1 Maggio 2012

Scampoli di storia: Marama Toyo

Il secondo da sinistra nella fotografia “dovrebbe” essere Adolfo Marama-Toyo ma nemmeno di questo si è sicuri come di lui si ignorano luogo e data di nascita che avvenne probabilmente nel primo decennio del secolo scorso. Progettista di motori e pilota motociclistico, nacque forse nell’ allora italiana Fiume da una famiglia di origini egiziane, o secondo un’ altra versione, ad Alessandria d’ Egitto e morì a Trieste in un incidente motociclistico il 30 maggio 1946.
Pare che Marama amasse circondare di un alone di mistero la sua identità anagrafica. Viene spesso descritto come un “capitano marittimo triestino” anche se certamente risiedeva a Fiume. Ma la sua presunta origine egiziana non è l’ unica versione esistente: vi è chi assicura che era nato a Fiume, che il suo cognome originario era un tipico cognome fiumano e che “Marama Toyo” era una sorta di nome d’ arte. Si dice che il “capitano” parlasse correntemente una mezza dozzina di lingue, dall’ italiano al croato, dal tedesco all’ arabo e al francese. Divenne ben presto un appassionato di meccanica ed uno dei pionieri italiani dello speedway, specialità che importò in Istria e a Trieste, avendo avuto occasione di assistere alla fine degli anni Venti, durante i viaggi svolti in gioventù, come capitano di naviglio mercantile, ad alcune gare in Australia, Erano gare di “track” su pista corta, specialità estremamente spettacolare effettuata secondo regole particolari e, soprattutto, con motociclette dalla stranissima foggia.

Di questa prima parte della sua vita non si conosce praticamente nulla in quanto tutta la documentazione anagrafica è andata perduta a causa degli eventi bellici. Alcuni biografi ipotizzano che il suo vero cognome fosse “Toyo” al quale egli stesso aveva aggiunto il soprannome “Marama” datogli dai tifosi: nel dialetto croato di Fiume ha infatti il significato di “foulard” e potrebbe riferirsi al fazzoletto colorato che contraddistingueva i piloti di speedway delle varie squadre. Nelle pause delle sue navigazioni era solito viaggiare freneticamente da Trieste a Udine, a Milano, in Austria e negli stati dell’ est, dove pare abbia gareggiato con i primi specialisti della “pista corta”. Quando nel 1931 si svolge proprio a Fiume la “Prima gara in Italia su pista di cenere” che si svolse allo Stadio di Borgoamarina si trattava appunto di “pista corta”. Fu la prima gara italiana di “speedway” cui parteciparono corridori del posto e alcuni triestini.

Pilota spericolato, Marama-Toyo era conosciuto sulle piste per il codino nei capelli e per le sue fantasiose idee meccaniche che non pochi consideravano strampalate. Fu durante una gara che conobbe Plinio Galbusera, fondatore e titolare dell’ omonima azienda bresciana, all’ epoca unica casa produttrice in Italia di motociclette da speedway. I due divennero amici e Marama decise di sottoporre al costruttore la sua idea di realizzare una moto da strada spinta da un motore a due tempi con otto cilindri a V: il motore della “Galbusera 500 V8”.
L’ idea di Marama-Toyo era talmente fantascientifica per gli anni Trenta, che se l’ avesse proposta a qualche affermata industria motociclistica, lo avrebbero preso per pazzo. Così non la pensava Galbusera, evidentemente. In un solo anno di febbrile lavoro, l’ 8 cilindri a V da 500 cc, ottenuto dall’ accoppiamento di due unità a quattro cilindri e con il cambio posizionato fra di esse, venne progettato e realizzato sollevando un notevole interesse al Salone di Milano nel 1938. Lo sviluppo per la produzione del motore fu interrotto dall’ avvicinarsi della seconda guerra mondiale e, al termine del conflitto, l’ impresa venne definitivamente abbandonata a causa dei bombardamenti alleati che distrussero completamente la Galbusera e, soprattutto, in conseguenza della morte di Marama-Toyo, avvenuta il 30 maggio 1946 durante una gara di speedway sul circuito di Trieste cioè aulla pista dell’ attuale Ippodromo di Montebello. Anche il motore è andato perduto e ne rimangono solo le foto scattate al Salone di Milano. Le notizie riportate sono tratte dal libro di Franco Damiani di Vergada “Motociclismo a Trieste: cent’ anni di storia nella provincia giuliana” edito dalla Lint Editoriale Srl.

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3 commenti a Scampoli di storia: Marama Toyo

  1. dalmatian ha detto:

    Se é nato nel primo decennio del secolo scorso, Fiume era parte dell’Ungheria.

  2. dimaco il discolo ha detto:

    della Defonta dalmata, della Defonta

  3. dalmatian ha detto:

    Della Defonta, ma Ungheria.

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