23 Aprile 2012

Bozza di riforma regionale sanità: i dubbi del Comune di Monfalcone

Riduzione dei distretti, quindi degli Ambiti, e di conseguenza dei servizi garantiti sul territorio ai cittadini: proprio quelli più deboli, che non possono accedere alle prestazioni sanitarie nelle strutture. È questa la denuncia che il sindaco di Monfalcone, Silvia Altran, l’assessore alle Politiche Sanitarie, Cristiana Morsolin, e il presidente della Commissione comunale Sanità, Marina Turazza, hanno esposto oggi in riferimento alla bozza di riforma del sistema sanitario regionale anticipata in questi giorni sulla stampa.

«Prima di tutto, contestiamo il metodo – ha sottolineato il sindaco, Silvia Altran – dal momento che finora si era sempre detto che una eventuale riforma sarebbe stata condivisa prima di tutto con gli enti territoriali. Quella socio-sanitaria è una delle attività più importanti per un territorio, e la direzione in cui si sta andando è preoccupante per i cittadini di un bacino così ampio come il nostro. Le mie preoccupazioni sono già state condivise con i sindaci di Ronchi dei Legionari e Staranzano».

«Parliamo essenzialmente di servizi di base, domiciliare e sociale in primo luogo – ha ribadito l’assessore Morsolin – .Andarli ad accorpare in un ”mare magnum” regionale significa di fatto tagliare i servizi ai cittadini, partendo dal fatto che in provincia di Gorizia dai due attuali distretti da 60.000 persone se ne ricaverebbe uno da oltre 100.000». Queste, è stato sottolineato, sono idee «che ci siamo fatti leggendo la stampa, perchè nessuna condivisione sulla bozza è mai stata fatta con i Comuni».

«Non ci sono dati per giudicare i primi esperimenti di Area Vasta già in corso – continua ancora l’assessore – ma quel che possiamo dire è che il progetto di fare del Laboratorio di Monfalcone un riferimento regionale è rimasto sulla carta: esempio lampante dei rapporti che vengono a crearsi tra territori con più o meno ”forza”».

A nome del consiglio comunale, quindi, Marina Turazza ha espresso «preoccupazione», sottolineando che il consiglio si esprimerà sulla base di una bozza ufficiale, e invitando però «il Presidente della Regione a riferire direttamente in aula sui progetti per la sanità».

Tag: .

8 commenti a Bozza di riforma regionale sanità: i dubbi del Comune di Monfalcone

  1. nick ha detto:

    mare magnum regionale? 1,2 milioni di abitanti, distribuiti in un’area lunga 150 km e larga 100…e questo sarebbe un mare magnum?
    Ma dai, siamo seri! Per favore!

  2. sfsn ha detto:

    ma esser seri per ti xe darghe sempre e comunque ragion a chi che taia e che riduci i posti de lavoro?

  3. Alessio ha detto:

    Rassegnatevi, gli ospedali di Gorizia e Monfalcone sono destinati a fare la fine di quello di Cividale

  4. AndreaGo ha detto:

    ecco a cosa ga servi la guerra dei campanili…

  5. capitano ha detto:

    C’è un dato molto più preoccupante e fa parte della storia recente.

    infatti, anche se nel luglio 2008 il padre Beppino “aveva ottenuto dalla Corte di cassazione una sentenza che consentiva di fatto l’interruzione dell’alimentazione e dell’idratazione, il governatore lombardo dichiarava pubblicamente che le strutture della Lombardia non si sarebbero rese disponibili a togliere il sondino dell’alimentazione a Eluana, intimando ai medici di non dare esecuzione alla sentenza”. Englaro vinse anche il ricorso al Tar, ma la Lombardia, grazie anche a un atto di indirizzo del ministro Sacconi “volto a impedire che nelle strutture sanitarie pubbliche e private si desse corso alla sospensione di nutrizione e idratazione artificiali”, non era disponibile ad accogliere Eluana per l’esecuzione della sentenza.

    Questa era ed è la sanità in mano al clero e ai privati. La stessa cosa dicasi per l’istruzione in mano a congregazioni e compagnia bella.

  6. Bob Ston ha detto:

    Creare la regione Venezia Giulia.

  7. ufo ha detto:

    Sedma republika?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *