% mentre solo in ita-glia esisti la delibera 178 dell’Autorità per l’Energia

  22. Stufo ara! ha detto:

    E da essa:
    Il fattore correttivo di cui all’articolo 10, comma 10.3, è sostituito da un fattore
    garanzia, FGL, che assicura, anche in caso di mancato utilizzo dell’impianto, la
    copertura di una quota pari all’80% di ricavi di riferimento RLC. Tale copertura è
    riconosciuta dal sistema tariffario del trasporto e ha durata per un periodo di 20
    anni.

  23. Kaiokasin ha detto:

    Non sono pratico ma vedete i punti 4.2 e 4.3, http://www.autorita.energia.it/allegati/docs/08/092-08argrt.pdf a me non suonano bene, ma voi che siete espertissimi potrete spiegarmi meglio la faccenda.

  24. Stefano Bertuzzi ha detto:

    @si può fare, ero presente all’incontro e c’è stato un unico intervento realmente favorevole al rigassificatore al quale non sono seguiti applausi ma un acceso dibattito nel quale l’assoluta maggioranza dei presenti ha pesantemente contrastato con argomenti validi e seri le obiezioni che venivano poste al lavoro del Tavolo. Si è discusso poi su South Stream e sull’opportunità o meno di avere una o più fonti differenti, ma in quel caso nessuno ha detto che il rigassificatore di Zaule potesse essere la soluzione (c’è chi è possibilista sui rigassificatori ma quello a terra viene scartato quasi da tutti). Per il resto mi pare che ti abbiano risposto gli altri utenti in maniera abbastanza approfondita. Studi ci sono sia dal punto di vista economico che ambientale e sono stati più volte diffusi dal Tavolo, ma non solo, in questi mesi. Se vogliamo ancora far finta di niente e ricominciare da capo va bene. Ma allora anche la Gas Natural ricominci da capo la procedura per la valutazione di impatto ambientale. Questa volta con i progetti a posto!!!

  25. Kaiokasin ha detto:

    20.5 L’istituto del fattore di garanzia si pone in linea di continuità con quello del fattore correttivo previsto dalla regolazione tariffaria dell’Autorità per i servizi di trasporto, stoccaggio e rigassificazione, assicurando una parziale copertura dei ricavi relativi all’impegno di capacità. In particolare, tale istituto assicura all’impresa di rigassificazione la copertura di una quota di ricavo pari al 71,5% della componente di ricavo RLC (pari al 64% dei ricavi di riferimento RL) anche in caso di mancato conferimento della capacità di rigassificazione disponibile.

    In pratica già mettono in conto il sottoutilizzo, che mi pare assai diffuso in tutti gli impianti sia italiani sia esteri, e provvedono a compensare le povere aziende rigassificatrici dei minori ricavi. E’ così?

  26. si può fare ha detto:

    @ stufo ara: a me resteranno i denti, a ti resterà solo la dentiera ( e secondo mi, se te son la persona che penso, te la ga già) e se te va avanti cussì forse anche l’ictus. :)) @mutante: stufa ara parlava di autorizzazione (e l’unica autorizzazione concessa in questo momento è solo il VIA) e non del documento dell’Autorità dell’Energia elettrica e il gas del 2008 che invece parla di tutti i rigassificatori in generale presenti e futuri. Come vedi è importante citare le fonti corrette. Si deve dare modo anche agli altri di poter ribattere con le stesse conoscenze. Comunque accetto di buon grado di verificare e di portare in questo forum la mia opinione, come ho già fatto e continuerò a fare. A proposito: non son dipendente Gas Natural, son un che se fa el mazzo per 1200 euro al mese.

  27. Stufo ara! ha detto:

    Più che si può fare me par che te son za fato…
    no go dentiera ma forse l’ictus me tokerà a dover zercar de ragionar a sti livelli…. x questo zerco le piccole dosi. Va a saver che te legi alla letera.. la realtà xe che non te gavevi alba de cossa xe sta monada e te gavevi un opinione “de bar”… studia va, che non fà mai mal…

  28. Mentat ha detto:

    Ma gli esperti non politicamente schierati che dicono? Preferirei sentire la loro campana, piuttosto che quella di SEL.

  29. slowfoot ha detto:

    @ 28
    Gli esperti “non politicamente schierati” sono quelli del Tavolo Tecnico di cui parla Bertuzzi. Questi si sono espressi più volte in pubblico, l’ultima volta delle quali è stato, appunto, l’evento testimoniato in questo articolo.
    Intanto, grazie a SEL di essersi disturbati a partecipare all’incontro e di averne fornito un resoconto. Attendiamo che i rappresentanti di altre correnti facciano altrettanto. C’è qualcuno che si fa avanti ?

  30. Triestin - No se pol ha detto:

    intanto el presidente Tonto cita Brindisi proprio oggi…

    Fvg/Rigassificatore: Tondo, non ci mettiamo di traverso
    19 Maggio 2012 – 14:13
    (ASCA) – Udine, 19 mag – Ancora un sollecito al Governo da parte del presidente della Regione Fvg, Renzo Tondo, sul rigassificatore di Trieste e gli elettrodotti. ”Al ministro dell’Ambiente Clini ho detto – riferisce il governatore a margine di un convegno del dl sul lavoro, a Udine – che qui non siamo come a Brindisi dove tutto si e’ arenato perche’ gli enti locali si sono messi di traverso. Se il rigassificatore immaginato a Trieste avra’ le ricadute che noi ci aspettiamo, le compensazioni e soprattutto le garanzie che probabilmente il governo ci dara’, il progetto trovera’ una Regione collaborativa, e questo vale anche per gli elettrodotti di cui si sta parlando da tempo”.
    fdm/mau

  31. Hafez ha detto:

    Noi a Monfalcone come destra,o parte di essa,abbiamo detto no alla snam,per diversi motivi;quanto avevamo chiesto di far vedere i sesterzi che promettevano di investire,non si è visto nulla,oltre alla questione ambientale che non ci convinceva per nulla;fautore principale,oltre ai soliti noti locali,era l’attuale presidente della provincia di Gorizia Gherghetta,che mi disse:”Se non passa il referendum,mi ritiro dalla politica….essendo lui un politico gli ho creduto….e non può smentire questa frase,perchè l’ho registrata su un nastro…

  32. ricciovolante ha detto:

    – il rigassificatore e’ un tipo di impianto sostanzialmente neutro SE vengono rispettati alcuni parametri e se si prevede un riutilizzo degli scarti di lavorazione (il freddo)

    – potrebbe essere l’ occasione per un piano industriale serio che preveda incentivazioni alle industrie che necessitano della catena del freddo. gli scambiatori possono essere una fonte di reddito e lavoro se sfruttati per il teleraffreddamento degli impianti industriali a valle (industria del freddo: alimentare, conserviera, pesca, farmaceutica etc.).

    – nel caso del metano e del gpl, finalmente avremmo anche noi – grazie ad eventuali accordi – le colonnine del gas per autotrazione. ricordo che le auto a metano emettono anidride carbonica, nessuna polvere sottile, sono piu’ efficienti e un pieno viene attualmente a costare 20 euro circa per una berlina media

    – se il fotovoltaico non fosse stato innaffiato da contributi pubblici (vuol dire che tutti i tetti con i pannelli li ho pagati anch’io che non li uso) adesso non ce ne sarebbe mezzo. sono inefficienti, aleatori, costosissimi e dalla manutenzione continua. il costo per KWh e’ altissimo. scelta commercialmente perdente.

    – se il gas rappresentasse una nuova fonte abbondante e alternativa al petrolio, e’ vero: perche’ cercare altre fonti con i relativi costi/opportunita’? le alternative si cercano (con i costi relativi) quando c’e’ la necessita’. Il metano e’ pulito. probabilmente manco servirebbero piu’ i catalizzatori.

    – il gasdotto e’ come il cavo, il rigassificatore + metaniere e’ come il wireless. nel primo caso sei vincolato al venditore, nel secondo compri da chi ti pare al prezzo migliore del momento.

    – il rigassificatore e’ una scelta strategica vincente a condizione che sia l’ amministrazione cittadina che un comitato civico possano sedere in consiglio di amministrazione con diritto di voto e, su certe tematiche, di veto.

    – se gestito bene, puo’ farci risparmiare un sacco di soldi per l’ autotrazione, puo’ creare un indotto e una ricaduta industriale sul ciclo del freddo, ci rende meno ricattabili dai “tubaioli”, e’ tra le industrie piu’ pulite.

  33. ricciovolante ha detto:

    p.s.: sono spesso d’ accordo con SEL ma su questo no. sono un animalista ambientalista e un sacco di altri “ista” ma non ambisco ne’ a ritornare nelle capanne, ne’ a cercare forzatamente di ottenere energia dalle zucche. Il gas c’e’ ed e’ pulito. “combustibile fossile” NON e’ sinonimo di male, fino a che e’ utilizzabile e non ci rovina la salute. Se insieme ai rigassificatori spendessimo gli stessi soldi dati in incentivi per il fotovoltaico, in politiche di riduzione (anche coattiva) dei consumi, adesso saremmo messi molto meglio e con piu’ soldi in tasca. In casa mia illumino solo a LED, la lavatrice e la lavastoviglie ricevono acqua gia’ calda riscaldata a gas, PC acceso tutto il giorno e spendo 30 euro di bolletta senza aver modificato di una virgola il mio tenore di vita. vuol dire che e’ possibile.

