3 Maggio 2012

Notte Verde a Gorizia il 5 maggio

Anche Gorizia partecipa alla grande manifestazione europea nel segno dello sviluppo sostenibile che coinvolge Veneto, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Sono oltre 20 le grandi città ed i piccoli comuni che il 5 maggio daranno vita alla Notte Verde del Nord Est, presentando progetti, prospettive, buone pratiche, azioni culturali e di sensibilizzazione per raccontare quanto e come istituzioni, imprese e cittadini siano impegnati in una nuova idea di futuro.
Con il titolo “ Ambiente: bene di tutti e di ciascuno”, l ’iniziativa goriziana , promossa dall’Assessorato comunale all’ambiente, vuole stimolare l’attenzione della città sui temi delle energie rinnovabili e del risparmio energetico,della produzione agro-alimentare biologica e a Km0. Intorno a questi argomenti, a partire dal mattino e fino a sera inoltrata, si svolgeranno diverse manifestazioni. Rimandando al programma dettagliato (www. notteverdenordest.it) ricordiamo, a partire dalle 16, in corso Verdi e in via Garibaldi, l’ expo di prodotti ed attività sostenibili, in cui soggetti privati del territorio, impegnati nella green economy, informeranno ,esporranno e commercializzeranno i propriprodotti all’insegna della sostenibilità ambientale.

Inoltre è stata organizzata una visita guidata alla centrale di biomasse liquide di Sant’Andrea (con partenza in autobus elettrico alle ore 15.45 dai giardini pubblici) e una dimostrazione pratica di pirolisi, in corso Verdi, alle 16.30 e alle 17.30.

E’ in programma anche un concerto del Gruppo Jazz della Fondazione Musicale “Città di Gorizia” mentre resteranno aperti fino alle 23 negozi, bar e librerie del centro.

Tag: .

23 commenti a Notte Verde a Gorizia il 5 maggio

  1. Kaiokasin ha detto:

    Molto utile la visita alla centrale a biomasse di Gorizia, per illustrare ai Goriziani gli e/orrori ambientali del passato.

    https://bora.la/2009/11/25/centrali-a-biomasse-a-gorizia-e-staranzano-per-gli-oppositori-sono-piu-nocive-degli-impianti-tradizionali/

    https://bora.la/2009/10/26/centrale-a-biomasse-a-gorizia-ma-che-la-facciano-a-udine/

    Ma si parla di QUESTA centrale a biomasse? Ora la vogliono spacciare per un impianto “verde”?!?

  2. Martina Luciani ha detto:

    Si, credo di sì, senza nemmeno ricordare che ahimè è una creatura della giunta precedente.

  3. Dario Predonzan ha detto:

    Una centrale che produce (solo) elettricità, con rendimenti bassissimi e, soprattutto, bruciando olio di palma prodotto in Indonesia (!!), distruggendo le foreste pluviali, sarebbe “verde”? Ma chi sono gli organizzatori di questa Notte verde? Forse la Confindustria?

  4. Kaiokasin ha detto:

    Appunto. Le biomasse possono avere un senso se c’è una grande segheria che produce scarti e si bruciano in loco per produrre energia (+acqua calda), come in alcuni casi in Sud Tirolo. Ma se si importa olio di palma dall’altro capo del mondo, ad occhio e croce è più sostenibile il gasolio. E poi sempre di combustione si tratta, quindi produce CO2, effetto serra. Eppure in Italia questi impianti si mangiano i contributi per le energie rinnovabili, pur non essendolo, visto che l’olio una volta bruciato è bruciato. A questo punto la ribattezzerei “notte fonda”.

  5. Luca Cadez ha detto:

    Avevamo già organizzato un incontro nel 2010 per ribadire che la centrale non può essere spacciata in alcuna maniera quale “buona pratica”, diversamente da quanto detto nel volantino dell’evento. Per mandarla avanti in un anno servono qualcosa come 11.000 ettari di superficie coltivata a palma da olio (che notoriamente non cresce in Italia). E’ – per quanto legittima – una mera operazione commerciale grazie ai Certificati verdi della UE che permettono di vendere energia prodotta da fonti rinnovabili (ma in questo caso non sostenibili!) a prezzi maggiorati rispetto alle fonti ordinarie.

    Leggere per credere: http://legambientego.altervista.org/sections/04_Documenti/Documenti_vari/centralebiomasse.pdf

    Luca C.
    Pres.te Legambiente Gorizia

  6. nick ha detto:

    L’olio di palma a differenza del gasolio non è un combustibile fossile, in primis. In secondo luogo, la centrale ha rappresentato, e rappresenta un grande investimento, genera occupazione, peraltro qualificata, e come in più occasioni ha ricordato Fiannaca – una persona di poche parole e molti fatti, da cui sarebbe bene imparare – può costituire il nucleo di un parco energetico dove sviluppare energia da più fonti rinnovabili e associarvi anche attività di ricerca.

