5 Maggio 2012

Se Tondo non cambia, si farà un referendum

«Se Tondo non capisce, chiederemo l’indizione di un referendum sul rigassificatore». Lo dicono all’unisono Roberto Antonione (predecessore del governatore carnico, oggi nel gruppo misto del consiglio comunale di Trieste). Alessia Rosolen e Franco Bandelli, di un’altra Trieste, e Maurizio Ferrara, di LN.
Ribadendo la contrarietà ad un impianto che, senza recare benefici, sarebbe molto problematico per la sicurezza antropica, l’operatività del porto e la tutela dell’ambiente marino, in un comunicato congiunto i consiglieri accusano Tondo di avere le idee poco chiare, dopo quattro anni di discussioni e soprattutto dopo il netto pronunciamento dei Comuni e della Provincia.
«Dobbiamo denunciare e stanare certe incongruenze politiche. Incredibile che sia Clini a ricordare a Tondo l’attenzione per il territorio», osserva Antonione, che chiama in causa anche l’inerzia dell’Autorità portuale, possibile indizio di trattative sottobanco.
«Abbiamo già messo fine definitivamente alla vicenda» dice Ferrara, sottolineando come tempo addietro una mozione leghista abbia espresso un no tout court all’impianto Gas Natural, mozione che era poi stata fatta propria dal sindaco.
Bandelli ricorda che «per indire un referendum bastano i due terzi dell’aula, già espressasi quasi unanimemente per il no».
Lunedì il consiglio si riunisce, ed è probabile che questo comunicato sia solo il segnale di un’apertura di decise reazioni alle uscite di Renzo Tondo, che ha promesso agli industriali friulani di poprtare avanti l’iter del rigassificatore, anche a costo di perdere consenso.

Continua la campagna informativa Focus Rigassificatore, un libero spazio di informazione e di confronto a cura di Sara Matijacic e Luciano Santin. PER ADERIRE E RESTARE IN CONTATTO CON LA CAMPAGNA:

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23 commenti a Se Tondo non cambia, si farà un referendum

  1. sergio ha detto:

    finalmente qualcosa si muove, la domanda è dove eravate tutto questo tempo???

  2. Dario Predonzan ha detto:

    Erano in tutt’altre faccende affaccendati, com’è noto. Comunque, meglio tardi che mai, no? L’importante è che alle parole seguano i fatti.

  3. massimilianoR ha detto:

    “Se Tondo non cambia, si farà un referendum”
    meglio cambiare Tondo, no?

    ignorante e inadatto: a casa.

  4. Dario Predonzan ha detto:

    Poi si tratterà di vedere se questa di Antonione & co è solo una boutade o no. Un tentativo di indire un referendum sul rigassificatore di GasNatural è stato già fatto nel 2006, ma finì con un buco nell’acqua, perché il quesito non fu giudicato ammissibile (si possono fare referendum solo su materie di competenza esclusiva del Comune, e questa non lo è). Senza contare che, anche qualora il quesito risultasse ammissibile, prima di poter chiamare davvero i triestini alle urne passerebbe un anno. E nel frattempo la conferenza dei servizi, coordinata dalla Regione, potrebbe aver dato l’ok definitivo al progetto. La fantasia dei politici, allora, dovrà inventare qualcos’altro, per impedire che ciò avvenga: vedremo di cosa sono capaci Antonione & co e se si impegneranno sul serio, o se sarà stata solo una sceneggiata.

  5. Luciano Santin ha detto:

    Ma un referendum – con valore tecnicamente consultivo però abbastanza cogente dal punto di vista politico e morale – non è già stato fatto a Monfalcone?
    D’accordo che erano altri tempi, ma mi sembra che non sia stato ininfluente in ordine alle scelte poi effettuate.

  6. Paolo Geri ha detto:

    Un referendum – per quanto ottenfa un esito plebiscitario – ha purtroppo solo valore consultivo e non può fermare, giuridicamente parlando, eventuali delibere della Giunta Regionale. La questione è un altra. Visto che adesso tutti a destra scoprono il referendum (per inciso, già proposto dalla Federazione della Sinistra anni fa) e visto che loro in maggioranza con Tondo ci stanno, perchè semplicemente non escono dalla maggioranza ? Troppo comodo tenere i piedi in due scarpe.

  7. Dario Predonzan ha detto:

    Il referendum a Monfalcone fu indetto (nel 1996) prima dell’entrata in vigore delle norme che disciplinano la materia a livello comunale.
    Le stesse che hanno portato all’insuccesso dell’iniziativa del 2006 a Trieste.
    Comunque, ribadisco: se la fantasia di Antonione & co (magari anche insieme a qualcuno del centro-sinistra) riesce ad inventare qualcosa che abbia lo stesso valore di un referendum, ben venga.
    Attendiamo i fatti, perché di chiacchiere ne sono state fatte anche troppe.

  8. viceversa ha detto:

    Insomma: referendum si, per lavarsi le coscienze nel “golfo” delle loro ipocrisie. Se il risultato non incide a livello decisionale, come sostenuto da Geri in #6, cosa ci aspetta??
    Dal momento che la giunta Tondo sembra saldamente in sella, quali sarebbero le conclusioni? accettare pedissequamente le decisioni dall’alto… tanto le due scarpe ce le hanno in ogni caso.
    Non vedo attualmente gran vie d’uscita a livello istituzionale se non quella del cambio al vertice. Ma questa è un’altra storia, e sappiamo benissimo che l’orizzonte è alquanto fosco e nebuloso.
    Semplicemente fa gola a molti il rigassificatore e “molti” poi nella realtà dei fatti non saprebbero rinunciarvi. Tanto, cosa volete che sia qualche piccolo sconvolgimento ambientale “locale”…

  9. Pieri ha detto:

    In Italia c’è la brutta abitudine di attivarsi solo quando è già tutto deciso…

  10. Dexter ha detto:

    Attivarsi solo quando tutto è già deciso? Gli enti locali avevano deciso che il rigassificatore non s’ha da fare. E’ il carnico che è impazzito completamente e ha deciso che unificare province e sanità di Gorizia e Trieste non era sufficiente come sgarbo al Litorale…

  11. Pieri ha detto:

    E l’elettrodotto aereo in Carnia? e la Cimpello-Sequals-Gemona? Tondo agisce come un piccolo ditattore

  12. Triestin - No se pol ha detto:

    COMUNICATO STAMPA DEL SINDACO DI CERCIVENTO.

    C’è più di qualche cosa di profondamente sbagliato se il presidente della Giunta regionale, il carnico Tondo, anziché farlo nelle sedi istituzionali va per prima all’assemblea della Confindustria a dichiarare “Lo dico sapendo che mi gioco parte del consenso: vogliamo fare il gassificatore a terra e realizzare due elettrodotti, verso Somplago e verso il Friuli centrale”.

    Già, lo ha dichiarato davanti agli industriali, che per questo presidente regionale contano ben di più del Consiglio Regionale, dei Comuni, delle popolazioni interessate. Con ciò ha dimostrato di non aver capito e di aver superato in negativo la fase dell’esibito decisionismo craxiano trascurando cosa significhi il termine democrazia, partecipazione, concertazione.

    Di fronte a tanto assolutismo non si capisce cosa intendano fare i suoi alleati nel governo regionale, quali la Lega Nord, l’UDC , dichiaratisi contrari agli elettrodotti, sia dell’opposizione, in particolare quella del PD.

    Tondo ha preso questo impegno davanti alla platea degli industriali senza che vi sia uno straccio di piano energetico regionale, di bilancio energetico che ci dica se la nostra regione sia in deficit (di quanto) o in pareggio o in surplus di energia elettrica.

    A meno che non voglia elettrizzare anche il cielo che sta sopra di noi, non è possibile che, oltre al parco energetico esistente, siano necessari il rigassificatore, gli elettrodotti verso Somplago e verso il Friuli, il pompaggio nella centrale di Somplago, la miriade di centraline che stanno desertificando gli ultimi corsi d’acqua.

    Tutto questo serve solo agli speculatori, in barba all’ambiente ed alla popolazione.

    Il “carnico” Tondo ha dimostrato in più occasioni di avere un atteggiamiento punitivo verso la Carnia, che gli ha dato i natali e, conferma tale atteggiamento permettendo la sua deturpazione con un elettrodotto aereo.

    Ciò è tanto più grave dal momento che trattasi di un elettrodotto di carattere speculativo, proposto da privati imprenditori, che a suo tempo non hanno avuto la lungimiranza di acquistare la centrale di Somplago. Imprenditori, che alla variante interrata – che non trova opposizioni – privilegiano quella aerea solo per spendere meno e scaricare i costi sull’ambiente e sulle comunità attraversate.

    Per quanto riguarda il Comune di Cercivento ribadisco la ferma opposizione alla variante aerea dell’elettrodotto con una risoluta mobilitazione della popolazione, augurandomi che altrettanto facciano gli altri Comuni della valle attraversata e tutta la Carnia, lasciando ad altri il disonore di svendere il territorio per un obolo compensativo e per servilismo verso il sorestant di turno.

    Cercivento, 5 maggio 2012

    Dario De Alti
    Sindaco di Cercivento

  13. Dexter ha detto:

    Queste altre mi mancavano. Sempre peggio. Se continua così l’anno prossimo non arriva al 40%, spero che i suoi colleghi di partito se ne rendano conto altrimenti chiunque sarà il candidato del centrosinistra avrà vittoria facile. E non avere una competizione vera non è mai positivo.

  14. sfsn ha detto:

    Multinazionali (in questo caso Gas Natural) e confindustria usa i politici fin quando che ghe fa comodo: in questo caso i ga deciso de brusarse Tondo alle prossime elezioni purchè prima sia tutto pronto per far el rigassificator. E Tondo, come tutti i politici, xe ai ordini dell’economia: i ghe darà una bela buonuscita, forse una compartecipazion ai utili (o piuttosto una percentuale in nero dei soldi pubblici utilizzai per costruir el rigassificator) e el tornerà a far l’imprenditor del turismo in Carnia.

  15. Kaiokasin ha detto:

    Illy è crollato per la sua fissa sulle grandi opere. Adesso toccherà a Tondo, manca un anno, no?

  16. capitano ha detto:

    #16 l’importante xe valutar sempre la pista anarchica fin dall’inizio.

  17. Triestin - No se pol ha detto:

    le piste oggi ancor de più, pol esser tante e diverse

  18. sfsn ha detto:

    quei che se fa le piste de coca in genere ghe dà sempre la colpa ala pista anarchico-insurrezionalista

  19. Carlo ha detto:

    @ 4 – Dario.
    Dici “si possono fare referendum solo su materie di competenza esclusiva del Comune, e questa non lo è”.
    Non conosco le norme che regolano i referendum, tanto meno i loro aggiornamenti post-referendum di Monfalcone.
    Chiedo: le faccende su cui si deve esprimere il Comune in questo caso (licenza edilizia, le modifiche ai piani attualmente in vigore che sembrebbero essere indispensabili per consentire l’insediamento) possono essere – loro sole – oggetto di uno specifico referendum ? E’ possibile portare a referendum le questioni di diretta competenza del Comune, ancorché inserite in un progetto più ampio ?

  20. Dario Predonzan ha detto:

    Il permesso di costruire (ex concessione edilizia) e le modifiche ai piani potranno rappresentare l’esito, se questo sarà favorevole, della conferenza dei servizi – indetta e coordinata dalla Regione – sull’autorizzazione unica alla costruzione dell’impianto. Non vengono quindi rilasciate o deliberate autonomamente dal Comune. Il quale Comune parteciperà alla conferenza al pari degli altri enti convocati (Regione, Provincia, Autorità portuale, Capitaneria di Porto, Vigili del Fuoco, Demanio, ecc.): il suo voto varrà uno, come quello degli altri.
    Non vedo proprio su cosa si possa costruire un quesito referendario comunale.
    E’ verosimile del resto – viste anche e recenti dichiarazioni di Tondo e Clini – che la conferenza dei servizi sarà indetta a breve. In ogni caso, quindi, il suo responso arriverebbe prima che l’ipotetico referendum possa essere indetto.
    Per questo tutta la faccenda del referendum annunciato (o minacciato) da Antonione, Lega Nord & co – detto per inciso, gli stessi che l’anno scorso votarono compatti il tentativo di vanificare i referendum su acqua e nucleare… – mi pare una menata, buona solo per buttare fumo negli occhi dell’opinione pubblica.

  21. Sandi Stark ha detto:

    Ciò, ma no se pol far el referendum popolare? Anche se no el val niente, carta canta e villan dorme. Quando cominciemo la raccolta de firme? Se pol anche far una raccolta de firme per un ricorso alla UE, no alla Corte ma al Parlamento UE. Se pol far anche per e-mail.

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