  34. Dario Predonzan ha detto:

    Solo che qui non si discute dei rigassificatori in generale, ma di QUEL progetto di rigassificatore, proposto da GasNatural a Trieste-Zaule.
    Progetto per il quale non esiste alcuna seria prospettiva di sfruttamento della catena del freddo, tanto è vero che tutte le frigorie verrebbero scaricate in mare. Tralascio le altre problematiche sulla sicurezza, l’intralcio alla movimentazione portuale, ecc. già ampiamente trattate da altri su questo blog.
    Né ci sono – eppure sono sette anni che si discute sul progetto di GasNatural… – prospettive serie di diffondere colonnine di metano per autotrazione, come ricaduta del rigassificatore.
    D’altro canto, se bruciare metano produce anidride carbonica (ma anche ossidi di azoto, e non pochi), sia nell’uso domestico, sia in quello industriale/energetico, sia in quello automobilistico, dov’è la differenza sostanziale con gli altri combustibili fossili? Non è proprio l’anidride carbonica il principale dei gas di cui bisogna ridurre le emissioni, in quanto responsabile dell’effetto serra e dei conseguenti cambiamenti climatici?
    Quanto al fotovoltaico (che non emette anidride carbonica), consiglierei un maggiore approfondimento, prima di lanciarsi in affermazioni tanto perentorie quanto infondate: molte informazioni si trovano per esempio su qualenergia.it

  35. ricciovolante ha detto:

    @Dario Predonzan
    quindi tu sostieni che il costo totale per KWh fotovoltaico domestico, al lordo degli incentivi, e’ concorrenziale? e con quale altra fonte energetica? (parlo di TCO ovviamente)

    qualenergia.it, in buona fede, dichiara di sostenere ed essere sostenuto da Kyoto Club e Legambiente, quindi certo non e’ un sito obiettivo.

    Gli ossidi di azoto sono mediamente ridotti del 90%, quindi pochi, in caso di motori a metano e come dicevo, non vedo alcun motivo per demonizzare i combustibili fossili a priori. sono d’ accordo che nel mondo perfetto avremo tutti le pale eoliche in giardino con le pale fotovoltaiche e la presa per l’ auto elettrica – solo quando avranno inventato delle batterie che non richiedano il carrello di traino per avere la stessa autonomia e costi di gestione del motore endotermico.

    il problema globale dell’ anidride carbonica e’ di bilancio globale. Il grosso delle emissioni e’ industriale, non domestico o privato.

    Ho scritto il mio precedente perche’ nonostante si parli della fattispecie zaule, le motivazioni sono spesso di ordine ecologico/energetico/emozionale, soprattutto quelle date al pubblico.

    E’ ovvio che la negoziazione va fatta, ed in modo molto aggressivo. deve essere GN che lavora per noi e non il contrario, ma partendo dall’ assunto che un rigassificatore, allo stato attuale della scienza e della geopolitica, e’ una manna dal cielo. Come gia’ detto da ecologista e antinuclearista convinto, stiamo attenti a quello che facciamo ma facciamolo, altrimenti tutti contenti con la decrescita..solo da noi pero’, tanto USA e far east continueranno come prima alla faccia nostra che stiamo ancora a discutere mentre facciamo il pieno a 100 euro o mentre Putin ci blocca di nuovo il gas.

    tutti emettiamo anidride carbonica, compreso io mentre pesto sulla tastiera quindi la CO2 non e’ una colpa. la colpa e’ avere industrie energivore non monitorate e tagliare i boschi.

  36. ricciovolante ha detto:

    mi scuso per la punteggiatura..scritto d’ un fiato e non riletto 😀

  37. Triestin - No se pol ha detto:

    per mi no xe la manna dal cielo ma una disgrazia, e come sempre se casca sul pien a 100 euro e Putin che sera i rubinetti, la solita propaganda che se usa per far passar l’impianto fuorilegge de Zaule. Anche l’ex assessor Sonego usava i temi delle fame e del freddo..

  38. ricciovolante ha detto:

    @37
    e allora? certo che se parli di combustibili, l’ argomento sara’ l’ energia, mica el radicio.
    argomenti ce ne sono, contro ma anche a favore. Un rigassificatore tagliato a misura E’ una manna dal cielo. Se poi GN vuole fare ii suoi comodi a prescindere, posso essere anch’io dalla parte del no.

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