  7. Luca Cadez ha detto:

    Legambiente valuta i fatti.
    1. Per rendere l’idea per produrre tutto quell’olio serve una superficie pari a circa 1/4 della provincia di Gorizia; aree sottratte ad altri usi, magari alle popolazioni locali del sud-est asiatico, alle foreste/torbiere etc. L’olio è poi trasportato su nave per migliaia di Km fin qua. Ergo anche se non è un combustibile fossile la produzione di questo prodotto in grandi quantità lo rende insostenibile ambientalmente e socialmente parlando. Sulla Jatropha curcas usabile al posto delle palme da olio ci stiamo informando, ma anche lì gli scenari non sono esaltanti benché possa essere coltivata in terreni semi-aridi.

    2. 14 persone (Il Piccolo, 20/04/12) sono veramente un vantaggio occupazionale per Gorizia? E per la cronaca è anche scarso il peso nel quadro energetico nazionale. Comunque similmente alla centrale a gas metano di Gorizia, il sistema è semplice: si attiva l’impianto quando vi è maggior richiesta di energia elettrica durante le ore centrali della giornata – ovvero quando costa di più – e sfruttando i certificati verdi per ottenere il massimo vantaggio economico. Associato alla centrale c’è anche un impianto di produzione di bio-diesel.

    3. Le attività di ricerca – che non vanno comunque sottovalutate – si fanno generalmente con impianti di piccola taglia dove è possibile operare agevolmente sull’impiantistica per sperimentare miscele di oli, condizioni d’uso etc.

    Come dico spesso: rinnovabile non è necessariamente sostenibile.

  8. silenzioelettorale ha detto:

    Come sarebbe a dire “promossa dall’assessorato all’ambiente”? Nek giorno prima del voto, quando non e’ ammessa alcuna manifestazione?
    Messa cosi’, essa e’ contra legem. Cingolani sveglia!!!

  9. Paolo Nanut ha detto:

    Nick, la centrale a biomasse è un’altra opera che non serve a portare occupazione e oltre a deturpare l’ambiente a Sant’Andrea serve a deforestizzare quei posti dove l’olio di palma verrà prodotto. A Proposito a Sant’Andrea aspettiamo ancora i pannelli fonoassorbenti promessi quando è stata realizzata l’altra centrale. Quando parte ,il rumore entra in casa con le finestre chiuse. @8, Hai ragione, comunque più che assessorato all’ambiente e assessorato alla distruzione dell’ambiente. Ultima mossa di una giunta disperata che non ha fatto nulla per Gorizia.

  10. nick ha detto:

    ma di quale impatto ambientale parliamo? La centrale sorge in zona industriale, un’area idonea ed atta ad ospitare questo genere di impianti.
    quanto al tema occupazione, probabilmente 14 posti di lavoro non sono molti in termini assoluti. Siccome però all’orizzonte – Pipistrel a parte – non si vedono altri grandi prospettive occupazionali, io direi di tenerceli stretti, quei posti di lavoro. Ai quali, tra l’altro, va aggiunto l’indotto.

  11. Paolo Nanut ha detto:

    @10 prova ad abitare a 100 metri in linea d’aria dalla centrale e poi parlane

  12. nick ha detto:

    La zona industriale è deputata a ospitare attività produttive. Non è una riserva naturale

  13. Monica ha detto:

    La questione dell’impatto non riguarda solo dov’è costruita la centrale ma anche l’impatto ambientale della produzione del combustibile necessario per alimentarla che NON E’ SOSTENIBILE, come ha detto Luca è una semplice manovra speculativa per sfruttare i certificati verdi. @nick certo l’olio di palma non è un cambustibile fossile ma le navi che devono portarlo dall’sud-est asiatico e i camion che dai porti lo portano all’impianto di sicuro non sono alimentati ad amore e buoni sentimenti ma da COMBUSTIBILI FOSSILI con relative emissioni in atmosfera (senza contare che devono essere navi cargo e camion riscaldanti perchè l’olio deve essere mantenuto costantemente liquido)…Quindi l’impatto ambientale cè e come!

  14. cristina ha detto:

    Per capire che Luca Cadez ha ragione non servono tanti bla bla inutili (che in questi giorni pre-elezioni danno un voltastomaco particolare). Basta attivare le cellule grigie.
    Mentre molti parlano di grandi parchi energetici, attività di ricerca, bla bla bla, e altri investono risorse comunitarie in impianti da fonti rinnovabili ma non sostenibili (ottima definizione direi) e quindi discutibili, a Gorizia già da anni ci sono diverse aziende che operano nel settore delle rinnovabili, rischiano, assumono, investono, mentre d’altra parte centinaia e centinaia di famiglie hanno scelto di spendere i propri soldi per installare sul tetto di casa impianti solari termici e fotovoltaici.
    Nove anni fa, arrivata a Gorizia, c’erano dei personaggi che facevano convegni, convegni, convegni e parlavano, parlavano, parlavano: di centri di ricerca, di rinnovabili, di parchi tecnologici, di soluzioni all’avanguardia. Credo che stiano ancora parlando… credo di aver capito che vengono pagati per questo. Come troppa gente in questo paese.

  15. AndreaGo ha detto:

    senza contare che parlare di attività di ricerca a partire da 0 A GORIZIA è pura fantasia. Non sarebbe meglio organizzarsi visto che in una realtà piccola è più facile a risparmiare energia, invece che scervellarsi per produrne di nuova? A ridurre al minimo gli sprechi, i rifiuti, mettere a posto le condutture dell’acqua, a incentivare la tutela dell’ambiente che dovrebbe caratterizzare la nostra area anche in chiave turistica e creare qui i presupposti per nuovi posti di lavoro?

  16. cristina ha detto:

    @Monica, è talmente ovvio e giusto quello che scrivi… ma c’è chi preferisce non capire. Altri interessi. Altre priorità.

    @nick Tra le riserve naturali e le zone industriali all’italiana c’è una sana via di mezzo. Vai a farti un giro in Germania, poi ne riparliamo.

  17. alpino ha detto:

    No quanto dice Monica non è ovvio e non ha un senso compiuto, arrivare a dire che per portare l’olio i mezz di trasporto consumano combustibile e producono Co2 è una fregnaccia, o meglio è certamente vero, come vero è che per trasportare i vestiti che indossi, i gioielli che ti metti, la borsa che usi vengono mobilitati anche li i camion, e siccome come dici tu questi camion non vanno ad amore e fantasia, nemmeno gli impianti elettrici ed affini vanno ad amore e fantasia.
    Se è per questo anche per manutenere un parco elettrico e costruirlo si usano mezzi di trasporto quindi a meno che gli operai non siano come le wings ed abbiano le alette smettiamola con questa demagogia di bassa lega…
    Dobbiamo vedere i costi per la produzione (ovvero se rende) e le eventuali emissioni dalla combustione di tale olio.
    L’unico appunto che posso fare è che andrebbe chiamata centrale ad olio vegetale e non a biomasse, chi ha visto una centrale che funziona veramente a biomasse sa di che cosa parlo.
    PS in Austria però son sempre fichi, però anche li usano i camion per il trasporto della biomassa che alimenta anche il teleriscaldamento, ma si sa la C02 austriaca è più buona..

  18. dimaco ha detto:

    Agiungo mi che magari se dovesi trovar un modo de convertir la libido in energia el mondo fussi salvo.

  19. alpino ha detto:

    Basta tacar na dinamo al pene durante l’atto sessuale oppure attorno alla vaggina e al pene un cerchio a campo elettromagnetico tipo i motori dei trni super veloci…insomma sfruttare sto su e giu e tramutarla in energia elettrica…dimaco a ti te consiglio una pala eolica da cul cussì quando te scoresi te ricarichi el telefonin 🙂

  20. Pippo Calogero ha detto:

    “Avrete forse sentito parlare di ciò che sta accadendo in Indonesia a causa della coltivazione di olio di palma. Circa due terzi del territorio, esclusi i parchi protetti, sono concessi alle compagnie e convertiti a piantagioni di palme da olio. Con la velocità di espansione attuale, le foreste pluviali saranno ridotte ad appena il 4% entro il 2020.”

    questo dice Debora Billi sul suo famoso blog Petrolio.
    Continua la lettura:
    http://petrolio.blogosfere.it/2012/05/olio-di-palma-una-devastazione-inutile.html

  21. Tergestin ha detto:

    Trasformemo i etilometri in microconvertitori de energia? Da ‘ste parti no ocoreria pagar piu’ bolete.

  22. Kaiokasin ha detto:

    #17 singolare questa teoria per cui bisogna valutare solo costi e benefici della produzione, ignorando tutto quello che c’è a monte (energia e materiali consumati per la costruzione dell’opera, spese di trasporto, ecc.). Io la vedo esattamente all’opposto, nella valutazione costi/benefici deve entrarci tutto, anche i cd. costi esterni (es. produzione di C02). Per esempio ho visto analisi costi/benefici sulla TAV fatti dal Politecnico di Milano e inserivano la C02 e i combustibili fossili necessari per scavare le gallerie, produrre il cemento, ecc.ecc. Certo che anche le centrali a biomasse del Sud Tirolo (Italia, Sesto Pusteria) producono CO2 e ceneri, ma bruciano materiali di scarto disponibili sul posto, quindi con costi e consumi di trasporto ridottissimi, per questo sono più sostenibili (se poi fanno anche teleriscaldamento raggiungono rendimenti molto superiori a quella che produce solo energia elettrica e spreca il calore come quella di Gorizia, come spiegava Predonzan più sopra). Come si diceva il business sono i certificati verdi. Io insisterei ancora nel dire provocatoriamente che l’olio di palma non è propriamente energia rinnovabile, ma capisco che questo è opinabile (e varrebbe per l’olio di colza, ecc. anche se quello almeno cresce anche a Grado e non arriva dall’Indonesia, quindi è un po’ meglio).

  23. boris ha detto:

    quoto tutti tranne nick e alpino 🙂

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *